Feticci parigini: la pecetta gialla sui libri usati di Gibert Joseph e Gibert Jeune
Devo dire che non ho ben seguito il dibattito sull’introduzione della legge che prevede il tetto massimo del 15% agli sconti sui prezzi dei libri. (Un giorno torno dalle vacanze e trovo le varie timeline che fibrillano di genti tra l’invasato e il furibondo che stanno comprando libri a pacchi di centinaia per approfittare degli ultimi giorni di sconti al 30% o anche di più. Tipo le svendite e lo Svuota Tutto dei negozi di tappeti).
Ma se proprio devo dire la mia, credo che il problema non sia tanto la percentuale di questo o quello sconto, quanto piuttosto il prezzo dei libri in copertina. L’Italia è uno dei paesi in cui i libri costano di più. Se ci sono battaglie da fare vanno fatte in questa direzione, tutto il resto viene dopo, ma sempre dopo. Perché questi benedetti libri debbono costare così tanto? Ne abbiamo già scritto in passato. (Altri esempi: Le Correzioni su Amazon Italia e su Amazon Francia. La Metafisica dei tubi su Amazon Italia e su Amazon Francia) (Sconti o non sconti, siete bravi in matematica?)
Ora, anche in Francia, se non erro, c’è una legge che fissa i tetti degli sconti. Ma in Francia, per esempio, ed è quello che manca in Italia, è possibile scegliere. Vogliamo misurare la qualità della vita in base al concetto di Scelta? (No, magari un’altra volta). Scelta significa poter trovare lo stesso libro o nuovo di pacca o usato in buone condizioni. Uno di fianco all’altro. Presso i rivenditori on line e presso le librerie.
Comunque, chi ha detto Libreria? A Parigi libreria fa rima con Gibert Jeune e Gibert Joseph (entrambi su Boulevard Saint-Michel, Joseph ha anche la succursale nel tredicesimo). E Gibert a Parigi fa rima con Pecetta Gialla. Quella strisciolina che sta sul fianco del libro e che, quando c’è, festa grande alla corte di Francia. Significa, la pecetta gialla, che, passati quei pochi mesi fisiologici dall’uscita di una novità, capace che tu il libro lo trovi a prezzo notevolmente più basso. Nel caso dei classici, o libri vecchi, che già costano poco, molto poco (è questo il vero grande nodo: in Francia certi libri te li tirano dietro!), allora, se per giunta trovi la pecetta gialla capace che entri con dieci euro e te ne esci con cinque libri nella sacchetta. (Ci sono libri in ottimo stato che costano 0,80 centesimi! Non so se!). Ora, ci frega qualcosa se quando sfogliamo il libro davanti al naso con gli occhi chiusi sentiamo odore di colla nuova o di polvere antica? A ciascuno il suo. Ma intanto, viva la pecetta gialla.
(Vi lascio con un gioco facile facile. Chiudete gli occhi. Fatto? Bene. Immaginatevi la Feltrinelli più grande della vostra città. Fatto? Bene. Immaginatevi che la metà dei libri esposti siano usati. E che questi libri usati abbiano tutti una pecetta gialla a segnalarla. Fatto? Avete ben immaginato la pecetta gialla, tipo quella della foto qui sopra? Benissimo. Ecco quello che provo io quando entro da Gibert Joseph).
tu sei una brutta persona! (io ho fatto spese folli su amzon, come a una svendita di scarpe)
*Pattie: ah! Io c'ho la Pecetta!
come faccio a finire di leggere il pezzo se mi fai chiudere gli occhi?
😛
lmb
io mi piango. voglio anche io la pecetta. (Da Melbook però i classici sono messi accostati nuovi e usati), ma chi vende i libri belli è una brutta persona.
*Imb: pensavo non se ne accorgesse nessuno 🙂
*Pattie: il Melbook romano invece no, fa una rigida separazione. Lo steccato. Firenze è una brava persona, l'ho sempre detto. No? 🙂 Chi vende i libri belli è un'ottima persona che ce li fa comprare a noi
Mi hai ricordato che è tempo di fare un'incursione da Boulinier.
Nel mio passato da apprendista libraio mi insegnarono che gli usati vanno tenuti rigorosamente separati dai nuovi per una questione di etica professionale: il cliente italiano (per sua natura sospettoso) deve essere sempre rassicurato che il nuovo sta col nuovo, l'usato con l'usato: due prezzi diversi, due diversi servizi.
*Arko: è vero, anche io devo andarci. Boulinier meriterebbe maggiore considerazione da parte mia
Non avrei mai pensato a una spiegazione del genere. Il sospetto e le relative contromisure sono una buona teoria, funzionano un po' con qualsiasi cosa 😉
Voglio trasferirmi a Parigi (e saper leggere i libri in francese, sob).
tu tu tu ahhhhh!
almeno non ti pavoneggiare.
l'invida mi rode.
tieffemme ti volevo chiedere una cosa che forse tu:
ho notato che i francesi mentre parlano spesso spernacchiano, ma perché?
ho comprato un paio di volte su amazon.fr libri in francese, e mi sono trovato gran bene. ho anche visto che hanno alcuni libri in italiano.
la domanda è: non si pu scrivere ad amazon.fr (o amazon.uk) di vendere i libri in italiano? così si comprano all'estero, e si risparmia 🙂
(eddie)
Sotto casa mia c'è questo posto meraviglioso che vende Materiale Cartaceo Da Bancarotta Usato in gran quantità.
(Peccato per il nome un po' equivoco, Bouquinerie. Sono stato sorpreso di non vedere la Carfagna dietro al bancone, sai che fa la giocoliera coi libri, lanciandoli e riprendendoli, un giochetto che gli inglesi chiamano libro-in-aria.)
*Valu: vieni! ti aspetto!
*Octopus: potrei risponderti Perché sono IDIOTI. Oppure, più semplicemente, perché sono fans dei suoni onomatopeici. Nella loro idea di mondo Pernacchietta = Boh (indecisione, incertezza, vai a capirli).
*Eddie: anche io a volte compro libri italiani su amazon fr. Pensa che anche a Gibert si trovano libri italiani a 2 euro o meno, di solito i classici
*12: DOVE? Dove? Dimmi! Chi sei? DOVE?
Ops, ero Clem.
Quindi Bouquinerie in Belgica.
Meraviglia.
Prima la colazione alla boulangerie, ora la pecetta gialla e la sacchettata di libri, TFM mi stai facendo diventare francofona nell'anima.
*Clem: m'illudesti
*Liga: e non hai letto ancora nulla!
Tanto quel minchione di merda è aperto dal lunedì al venerdì, così io non ci posso andare.
Clem
Allora aspetto curiosa il resto 🙂
la Francia è più avanti, come diceva nonna