32 ore

Che poi, ogni qual volta che in tv intervistavano questo o quel condomino (“Sembrava una così brava persona!”) continuavo a pormi una domanda: come mi sarei comportato, io, se quel tale che ogni tanto incrociavo per strada avesse deciso di prendere alla lettera il detto ‘Muoia Sansone con tutti i filistei’ e se il mio quartiere fosse stato preso d’assalto da giornalisti di tutto il mondo, pronti a tutto pur di riempire il vuoto spaventoso di quelle 32 ore di attesa? Sarei andato fuori città, mi sarei chiuso in casa succeda-quel-che-succeda, me ne sarei fregato altamente, o avrei pensato a riprendere tutto mentre volavano pallottole a destra e a manca?

 

 

Voglio dire, è facile dire La nave affonda e tu pensi a fare i filmini dove-andremo-a-finire, ma se ogni giorno decidiamo di condividere col resto del mondo tutte le inezie e le inutilità delle nostre vite, perché non farlo quando le cose succedono per davvero?

3 Replies to “32 ore”

  1. Vedi Tieffè, ci ho pensato anch’io spesso. Una mattina nel posto dove lavoravo era esplosa una bomba. Ad un’ora in cui avrei potuto esserci anch’io dopo tre ore avevo lezione lì-. Pochi mesi dopo e ne esplode un’altra, in un’altro posto dove a quell’ora avrei potuto esserci anch’io -lavoravo lì gli altri giorni a quell’ora-. E tu cosa fai?
    Ti senti parte? Ti senti estraneo? Ti senti come uno spettatore? Sta succedendo davvero? Penso che alla fine, la nostra (come esseri umani) abilità ad adattarci ci spinga ad essere quello che siamo, anche nei casi più strani.
    Il problema forse, sta nel non saperlo, quello che siamo, fino a che non ci capita.

    (Forse gli esempi non sono molto ficcanti, sono i due che mi sono venuti in mente)

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