Le idi di marzo e quel che poteva essere

 

 

George Clooney è proprio uno bravo, che si impegna, che mette sempre del giudizio in quello che fa: l’ambasciatore umanitario, il fidanzato di donne sopra le righe che lo fanno finire sui giornali, i film. Prendiamo Le Idi di Marzo: regista, attore, sceneggiatore, produttore, capocuoco. Tutto a modino, l’incipit, lo svolgimento, la fine, i chiaroscuri, i dialoghi, il cast (su Ryan Gosling però giudizio sospeso: una scena ti pare l’attore più bravo del mondo, quella dopo Ehi, ma questo chi ce l’ha portato qua?).

 

Nessuna sbavatura, controllo totale delle cose filmiche. Le Idi Di Marzo è una macchina molto potente e confortevole: ci sali sopra e bòn, sai dove ti porterà, non devi manco cambiare le marce. Molti hanno parlato di Grande Cinema Americano Di Una Volta. La Politica, il Bene e il Male, il Conflitto Morale. Certo. Ma, diciamolo, se questo film fosse uscito una quindicina d’anni fa, le vene nei polsi le avremmo sentite meglio (sì, coi se e coi ma si resta surplace, andiamo avanti).

 

Il punto è che il cinema americano, certo cinema americano, di cui Clooney è degnissimo rappresentante, negli ultimi anni ha dimenticato, o finge di non sapere, che la televisione ha recuperato molto terreno. E quindi, se il cinema, oggi, decide di raccontare storie e temi che le serie, sto parlando delle serie, in qualche modo hanno già trattato, e anche meglio, ecco, forse è il caso di tenerne conto, e cercare nuove strade, nuovi modi. È il caso, questo caso, del retroscena politico, ma gli esempi sono molti, specie negli ultimi tempi. Stiamo passando dal dire “questa serie televisiva sembra un film” a “questo film sembra una serie televisiva”. Confronti certo iniqui che però producono valore o disvalore, a seconda dei casi e dei pregiudizi. La televisione ha tutto il tempo che vuole per raccontare le cose (e a volte non basta), il cinema deve e può portarci dove non siamo stati mai. Certamente non in quell’ennesima cucina, di notte, con il puro Stephen e il governatore Morris che giocano al gatto e al topo.

8 Replies to “Le idi di marzo e quel che poteva essere”

  1. Un film leggero che non ti mette mai in difficoltà. (Il confronto con la TV ci può stare o non stare, tanto le Idi perdono con qualsiasi analogo di qualsiasi altro media, ivi compreso il dramma radiofonico.) E’ una somma di cliché “indie” corredati da semplificazioni estreme non tanto della politica, quanto della psicologia dei personaggi. E’ al limite gradevole per tutti gli attori (Giamatti) e non-attori (Gosling) che compaiono. Il solo parlarne mi fa sentire superficiale.

  2. “Les marches du pouvoir”??? Really?

    A sto giro sono i francesi a portarsi a casa il titolo di “peggior traduzione di un titolo inglese”, ogni tanto ci va bene.

  3. Vero. Però forse bisognerebbe comparare il pubblico che un film del genere, rispetto alle serie tv, va a prendere. Il film lo porta per mano e la mano non trema, la tv, tu mi insegni, può osare molto di più.
    Ps.: in ritardo, complimentoni per il nuovo ‘posto’. Molto confortevole.

  4. *S: diciamo che sui personaggi si poteva lavorare un po’ più a fondo

    *Bubba: ogni tanto anche loro vengono presi dalla fregola del Cambia Titolo Senza Un Motivo Vero

    *Cidindon: innanzitutto bentrovato anche a te. Sì, sarebbe interessante incrociare i dati dei pubblici. In effetti ho dato un po’ per scontato che il target del film fosse piuttosto ‘alto’ e, in quanto tale, già ‘saputo’ del meglio televisivo in circolazione.

  5. Prova a pensare anche al contrario: che il pubblico del film sia (o sarà) assolutamente digiuno di televisione e di serie tv. in questo caso, che cosa diresti?
    Voglio dire che io di Tv non ne vedo. Questo mi farà apprezzare di più il film? O di meno?
    (vabbè, tolto il fatto che amo il bel George, anche quando fa il capocuoco)

  6. Caro Tfm,
    sono Paola ( quella di The good wife) che ha appena visto il film. E mi hai perfettamente spiegato quello che non mi convinceva..puntuale come sempre.
    tra l’altro, francamente io che la politica la bazzico, non sono rimasta affatto sconvolta. Tutto qui? Mah, che stia diventando troppo cinica? O che invece non sia un po’ riduttivo il tutto?
    Proverò a vederlo a Parigi dove sarò tra poco in lingua originale, se è ancora fuori ( ho notato che ci sono circa sei mesi di differenza nell’uscita); ma tu l’hai ben visto lì, no? Comunque Clooney ha sempre il suo bel perchè..
    Bye bye

    Paola

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