Terrence Malick e The tree of life: si può avere paura di un film?

Per venti giorni, mentre rimandavamo e rimandavamo, varie domande rimbombavano nelle nostre misere teste riducendoci all’inazione: saremo noi all’altezza di The tree of Life? Riusciremo a capirlo, noi Umili Servi Nella Vigna del Senso Recondito? Ma soprattutto, riusciremo a rimanere svegli?

 

Si può avere paura di un film, sì. The tree of life, e tutta l’aura di Tantosità che si è portato dietro sin dall’inizio: un film destinato a diventare il Capostipite tra i Capostipiti di quella speciale categoria di film detta NON LO SO.

 

Ti è piaciuto? Non lo so.
Lo consiglieresti agli amici del tuo cuore? Non Lo So.
Ai tuoi più acerrimi nemici che vorresti vedere crepati all’Inferno? Non lo so.
Di che stracazzo parla? Non lo so.

 


Cioè, lo sappiamo, di che parla, a dire il vero. Solo che, scusassero Quelli Che Ne Sanno Più Di Malick e che Hanno Scritto Papelli Più Lunghi Del Film Stesso, parlare di trama, famigliole più o meno infelici, vastunate e cotilllons, ecco, non serve a un cazzo. Cioè, servirebbe sì, ma a spostare l’attenzione verso direttrici fallaci. Quando qua il punto è solo uno.
The tree of life è, innanzitutto, per lo spettatore, parlo dello spettatore, un Esercizio di Fuoriuscita dall’Abitudine: scusa Spettatore ma il cinema di solito come te lo raccontano? Inizio, svolgimento, fine, qualche metaforina, qualche ammazzatina, campi stretti, campi lunghi, ellissi, cose così? Bene, scordati di tutto ciò. The tree of life ti costringe, se vuoi, se non fai come quei due che erano in sala con me che a metà si sono alzati e se ne sono gghiuti con la faccia a Indignazione, ecco questo film ti costringe a un giochino che qua ultimamente non è mica più di moda: la Spremitura Delle Meningi. Certo, ci sono meningi e meningi e il profumo del mosto neuronico ognuno c’ha il suo, però, ecco, dove lo troviamo un altro film che manco lui lo sa che scena ci sarà dopo?
(Pensate agli ultimi, boh, dieci film che avete veduto: pensate a quante volte avete, anche inconsciamente, pensato “Adesso Tizio Fa Questo”. Fatto? Ecco, in The Three of life non succede mai, questo sì, un miracolo, e se qualcuno vi dice che sì, l’ha fatto, beh, è un Farabutto Mentitore).

 

Che poi a Malick di tutto ciò non gliene fregasse assolutamente nulla, di Innalzare la Levatura dello Spettatore dico, vabbè, che c’entra. Malick è uno di quelli che gli attori dicono Quando stavo sul set non avevo idea di che cazzo stessi facendo, o anche Quando ho visto il film in cui anche io recitavo pensavo di aver sbagliato sala. Malick è fatto così, uno che fa cinque film in quarantanni, uno che litiga con tutti – ok, con Sean Penn era facile – ma intanto ti ingrossa il curriculum: infatti Brad Pitt sta ancora dicendo Grazie alla Madonna. Malick è uno che se solo sente nominare la parola Spettatore gli viene voglia di uscire dal proprio Eremo e spararci in fronte. Malick è prendere o lasciare, è un Poeta che non si fa condizionare da nulla e segue, soltanto e appunto, la propria Poetica. Ognuno poi è libero di pensare se si tratti di un Poeta Malato di Mente o un Poeta Genio.

 

Noi, da par nostro, noi che abbiamo nel cuore quei registi che mandano gli spettatori a sucate, beh, noi diciamo che se uno riesce a far passare sotto silenzio la scena dei dinosauri – dlin dlon ripeto, la scena dei due dinosauri, i due dinosauri oh mammasaura!- e anzi a far urlare di orgasmo gli onanisti delle cose filmiche, beh che dire: Terrence Malick tu sì, tu genio.

 

Ti voglio bene Malick, ma dove vieni non si sa.

20 Replies to “Terrence Malick e The tree of life: si può avere paura di un film?”

  1. Non c'ho capito un cazzo.*
    Ma mentre lo leggevo mi domandavo come mai non si intitolasse "Terrance Malick sbatte la porta in faccia allo spettatore e se ne fotte giustamente".
    Cmq srsly, non ho capito assolutamente niente.

    *(Bene, era proprio l'informazione di cui avevo bisogno)

  2. Allora Malick è un cucciolotto verde senza età?

    Personalmente, nelle parti del film che raccontano l'infanzia io ho sentito benissimol'angoscia, la felicità e lo stupore che si provano quando si è bambini, e il passare da uno stato d'animo all'altro in pochi secondi! Ecco, quelle scene sono spaventosamente belle.
    A volte ho pensato anche che se volevo guardarmi gli screen saver restavo davanti al Mac a casa, poi invece ho apprezzato assai.
    G.

  3. ma lo sai che In un cineclub di Bologna lo hanno proiettato per una settimana al contrario (secondo tempo-primo tempo) e nessuno se ne è accorto?!
    ora devo per forza vederlo!!!!

  4. a proposito di "La sottile linea rossa" altro capolavoro del NON LO SO di Malick: "Adrien Brody, che avrebbe dovuto essere il protagonista della pellicola, ha scoperto solo alla prima del film che il suo ruolo era stato drasticamente ridimensionato." (http://it.wikipedia.org/wiki/La_sottile_linea_rossa_(film_1998))
    e per drasticamente ridimensionato si intende che Brody ha nel film tipo tre battute. MiticoMalick!

    Piggy

  5. ecco, sì, i dinosauri mamminchia, anche se li ho rivalutati (e desiderati in scena) verso la virata finale con il sale/ghiaccio/boh. 
    domanda: ma il figlio 3?
    però, più passa il tempo, più si scolora la botta superquark e contenta assai d'averlo visto, insieme agli altri 5 in sala;  già l'hanno cacciato a botte di pirati caraibici.  

  6. Dopo aver letto il commento #4, ed avendolo io visto proprio in un cineclub di Bologna, mi è venuto un guizzo di terrore: io, IO, che ho trovato in fin dei conti, ripensandoci, il senso del film abbastanza comprensibile, POTREI averlo visto al rovescio! Ed in effetti se penso di invertire primo e secondo tempo, boh, non mi cambia molto!
    Ergo, sospendo il giudizio fintanto che non mi assicuro di aver visto il film nel senso giusto, ed intanto, come sempre, concordo con TFM 🙂

    Anna

  7. Ma si può dire "non mi è piaciuto The Tree of Life" senza venir considerati spettatoremedio? Se l'arte non riesce a trasmettere quello che si proponeva di trasmettere non è necessariamente colpa dello spettatore…
    Questo non significa che l'arte debba essere mainstream, ma non deve neanche essere autoreferenziale. Altrimenti andremo a finire che si potrà parlare di cinema solo in circoli d'elite in cui intellettuali si parlano addosso di cose di cui il 99.99% delle persone, alle quali EVIDENTEMENTE deve essere diretta quell'arte, non capisce. L'arte deve trasmettere qualcosa, deve essere emozione. Come ha detto qualcuno, in The Tree of Life la sensazione è quella di assistere ad un puntatone di 140 minuti di SuperQuark (con le vette negative da Discovery Channel durante i dinosauri) intervallata da sfondi desktop/screensaver. Visivamente è un film meraviglioso, non ci piove. Ma per il resto non lascia molto altro. Condensato in 30 minuti sarebbe stato un capolavoro, così lascia solo l'amaro in bocca e un bel "embè? che è successo?".

  8. Esatto! Io sono stata la prima a vederlo di tutti gli amici miei, e dopo tutti gli amici miei mi chiedevano "com'è?" e io "non lo so", "ma ti è piaciuto?" "non lo so" "ma di che parla?" "Non lo so".
    Un'ebete,
    Anni di fama da cinefila e consigliatrice di film buttati nel cesso.
    LB

  9. sarò una voce fuori dal coro
    ma vi dico che è bellissimo

    diffidate di chi vi dice il contrario

    poi (aggiungo) a voi non interesserà, ma io ci ho visto metà della mia vita.

    ecco.

    ippoliton

  10. Ho letto gli altri commenti sul film, ma continuo a non capirci un cazzo. The tree of life: come Koyanisqaatsi, ma con i dinosauriNon credo lo andrò a vedere. Mi crogiuolerò nella mia ignoranza e andrò a vedere Thor con il secchio di popcorn e il barile di cocacola.
    Clem

  11. Tfm, pensa che dovevo andare a vederlo la settimana scorsa proprio al Lumiere, la cineteca incriminata. Poi mi hanno boicottato la versione originale, e l'ho visto ieri sera in italiano, dopo aver letto anche questa bella notiziuola. Insomma, meno male 😀
    Che dire? Mi è piaciuto vederlo (vabè che quando vedo i dinosauri mi gaso anche se non c'entrano nulla con la storia, che io volevo fare la paleontologa), ma non so se mi è piaciuto il film. Si coglie la differenza? Vabè, ad ogni modo la cosa principale è che non credo di averlo capito.
    Sono però molto d'accordo con G. (commento #3), i sentimenti del bambino sono davvero palpabili. Bellissime scene.

  12. io non capii 2001, però sapevo star wars a memoria.

    P.

  13. *Clem: infatti, se ci fai caso, quelli che se ne fottono dello spettatore vincono sempre ai Festivals.

    *G: infatti Malick il suo mestiere lo fa bene

    *4: ho letto questa notizia prima qui nei commenti che nel resto dell'Intersfera. Molte grazie

    *Piggy: mi riferivo esattamente a quel film 😀

    *Lukiz: sì, la superficie Quark è solo superficie, poi va via

    *Anna: vabbè, anche al contrario non credo cambi moltissimo, no?

    *Yet: concordo

    *Ser: credo proprio che tu lo possa dire. Peccato che Malick non si faccia vedere in giro, il furbetto

    *Lb: o invece rivalutati, chi lo sa 🙂

    *Ippoliton: bene, è quello che devono fare i film, no?

    *Grace: si coglie moltissimo la differenza, è una differenza sottile e acuta

  14. Io invece resto sul filo del rasoio per il commento #7, dato che le era piaciuto! Anna facci sapere! 🙂

    signorina x

  15. A grande richiesta (:p) purtroppo o per fortuna, no, il film lo vidi GIUSTO, prima quello che viene prima, dopo quello che viene dopo.
    E mi piacque!

    Ho letto varie recensioni che lo bollavano come un film "vuoto di contenuti", senza trama e quindi senza scopo, un documentario alla super quark con immagini vecchie di anni, da bocciare. Durante tutto il film mi sono chiesta anch'io "ma di che stiamo parlando?", però devo dire che tirando le somme, a visione ultimata, il messaggio mi è parso chiaro. Trovo riduttivo dire che il film segue la crescita e le lotte interiori ed esteriori del figlio, trovo che tutta la storia sia solo un esempio, un trampolino dal quale lanciare l'interrogativo più ampio che affronta, ovvero il rapporto tra l'uomo, il mondo (la via della natura) e la ricerca della divinità (la via della grazia). Non che Malick si sia inventato teorie nuove ed originali a riguardo (la filosofia praticamente non ha dibattuto che di questo argomento per secoli), però le ha rappresentate bene, un puzzle composto non solo dai personaggi, ma anche da immagini, suoni, parole, in cui alla fine ogni pezzettino (piccolo? inutile? può darsi) trova da sé il proprio posto per formare una bella immagine, di quelle da appendere alla parete con la cornicetta.
    Ergo, non inneggerò al supah capolavoro of dah life, ma per lo meno mi ha stimolato a pensare un po' più di Transformers 1-2-3

    Anna

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