The Good Wife è una serie talmente bella che la consiglio anche alle Sentinelle in piedi

Io non lo so, davvero, cosa debbo fare ancora per convincerti a guardare The Good Wife, cioè il meglio che la tv americana generalista sta proponendo da sei anni a questa parte e tu che stai ignorando per motivi, boh, pregiudiziali? ideologici? misogini? scemi? Cosa, dimmi cosa e io lo faccio, purché tu mi dia retta. Vuoi che mi chiuda in una stanza con Renzi e Gasparri e non ne esca finché non ho insegnato loro COME SI FA UN SELFIE che ridia senso alla parola dignità? Vuoi che mi metta a ripassare con Sabina Guzzanti Grammatica e Analisi Logica TOMO UNO finché lei non riuscirà a twittare in italiano non dico corretto ma almeno comprensibile a mia nonna? Vuoi che impari a memoria tutti i libri di Gramellini e li rilegga al contrario imitando la voce di Veronica Maya che imita Jo Squillo? Dimmelo, io lo farò.

 

 Ascensore

– Signora le ha viste le scie chimiche? L’11 settembre era un complotto delle banche!
– Ci mancava il grillino pop hoolista, ora non manca più nessuno in questo telefilm

 

The Good Wife è quella serie che ha sancito la fine di ogni credibilità per la cerimonia degli Emmy nel 2014, non essendo nemmeno nominata come Miglior Drama (a dispetto di, che ne so, True Detective), la quale credibilità è stata poi ampiamente recuperata  dal premio come Miglior Attrice Drama a Julianna Margulies (un po’ come i rigori di Rocchi: se li concede alla Juve il campionato è falsato, se li concede alla Roma, il campionato è cosa buona e giusta). Così gira il mondo.

 

Finnicia

Finnicia e l’apparizione mariana

 

The Good Wife è quella serie in cui il genere legal (avvocati), il genere political (elezioni), il genere crime (ammazzatine), il genere romance (ti amo, ma tu ti fai muorire), il genere fuck (it’s time for ficcatine), il genere LoL (Alan Cumming, le suocere, le nuore, le figlie, le risate di Diane), si intrecciano in un tutt’uno fino a farti girare la testa come manco dopo la migliore sbornia della tua vita. In un universo seriale in cui la Golden Age è già bella-che-passata, in cui il massimo a cui possiamo aspirare è LA SERIE ANTOLOGICA che resetta tutto daccapo (wow!), The Good Wife è il meglio meglio meglio che si possa chiedere al nostro tempo libero in cerca di intrattenimento, come dire, ispirazionale (costruzione narrativa generale, plot, subplot, strade a senso unico: e poi i dialoghi, oi dialogoi) (una serie che riesce a non far sentire l’assenza di uno dei personaggi irrinunciabili, uscito di scena non per scelta, beh, per me questa serie è tipo DIO).

 

Linda Lavin

Questa faccia non mi è nuova

 

The Good Wife è quella serie in cui, chiamiamolo Revival Perenne, dal gran serbatoio della storia della tv, vengono pescati ogni volta volti e simboli che hanno fatto i nostri ricordi. Michael J. Fox ne è l’esempio più continuo. Ma vale anche per i piccoli ruoli, interpretati da magnifiche attrici come Linda Lavin, ovvero la mitologica Alice dell’omonima serie, antenata di Two Broke Girls e di tutte le parolacce-che-fanno-ridere in tv. E vale anche per tutto quell’universo di NON FICTION WOMEN (attiviste, politiche, lobbyste etc) che appaiono ogni tanto a dare manforte narrativa alla protagonista Alicia.

 

Cary crazy eyes

Anche Cary ha il suo Crazy Eyes 

The Good Wife è un generatore automatico di potenziali spin-off (i personaggi di Kalinda e di Eli ne potrebbero reggere tre o quattro a testa), di potenziali incroci con altri universi seriali, di citazioni infinite, il tutto talmente sofisticato-ma-accessibile che ognuno, inteso come spettatore, ha il livello di lettura che si merita. E a proposito di audience che si meritano a se stesse:

 

Bible

Oh Lord!

 In The Good Wife si prega moltissimo. La figlia della protagonista Alicia è iscritta al fan club LAUDATO SII O MI SIGNOHOR con grande sgomento di Alicia (“Davvero tu credi in queste cose? La torre di Babele, l’arca di Noè? Gli UFO ROBOT?”), la quale Alicia passa le giornate a difendere spacciatori di eroina multimilionari, a bere vino e, boh, scendere in politica. Si prega anche durante le cause in “tribunale”, si parla di Peccato e di Perdono del Signore ogni volta che ce n’è l’occasione: dal libro di Samuele, dal Levitico Capitolo 5 comma 78 e da altri punti della Bibbia presi a casaccio.

Insomma, The Good Wife è talmente bella che la consiglio con il cuore anche a chi crede a un mondo di giustezza e donne sottomesse che RAMMENDANO CALZINI MENTRE CUCINANO IL SUGO, a voi Sentinelle che vigilate per la nostra Salvezza, per quando magari vi piglierà un crampo a furia di stare sempre all’inpiedi con quel muso lungo da qui a qui.

Ma (SENTINELLE chiudete gli occhi) in The Good Wife succedono anche cose come queste:

 

Acchiapparella

La nuit nous appartient: Cary nudo e Kalinda nuda giocano ad acchiapparella
(peraltro riuscendoci benissimo)

 

O cose come queste:

I kissed a girl

Non solum lesbian sed etiam interracial

 

Conclusione. The Good Wife is the must-see per eccellenza. E se non vi ho convinto nemmeno con quest’ultima foto, beh, che dirvi, fatevi vedere da uno bravo. Anzi, il migliore che trovate (no, sentinelle, non sto parlando con voi) (oh, sempre in mezzo state).

6 Replies to “The Good Wife è una serie talmente bella che la consiglio anche alle Sentinelle in piedi”

  1. SI OK NON GUARDO TGW.
    Ho i miei pregiudizi e i miei pregiudizi si chiamana RIGIDITA’ DELLA PROTAGONISTA.

    Piuttosto, vogliamo parlare di quel porcaio che è diventato Scandal? Non riesco più a guardare in faccia Olivia dopo che quell’altro le ficca le dita come se fosse un’ostrica!
    Insomma ma un po’ di contegno, ma gli americani non erano quelli che si scandalizzavano per un capezzolo?

    E poi vogliamo parlare della sfiga di quel Sandy che [SPOILER SPOILER SPOILER] muore in House of Cards e ci ritroviamo in Homeland alla prima puntata pensando “oh che bello allora se n’è andato per una parte fissa a Homeland” e BAM, muore pure lì?

  2. dovrebbero somministrarlo sotto forma di pillole. situazionali.

    arriva per tutti, prima o dopo, il momento.

    chi non ha rocchi per vedere pianga.

  3. *Zit: se dici che Alicia è rigida devi guardare la serie. Si mostra molto Flessibile. Garantito.

    *Moglie: la farei guardare pure a Totti pensa te

  4. Rigida? Alicia? Really?
    Dopo aver guardato le prime cinque serie in un’estate passata a stirare, ogni altra attrice mi sembra una che fa… l’attrice. Mentre Alicia è Alicia.

    (e, pur piangente e nostalgica di fronte all’Irrinunciabile, ammetto che riesco a seguire la sesta serie con uguale trasporto)

  5. 92 minuti di applausi.
    Alicia rigida al limite lo può essere prima del terzo bicchiere di vino.
    Che arriva al terzo minuto di puntata.

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