The Voice UK
Sabato scorso è andata in onda la prima puntata di The Voice UK (8 milioni e mezzo di spettatori, il 37% di share: praticamente gli stessi numeri su cui si è assestato The Voice France. Impressione).
Come ormai-ben-sappiamo The Voice è un format che vive di due novità decisamente attrattive: le audizioni al buio (freaks or it didn’t happen!) e l’asta-finta-sciarra cui si sottopongono i giudici per essere scelti dal concorrente (ribaltamento del solito schema). Dati questi preliminari uno poi si aspetta di assaggiare qualcosa che non ha assaggiato mai, ma alla fine si scopre che la curva di The Voice è una curva calante (“in quel punto non mi hai tenuto la nota”), e alla lunga si rivela la solita minestra tiepida di sfide e yawn. The Voice è fatto di tre programmi separati, e la logica del primo (la Voce, innanzitutto!) rischia di venire smentita nelle successive fasi: ok, ma i dischi poi chi li vende? C’est pourquoi, finiti i provini uno può tranquillamente ricominciare a uscire di casa, o utilizzare i vhs in modi più consoni, a seconda.
Anw, vedremo che ne sarà di questa edizione inglese. Intanto, la mia sensazione è che ci si possa divertire di più rispetto alle declinazioni Usa e France. Ma io faccio poco testo: a me gli inglesi fanno morire dal ridere, qualsiasi cosa facciano. Voglio dire, sono genti capaci di far vincere X Factor a quattro sciampiste in saldo (che ingenuità, che tenerezza). E poi come non volere bene a quell’accento meraviglioso?
Tra i concorrenti, da segnalare per il momento un figlio illegittimo di Daniele Magro e Johnny Big Baracca Robinson dell’ultimo X Factor Uk (vedi video dopo il continua). Tra i giurati, sento che gli strani giochi col pulsantone di Jessie J e le buffe facce dell’inutile will.i.am (nessuno lo vuole come Mentore: strano), insomma loro due potrebbero fare del bene. Ma chi lo sa. Stiamo sempre parlando di gente che in un Mondo Equo zapperebbe la terra (Tom Jones no, lui può fare quello che vuole).
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