La Classifica dei miei 15 film del 2011
E che ti devo dire. Il 2011, lo sai, è l’anno-che-mi-sono-trasferito-qui. Sono cambiate molte cose, soprattutto il mio rapporto con il cinema. Con l’andare al cinema. La tessera Ugc flat, la possibilità di scelta moltiplicata per mille sale, decine di film in uscita ogni settimana, centinaia di reprise. Un oceano di cose che improvvisamente diventano reali: impulsi, azioni, reazioni, sempre, comunque, quando mi pare. Credo di non essere mai andato così spesso al ginematò come in questo 2011. Con tutti gli effetti collaterali del caso, tipo sapere che là fuori c’è sempre qualcosa che aspetta, tipo che se aumentano le possibilità il tempo invece no, è sempre quello, tipo lo scarto algoritmico tra quello che voglio (tutto) e quello che posso avere (molto meno di tutto). (Dici che sembra una querimonia? No, ci mancasse, altrimenti me ne stavo al paesello).
E poi è cambiato il rapporto con i film, nel senso di film in lingua originale. Basta con la dipendenza dalla programmazione del Metropolitan di via del Corso, basta con le rughette della fronte a fine proiezione Eh Ma Chissà Com’era L’Originale In Farsi. No, qui le famiglie di doppiatori di padri, figli, cugini, ex premiate ditte non esistono. O meglio, ci sono anche i film doppiati, ma sono l’eccezione, te li devi andare a cercare con la lente d’ingrandimento sul Pariscope, e se lo fai ti meriti i film doppiati (male, i film doppiati sono sempre doppiati male, anche quando sono doppiati bene).
I miei 15 film del 2011
Dal Gran Cestone ho pescato i film usciti su suolo francese nel 2011 quindi c’è qualcosa che magari hai visto nel 2010 e qualcosa che magari vedrai nel 2012. A freddo qualche film non sarebbe in classifica, ma qua non stiamo parlando del freddo, stiamo parlando del caldo: ci sono film che ti entrano in testa e non se ne vanno, passano i giorni le settimane i mesi. Madamigelle e madamigelli, 15 film ci sono riusciti più di altri. Eccoli (3+12)
Seguono dettagli:
1 Arirang, Kim Ki-Duk
2 Essential Killing, Jerzy Skolimowski
3 Noi credevamo, Mario Martone
E poi, in no particular order, ma un po’ anche sì:
4 Drive, Nicolas Winding Refn
5 Black Swan, Darren Aronofsky
6 Melancholia, Lars Von Trier
7 L’Apollonide, Bertrand Bonello
8 La Piel que habito, Pedro Almodòvar
9 Le gamin au vélo, Jean-Pierre e Luc Dardenne
10 La guerre est déclarée, Valérie Donzelli
11 Habemus Papam, Nanni Moretti
12 Super 8, J.J Abrams
13 Tomboy, Céline Sciamma
14 Una vita tranquilla, Claudio Cupellini
15 Oslo 31 August, Joachim Trier
Molto Cannes, molta Europa, ma al primo posto il folle delirio di un coreano che parla da solo. Non male. Dicevo che non è stato particolarmente complicato trovare questi 15 film. Mentre li elencavo a mano sul foglio, mi accorgevo di alcuni fili che li tenevano uniti e ho collegato come fai quando riesci a mettere un po’ di distanza.
Un regista, un fuggiasco, una sposa, un Papa, un cuoco, un ragazzo di 34 anni: uomini e donne che si cercano e intanto che si cercano scappano, anche restando fermi, magari segregati (la mente, la natura violenta, la città, una casa, lo stato brado). C’è l’orrore nei corpi e sui corpi di donne, la danzatrice, la Femme qui rit. C’è il ragazzino che cade dall’albero, e altri ragazzini che corrono. C’è chi non sta bene nel proprio sesso, chi non può cambiare la Storia e chi la deve accettare. C’è l’incipit più incipit che potessimo mai immaginare, e infine uno sparo che ci strazia il cuore. Queste alcune cose che restano. Anno fecondo, il 2011.
Siriusli Habemus Papam? Siriusli? Ma ti perdono, perchè hai messo Kim Ki Duk 😀
Visto oggi il tuo numero 2, proprio un bel film.
Io non lo so perché (o forse sì, e benissimo), ma tutte le volte che mi capita di ripensarci (come ora) mi viene da pensare che Melancholia sia ENORME, e che tra fuffe finto neo nazi e attrici bionde che prendono la scena quasi nessuno se ne sia accorto… Vabbé. 🙂
Allora: Kim ki du sì; Moretti ni, ( ormai si autocita narcisisticamente); Le gamin au vèlo sì ( sempre bravi i Dardin, poesia e denuncia sociale); Melancholia ni, non è più il Von Trier di una volta e le dichiarazioni antisemite sono state davvero gravi; Black Swann e Noi credevamo no, versioni piatte e piuttosto scontate ( la schizofrenia banalizzatissima); Tomboy delicatissimo e incisivo; la Piel que abito assolutamente no , il nostro Almodovar si è bevuto la capacità simbolica e ironica ed è diventato esasperante; gli altri non visti. In my opinion, ca va sans dire..
Paola
*Anna: meno male!
*Arco: troppo sotto silenzio, quel film
*L: come ben sai, molto d’accordo
*Paola: non mi hai detto la tua numero uno, però