Il periodo ipotetico

Arrivano momenti in cui il faut tirare delle linee a fondo pagina. Oggi è uno di quelli. Dopo una lunghissima corsa, tra poco, da stasera, molte cose cambieranno, potrebbero cambiare, e tutti i discorsi azzerarsi, e gli slogan, e tutto il resto. Il 2012, questo 2012 di frangenti sospesi, di eterni grigi a volte più bianchi a volte più neri, è adesso.

 

Campagna elettorale curiosa, per me che son rital. Campagna elettorale che gli inglesi hanno definito ‘frivola’, e i francesi rispondendo ‘frivola tua sorella’. Campagna elettorale che i francesi a loro volta hanno definito ‘aspra’. E io, che vengo da dove vengo ho cercato quest’asprezza, potrei dire ‘invano’ dirò ‘invano’. Il dibattito del 2 maggio, quello che l’eco nei cortili e le reti unificate e tutti col fiato trattenuto aspettando un sussulto (“Moi, président d’la République”, moltiplicalo per 15, François!), il peggio che si sono detti: Signore, voi siete un bugiardo!, con risposta in allegato Voi non avete il dirittto. E questa era la campagna aspra.

 

La scelta è semplice. Quello che per cinque anni ha diviso il paese, commettendo l’errore imperdonabile di farsi i fatti propri facendosi sgamare. E quello che no. Quello che persino Bayrou ha rinnegato per la sua condotta ‘violenta’ nella corsa all’Eliseo. E quello che no. Quello che negli spot elettorali mette gli immigrati clandestini e i poliziotti cattivoni e le scritte ‘Dogana’. E quello che no. La cupezza e il cambiamento, qualunque esso sia, questa è la scelta.

 

I numeri, quelli veri e quelli virtuali, disegnati da mani amiche, dicono che tutto dovrebbe andare come tutti da tempo sanno che andrà, ma non solo i numeri, ci sono i segnali, a volerli cogliere, slittamenti di pensieri e smozzichi di speranze, c’è nell’aria tutta la pioggia che non ha fatto mai, sono stati semestri di siccità, aspettando, aprendo tutte queste parentesi, e ora la chance irripetibile di girare la curva al comando, con le spalle leggere della sicurezza, e se pure tutto questo a un certo punto non conterà, perché niente è detto, e potrebbe andare anche all’opposto di come tutti sanno che andrà, conta che questo periodo ipotetico sta per finire e noi, noi saremo là, con le radioline attaccate alle orecchie, aspettando i risultati dall’altro campo.

 

***

 

Altre cose sulle Presidenziali Francesi:

 

La Politica al tempo del LoL
Lo slogan di François Hollande: le changement c’est maintenant

Marine Le Pen rifiuta il dibattito televisivo

 

 

5 Replies to “Il periodo ipotetico”

  1. Periodo ipotetico della realtà, a quanto pare.
    (E la possibilità, quella adesso ce l’avete…)

  2. Appena rientrata da Paris caro TFM, magari ci siamo incrociati nella folla o alla Bastiglia chi sa.. bello troppo bello..vive la France.

    Paola

  3. “io ero quello che gridava Forza Juve”
    cuorizìni per TFM

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *