Avanti un altro!, più show e meno game: cambia l’ordine degli addendi e Bonolis beh, lo conosciamo
Avanti un altro!, Canale 5, 18h30, ogni giorno
Tic.
Ogni volta che va in onda un game show della Rai condotto da un conduttore della Rai il pensiero è: Chissà come sarebbe se fosse condotto da Bonolis. E, ogni volta che va in onda un programma condotto da Bonolis, il pensiero è: Quanto talento.
Bonolis è nato per fare questo mestiere, il conduttore televisivo, e ha capito che i fuoriclasse non possono sempre fare cose all’altezza di se stessi, altrimenti le eccezioni, anzi, le famose eccellenze, nessuno le noterebbe più. Bonolis, a pensarci, sta tutto in questa dinamica dell’Alto e del Basso. Quello che vuole fare e quello che invece deve fare. L’unico esito possibile se fai la tv commerciale, la ripetizione. Bonolis è uno che macina. E quando decide di fare l’Evento, l’Evento gli riesce talmente bene che ti viene da dire: Ah, se la smettesse di fare le robe triviali. Ma perché, poi?
Eccezione quotidiana.
Ossimoro che nutre, a tutti i livelli, questo tentativo di giocare da battitore libero senza rimanere vittima della propria bravura. Meccanismo e improvvisazione, schema e fantasia. Un numero dieci che porta palla. Bonolis non potrebbe mai condurre L’Eredità o Il Milionario. Quelli sono format, regimi, gabbie a capo dei quali puoi metterci chiunque, anche l’Esattore Delle Tasse, volendo. Bonolis deve condurre programmi, specie quelli quotidiani, in modo che la gente da casa possa dire “Metti sul cinque, vediamo che fa Bonolis”. Se altrove la faccia è al servizio dell’Idea, qui il rischio è uno solo: mangiarsi la scena, fare l’abbuffata. Ecco la scommessa di Bonolis, mantenersi in equilibrio vincente tra il protagonismo e la decelerazione.
Calore, tinello, prossimità.
Avanti un altro è un gioco che mescola il già visto, pescando un po’ qua e un po’ là (rassicurazione), ma all’interno di una cornice che non è mai la stessa (incoscienza). I toni scuri e immutabili dei soliti preserali lasciano il posto a luci più chiare, diurne (ma capaci di modularsi e assecondare i passaggi tensivi). Mutamento formale che fa sostanza. Il contesto è giocoso e quotidiano: i popcorn che mangia il concorrente messo in stand-by, i tornelli degli uffici pubblici da cui deve passare il concorrente che entra in scena, Laurenti appollaiato che si legge un libro e sembra farsi i fatti suoi, come un qualsiasi spettatore annoiato. Normalità nient’altro che normalità, quindi, innervata però da improvvise scariche di adrenalina e di energia in classico Stile Bonolis e che coinvolgono chiunque possa fungere da spalla (l’assistente di studio, il vecchietto seduto tra il pubblico, il notaio). Butta la palla in mezzo, tanto poi ci pensa lui.
Ci voleva una discontinuità, rispetto al passato prossimo e remoto. E così è stato, già nella costruzione dell’impalcatura. La parte più sostanziosa dello show è pensata all’insegna della rilassatezza, con inserti musicali e la novità di presenze irrituali che pongono le domande (il viaggiatore filippino, la bella e il bello di turno). Non si avverte la necessità dello scontro al calor bianco, dell’uno contro tutti, e nemmeno la foglia di fico dell’acculturazione pedagogica (Seguimi, imparerai tante cose che prima non sapevi). Al contrario i questiti sono molto elementari, alla portata di tutti, e riportano alla mente le spigolature della settimana enigmistica. La distanza indotta dagli snobismi saputelli e delle tensioni-a-tutti-i-costi è azzerata. Tutto, ma proprio tutto, è lanciato in velocità verso un unico obiettivo: calore. Anche il gioco finale, vera chiave di volta del successo di un preserale, non fa leva sul solito riflesso stile Ghigliottina (Vediamo se sono più bravo del concorrente, Vediamo se la so), piuttosto muove la partecipazione attraverso il Tifo per il concorrente. Scelta rischiosa, perché i concorrenti cambiano, e se la temperatura si raffredda, dall’altra parte c’è sempre l’usato sicurissimo.
Avanti un altro è dunque quanto di più lontano ci possa essere dal cosiddetto concetto di format, ovvero da ciò che per tanti anni si è creduto fosse necessario in quello slot. Un intrattenimento spurio, conscio dei cambiamenti che la televisione negli ultimi anni ha vissuto, e che alla fine fa esattamente quello per cui è stato concepito. Il tempo dirà se Avanti un altro avrà le gambe per reggere e non crollare invece sotto il peso di tanta Fisicità (la mobilità di Bonolis, più tempo in piedi che seduto, la programmazione 7/7, il turnover hardcore di concorrenti). Vedremo se l’audacia di trasformare l’ordine degli addendi, passando da una formula game-show a una di tipo show-game, sarà ripagata. Intanto possiamo tirare un sospiro di sollievo: scongiurato il rischio di un Ritorno agli Anni ’90, stagno limaccioso in cui, da tempo e con molta calma, il servizio pubblico ha deciso di affogare.
Commenterei solo con la parola Amen.
Non ho dubbi su nemmeno una parola da te espressa.
Grazie.
Invece io l'ho trovato noiosissimo. Il cazzeggiamento di Bonolis è troppo costruito, e così mi sembrava di vedere Max Tortora che fa Amadeus, quando trova qualsiasi inezia per perdere tempo, in modo palese. Solo che quella è una macchietta, qui si parla di "professionisti".
E non mi pongo il problema delle domandine facili facili, è che non riesco a non vedere un urlatore insopportabile che vuole tenermi sul canale con espedienti elementari – quelli sì – che non attaccano.
Tant'è che tra un "triplete" e un altro passano minimo cinque minuti tondi di orologio, alla fine dei quali suona pure la trombetta che annuncia le pubblicità. Un vero strazio. Soprattutto se il mattatore di turno prova a intrattenermi con battute sulla quarta di reggiseno dell'ennesima evoluzione della donna fastfood, o sulla concorrente marchigiana scelta ad hoc – e chissà quanto è solo una concorrente.
Un più per le patatine a disposizione. Considerate però le donnine, i maschietti, i toni di voce urlati e le musiche improvvise, è uno Striscia La Notizia senza servizi e stacchetti, ma con qualche domanda ogni tanto.
Quando la mobilità risulta più noiosa della stasi.
Il gioco finale è l'unica cosa che intrattiene davvero. Mi ricorda però qualcosa, forse già usato in passato, o un gioco simile.
Non sono assolutamente invogliato a rivederlo, quindi sicuramente questo programma farà il botto.
*Kaos: LoL. Prego.
*Marco: come credo di aver capito, io e te siamo fan di giochi più puri. O giochi veri. Da spettatore a me questo programma non interessa proprio. Non sono io il target. Questo in realtà è solo un gran varietà (o calderone, guardandolo in negativo). Tolto Bonolis, non rimane molto. E se Bonolis sta sui nervi, beh, c'è poco da fare. Capitolo Urla: è vero, urla, e non so quanto sia dovuto alla necessità di farsi notare (per ora tiene botta e l'Eredità è sceso molto) all'inizio e se dopo si darà una calmata. Svariati mesi a questa velocità e me sa che ce rimane
Io a bonolis non lo sopporto proprio, né quando fa il serio né tantomeno quando fa il faceto, con quell’aria di ‘sono troppo intelligente voi cerebrolesi non mi meritate, così per fare le paccate di miliardi faccio lo stupido e vi frego’.
E poi non metto sul cinque neanche se fanno il mio film preferito.
Perciò non so se hai ragione o no e non lo saprò mai. Ma posso vivere tranquillamente con il dubbio… 😉
Alessia
@TFM: non preoccuparti, il post l'ho capito bene e lo condivido. Anche per questo ho scritto alla fine che farà il botto. Hai bene analizzato come questa sorta di varietà intrattenga bene proprio perché non c'è nulla di approfondito, e inoltre c'è molta "azione".
Ho cercato di soffermarmi su punti che esulavano Bonolis, proprio per far notare che, pur non sopportandolo, il problema non è solo lui. Certo a lui si deve il successo – che ripeto, per me lo avrà – e l'insopportabilità – per chi come me – del programma. Inoltre lo vedo irrealizzabile come format senza Bonolis. A tratti si respira aria di Tira e molla – un pochino, eh.
Per me l'Urlare è una sorta di biglietto da visita di quella rete. Sulla rai non accadrebbe – un bene o un male? Sarebbe una discussione interessante.
Do il là. Mai sentito Amadeus urlare? No… allora urlare è bene. Anche se i totali fallimenti televisivi di mr. Sebastiani non possono essere dovuti al solo tono di voce.
P.S.
Questo gioco finale non ti ricorda davvero nulla? Io sono sicuro di avere già visto qualcosa di simile in passato. Addirittura proprio con Bonolis.
*Alessia: beh intelligente, sveglio, preparato e una spanna sopra tutti i suoi colleghi lo è 🙂 Poi magari è antipatico. Ma a te Bim Bum Bam non t'ha lasciato gnente?
*Marco: ma io avevo capito che avevi capito (i soliti toni dei commenti che non si capiscono).
È vero, discussione interessante. Va detto che per anni e anni hanno narcotizzato tutti con il Milionario e i tono soft. Ora sembra si vogliano dare una svegliata.
Però ora che mi ci fai pensare: Forum, Uomini e donne, Amici, D'urso, Bonolis. Nel daytime urlano tutti (oggi però Bonolis ha urlato un po' meno). Se la tv è lo specchio del paese, abbiamo la risposta. O una delle.
Amadeus: te lo confesso, io stavo nel Team Amadeus. Un mediocre nel senso neutro del termine che raggiunge il tetto di Raiuno e poi per cupidigia finisce a fare il mezzogiorno di Guardì con Marcello di Antonio e Marcello. Storia fantastica.
Gioco finale: considerando che il gioco finale di Tira e molla era uno spin off della Corrida (se la memoria non m'inganna), allora è possibile. Ma non mi sovviene. Ti riferisci al meccanismo della risposta sbagliata o alla corsa contro il tempo?
Eh, manco se urliamo come Bonolis si capiscono i toni 😛
Per il gioco intendo corsa contro il tempo e risposta veloce, con meccanismo di ripartenza da capo – e quindi ripetizione continua delle risposte esatte fin lì.
Mi trovi concorde con la tua analisi di show-game. Di fatto mi pare di intravedere un nuovo concentrarsi su una figura trainante, sul divo. Operazione, peraltro, condotta anche alcuni anni fa dalla Rai con Fiorello, nel tentativo di rianimare il caro vecchio varietà.
Credo che il gioco finale – come in fondo sostieni tu e qualche tuo altro lettore – sia un astuto mezzo per creare quell'effetto di partecipazione emotiva all'evento che sia con Chi vuol essere milionario? sia, a mio parere, con l'Eredità si è ormai andato perdendo. In pratica un sistema per tenere con sè lo spettatore e trasmettergli un po' di cardiopalma che spinge a sentirsi un tutto con il concorrente che è seduto sulla sedietta.
Per ora mi sembra un esperimento riuscito. Concordo anche nel dire che bisogna verificare la reale tenuta psico-fisica del conduttore, a meno che non si tratti di un robot.
Lo gnommero, in: per un pugno di libri.
P.
@P. : lo gnommero è troppo tranquillo, e poi ricordo che era un concorrente solo con il presentatore. Chissà se non mi stia sognando tutto…
*What's gnommero?
Mai visto Per un pugno di libri? Lo gnommero è il primo gioco in cui si sfidano le due squadre. Partendo dal titolo del libro con cui si gioca, bisona formare un percorso con parole messe a disposizione, legandole tramite anagramma, analogia, eccetera.
Se una squadra sbaglia, ci prova l'altra, fino a quando non si risolve – di solito è semplicissimo.
*Marco: ah, è vero! Anche lì, si deve ripartire daccapo, o sbaglio? (non ricordavo si chiamasse gnommero, da un paio d'anni non lo guardo più)
Sì, ripartono da capo anche lì, ma non era quello che avevo in mente. Chissà…
*Marco: vedremo nei prossimi mesi se ci torna in mente
x me è una cagata …. ciao a tutti
QUESTO PROGRAMMA E DIVERTENTE E MOLTO BELLO CREDETEMI
PERO' PAOLO MI FA ARRABIARE NON SO PERCHE!! SI CREDE UN PO NN SO CHI
INVECCE LUCA MI FA IMPAZZIRE DA RIDERE
E QUELLA SEXY BOMBA DI BIONDINA NN MI PIACE SI POTREBBE CAMBIARE?? MA ANCHE QUELLA DI TUTTE LE MATERIE CHE FA FINTA DI ESSERE UNA PROFF CHE SA TUTTO
E QUEL ROBO CHE FA I MASSAGGI NN MI PIACE PERCH NN E BELLO PER NIENTE CREDETEMI
*Ok, ti crediamo sulla parola
Hai ragione sto programma è Fantastico!!!!! voi altri siete dei deficienti nati!!!!!!!!