Santoro shock: fa 8 milioni e mezzo e il 32% e finalmente (?) ci libera da quella droga euforizzante di Annozero
E così, dopo il tentativo dell’anno scorso, Michele Santoro è riuscito a smarcarsi dalla prigione dorata che era diventato il suo Annozero: l’editto bulgaro eterno convitato di pietra, la decisione dei giudici, un copione sempre più esausto. Santoro, nella sua carriera, ha cambiato ogni due o tre anni nome e struttura a quello che in fondo è sempre stato il suo quid, cioè raccontare l’Italia a modo suo. Con Annozero, invece, era rimasto intrappolato, suo malgrado, in uno schema grottesco che si ripeteva da troppo tempo: un programma di enorme successo la cui ragion d’essere risiedeva proprio in ciò da cui voleva scappare, cioè le polemiche, i divieti, i messaggi in codice, il fuoco nemico da parte di quella Rai di cui era un dipendente, l’autoreferenzialità hardcore.
Senza tutto ciò, e con quel discorso che ormai, ogni settimana, si incantava come una puntina sul giradischi, Annozero si sarebbe sgonfiato. Santoro lo sa benissimo. Bene dunque ha fatto a ribaltare il tavolo, a liberare se stesso e noi tutti da una dipendenza sempre più euforizzante e dunque nefasta e a porre la questione nel modo più semplice possibile: non voglio andare in onda perché lo stabilisce un giudice, sono disposto a farlo gratis, vediamo se l’editore, cioè la Rai, ha il coraggio di rinunciare a questo patrimonio.
Nei prossimi giorni sapremo se sarà accontentato, e se l’anno prossimo riuscirà a fare una televisione all’altezza del suo talento e della sua fama (magari senza Travaglio, con cui, almeno l’impressione è questa, non correva esattamente buon sangue) (ma non su la7, su la7 c’è già Lerner e c’è già Mentana, qual è il senso di Santoro a la7, se non quello di un ridimensionamento?).
Quindi Annozero chiude, almeno per il momento, nel modo più plateale: 8 milioni e mezzo e il 32% di share, numeri folli, drogati, da capogiro, che quadruplicano la media di Raidue (la tremebonda Raidue) e chiaramente sono il sintomo di qualcosa che non quadra.
Chiude con una puntata quasi carnascialesca, un liberi tutti con i sapori dell’ultimo giorno di scuola, un ultimo giorno in cui niente sarebbe stato lo stesso senza il ministro Brunetta (che è come quel compagno delle medie che tutti abbiamo avuto, quello che ti costringe a Sfotterlo e a Trattarlo Male, Talmente Non Si Rende Conto Di Se Stesso). Ma, soprattutto, senza il momento in cui tutto cambiò: Celentano è al telefono, con Claudia Mori che gli regge il foglietto, e Santoro sbrocca, lasciando i Sorrisi Perculanti e trasformandosi immantinente nel famigerato Fumo Nero che tutto Smerda: Castelli ora basta, avete scassato la minchia, voi politici dovete liberare la Rai! (Se la piantassero di invitarli in OGNI programma del servizio pubblico, sarebbe già un bel regalo per gli spettatori) (Celentano invece è ancora lì, al telefono, che parla delle foche).
A proposito di Rai e politica. Qualche minuto prima, un Mai-così-ficcante Pigi Bersani aveva detto, più o meno: noi (PD) non accetteremo più che il consiglio di amministrazione della Rai bla bla bla, che l’Agcom bla bla ecceterà. Ora, non so cosa succederebbe, legalmente proprio, se all’improvviso il Pd e le opposizioni abbandonassero il Cda e tutti gli organismi che per legge prevedono la presenza di politici. Non so se si arriverebbe all’impasse e alla paralisi del Sistema Radiotelevisivo (magari). So però che sarebbe un’ottima opportunità, da parte del Pd e di tutte le opposizioni, per essere ricordati per sempre come I Cavalieri Che Fecero L’Impresa di Liberare La Rai. Altrimenti, come al solito, chiacchiere e distintivi.
Io non ne so un cazzo e non ne capisco un cazzo, ma Santoro e Travaglio hanno svegliato in me una coscienza politca che non sapevo di avere.
La voglia di partecipare, di votare, di scrivere e di lamentarmi.
Vivo a Milano ma non ho la residenza qua, ma ero al concerto di Pisapia sotto la pioggia perchè ho vivamente sperato nel cambiamento.
Anche se la sinistra è ridicola, anche se Pier Bersani a volte è meglio nella rivisitazione di Crozza. Io sono solo una sciacquettina che ne sa più di scarpe e borse che di processi, condanne e partiti.
Ma quel poco che so è per programmi come questo e per giornalisti come Santoro e Travaglio.
Si ok le polemiche, le liquidazioni d'oro, ma chisseneincula. Non credo che Santoro guadagni meno di un manager di Mediobanca o delle Generali. Santoro ha generato profitto per la RAI, introiti pubblicitari che sono tra l'altro serviti anche per fargli la guerra per innescare quel gatto che si morde la coda che era un sistema di garantito guadagno.
Voglio pensare che le cose siano cambiate anche grazie alla goccia che ha consumato la roccia che è stato Annozero e quello che mi auguro è che continuino così, che se i discorsi di denuncia (quasi da satira) di Travaglio hanno fatto venire voglia di partecipare e di capire a me allora come me ce ne saranno stati altri.
Lo spero se non altro.
La Zitella
A proposito di Bersani, secondo me chiacchiere e distintivi. CI vuole poco per smarcarsi nella situazione in cui siamo, e il PD ci mette sempre troppo per farlo… se lo fa.
Tornando a ieri, è stato bello sentire Santoro urlare "Avete rotto!" perchè è quello che griderei anch'io a Castelli se ce l'avessi davanti. Ma credo che il punto più alto della trasmissione sia stato quando, dopo la sfuriata di Grillo, Brunetta, l'inqualificabile, antipatico, arrogante Brunetta l'ha miseramente corretto su un acronimo. E Travaglio ha sussurrato "Ammazzalo!", come per dire me cojoni che risposta!
Secondo me Santoro a La7 avrebbe il suo spazio, e Lerner e Mentana non sarebbero suoi antagonisti. Io lo seguo anche su Telenorba.
G.
Molto meglio Travaglio del "sono io il più bello e il più bravo del reame" Santoro.
Mia personale opinione.
Oh, ma davvero Celentano ce la sta ancora a menare con le foche.
dispiace essermelo perso.
Sara
che dire tfm, che altro aggiungere, hai detto tutto e condivido in pieno, solo vorrei fare qui un piccolo sfogo che mi son tenuto sulla puntata di ieri sera,
vabbè celentano e tutto il suo seguito e ben venga la sua opinione,e va bene pure che sia in sintonia, almeno per questa volta, con la mia,
e va bene pure che ciò che lui dice sembra a volte possa spostare le masse, e credo che santoro questo lo sappia bene ma vorrei dire…vorrei
MA CHE MINKIA MI FOTTE A ME DI COSA DICE IL PAPA SUL NUCLEARE?
vabbè lo dovevo dire e l'ho detto
scusate
ippoliton
secondo me, chiacchiere indistinte
spesso anche quelle di Santoro, eh
ciao
ah, ai politici riserverei un minutaggio contenuto e autogestito, tipo l'antico Approdo, il programma dell'accesso
ciao
*La Zitella: guarda, non so che dire, speriamo che i prossimi mesi daranno ragione a Santoro. Non so, in Rai le cose non cambiano mai, e mettersi contro tutto e tutti (v. garimberti) non mi sembra una gran furbata. Però il tuo ottimismo ci piace 🙂
*G: certamente non sarebbero antagonisti, però, per forza di cose, il bacino sarebbe minore. Alla fine della fiera, quello è quello che resta.
*Sara: no, non ti dispiacere
*Ippoliton: infatti, Papa Chi?
*Yet: magari con un Gong gigante e se sforano vastunate sulle ginocchia
Condivido riga per riga quello che scrivi. Santoro era in una trappola (banale, becera e assai spesso qualunquista) che faceva guardare a trasmissioni come Samarcanda, Sciuscià, Il raggio verde come miraggi perduti (un bel risultato, considerato che buona parte della squadra, una squadra che nel tempo ha fatto il progetto, era la stessa). Non parliamo di Travaglio: soltanto in Italia si può considerare un grande giornalista di sinistra un mediocre (che non è sinonimo di medio) giornalista di destra, pupillo scemo di un buon giornalista di destra.
Non so se fosse euforizzante. Comunque bene se esce da loop.
Altro che La7, ecco dov’è finito Santoro… http://www.youtube.com/watch?v=HMEiG_hTr5g
*Povna: quelli che considerano Travaglio di sinistra o mentono o non hanno ben capito. Ad ogni modo non considero Travaglio un mediocre, anzi.
Mah. I toni che usa da giornalista televisivo, non mi piacciono, ma questo è soggettivo e ci può stare. Quanto alla carta stampata, specie dei libri, sui primi usciti (mi pare che mi fermai al quarto) mi presi la briga di controllare la verità delle sue cosiddette citazioni (specie quelle giuridiche dagli atti). Beh, è un'esperienza da fare (perché scopri il mondo delle […] non usate che cambiano il senso di una o più frasi, oppure delle notizie che si fermano al primo grado).
Infine, recentemente mandai una lettera a tutti i giornali per informare quello che stava succedendo nell'ambito della protesta studentesca nella città dove insegno. Il Fatto Quotidiano mi rispose. Mi chiesero un recapito telefonico. Telefonarono. Chiesero chiarimenti e dati su quello che avevo raccontato. Mandai un faldoncino facendo una ricerchina (ben fatta – con tutti i gradi coperti al punto giusto e nessuna omissione). Ringraziarono e dissero che avrebbero fatto uscire il tutto (che era molto scomodo per il governo, ma non con il taglio qualunquista del Fatto quotidiano).
Il risultato? Ovviamente nullo, se non che la mia letterina uscì tagliata in modo acconcio a cambiarne profondamente il senso, e con l'aggiunta autonoma di intere (inutili) frasi (soprattutto di lode al Fatto quotidiano). Credo possa bastare.
*Povna: che dire, mi fido di te che hai controllato (non lo fa nessuno, quindi brava). Sulle citazioni usate a comando, piegate e montate ad arte, purtroppo è un vizio diffuso e trasversale. Se rimontando le frasi, il senso cambia, spesso dipende anche dalla ricezione. Ma è vero che con Travaglio siamo più indulgenti. O anche più severi, a seconda dei punti di vista. Ormai è una fabbrica di guerra, tutto sommato, bene fa. Sulle finte lodi al giornale, invece: velo pietoso.