Touch, Kiefer Sutherland e le connessioni che tutto legano: quante serie riesco a nominare in questo post?
“There’s an ancient Chinese myth about the Red Thread of Fate. It says the gods have tied a red thread around every one of our ankles and attached it to all the people whose lives we’re destined to touch”.
Ok, chi è dice questa cosa del Filo Rosso Del Destino Attaccato alle Caviglie? Un ragazzino di 11 anni. Se vostro figlio parlasse astàmanèra, voi vi preoccupereste? Beati, fosse solo questo il problema. Jake, da quando è nato, non parla, è muto. Dice suo padre, Martin, che forse non ha niente di interessante da dire. Può essere, sta di fatto che Jake non vuole essere toccato o sfiorato da nessuno, nemmeno per un Ciao, come stai? E se capita, cazzi vostri. Ma fin qui, tutto sommato. Jake ha la fissa dei numeri, e riempie i quaderni di cifre e cifre. Un’ossessione. Non bastasse, ogni tre per due marina la scuola e alle ore 3:18 precise sale su un traliccio dell’alta tensione come se fosse l’unica cosa da fare al mondo. Dai, Jake scendi! Suo padre Martin non sa che pesci prendere. Certo, Jake ha le attenuanti, tipo che sua madre è morta quell’undici settembre (most! evento! generatore! di! storie! ever!) ma insomma, il cristiano lavora all’ufficio Oggetti Smarriti dell’aeroporto e ha già abbastanza gatte da pelare. Tipo un tizio inglese (la tassa Uk nelle serie americane) che chiama da Mumbai: ehi, amico, ma mi rubasti il telefonino? (segnatevi questa cosa: il telefonino è il vero protagonista di questo telefilm. Keep in touch).
Touch 1×01, Pilot
Insomma Martin e Jake vanno al benzinaio a fare benzina e al tabacchino incontrano Titus Welliver (dove c’è Titus Welliver c’è casa: Lost, Sons of anarchy, The Good Wife) il quale sta giocando i numeri al Lotto: 4, 8, 15, 16, 23, 42, 11 settembre, numeri così. Jake ruba lo scontrino e si chiude in macchina. Titus la pija ammale e niente, la scena finisce con Titus che dà un pugno nello stomaco a questo Martin che si sta distinguendo per bufferia e mollacciosità (Jack Bauer di 24 tutto ciò non l’avrebbe mai permesso: quello, anche solo per una mala taliàta, ti attaccava gli elettrodi ai coglioni finché non ti diventavano delle Olive Saclà denocciolate).
Ma che succede quando un bambino scappa da scuola per salire sui tralicci? Esatto, arriva l’assistente sociale: signor Martin, suo figlio sta male. Martin, vestito come Sheldon Cooper con le maniche corte sulle maniche lunghe: è arrivata la Saputella, ma che cazzo vuoi. In quel momento alla televisione dicono che qualcuno ha vinto paccate di soldi alla lotteria, è tipo il jackpot più alto dai tempi in cui la lotteria Italia era abbinata a Fantastico. Martin trova i quaderni di suo figlio e scopre che i numeri erano già scritti là sopra. Guarda l’assistente sociale: ha visto? Jake SAPEVA! L’assistente sociale si fa il segno della croce: mi parete tutti matti. Senta signor Martin, vorrei tanto chiamare la neuro ma intanto cominciamo col rinchiudere suo figlio in ISTITUTO. Jake, che è già rinchiuso nel suo mondo come nemmeno il bambino Max nella seconda stagione di Parenthood, continua a scrivere equazioni e frattali come non ci fosse un domani e, soprattutto, come se quella disgraziata serie di nome Numb3rs non fosse mai esistita (cattivi! presagi!).
Dlin dlon piccola pausa per ricordare alla gentile clientela che il creatore di Touch è Tim Kring, che ha già la fedina penale macchiata da Crossing Jordan, Knight Rider e dalle stagioni 2, 3 e 4 di Heroes. Kring c’ha una fissa, e questa fissa si chiama Aprire Storyline A Muzzo Facendo Il Giro Del Mondo In Quattro Scene. Dopo una veloce capatina a Mumbai e a Giappone con una Buttana Che Fotte Telefonini per rivenderseli a Castellammare del Golfo (ve l’avevo detto! i telefonini!), siamo ora a Baghdad, Iraq (most! luogo! generatore! di storie! ever!) e c’è questo ragazzino iracheno il cui mito è Chris Rock. Ora, avessi detto, che ne so, Alec Baldwin di 30 Rock, o Aziz Ansari di Parks and Recreation. No, Chris Rock. La madre lo scopre che sta guardando su Youtube un vecchio filmato di, appunto, Chris Rock e lo copre di contumelie: sciocco figlio, ma che stai facendo? Il ragazzino, dal nome ancora non pervenuto, dice che vuole sfondare nei locali di cabaret facendo le imitazioni di Chris Rock (!) (?). La madre: mentre tu pensi a queste cagate americane, tuo padre sta affogando in una valle di lacrime. La panetteria è fallita. Segue scoramento. Mamma, ti giuro, troverò una soluzione.
A proposito di scoramento. Martin ha appena accompagnato Jake in ISTITUTO e ora ha un mazzo di crisantemi in mano. Si inginocchia davanti alla tomba di sua moglie: honey, ce la sto mettendo tutta, ma sono un fallimento di genitore. Il tempo di asciugarsi le lacrime e va sull’Internet. Digita su google parole chiave tipo MIO FIGLIO STA MALE CHE FARE e si segna la-prima-occorrenza-che-trova: Instituto Teller, al 318 West something. 318, sì e sì, Teller, come Jax e Gemma Teller di Sons of Anarchy (Gemma! Teller! Connections!). Martin si prende un paio d’ore di permesso e va a bussare alla porta di questo Istituto che però è una catapecchia in cui vive Danny Glover. Danny Glover è quello di Arma Letale e in Arma Letale 4 chi vi ha recitato? Chris Rock! (Connections!). Ricapitolando: il protagonista, alla ricerca di una soluzione per il proprio mosaico, si rivolge a uno stramboide di colore che diventerà presto il suo confidente. Se vi si è aperto un ENORME pop up con la faccia e i buffi capelli di James Badge Dale (e magari anche quel piagnucolone di Michael Fassbender, detto dagli amici Chiagni E Fotti) insomma state leggendo il post giusto: Rubicon, sto parlando di Rubicon, e di Will Travers, la cui figlia era morta nell’attacco alle Torri Gemelle (connections!): ma davvero stiamo parlando di Rubicon?
L’assistente sociale, che da adesso chiameremo CLEA, si accorge, OHMIODDIO, ma oggi è il 18 marzo! 3-18! (La prima puntata-bis di Touch è andata in onda il 19 marzo, c’era un’altra serie che stava agganciata al treno dell’attualità e cominciava così: ON OCTOBER 6. Flashforward, stai portando zella e ci stai facendo perdere il filo attaccato alle caviglie!). Clea: hai capito Martin? 3-18! Martin: ma infatti! Stavo per dirtelo! OHMIODIO, sono le 2:56 del 3-18, QUALCOSA sta per succedere alla stazione, anzi succederà alle 3:18! L’ha predetto mio figlio muto, andiamo! Clea: ma andiamo dove? Martin: ma come dove! Alla stazione, no?
Alla stazione Martin e Clea c’hanno l’angoscia attaccata al culo. Clea: io ancora non ho capito di che cazzo parla questo telefilm! Che stiamo cercando esattamente? Martin: un TELEFONINO! Separiamoci! Io vado di qua, tu vai di là. Clea: Ok, DI LA’. Martin corre, sono le 3:17, si mette le mani tra i capelli, finché capisce: forse sto cercando un TELEFONO PUBBLICO, non un telefonino! (Altro che Tim Kring, sembra che questa serie l’abbia scritta Jocelyn assieme a Jo Squillo e Simona Tagli). L’unico telefono a gettoni di tutta la stazione è occupato da un tizio che sta chiamando proprio Martin ma non sa che Martin è Martin! Martin per un attimo mette da parte lo smidollamento, torna Jack Bauer e scippa il telefono dalle mani dell’uomo. Ma è Titus! Quello del tabacchino che aveva dato un pugno allo stomaco a Martin! Insomma, finisce a sciarra e ammazzatina, arriva la polizia e li ammanetta. Sono le 3:19 e non è successo un beatissimo cazzo.
A Baghdad il ragazzino iracheno e il suo amico stanno per rubare una panetteria (true story!) quando arrivano i veri proprietari del forno: ahah, pensavate di farla franca, eh? (!) (?) Da oggi, siete alle nostre dipendenze. CUT TO: luogo imprecisato dell’Oriente. Il tizio con il fortissimo accento britannico di inizio episodio chiama il call center della Vodafone: senta signorina, io ho bisogno del telefonino che mi hanno rubato, ci sono le foto di mia figlia morta e io ci sono affezionato. Proprio in quel momento, sui maxischermi dell’equivalente orientale di Piccadilly Circus partono le foto della bambina. Paura! La signorina del call center intanto chiama il numero del cellulare rubato. E chi risponde? Il ragazzino iracheno, che ha scoperto il significato dell’espressione Sarete alle nostre dipendenze: insomma, è stato assoldato come kamikaze per fare esplodere Bombe Qui E Bombe Là. Il detonatore che farà detonare il detonabile è *proprio* quel telefonino del tizio inglese che stava a Mubai e parlava con Martin e ora è in Giappone ma forse no. Vi gira la testa, vero? Anche a me. La signorina Vodafone al ragazzino: No! Non fare scoppiare i BOMBI! Te ne pentirai! Ricorda, abbiamo sempre una scelta, puoi ancora fare una scelta, che hai scelto? Il ragazzino: io volevo fare l’attore comico come Chris Rock! La signorina: ma che CAZZO ci trase adesso Chris Rock, stacca il FILO ROSSO della bomba! Adesso! Il ragazzino SUDA COPIOSO e e alla fine, proprio all’ultimo istante (24! Homeland! QUALSIASI TELEFILM!) stacca la batteria del telefonino e la bomba non esplode. Fiuuu. L’effetto seppia iracheno sfuma in una qualsiasi notte di pioggia americana.
Jake è di nuovo su quel cazzo di traliccio. Martin, lo raggiunge tirando bestemmioni a grappoli: Jake, ho fatto quello che volevi, ho seguito i numeri, ho capito che Titus era il pompiere che ha provato a salvare tua madre, e ora grazie a te Titus ha salvato i bambini del pulmino! Finalmente riesco a sentirti! TU MI SENTI? Jake si volta, piove ancora, e finalmente abbraccia Martin. In sottofondo musica di pianoforte, commozione a catinelle. Martin compone il numero e chiama Titus, ancora all’oscuro di tutto il piano contorto di Jake. Martin: sì, lo so che è completamente FOLLE, ma noi dobbiamo incontrarci! Titus, più incazzato del Fumo Nero: oh ma mi vuoi lasciare in pace?
***
Ok, abbiamo trovato le connessioni: 15 serie, un film, un varietà anni ’80, un regista italo-francese e due vallette inghiottite dall’oblio e da Tv Moda. Cosa chiediamo a Touch? Non vogliamo vedere cose già viste, non vogliamo quella cosa che sappiamo già quello che succederà tra due scene, non vogliamo che i conti tornino, vogliamo solo un po’ di stupore. Chiediamo troppo? (Il prossimo episodio si chiama “1+1=3”: dai, dai, dai cazzo!).
ma è un gran cartellone che colma lacune
chi si fosse perso serie, varietà, regista e vallette ora SA (e forse si guarderà bene dal ripescare)
ciao
Non fare finta di interessarti ad altre cose, ma… Himym?
*Yet: vedremo sulla breve se non brevissima distanza, ormai va così
*Virgh: sottile invito a farci un post? Ok : )
Sottilissimo, ma vedo che tu sei bravo e capisci subito 😉
Ma, sono io, o non si capisce niente?
ciao TFM, mi è passata ormai la febbre, quindi cercherò di scrivere in modo “normale”!
1. sembra effettivamente incasinata questa serie.
2.mi associo al sottile invito di Virginia, ma in realtà lo estendo chiedendoti ti andrebbe di ricominciare con il post settimanale su tutte le 5/6 (quante erano) “fab-comedies” che includeva breve riassunto di poche righe delle puntate e voto? se non mi sbaglio mi sembra lo scrivesse direttamente il tuo “alter-ego/inviato internazionale” UsaFaMedia : ) insomma per farti capire… mi manca! In realtà è da un bel pò che mi chiedo spesso perchè sia sparito. Naturalmente il capo sei tu,e decidi tu, io ti leggo sempre e comunque!
No comunque non riesco a trattenermi lo devo dire, secondo me Quinn è la madre. Totally.
*G2: beh, mi sono divertito a complicare le cose, ma in realtà è facile: un bambino muto ha i superpoteri. No, dai, è più complicata di così ; )
*Annie: il tempo, manca sempre il tempo, qua la baracca la si manda avanti con due sole braccia e una tastiera. Però magari la rubrica torna prima del previsto, chissà
*Anya: è un pensiero che ha sfiorato anche me quando lei ha detto quella battuta sul finale. Vedremo.
Altra contaminazione: il signore che ha a che fare con la giapponese prostituta, è un lawyer del secondo episodio della terza serie di the good wife. Anche quel commento mi manca, TFM, lo so che c’hai solo due braccia..promuovi qualcuno tuo collaboratore..il bambino è sì autistico, ma sarebbe un Asperger..ossia un bambino malato ma “sapiente”..questo per pura precisione “psicotecenica”. Ciao
Paola
*Paola: torna anche The Good Wife, eccome se torna P.s. a onor del vero, tecnicamente, non ho scritto che il bimbo è autistico : )
@Tfm: Hai ragione, avrei dovuto immaginarlo. Io continuo a sperarci nel ‘ritorno chissà’, ma nessuna fretta, con calma, solo quando e se puoi e vuoi! e comunque grazie per la risposta : )
Sì infatti scusa, a proposito di autismo, ti ho confuso con altro commento. In ogni caso, non mi sembra male come possibile serie. Domani c’è la prima, no? Cioè, può essere interessante o una grossissima cavolata ( e sono stata educata), un po’ come Awake, su cui non ho ancora deciso..ciao
Paola
*Paola: ci sono delle cose interessanti e altre più noiose nel senso di prevedibili, vedremo, la seconda e la terza dovrebbero chiarire la direzione
me l’hai smontato raccontandolo così… 🙁 a me era piaciuto… 😉
e comunque “sei un genio”! ma come fai a ricordarti tutti sti particolari, dettagli e richiami?
*Mally: ma anche a me è piaciuto, eh ; )
E’ dopo post come questi che il mio hamore per TFM di ravviva! 😀
*Anna: ed è con commenti come questi che io ricambio!
non so se ce la farò a continuare (Jack Bauer di 24 tutto ciò non l’avrebbe mai permesso) persino il figlio dodicenne ha già deciso che trattasi di “puntate che come cominciano sai già come vanno a finire” :).
Ma ……. domanda: mai avuto sulla coscienza utenti ricoverati per alterazioni intestinali da troppe risate ? io quale dolorino comincio a sentirlo.
*Lorypat: no, però mi hanno ringraziato spesso per aver favorito una tonificazione addominale : )