Numeri mostruosi per Fiorello e Il più grande spettacolo dopo il weekend: esiste davvero un problema di “scrittura”?

Il più grande spettacolo dopo il weekend: 10 milioni di spettatori e il 39% di share. Le chiacchiere stanno a zero? No.

fiorello
Numeri impressionanti, in valori assoluti persino superiori a quelli di dieci anni fa. Certo, la concorrenza allora era diversa, e oggi è quello che è (malgrado insospettabili doti di resistenza: il GF perde solo il 3% rispetto a lunedì scorso). Numeri anzi mostruosi, simili a quelli registrati un anno fa da Vieni via con me. Volendo tirare una linea, in questo anno che ha sancito la fine delle generaliste così come ce le ricordavamo: il pubblico scappa, quando c’è da scappare, ma non ha perso la voglia di ritrovarsi attorno al fuocherello dell’Evento, a prescindere dalla qualità, vera, presunta, immaginata, certificata. Basta, e conta, anche solo la Promessa di un Momento da Vivere Tutti Assieme. Accontentiamoci.

 

 

A proposito. Parliamo della social tv, di quell’attitudine a guardare la televisione attaccati a una tastiera. Fiorello stesso, forte della propria insana passione per Twitter, ha deciso di stuzzicare e coccolare l’interazione con la rete buttando hashtag come ami. E ha fatto centro. Molto discorso. E che discorso. Più che in altre circostanze la statusfera, ricettacolo di autori televisivi-che-non-sapevano-di-non-esserlo, si è trasformata nella ormai sfinita curva contro curva: Che noia vs Che bravo. Tutto molto a priori, come si usa adesso. E senza troppe misure. Tra i leitmotiv che rimbalzavano da un retweet a un like, profonde riflessioni attorno alla “scrittura” del programma (chi ieri sera non ha cianciato di “trovate autoriali” alzi la mano). Scrittura nel senso di mancanza: Fiorello è bravo, sì, ma non c’è scrittura. Scrittura nel senso di sciatteria: Fiorello è bravo, sì, ma “la partita a tennis con le padelle, siriusli?”. Dunque: scritto poco o scritto male? Ci fosse una Matematica dei Testi Televisivi, avremmo la risposta. Ma in un mondo chiamato Ricezione in cui il metro è fatto di Gusto Personale (“Quella battuta sulla Santanché faceva pena” “A me è piaciuta”: e ‘sti cazzi) ma anche di Processo alle Improvvisazioni (“Bello lo sketch con la Hunziker, si vede che Fiorello dà il meglio di sè quando improvvisa!” “AHEM, veramente era il momento più ‘scritto’ della serata”) ecco, cosa rimane? 

 

Il più grande spettacolo dopo il weekend è ovviamente un programma scritto. Rispetto alle intenzioni dichiarate (“Torniamo al Varietà”), persino un programma scritto bene, in grado di alternare momenti di spettacolo molto diversi tra loro, comprese esibizioni musicali ripetute (e tutti conosciamo il sottotesto del concetto “Musica in tv”). La scrittura c’è, eccome. In tempi come questi, in cui guardare la tv è diventato più un esercizio di resistenza (a cosa, poi?) e la macrotag è ormai “Buttarla in Vacca, Sempre”, verrebbe da dire: grasso che cola. Ma sarebbe da pigri, paragonare questo “show del lunedì sera” al precipitato di insipienza che ci circonda. Piuttosto Il più grande spettacolo dopo il weekend ha denotato, in varie fasi, un eccesso di “intenzioni”, di “testi”, nel senso di macchinosità percepita, sia all’interno dei blocchi che tra un blocco e l’altro, malgrado l’impegno del conduttore nel fluidificare il tutto. Cose da mettere in conto, alla prima puntata, ma che possono aver prodotto quell’alterna caduta di attenzione che qualcuno volgarmente ha chiamato ‘noia’.

 

Dicevamo il conduttore. La scelta di puntare solo sul carisma e sulla ‘presenza’ di Fiorello per legare lo spettacolo si mantiene nel solco dei successi ripetuti dei precedenti one-man-show. Ma, forse, provare a immaginarsi una Cornice, uno Sfondo, uno Scenario più di ‘sostanza’, avrebbe potuto rappresentare quel cambio di passo fondamentale per soddisfare l’hype pazzesco della vigilia. Si prenda la scintilla provocata dalla sigla di chiusura, cantata da una Giorgia Todrani in versione ’60s. Se è vero che lo Spirito del Tempo ci racconta di retromanie e nostalgie per ciò-che-non-abbiamo-mai-vissuto, forse sarebbe stato davvero detournante provare a seguire con convinzione e fino in fondo quell’ispirazione, tramite la riscrittura di un passato in bianco e nero condiviso da tutti, da innervare poi con l’innegabile capacità di Fiorello di stare dentro l’attualità. Forse ora ragioneremmo su numeri simili ma faremmo analisi diverse. Forse.

 

Ad ogni modo, si è scelta la tradizione-a-metà di ‘Fiorello e i suoi amici in tv’. Il compromesso. Accettiamolo. In certi momenti, tra macerie e buio pesto all’orizzonte, è necessario non solo rallentare ma anche fare un salto indietro per andare a ritrovare certezze, valori, orgogli, appartenenze. D’accordo. A patto, però, che a certa gente non venga mai più in mente di ricandidarsi.

16 Replies to “Numeri mostruosi per Fiorello e Il più grande spettacolo dopo il weekend: esiste davvero un problema di “scrittura”?”

  1. ieri sera grandi momenti si socialtv, e questo tuttosommato è bene. ma il programma era noioso, almeno io l0'ho percepito così.Fiorello è bravo, ma il programma tutto insieme era faticoso da reggere.

  2. Cose sparse:
    – numeri impressionanti, soprattutto vedendo dati e curve divisi per target: Fiorello l'hanno visto tutti. Poveri ricchi giovani vecchi ignoranti laureati. Che è la vera differenza fra questo e lo scorso "evento" televisivo (Vieni via con me), impressionante allo stesso modo, ma in maniera diversa;
    – Twitter Facebook etc. hanno fatto diventare l'Italia un paese con 56 milioni di autori televisivi. Come se non bastassero 56 milioni di allenatori di calcio. Cosa rimane? Niente, alla fine: fumo 2.0;
    – Fiorello dà il meglio di sé quando FA FINTA di improvvisare;
    – d'accordo sulla mancanza di una cornice, di qualcosa di "unificante"; ed è questo che ha dato il senso di sfilacciamento, lungaggine e, alla fine, noia. In "Stasera pago io" c'erano i personaggi, che alleggerivano e spezzavano il ritmo: non capisco perché si sia rinunciato a quelli, visto che sono la cosa più divertente di Fiorello, forse sarebbero bastati, o forse no (e qui torniamo a: "se avesse fatto giocare Del Piero/se avesse schierato un 4-4-2)…

  3. *Pattie: non so se la social tv è sempre un bene. Sicuramente lo è per tifare per cantanti o cuochi 🙂

    *Eph: io sono rimasto impressionato da quanti ieri abbiano nominato l'espressione "scrittura televisiva", con o senza criterio.
    Sono curioso di vedere se e cosa cambieranno nella seconda puntata, e i feedback che riceverà. Alla seconda puntata, come dicono i 56 milioni etc, c'è il "calo fisiologico".
    La sintesi sul "fare finta di improvvisare" mi pare perfetta

  4. mah, secca dare giudizi apoplettici, ma se la noia c'è, c'è. Semmai si può cercare di capirci qualcosa di più. Intanto, chi ha ha visto Fiorello su Sky ha trovato conferma della meccanicità di alcune situazioni. Olà, vedo tra il pubblico Nadal, Buffon, Gallinari e via dicendo, ma daì' vieni su, una rete due padelle, un cestino, e si gioca a fare i pirloni. Va bene una volta due, ma siriusli ci costruisci una serialità su sta cosa? Trasferisci il rodato connubio con Baldini alla radio, con il personaggio del cuoco cinese, (non so se c'è stato altro, mi sono addormentato), ma lo fai in modo totalmente inadeguato al mezzo televisivo, o meglio, di quel genere televisivo. "Improvvisi" con Mazza che è lì apposta e la Hunziker, ok, va bene. Non stanca, strappa il sorriso, basta così? Evidentemente sì, non solo basta ma avanza. E allora? Io la mia idea ce l'ho. Metti lì uno dei tre mostri che ci rimangono, Fiorello, Celentano e Benigni, e, a prescindere da sta benedetta maledetta scrittura di cui tutti parlano, il successo è assicurato. Del resto il pubblico andava in massa a vedere sia "Totò all'inferno" che "Guardie e ladri", ma che le sceneggiature fossero della medesima qualità…

    P.

  5. A me ha dato un po' fastidio sta cosa di spingere per twitter, lui sapeva che quella era la vacca da mungere, sappiamo benissimo che da quando è su twitter si è fatto un lifting di celebrità…
    E vabhè anche che il pubblico del lunedì sera è diverso da quello del sabato in quanto (anche) più giovane, però mi è sembrato eccessivo… sopratutto per me che avevo il cel in carica sul tavolo e non mi andava di alzarmi per twittare (ma poi un hastag più lungo no?)

    Lo spettacolo è stato bello, il varietà è stato bello, anzi mi correggo. Lo spettacolo E' Fiorello, Fiorello è stato bello.
    Fiorello ha fatto Fiorello. L'improvvisazione quella vera e quella fake, le celebrities chiamate 'a muzzo', la moglie (eccheduepalle con sta moglie), Mazzi/Mazza…. tutto nel pentolone del rosarione nazionale.
    Nemmeno la partita di tennis mi ha scaravoltata, da quando ho visto Morandi in mutande niente è più come prima.
    Pure la RIccobono, due palle, nulla di nuovo… andata lì solo per dire che il suo abito era 'Gucci' (marchetta? qualcuno ha detto marchetta?).

    By the way a me piacciono i Negramaro, ma alla fine dei conti ho guardato Fiorello solo perché era la cosa meno peggio in tv, e dopo lo smerdone della De Rossi a Signorini non volevo essere testimoni di altri suoi deliri da invidioso della vagina.

    PS Sono stata a Porta Susa ieri, avevo bisogno di cose facili da affrontare, anche in tv.

    Zit

  6. Sta malissimo coi capelli così. A me comunque Fiorello fa poco ridere. Un po' da sempre.
    Solo con il buon vecchio Mike (Mike, I want you back in your grave!) lo salvavo…
    Ciao
    Sara

  7. io sono rimasta un po' inquietata dalla presunta e millantata interazione con twitter, perchè è stata gestita da un cinquantenne che capisce il potenziale ma non sa sfruttare il mezzo. un po' come i nostri genitori che si iscrivono a facebook per trovare i compagni di classe, ma chiedono a noi figli di trovarli per loro, perchè "è troppo complicato".
    tre hashtag, tutti e tre usati anche da taddia (autore di fiorello e crozza) durante la puntata, come a dire che "vale tutto". e poi l'interazione tra vip nel parterre era come gli scambi di tweet tra vip, quelli che leggiamo quotidianamente…

    siamo ben lontani dal modello americano in cui si trova un solo hashtag, in sovrimpressione per tutto il programma, per ricordarlo allo spettatore 🙁

  8. *P: anche io in alcuni momenti mi sono annoiato. Il punto però è che la noia è un sentimento estremamente soggettivo. E quindi? Niente, tra tre puntate Benigni sarà ospite di Fiorello 😉

    *Zit: e come è andata? Dimmi!

    *Sara: povero Mike

    *8: concordo, ma chi sei?

  9. *Play e New: i vostri commenti mi lasciano perplesso. Non mi pare di aver scritto che è un programma brutto o di essermi lamentato di Fiorello. Ho proprio scritto l'opposto. Boh. Cos'è, era ammesso solo un Entusiasmo Sfrenato? 🙂

  10. No, no, anzi.. io Fiorello non lo sopporto quindi non l'ho visto e non ho idea di quanto accaduto, però la tua è stata l'unica voce un po' fuori dal coro che ho visto e quindi pensavo che le sue parole fossero dedicate anche a te.

    New_AMZ

  11. *New: bah non penso proprio che AldoG mi legga e che si riferisca a me. E poi, anche volendo, la penso come lui nella sostanza. Un filo meno entusiasta 🙂

  12. @TFM infatti, cercavo di oggettivizzarla un minimo. Benigni lo fanno arrivare quando si prevede il calo fisiologico ;-). Grasso si riferiva a me.

    P.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *