Eurovision 2021: il naufragio della ragione

Appunti sul Naufragio della Ragione che in Francia per qualche giorno ha spento i Lumi e chissà se mai si riaccenderanno:

1) La faccenda della DROGA dei Maneskin non riguarda un sentimento di anti-italianità (che esiste solo nella testa degli italiani). L’opinione pubblica francese ha sentimenti globalmente positivi su di noi. Avrebbero fatto la stessa sceneggiata con chiunque, pure se fosse capitato agli islandesi o ai serbi. Vi dirò di più, se quelli dell’Eurovision avessero detto E va bene facciamo vincere quella NENIA FUNESTA ma voi in cambio ci date l’Alsazia e la Lorena, beh, a quest’ora Barbara Piaf sarebbe già ministra della giustizia e tanti saluti a quella gente che parla strano.

2) La faccenda riguarda un po’ più la competitività infantile ma soprattutto la leggendaria malafede dei francesi (cfr qualsiasi sussidiario con la storia del Novecento), entrambe mescolate a un paradossale complesso, attenzione attenzione, di inferiorità. Basta vivere un paio d’ore in Francia per capire che tra le convinzioni collettive più diffuse c’è quella di essere i peggiori, i più depressi, i più incapaci a scuola (lingue straniere, matematica), insomma sempre agli ultimi posti, specie nella SuperLeague ristrettissima a cui credono di partecipare solo loro e la Germania (i veri nemici) (o al limite l’Inghilterra, ma quelli prendono sempre zero all’Eurovision, chi se ne fotte).

3) La questione è soprattutto politica. Tra un anno ci sono le presidenziali e Macron aveva disperato bisogno di un evento prestigioso come la vittoria e, sperava lui, l’organizzazione del concorso. Mai come quest’anno ci erano vicini: tutto era pronto tra comunicati stampa, servizi fotografici e cavalcata sui Campi Elisi voilà voilà voilà. Ecco perché si sono mossi tutti gli organi vicini a Macron: Paris Match è un giornale filo-sistema; il conduttore della serata, una specie di Alberto Angela, ma più creepy, è amico personale di Macron e consorte e ha soffiato sul fuoco, così come ha fatto un altro conduttore tv, il populista Cyril Hanouna, che si fa allegramente manovrare, rimanovrandolo a sua volta, dal presidente. So che in Italia Macron è molto ben visto, anche (inspiegabilmente) a sinistra, ma ecco, quando nei prossimi decenni ripenserete a questa vicenda CRETINA non prendetevela con i “francesi”, piuttosto con un potere che è pronto a tutto pur di auto-riprodursi all’infinito.

4) E quando dico pronto a tutto dico proprio diffondere assurde fake news solo perché non accetta il meraviglioso declino che sta vivendo e perché respira affannosamente a ogni scadenza elettorale, tra ministri degli interni che sfilano orgogliosi con la polizia e l’estrema destra e un presidente che sta ogni tre per due su tik tok perché pensa di acchiappare così i voti dei “giovani”.

5) In questo inabissamento nel ridicolo un conto è Paris Match, un pessimo giornale senza credibilità letto da quattro réac ultra cattolici, ultra bianchi e ultra tutto quello che è fuori dalla storia. Ben più grave invece è la posizione dei tg di TF1 e France 2, che hanno diffuso la “notizia” della DROGA come fosse una notizia, come fosse plausibile, come fosse logica. Senza usare il condizionale e senza nemmeno un briciolo di ironia, o distanza, o “ma di che cazzo stàmo a parlà?”. Hai voglia a indignarti per Trump, per la Fox, per l’assalto al Campidoglio, per Putin e i russi, per il virus che esce dai laboratori cinesi. Se persino su un argomento così demente come le canzonette i media mainstream e seri cadono nella trappola dei “social network hanno detto che…” e la cavalcano perché vogliono a tutti i costi ottenere la vittoria a tavolino (così il presidente è contento, e anche i dirigenti tv, che avranno la riconferma, e anche il popolino, che magari pensa di distrarsi un po’ dal disastro di questo quinquennio), allora poi non si lamentino se all’Eliseo ci finiscono Marine Le Pen e i fascisti.

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