Feticci parigini: la carafe d’eau di rubinetto che è buona e gratis e la minerale non si porta pas

Avvertenza: se non sei mai stato a Parigi e intendi venirci presto forse questo post può interessarti.

 

Noi che ce ne siamo andati quando la barca stava affondando e ci hanno detto lo stesso che eravamo heroi, noi che il nostro sogno è indebitarci con Stato Estero per accattarci la casa (almeno finché esisteranno Stati Esteri), noi che per farci tornare a Italia ci devono come minimo ricattare ma deve essere un ricatto di quelli buoni, insomma noi, quando nelle nostre città di Estero incappiamo in italiani, ecco, noi ci coglie sempre un poco d’imbarazzo. Primo perché quando ci sono italiani in giro non possiamo fare quelle cose che normalmente facciamo a voce alta, tipo sfottere le persone estere, dire le parolacce, cose così. Secondo perché gli italiani sono come quei lontani parenti del paesello che inviti al tuo matrimonio e ti fanno fare brutta figura con i parenti continentali di tua moglie. Italiani! Gli italiani non-parlano-bene-nessuna-lingua, non attraversano mai al posto giusto, non sanno che la baguette sotto l’ascella non esiste, gesticolano troppo. Ecco, loro gesticolano. Roba da nascondersi e fingere di essere ispanofoni persino lusofoni. Specie in città come questa in cui abito io dove gli italiani vengono in vacanza praticamente sempre che è la loro mèta preferita l’amour i tetti e Truffaut. Boulevard Saint-Michel iz the new Via Cola di Rienzo.

 

Ma c’è un’altra cosa che gli italiani che vengono in vacanza non sanno (e segnatevelo voi italiani che verrete in vacanza e non volete essere confusi con gli altri italiani in vacanza, quelli che portano il piumino nero scuro se sei lui e il piumino viola lucido se sei lei) e questa cosa ha a che fare con uno dei Most Feticci Parigini Evah, e cioè la carafe d’eau.

 

 

 

– Et à boire, monsieur?
– Juste une carafe d’eau, merci, silvuplé, bòn, mais alors!

 

La carafe d’eau, cioè la caraffa d’acqua di rubinetto, che è buona uguale ed è gratis. Ma queste cose gli italiani che vengono in vacanza non le sanno, né che è buona uguale né che è gratis e così loro si ostinano a chiedere al cameriere quella stessa acqua minerale pregiata di penisoletta buttata in mezzo al mar, cioè la Sanpellegrino (pensate, mezzorate di telepromozioni ryanair, chilometrate di pulmino scarcagnato jusqu’à Porte Maillot per finire il sabato sera al quartiere latino a mangiarsi la pizza scrocchiarella surgelata con l’acqua sanpellegrino: no, ma complimentoni). E così, quando vai nei bistrot, nelle pizzerie che si chiamano DEL NAVONA o in n’importe quel ristorante, tu gli italiani che stanno in vacanza li pitti subito: sono gli unici al mondo con l’acqua minerale sul tavolo. Eppure gli indizi non mancherebbero. Tipo, per esempio, i veri bistrot sui banconi hanno quella ventina di caraffe d’acqua pronte e ricambiate ogni qual volta che la gente ne chiede una. Io la prima volta che ho sentito parlare della carafe d’eau non ci potevo credere. E quando finisce la prima carafe d’eau c’è addirittura l’opzione Cameriere scusi me ne porta un’altra? Così, à volontè, per sempre, pazzesco. Carafe d’eau, io ve l’ho detto.

 

***

 

Altri feticci parigini:

La levetta della metro che fa Sdonghete
La pecetta gialla sui libri usati
Il bollino giallo sugli specchietti degli autobus.

27 Replies to “Feticci parigini: la carafe d’eau di rubinetto che è buona e gratis e la minerale non si porta pas”

  1. ma santi parigini! alcuni luoghi italici han le caraffe. ma te le fan pagare. pure quelle. (io mi sento male se penso che non so parlare bene nessuna lingua. poco di tutto, il dialetto aussì.

  2. 1) Cos’hai contro i piumini viola (il mio non è lucido, ma vabbé).

    2) Alla Tana sarda a Roma ce le hanno le carafes d’eau aggratis e io sono sempre la donna più felice dell’universo.

    3) Scusa se suono minacciosa, è colpa della storia romana abbinata alla diavola che ho appena finito di mangiare.

  3. il mio problema quando sono stata in terra di francia era proprio la parola acqua. Niente, si pronuncia “o “, ok, ma a me vien sempre o troppo chiusa o troppo aperta. Credo mi destabilizzi la brevità di una parola che poi è solo una vocale, non so. E no, se pronunci una o troppo aperta o chiusa non ti capiscono proprio.

    Marta

  4. …tranne al café de l’industrie dove la tizia passa e ti riempie un boccalone d’acqua ogni volta che lo richiedi, ma alla domanda “potrebbe lasciarci la caraffa sul tavolo?”, risponde “non posso madame, la mia direzione non lo permette”. boh, inesplicabile!

  5. Oh Dio tfm, io che a paris ci vado spesso anche un po’ per lavoro e il francese non lo parlo proprio da schifo , così come l’inglese, ti dico che ammetto, sì lo ammetto, bevo la Badoit..perchè a me piace l’acqua minerale gassata! Che dici, sono ancora provinciale? Però sono andata sulla Tour solo una volta da bambina, e poi mai più..dai , questo è un punto a mio favore..e adoro Truffaut sì, quello sì , ma anche Ozon, per dire, o il vecchio Godard, come ti ho già manifestato in altro spazio dello stesso blog, o tutti i nuovi etno francesi inseriti in una bel contesto multietnico che noi ancora ce lo scordiamo..e tante altre cose..compresi i corsi di danza che puoi entrare e fare anche solo una lezione senza dover seguire e pagare tutto il corso, cosa anche questa che noi almeno qui nella pur dinamica Milano ancora ci scordiamo..Bonne nuit
    Paola

  6. Mi hanno incocciato solo la prima volta, io ci provavo a dire ‘o’ ma loro facevano finta di non capire e così: Evian!

  7. *Moglie: figurati io, l’unica lingua che pensavo di conoscere era il palermitano ma manco quella.

    *Arco: Gè parlè fransuà (LoL). Crozza/Signoris/Pirovano!

    *Ryuko: no niente, non mi piacciono. E ogni volta che sul blog scrivo piumini per ragazze molta gente se la piglia ammale. E voi non mettete i piumini lucidi! Comunque, dimmi che la Tana Sarda è quel posto che mi ricordo io a San Lorenzo. Dalla tua risposta dipende un tuffo al cuore.

    *Marta: fingono, eccome. Ho scoperto che capiscono benissimo. Loro fanno così con quelli che parlano male la loro lingua, come noi con gli italiani in vacanza, ecco. Quindi: insistere, prochaine fois.

    *Yet: è più un proposito, diciamo. Ma un buon bianco con te lo inauguro volentieri. (o preferisci il rosso?)

    *G: ah sì? mi sa che ci sono pure stato e non me ne sono accorto

    *Paola: mi mancavano, i corsi di danza sur place

    *ExExOblò: meno male, pensavo non ti avrei mai più rivist* su questi schermi.

    *Heleonor: fanno finta! fanno finta! insistere! insistere!

    *Chiaratiz: sei sulla buona strada per diventare cittadina onoraria.

  8. Tuffati, tuffati pure.

    Comunque pure io odio i piumini lucidi, e infatti ho specificato: il mio non è lucido, è solo viola. In qualche modo dovrò difendermi dal freddo (…) di Roma, io che sono nata ai tropici (che poi in questi giorni con l’umido che c’era di sicuro si stava peggio a Lecce che naa capitale, ma son dettagli).

  9. *Ryuko: pensa, qui non ha mai nevicato, non piove, c’è sempre il sole e certe genti vann’in giro coi sandali.

  10. quando ero pischellina e non sapevo il fatto della caraffa e andavo a parigi e mangiavo nei posti dei poveri perchè ero pischellina e povera, mi ricordo che non prendevamo mai da bere perchè costava assai. quando non ci vedeva nessuno prendevamo la bottiglina d’acqua rimepita alla fontanella e bevevamo di nascosto.
    poi un giorno sentii i tizi del tavolo accanto che prendevano la caraffa e il mondo fu più bello.

  11. Tranquillo TFM, leggerti servirà pure a qualcosa quando si va a Parigi!…comunque io la carafe d’eau la chiedo ovunque, mica solo a Parigi, Usa compresi….e funziona sempre benissimo…almeno quella è una garanzia…..Notato invece à Paris (ci sono stata pochi giorni, prima della Befana) la gran quantità di gente col casque sur la tete (non mi viene l’accento circonflesso, pardòn!!)…..quasi più nessuno ha i piccoli auricolari, ma ste cofane stereofoniche che rendono ancora più isolata e aliena la gente che cammina velocissima su e giù per métro e attraversamenti pedonali attraversabili col rosso se non viene nessuno (anzi se ti fermi ad aspettare il verde poi attraversi da solo!!)…..e miriadi di Ipad, Iphone e chi più ne ha più ne accenda…….in buona sostanza ognuno è in compagnia, chatta, messaggia con gente molto lontana, in ogni attimo della giornata, ma viene spintonato da gente vicinissima che però,forse, neanche esiste!!!!Ciaòòò!!!!

  12. *Viola: sapevate già tutto

    *Cassandra: bene, brava, grazie, quando andrò a Usa farò lo stesso. Le cuffie? Sì, sono casconi immensi. Ma ne ho viste anche a penisola, o sbaglio?

  13. Sì, le vende Muji, almeno qui a Milàn. ma io lo pronuncio ancora Mujì, perchè l’ho conosciuto a Paris..
    Paola

  14. La carafe d’eau è una di quelle cose bellissime che non si capisce perchè nessuna guida turistica ne parli.

    Quando ti arriva al tavolo un evian da 75cl dal costo proibitivo, ci fai si e no 2 bicchieri, ma non ti azzardi ad ordinarne un’altra per non bruciare il budget di mezza vacanza. Capisci però che se i francesi sopravvivono alla sete o si idratano per via pluviale o ci devi essere qualcosa che non ti hanno detto. E’ un po’ come quando esci a Dublino e dopo un po’ ci arrivi: se bevono solo birra ci sarà pure un motivo…

  15. si dice “eau carafe” e non “carafe d’eau”.Prima eau poi carafe. (es. come “moi aussi” -anch’io- mai dire “aussi moi”. Per pura precisazioncina….
    L’eau-carafe è una cosa che ho imparato a conoscere quando incominciai ad andare regolarmente in Francia x lavoro. E’ una normalità a ristorante. Poi se li vuoi fare contenti, puoi chiedergli un “quartino” (1/4) di vino sfuso, sarà spesso cattivo e la regola è che il vino sfuso non và mai bevuto a ristorante, ma se ti capita buono, meriterà.
    L’acqua minerale in Francia è proibitiva ma il vino buono, in Francia, è intoccabile.
    Saluti a tutti: merci beaucoup de votre attention; au plaisir de vous lire.
    Salutations amicales.
    Gigi
    agence commerciale France-Italie

  16. *Gigi: correzione sbagliata, mi spiace. Si dice eccome, carafe d’eau. La prossima volta vai a correggere altrove, grazie. Piuttosto: va si scrive senza accento. ‘È’ si scrive con l’accento, non con l’apostrofo. Per pura precisazioncina, cela va sans dire.

  17. ops… Credo d’aver sbagliato accento o virgola sulla “E”. Je suis ravi.
    Aimè, mi tocca insistere:si dice “eau carafe” secondo la mia breve storia decennale francofona, certo uno potrà anche chiedere “carafe d’eau”.
    Ma il modo di dire esatto e francofono è l’altro.

    (ah, ti ricordi della dicitura su quella bottiglietta?: “Eau Minerelle Naturelle:source déclarè…”)et non “Minerelle Naturelle Eau”, ma se deve nascere una tenzone, lasciamo perdere che ne ho già abbastanza di guai,,,,
    Sed, ma, se vuoi un mio cenno francofono, ci incontriamo e ti canto volentieri la seconda parte della Marsigliese (non la prima) che i francesi non concoscono neanche la prima parte a memoria, figurarsi “Les strophes dites par les enfants”.
    Saluti, una bella parola che hai dimenticato,,,,
    Au plaisir de toi lire.
    Gigi

  18. ZUT!!! …c’est vrai!!!

    (…les temps sont dur pour un oeufs comme moi!!!)

    Gigi

    Je profite: Voir le site: “www.cheminsdelaliberte.com”, du patriote et phoete français Jean GOUJON = on peu regarder un vidèo d’èpoque, on y trouve M. HITLER , ce fou (petit con) sur la Tour EIFFEL; moi, j’ai pleuru devant ce vidèo-chock! Et puis la chanson “Paris” (oh mon cher Paris… comme je t’aime… de Sacre Coeur… juasq’au la Seine…”

    Qualche errore, sicuro, ma tanta gioia nel dirvi col cuore ciò! Gigi.

  19. Occhio che la cosa dell’eau caraffe vale anche in Provincia, cioè ovunque in Francia, non solo a Parigi…

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