Quelli che se una cosa non serve più la poggiano sul marciapiede, quelli che se la prendono e quelli che mai al mondo

aparisSe nelle vostre vite avete passato del tempo a Parigi, Francia vi sarete accorti che in molti quartieri, anche residenziali, vige curiosa abitudine: la gente, quando non ha più bisogno dei propri complementi d’arredamento o oggetti di casa, tipo mobili, sedie, lampade, frigoriferi, lavatrici, financo materassi, ecco invece di buttarli nei cassonetti o chiamare la municipale, semplicemente li appoggia sul marciapiede. Sì, sul marciapiede. Stiamo parlando di oggetti in buono stato, mica rotti o rovinati come al reparto occasioni dell’Ikea (se esiste qualcuno nel mondo che vi ha mai comprato qualcosa, secondo me non esiste).

Dicevamo le poltrone sul marciapiede. A quel punto i passanti osservano, scannerizzano, soppesano e, se una cosa è di loro gradimento, se la portano a casa. In caso contrario, la lasciano dove l’hanno trovata. Tanto prima o poi qualcuno che se la piglia c’è. Anche una lavatrice: true story, l’ho visto con i miei due occhi. E dobbiamo ammettere che si tratta di un metodo infallibile. Zero fatica, zero sbattimenti.

Io, e qui possiamo tranquillamente dividere il mondo a metà tra quelli che prendono gli oggetti in mezzo alla strada e quelli che no, ecco io no, non ce la faccio. Anche se, per esempio, dovessi inciampare in un oggetto che mi serve realmente e disperatamente, che ne so, un forno, o uno scaldacervicali. Niente, resisto alla tentazione e amen. Forse è solo una deformazione di quel che faccio nella vita, ma ecco io quando vedo un oggetto usato ho bisogno di sapere a chi appartiene, che storia c’è dietro, quanti figli ha, se è gente allergica ai latticini, cose così. C’è gente invece che si è arredata casa in questo modo. Li invidio. Si fanno pochi problemi. Un poco di amuchina e via.

Tipo, che ne so, quando una squadra di calcio che ha vinto lo scudetto non ha più bisogno di un centrocampista dall’eloquio moderato e allora lo poggia sul marciapiede, tra una lavastoviglie e una libreria billy. A quel punto, stai tranquillo, arriva un’altra squadra che se lo piglia al volo, anche usato e di terza mano. Io, se non si fosse capito, non l’avrei mai fatto, ma chi sono io per giudicare?

———————-

Il mondo si divide anche in:
Quelli che palpeggiano i libri e poi non li rimettono al loro posto
La signora delle pulizie e quelli che puliscono prima
Gli sbirciatori e gli sbirciati sui mezzi pubblici.

23 Replies to “Quelli che se una cosa non serve più la poggiano sul marciapiede, quelli che se la prendono e quelli che mai al mondo”

  1. Mi ricordo di una storia simile raccontata in Castle (per New York). Quindi tutto il mondo è paese, tutto il mondo è Parigi, tranne in Italia?

    Quad

  2. Io in effetti mi ci sono arredata il cortiletto con i mobili abbandonati sul marciapiede dai vicini e raccattati discretamente nella notte. Pero', ecco, non potrei mai e poi recuperare una poltrona o altra roba in tessuto, avrei troppo il terrore di non riuscire a disinfettarla per bene. 

    Kalante

  3. io mi ci sono arredata la parigina dimora, con i mobili di case altrui labà abbandonati come poveri gattini infreddoliti (o come tranci di pizza già smozzicati) … a proposito di gattini, avevo riesumato uno di quegli aggeggi per far fare ai gatti le unghie, era di peluche viola scuro e viola chiaro e sembrava uno sgabello. è stato uno svuotatasche, nella nuova vita con me. e poi sappi che stavo per regalarti un giradischi che ha abitato in angolo di croix nivert per svariate notti, l'avevo portato a casa pulito curato. ma dopo svariati tentativi non voleva saperne di risorgere. peccato. l'avrei battezzato LAZZARO, già mi ci vedevo la piccola scritta fatta con la tempera su un lato…

    joujou

  4. Really?
    Non la sapevo questa, ma d'altronde all'incipit  Se nelle vostre vite avete passato del tempo a Parigi ecco io mai.

  5. nemmen'io ce la faccio
    e non per le tue nobili ansie cognitivo-culturali, per pura schifiltosità
    ciao

  6. eeeeeefforzajuve!
    quando lasciai parigi presi il televisore e lo portai in una chiesa con un bel bigliettino che indicava di donarlo per piacere a chi poteva averne bisogno.
    è vivo però il ricordo di divani e divani abbandonati lungo i marciapiedi…
    G.

  7. È uguale in Belgio. Io ho provato a lasciar in strada anche una coinquilina polacca ma è riuscita a rientrare.

  8. anche qui c'è la moda di raccattare le cose dal marciapiede (un po' di nascosto), che magari qualcuno le ha messe lì per la municipale e le genti passano e le prendono. la  mia compagnia teatrale ha trovato la scenografia di millle spettacoli grazie agli oggetti lasciati vicino ai cassonetti.
    io rimpiango ancora un meraviglioso tavolino per macchina da cucire non recuperato per mancanza di posto.
    anche io non vorrei le cose in tessuto, però.
     

  9. Anche nella metropoli tentacolare lombarda succede lo stesso.
    Se lasci qualcosa sul marciapiede perchè hai diligentemente chiamato il comodo servizio gratuito di ritiro di rifiuti ingombranti, nel giro di poche ore metà della tua roba è sparita mentre se n'è aggiunta dell'altra ignota.
    Vorrei sapere chi è che non si prende la briga di chiamarli e attende dietro le tendine del tinello la comparsa sul marciapiede del mio stendibiancheria arrugginito per aggiungerci la sua lavatrice o la poltrona della nonna.
    Burdock

    PS Se per caso vuoi tenerti informato sul clima attuale della mia splendida città guardati
    http://www.youtube.com/watch?v=eFV8CNWZEwc&feature=aso
    Per non piangere continuo a sperare sia una bufala. Btw ho chiesto la residenza a Sucate!

  10. TFM lo sai che ho il serio presentimento che Pirlo sia allergico ai latticini???

  11. io nella rumenta ci lavoro, in senso figurato e solo qualche volta stretto, quindi trovassi una poltrona bella grande non mi farei mezzo problema!!!

  12. Anche in Australia hanno questa abitudine…ultimamente c'era un'ampia scelta di tv…sarà che si sono ricomprati tutti lo schermo ultrapiatto!
    E a proposito di raccattare roba che da noi non si fa o si fa con aria furtiva mentre all'estero evidentemente è normale, un giorno è venuta in casa una mia amica e mi fa:
    c'era questa bellissima borsa abbandonata proprio qui vicino, ho pensato che magari potesse piacerti!
    Ale

  13. Insomma, da noi è meglio. Tu sai che una volta al mese c'è la raccolta degli ingombranti, così ti programmi mezza giornata libera e fai il giro delle strade, come un mercatino dell'usato, solo che è tutto a gratis. Le genti, anzi, le conosci pure così, guardando cosa buttano. 

    P. 

  14. che è un po' ciò che fanno marshall e ted quando vogliono disfarsi di qualcosa in himym 🙂 mi sembra una cosa anche parecchio utile (a parte se viene scartato un catorcio e nessuno se lo prende… spero che in quel caso i proprietari originali si prestino a gettare il tutto come si deve e non a lasciarlo marcire come immagino accadrebbe in certi Bei Paesi che non citerò)

    L.

  15. Anche a me è venuto in mente l'episodio di HIMYM 😀

    E i capi di abbigliamento abbandonati lungo un percorso, quasi  come se dietro l'angolo ci fosse una camera da letto?
    (Solitamente, infatti, pochi metri più avanti  trovi anche le scarpe)

    E a proposito di scarpe, nella fermata di Saint Paul ogni tanto c'è una vasta scelta di stivali e guanti abbandonati, non ho mai capito perché…

  16. *Quad: mi sa proprio di sì. In Italia, nei luoghi in cui ho vissuto io, se provi a farlo, tempo cinque minuti la gente ci butta la cicoria avariata

    *Jou: avrei fatto finta di esultare ma sarei stato in pena, sappilo.

    *Liga: ma come? Dài su, devi venire, persino Donna e Brenda e Sirina e quell'altra!

    *Yet: è che sono paraculo, io

    *Belg: il Belgio è un posto molto razzista

    *Burdock: mai nella vita come in questi giorni vorremmo tutti essere cittadini di Milano

    *Vlao: ah sì? Dice che vuole riportarci ai vertici. Pirlo, fallo, non dillo!

    *Ale: e tu?

    *P: che bello, si vede che vivi in una parte d'Italia superiore

    *L: ecco, appunto, non nominiamolo 🙂

    *Muscaria: SenPòl? Ah sì? Dove c'è quel rumore infernale di scala mobile? Devo farci caso

  17. Beh se avessi avuto posto in valigia me la sarei pure riportata in Italia!
    C'è la crisi TFM…qua si accatta tutto!

  18. Ehm…sempre Ale…ho dimenticato di firmare!

    cmq volevo anche portare all'attenzione come all'estero (almeno USA e Australia) siano molto diffusi negozi di roba usata.
    Perchè da noi no?Non credo si tratti solo di una questione di igiene ma anche e soprattutto per ragioni culturali…credo che nell'immaginario comune sia visto come un segno di povertà…e la nostra priorità resta quella di apparire.Ma forse sono troppo critica!

  19. Ale, da noi si chiamano negozi vintage. Fa più figo!
    Burdock

  20. Condivido il Pirlo-pensiero 🙂
    Ti seguo sempre anche se non commento più moltissimo!

    Un saluto, Alessia

  21. *Liga: sarà una bella prima volta, qualsiasi volta sarà 🙂

    *Alessia: doppio ringraziamento 😉

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *