Sanremo 2024 – Pagelle e versioni in prosa delle altre 15 canzoni
Per chi l’ha visto e per chi non c’era, per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera e vuol comunque fare bella figura in società, ecco le mie pagelle e versioni in prosa delle altre 15 canzoni. Che dire, una musica che è speranza, una musica che è tanta ma tanta pazienza. Ribadisco l’ovvio: questo post è un grande gioco di iperboli e altre figure retoriche prese a caso dal Sabatini Coletti del 1984. Una gigantesca chiamata in correità, inutile che fate finta di fischiettare allontanandovi sullo sfondo. Tanto tra due giorni torniamo alle nostre vite con cinque cellulari nelle tute gold acetate mentre rileggiamo per la terza volta Sotto il vulcano di Malcom Lowry e guardiamo documentari moldavi in lingua originale con i sottotitoli in nuorese. Nel frattempo: buona lettura, tanto love e ritornelli stonati a tutti e a tutte.
1 IL TRE – FRAGILI
Non per fare sempre quello che già ascoltava certi cantanti mentre voi ancora stavate nelle grotte ma io Guido Luigi Senna in arte Il Tre lo ascoltavo mentre voi stavate ancora nelle grotte. Per un paio d’anni la sua canzone Il tuo nome è stata fissa nella mia playlist “Obiettivo Triathlon Olimpiadi SENIOR 2040”, grazie a strofe come questa: Tu non puoi capire cosa provo dentro / Pensi sia tutto rose e fiori come un rododendro / Ma io sento solamente un rogo dentro. Tutto ‘sto papello per dire che purtroppo come talent scout faccio pena. La canzone che porta a Sanremo infatti non è all’altezza dell’altra, forse Guido Luigi aveva finito i sogni, o forse solo gli endecasillabi. Siamo fragili come la neve, come due crepe, so che non è facile volersi bene, stare in catene. Insomma, il nuovo motto delle coppie MONOGAME E MONOAMOROSE che ormai si stanno estinguendo come i panda di Gazzelle. Bonus per gli auricolari fucsia fluo e per la mamma che NON si commuove in sala ma canta la canzone del figlio in playback: graziosissimi e doppiamente fragili. Malus per lo stesso parrucchiere di Irama, che probabilmente vuole molto male ai suoi clienti. Ragazzi ma che v’ha fatto di male lo SHAMPOO? Guido Luigi recupera quando dice che ha faticato a trovare un posto nel mondo: oh, fanno tanto i trapper con i tatuaggi in faccia e poi sono dei PATATONI. Voto: 6, “Mamma, pijate ‘sti fiori”.
2 MANINNI – SPETTACOLARE
Manco il tempo di salire sul palco e l’ennesimo cantante pugliese delle nostre disgraziatissime vite ci mette al tappeto con una grandinata di rime che l’intelligenza artificiale e anche un po’ tonta ha tirato fuori alla domanda di Maninni “Ti prego devo andare a Sanremo e non so che cazzo cantare mi fai un po’ di rime baciate ACCAZZO?” “Certo Maninni, eccole qua: MUAY / THAI/ MAI / GUAI” “Uààà stupendo, e ora mi tiri un po’ di strofe insulse che in confronto il cantante OLLY dell’anno scorso era Bob Dylan?” “Ma certo Maninni, come vuoi tu Maninni: Ma abbracciami abbracciami che è normale / Stringerti forte è spettacolare / Come l’amore il primo giorno d’estate. Non so MANINNI, ti concedo l’attenuante di essere un po’ un incrocio tra i miei unici miei idoli sanremesi, GATTO PANCERI e LEANDRO BARSOTTI, ma non credere che questo basti a farti perdonare. Vi siete messi in quattro a scrivere e musicare questa questa LUNGAGNATA terrificante e certo non basterà a emendare i vostri peccati, anzi li quadruplica. Non ti do lo stoppino perché è già stato assegnato di default a quei due bumeroni di Renganèk. Voto: 0,5, inutile che ci guardi con gli occhi a Tananai, il voto non te lo alziamo.
3 BNKR 44 – GOVERNO PUNK
Per qualche istante ho pensato che questi scappati di casa fossero i nuovi attori che interpretavano i COLLA ZIO dell’anno scorso. Poi però ho capito che in realtà era un REBOOT delle BOY BAND degli anni che furono, una specie di CRASI tra i Dhamm, i Ragazzi Italiani ma anche le ragazze Compilation di Boncompagni. Mentre cercavo di capire chi faceva PINO, chi MANOLO e chi quello che imitava Axl Rose ( o era Kurt Cobain?), mezza canzone per fortuna se n’era già andata via. L’altra metà, a quanto pare, parla di gente che sta facendo la MUFFA in provincia e vorrebbe solo scappare via. In giro non c’è niente di che /In provincia la nebbia è la stessa dal 2003 / Scrivo dentro un garage /La mia testa è un collage /Di canzoni e momenti tristi. Sto quasi per commuovermi cantando da solo Gli anni degli 883 ma poi arriva la mazzata della TRIPLA RIMA UBRIACA: Gin/ Jeans/ Chic. Ok raghi, siete simpaticissimi, super fluidi, super ginnasti, indossate gonne di pelle da COWGIRL ma quando parte quel EhhhEhhhEhhhEhhh siete, come dire, di una rara PETULANZA. Dammi un po’ di te, un pezzo dei Blur, un locale da spaccare /Fammi vergognare. Più di così? La coreografia a base di JUMP SQUAT non era male, sul serio, si vede che siete andati a lezione da Samuel Peron, ma il Voto è 4: Se questo è punk io sono Leo Gassman che fa Califano.
4 SANTI FRANCESI – L’AMORE IN BOCCA
Quando hanno distribuito le SKILLS dell’eleganza, del savoir faire, della taglia 42 e del vitino di vespa, di due occhi che sono fari abbaglianti e di tante altre cose che possiamo AHINOI solo immaginare, chissà perché queste skills sono finite tutte al Santo Francese, quello che canta. Non staremo qui a farci rodere dall’invidia e dalla gelosia, no. GIOIA, basta che ci dai il nome del tuo stilista e del tuo personal trainer e nessuno si farà male. Ma parliamo di musica. Mi ero ripromesso di non cedere AI DOPPI e TRIPLI SENSI che poi mi dite che sono sempre il solito fissato, ma il titolo di questa canzone non aiuta per niente, ne converrete. Perciò dico la cosa più elegante che mi viene in mente: questa è la canzone perfetta per FARE ALL’AMORE. Io ve l’ho detto, fate un po’ voi. Seguire un filo di lana /Ma l’amaro torna /Ed è la prima volta /La rabbia tiene svegli /Tutti gli animali. Che ci volete fare, sono una persona semplice: mi bastano quattro PIANOLE Bontempi e spruzzatine di dream synth pop un po’ qua e un po’ là e io mi sciolgo come un ghiacciolo fragola e panna a Mondello alle 3 di pomeriggio di un giorno di luglio. E intanto la tua luce sorge /Forte / Brucia la mia pelle /A volte /Mi racconterai delle tue ombre / E poi mi ci nasconderò. Come tutti i piaceri della vita la canzone dura il tempo che dura, noi intanto ci fumiamo una sigaretta come si deve e ci passano TUTTE COSE. Voto: 7,5, bon bah si vous avez besoin d’un cours de français à domicile n’hésitez pas hein !
5 MR. RAIN – DUE ALTALENE
Mr Rain in realtà si chiama Mattia Balardi e siccome mi sento particolarmente SCEMO a chiamare qualcuno Signor Pioggia d’ora in poi lo chiamerò col suo vero nome. Mattia dunque parte seduto al pianoforte e sappiamo tutti cosa fanno quelli che iniziano seduti al pianoforte a Sanremo. ESATTO, a un certo punto si alza e va al centro del palco ma il pianoforte continua a suonare DA SOLO. Strana persona la gente ma anche la musica non scherza. Ma come direbbe Irama, TU NO, e infatti Mattia a un certo punto si siede su un’altalena e inizia a dondolare mentre la voce TREMULA canta versi stucchevoli con MANI CUCCIOLE: Ti tengo per mano / Anche se cadiamo vado ovunque vai / Andiamo lontano in un posto che non abbiamo visto mai / In mezzo al temporale abbiamo unito i nostri lividi come due oceani indivisibili. JEEEEZ mi vien voglia di inciampare malissimo nella CUMBIA di Angelina Mango e supplicare Sangiovanni urlando FINISCIMI. Griderò, griderò il tuo nome fino a perdere la voce / Sotto la pioggia. E basta con STA CAZZO DI PIOGGIA Mattia abbiamo capito. Sul serio, sono sfinito. Voto: 1, Mattia sei il POVIA degli anni ’20, con l’autotune ma senza i piccioni morti. E non credere che sia un complimento.
6 ROSE VILLAIN – CLICK BOOM!
Rose Villain a quanto pare si chiama Rosa Luini, è di Milano ma vive a New York dove canta, scrive e fa cose. Insomma, il classico CERVELLO in fuga di chi, come noi, a un certo punto ha detto oh, sai che c’è? Ma io vi lascio affondare, paese di pazzi psicopatici. La domanda sorge dunque spontanea: scusa ROSA ma che cazzo sei tornata a fare? Una possibile risposta va cercata in questa canzone BICEFALA che parte con la stessa UGOLA di Adriana Ruocco nel 1996 e prosegue con l’impertinenza peperina di Myss Keta che si fa fare il solletico da Topo Gigio. Ttt’apposto. Non riesco più ad essere lucida
Il cuore parla e dice stupida. Pensate, poteva essere il migliore dei mondi possibili e invece partiamo con una citazione di Ilary Blasi. Molto bene. Per me l’amore è come un proiettile / Ricordo ancora il
Suono click boom boom boom / Senti il mio cuore fa cosi boom boom boom / Corro da te sopra la mia vroom vroom vroom. Non so, va detto che ci vuole davvero un certo talento a prendere due canzoni ORRENDE, tagliarle con le forbici di Emma Marrone e ricucirle per fare una canzone non dico originale ma che almeno si fa sentire. Ne viene fuori una specie di BELLA BAXTER wroom wroom boom boom, mentre ovviamente Elodie è a casa che usa gli spilli sulla bambolina di Rose perché quella di Clara è già volata dalla finestra. Voto: 6-, ma poi mi accorgo che ha rubato il vestito a Mahmood. ‘A ladra!
7 ALESSANDRA AMOROSO – FINO A QUI
Non so voi, ma quando qualcuno nomina Alessandra Amoroso, a me da qualche parte nel cervello si attiva una specie di LITANIA FERALE tipo piagnucolio, una vocina che dice “ce l’hanno tutti con me, mi trattano male, mi bullizzano, mi odiano, povera me povera me”. Insomma l’ITALIANA MEDIA fatta cantante. Per non smentire le aspettative del rumore che fa una CARCASSA DI ANIMALE MORENTE, la nostra salentina non preferita porta una BALLATONA in cui spicca il celebre ermetismo amorosiano: pioggia/goccia, borsa/corsa, pento/vento, smarrita/infinita. Molto bene. Poi la nostra eroina inizia a fare quello che sa fare meglio, cioè gettare voci LAMENTANDOSI, e giù ancora di temporali, notti sveglie a disegnare sul soffitto, a sentirmi SALLY. Sì, la Sally di Vasco Rossi. E anche se lentamente cado giù / Da un grattacielo / Durante il volo / Piano dopo piano / Mi ripeto / Fino a qui tutto bene. No GIOIA, la citazione dal film di Kassovitz io NON CI STO. Mi spiace perché bella sei bella, brava sei brava, ma questa versione discount di Taylor Swift feat. Annalisa Minetti non t’è venuta benissimo. Voto: 1, tocca aggiornare il vocabolario della Treccani alla voce Pietà.
8 RICCHI E POVERI – MA NON TUTTA LA VITA
Tema: Il disagio. Svolgimento: due persone anziane chiaramente allo sbando salgono sul palco dimostrando non tanto di avere la labirintite ma proprio di aver sbagliato il DOSAGGIO delle medicine. Pensano infatti di essere ancora nel programma di Milly Carlucci Il cantante mascherato, la quale Milly ha già chiamato l’avvocato per denunciare il plagio di BABY ALIENO. Che confusione il sabato/
È quasi peggio di quello che dicono. E pensare che l’incipit autocitazione poteva essere una buona idea. Il problema è che siamo nei paraggi della circonvenzione di VECCHIE GLORIE aizzate come tigri anzianotte per farci, pensate un po’, ballare. Le stelle già stanno cadendo / Dammi retta scendi adesso in pista. Ragazzi, non so voi, ma io se Angelo&Angela mi intimano di scendere in pista, scappo fortissimo con lo stesso panico di Chiara di Paola e Chiara quando Paola di Paola e Chiara la chiama tutta contenta per dirle FACCIAMO IL DUETTO con i Ricchi e poveri? Io faccio Marina Occhiena tu fai FRANCO va bene? Gira, gira, girerà la testa / Non ti vedo, dove sei finita. Oh, se cade il mondo noi ci spostiamo ma gira che ti rigira LA BRUNETTA SPIRITATA da quel palco non si schioda, me pare POLLON quando si calava gli acidi col pennuto. Se qualcuno mi dice che ascolterà questa canzone o è una spia o non è figlio di Ma-ma-ma, mamma Maria, ma- Ma-ma-ma, mamma Maria. Voto: 2, sarà perché vi amavo.
9 ANGELINA MANGO – LA NOIA
Lo dico subito, io con le figlie di papà parto prevenuto. Se poi sono figlie pure di mammà la cosa si fa very drama. Solo che sua madre è Laura Valente che a me piaceva da morire in Dedicato a te nel 1993 con I Matia Bazar di Carlo Marrale (ciao Carlo!). All’epoca dire che ti piaceva Sanremo era un po’ come dire SONO UNO SFIGATO, non come oggi che ci va anche la gente tatuata e un po’ frò. Insomma Angelina Mango tra gli altri malus ha il fatto di essere entrata nella SETTA della Sugar e di Caterina Caselli, e infatti questo pezzo l’ha scritto Madame. LA TOTALE. Ma perché essere prevenuti? Io sono NOTORIAMENTE una persona senza preconcetti, quindi sentiamo questa canzone. A me mi viene la noia, la noia, la noia. Non so Angelina, se pensi di farmi cambiare idea non ti sta riuscendo benissimo. Business parli di business / Intanto chiudo gli occhi per firmare i contratti / Princess ti chiama princess / Allora adesso smettila di lavare i piatti. Un po’ DIDA il gesto di coprirsi gli occhi ma la rima business/princess funziona, voglio sapere chi l’ha pensata, sei stata tu Caterina? E non ti voglio annoiare / Ma qualcuno le deve cantare / Se rischio di inciampare almeno fermo la noia. Io invece sono talmente affaticato che inciampo in questo ENJAMBEMENT, stramazzo al suolo e muoio senza morire. Tutti sono pazzi di te Angelì, però non te la pijiare a male, a me sembri una versione tarantolata di Teresa De Sio intenta a fumarsi l’ARNICA mentre costruisce NINNOLI orrendi che venderà nelle bancarelle di Fuorigròtta. Voto: 6 perché se poi vinci non voglio passare per quello che era prevenuto, ma se non c’era di mezzo Dardust scendeva a 4.
10 DIODATO – TI MUOVI
Antonio Diodato è l’unico pugliese di cui ci freghi minimamente qualcosa, forse perché NON è salentino. Se consideriamo che tra le migliori 20 canzoni sanremesi di tutti i tempi c’è la sua canzone Adesso (Fai rumore sta al 21esimo), dalla mia bocca non uscirà MAI niente di negativo sul suo conto. E già mi parli così /Ma a cosa serve ora insistere /Me lo ricordo bene /Il nostro tempo insieme. Mettiamola così. In un mondo musicale in cui per scrivere le canzoni ormai ci si mettono in quarantasette con risultati raccapriccianti, avere un vero cantautore che fa tutto da solo è, come avrebbe detto il fu Daniele Groff, un miracolo. Davvero è questo quel che vuoi / Un sorso di veleno e poi / Un altro gioco di parole / Un’altra dose di dolore. Antonio ci sta parlando della fine di un amore, di quando qualcuno se ne va ma in realtà non se ne va. E ancora ti muovi / Qui dentro ti muovi / Cerchi l’ultima parte di me /Che crede ancora che sia possibile. Insomma, quando rivedi la tua ex o il tuo ex, finite a SCOPARE, chi si muove di qua chi si muove di là, ma poi ti fumi un’altra sigaretta e pensi: vabbuò ja ma se ci siamo lasciati un motivo c’è, talé vah, quando esci tirati la porta, e tu resti a ballare per esserti liberato dell’ennesimo amore tossico. Un po’ come fanno i ballerini e Antonio nell’unico momento di LETIZIA di questo festival, quella catarsi sul palco in cui manca solo quel gran pezzo di musicista che è Rodrigo D’Erasmo. Voto: 6,5, mi sento come il professore del liceo quando mi diceva Va bene ti do un voto alto perché sei sempre stato bravissimo ma oggi mi parevi un poco addummisciuto, non c’era STRUGGENZA in questa versione di greco. Ciao Antonio, la canzone è comunque perfetta per i titoli di coda di eventuali film pugliesi, je dis ça je dis rien.
11 GHALI – CASA MIA
C’è qualcosa in questo Ghali, qualcosa che nel paleolitico delle nostre vite avremmo chiamato X Factor, ma forse è solo che il mondo si divide in quelli che quando entrano in una festa si notano subito e quelli come Piero de Il Volo (o era Ignazio?). A me capita per esempio quando vedo quella DEA di Kristen Stewart, e con Ghali appunto: posso anche levare l’audio e restare imbambolato a sognare di avere lo stesso movimento di anca e la stessa magrezza (“Figlio mio ma MANGI?”). Ma qua l’audio c’è eccome, si parte con un bel GRÙV di quelli che non puoi tenere le gambine ferme nemmeno se ti legano a una sedia stordendoti non tanto con il Programma LODOVICO ma proprio con qualcuno che urla ARISTONELLO in loop. Il prato è verde, più verde, più verde /Sempre più verde (sempre più verde) /Il cielo è blu, blu, blu /Molto più blu (ancora più blu). L’incipit ci porta dritti in uno sfondo di WINDOWS 97, ma dura poco perché capiamo subito che il nostro Ghali sta cantando la sua personale lettera a un alieno. Non so se sia consapevole della citazione di Flaiano, ma insomma Caro Marziano parte con un filo di inevitabile moralismo e poi si libera di lacci e LACCIUOLI svelandosi per quello che è, un pezzone nient’affatto cretino anche se la GENTE lo ha messo al secondo posto perché ormai nessuno legge più i giornali. Mi manca il mio quartiere /Adesso c’è una sparatoria /Baby scappa via dal dancefloor /Sempre stessa storia /Di alzare un polverone non mi va. Bonus per la citazione di Colapesce che fa il gesto di Munari, ma il top assoluto è per un verso che potrebbe avere scritto lo sceneggiatore di Io Capitano, che è, ricordiamolo sempre, Massimo Ceccherini: Sogni che si perdono in mare / Figli di un deserto lontano /Zitti non ne posso parlare. Voto: 8, nella seconda esibizione prende delle stecche che anche l’alieno urla NUDO CON I BRIVIDIIII, ma non importa Ghali, noi vogliamo solo ballare sul dancefloor canzoni tristi.
12 NEGRAMARO – RICOMINCIAMO TUTTO
Tra i tanti meriti del nostro BIG AMA c’è quello di aver riportato i veri BIG a Sanremo. Un anno Elisa, un anno Giorgia, quest’anno in teoria i Negramaro, che però sono big solo nella TESTA di chi da piccolo l’ha sbattuta in uno scoglio del SALENTO e non si è più ripreso. C’è da dire che Giuliano Sangiorgi non mi sta affatto antipatico, è uno EASY che limona con EMMA, uno con cui andare a fare bisboccia, tanto se a un certo punto te ne vai lui è ancora lì che stringe gli occhietti come uno scoiattolino paffutello che ci crede tantissimo. Il mio PROBLEMA con Giuliano Sangiorgi è quella CAZZO di VOCE TREMANTE che mi fa venire voglia di sradicarmi la membrana TIMPANICA con le matite del fantasanremo. Quanto tempo ti manca per esser pronta? /Io sono sotto che ti aspetto, Così ti porto al mare. Per non parlare di questo CAZZO DI MARE DEL SALENTO. Ragazzi, davvero, io lo capisco, sono un terrone frignone pure io che se gli levi il mare finisce al traumatologico per esaurimento psicomotorio, però basta veramente. Lu suli lu mare e lu jentu hanno pluriscassato la minchia. Eravamo una canzone di Battisti all’alba / Anche senza “bionde trecce”: Dio, quanto sei bella?! La citazione di Battisti è un colpo basso non dico dove perché in questo paragrafo ho già scritto due volte cazzo, una volta minchia, forse manca giusto coglioni. E chi se ne fotte di tutti quei sogni, Di una canzone o uno stupido testo?! GIULIANO, l’hai detto tu eh. Voto: 3, un grande malus a quer pasticciaccio del finale alla Coldplay che canterete negli stadi mentre noi saremo in Salento a goderci lu suli lu mare e lu jentu.
13 FIORELLA MANNOIA – MARIPOSA
Siccome i colpi che la vita ci INFLIGGE non sono mai abbastanza, questa DONNA BIONICA di 70 anni che ne dimostra 32, si presenta la prima sera a piedi scalzi, roba che se noi dormiamo senza calze ci viene una BRONCHITE SEBORROICA che ci trasciniamo fino a giugno dell’anno prossimo. Come se non bastasse, la nostra FIORELLA JAIME SOMMERS può vestirsi da SPOSINA o con un TENDA DI VELLUTO NERO, ma in ogni caso guizzano muscoli, pettorali e due versi che si meritano un posto nelle antologie di tutti i licei: Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto. Una nessuna centomila, e sarò sempre libera, e orgogliosa canto! Che dire Fiorella, porti un pezzo che canterai nell’ennesimo tour all’Ambra Jovinelli ma non contare su di noi, un pezzo intenso con vari livelli di lettura, a cominciare dal più semplice, Ahiaiaiiii ia ia ia iaaaaiii, suono vocalico basico che può cantare anche chi come noi ha dalla nascita un principio di dislocazione delle corde vocali. Ma se gratti la superficie ecco spuntare un bell’inno femminista da sbandierare all’ennesimo GIROTONDO NON UNA DI MENO NON ORA NON QUI ma anche davanti a 15 milioni di italiani come ottimo trigger per far andare in ERROR 404 i fascistelli e farli affogare nelle loro budella fradicie, tiè. Non credo che ascolterò MAI PIÙ questa canzone, a meno che Milly Carlucci non la metta per un paso doble tra Angelo Madonia e Alessandra Tripoli nella prossima edizione di Ballando, ma comunque dai, Voto: 6,5, brava Fiorella, testarda tu, esaurito io.
14 SANGIOVANNI – FINISCIMI
Ogni volta che vedo Giovanni Pietro Damian in arte SANGIO mi chiedo: perché lui sì e, che ne so, AKA7EVEN o DEDDY no? In attesa di avere una risposta che peraltro non vogliamo, parte questa NENIA insopportabile tipo lettera che lui scrive a lei per, boh, parlare di cose di cui nessuno ha la minima idea. Io non so come si controllano le emozioni /Perciò delle volte ho fatto un po’ il coglione / Non abituarti /Con gli errori commessi ci farò una collezione. E le emozioni, e sono un coglione, e gli errori commessi, e che palle, veramente. Ma quale collezione, ma quali errori, Sangio c’hai vent’anni e me pari GINO LATILLA. Piccolo fremito al verso “nostalgia del cazzo” (“Ma sta facendo coming out?”) ma poi tutto rientra nei ranghi dell’insipienza. Ho dato comunque tutto me stesso ancora adesso ancora adesso / Ho scritto mille inizi per non doverti lasciare sola. Aiutatemi a dire NOIA NOIA NOIA ma senza la cumbia di Angelina. Voto: 2, Finiscimi, canzone omen ma soprattutto AMEN.
15 LA SAD – AUTODISTRUTTIVO
Domanda: che abbiamo fatto di male per avere ritrovarci Riccardo dei Pinguini Tattici non solo in mezzo a questi scappati di casa ma proprio in mezzo alle palle? Com’è come non è, raramente ho visto su quel palco un arco di trasformazione del personaggio così repentino. Questi TRE Iniziano che sembrano Tozzi, Ruggeri e Morandi che hanno fumato troppo BOROTALCO SCADUTO, continuano che sembrano IT LA COSA con le mutande dell’Oviesse e finiscono come QUI, QUO e QUA in COMA DIABETICO per aver mangiato troppe crostatine all’albicocca. Ragazzi, capisco che vi dovete fare perdonare troppe cose, ma il ricatto emotivo finale con i cartelli sul suicidio e gli abbracci struggenti per me è un gigantesco NO. NO alla bontà e NO ai messaggi, NO: non mettetemi alle strette perché sono solo canzonette. Peccato, perché la coreografia disegnata da gente con l’otite vestibolare era carinissima, così come l’outfit accazzo e la panze di fuori. Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo. Voto: no ragazzi, io affogo in una lacrima perché il voto è 2.
E anche per quest’anno direi che è tutto. A me interessano solo Mahmood, Geolier e Ghali, poi fate come cazzo vi pare, tanto vincono Angelina, Irama o tutti e due. So che non sembra possibile, ma la vita è talmente buffa che rimpiangeremo questi momenti, credetemi. Ci siamo visti, ciao.
Anvedi chi ti ritrovo dopo una decina d’anni? Ma il grande TFM, che mi fa ridere come allora con la sua immensa cultura e con la sua straordinaria volgarità (la volgarità FA ridere, punto).
Naturalmente non son d’accordo con lui nemmeno quando digita la virgola, ma questo è un giuoco e giuocare ci piace assai. Anche a noi booooomer, che se potessimo, almeno io, riporteremmo sul palco anche Luciano Tajoli col suo inseparabile bastone, mentre i fluidi giovinotti li manderemmo tutti a (t)rappare in miniera. Baci e abbracci!