Le due fornaie di Parigi
Allora, qui nella strada di dove abito ci sono due fornaie.
Una è la bella fornaia. Alta, magra, graziosa di modi, capelli raccolti in una coda di cavallo che svolazza di pain au chocolat in pain au chocolat. La baguette della bella fornaia è una baguette buonissima, croccante ma soffice, quella baguette che sporge metà fuori dall’incarto. Costa 1,10 e c’è sempre una folla che non vi dico. Arriva fino al marciapiede, la gente in fila. Questa fornaia apre al mattino alle 10 e chiude alle 20. Anche la domenica. Il lunedì invece fa vacanza.
Di fronte a questa fornaia, dall’altra parte della strada, c’è l’altra fornaia, la brutta fornaia. La brutta fornaia è grassoccia, sgraziata, ha le dita gonfie, i capelli crespi e le vene varicose: una sfigata. Fa una baguette pessima, stopposa e inchiummusa che rimane sullo stomaco per due giorni. Una baguette che manco sporge dall’incarto per quanto si vergogna. Costa 80 centesimi e nonostante ciò non ci va mai nessuno. È sempre vuoto, il forno della fornaia sfigata. La fornaia sfigata però ci prova. Lei infatti apre prima e chiude dopo la bella fornaia dirimpetto. Dalle 9 alle 21. Non solo. Lavora sette giorni su sette. Cioè sempre. Ma, purtroppo per lei, a poco serve. La gente parigina, quando arriva alle 20h05 che la bella fornaia ha appena chiuso, piuttosto che mangiare la baguette stopposa, fa spallucce e se ne va a casa.
Ieri, verso le otto e mezza, che ero tornato dall’aperò e volevo un poco di pane, ovviamente la bella fornaia era già a casa, insomma entro dalla brutta fornaia. Il negozio è vuoto. Pezzi di maffìn e braunì di sei mesi fa. Baguette tradition e baguette di campagne ferme lì a marcire da chissà quanto. Quindi entro, mi schiarisco la voce e da dietro il bancone sbuca lei, la brutta fornaia che, indovinate un po’, stava nel retro a mangiare. Pezzi di pane. Ha ancora tutte le briciole appiccicate sulla bocca. Siccome non ci entra mai nessuno ma lei sta comunque aperta sperando che prima o poi qualcuno entri ma non entra, insomma stava facendo lo spuntino. I nostri occhi si sono incrociati, lei è diventata tutta rossa, io ho detto Bonjour anche se erano quasi le nove di sera che qui anche all’una di notte devi piegarti a questa logica assurda, e lei tutta emozionata mi ha chiesto Mi scusi signore, poi si è scotolata tutte le briciole, e alla fine, con tutta la dignità di questo mondo si è ricomposta e mi ha detto: Mi dica, signore.
(post pubblicato, più o meno, il 24 marzo 2010)
Peccato abbiano gli stessi orari, altrimenti la brutta di notte poteva essere la bella di giorno.
P.
(commento postato più o meno a marzo 2010)
Ma poi ci sei tornato dalla brutta fornaia come avevi promesso?
che di Parì proprio l’uomo con baguette mi colpì; baguette e giornale, baguette e casco, baguette e mano briciola. solo belle fornaie vidi. e belli clienti. foto esplicative qui http://mogliedaunavita.wordpress.com/2011/06/21/cominciamo-da-parigi/#entry
*Grace: in realtà no, ho cambiato zona, anche se non di molto, e non ho più avuto il coraggio di entrarci