Fringe 3×18, Bloodline, ovvero: i rischi che si corrono quando sei figlio di due universi ognuno parallelo a se stesso

fringeQuindi Fringe è stato rinnovato. L’annuncio è arrivato cinque minuti dopo questo post di fuoco che avevamo scritto contro la Fox. A dimostrazione che TuttoFaMedia è un blog temuto. O forse alla Fox, semplicemente, non avevano voglia di passare l’anno prossimo appresso a gente che non ha cazzi da fare da mane a sera se non fare petizioni (Save the fringe save the world).

È quindi con rinnovato ottimismo e calamite dell’anima belle rilassate che ci apprestammo alla visione di questo episodio, 3×18, Bloodline.

What: La protagonista viene rapita (sai che novità) e portata in un luogo segreto dove alcuni misteriosi soggetti tra cui una dottoressa bionda la sottopongono a curiosi test di gravidanza e cose di donne incinta. No, l’eroina non si chiama Claire, non è (ancora) pazza precisa e sì, suo figlio cresciuto troppo in fretta sarà importante ai fini dello svolgimento della trama.

Chi non ha pensato a Lost guardando quella scena vive in un universo parallelo. E non è bello. Gente di universo parallelo è cattiva e poi Taxi Driver è di Francis Ford Coppola: cazzate, secondo me era di Brian De Palma.

Qualcuno ha nominato Lost? Sì, quelli della casa di produzione di Fringe, la Bad Robot. Indovinate a chi hanno affidato la sceneggiatura di questo episodio? A Alison Schapker e Monica Owusu-Breen (per brevità chiamate Alison&Monica). CHI? Una coppia creativa di quelle che non se ne fanno più, che sul curriculum prima di Fringe ci avevano scritto Brothers&Sisters (ma Alison&Monica con the carambola non c’entrano nulla, se ne erano già andate) e, al punto precedente, un certo telefilm di nome Lost. Di cui e per cui avevano firmato la puntata 3×05, quella in cui Juliet parla con Jack mentre sullo schermo scorrono le immagini di Juliet con dei cartelli stile Bob Dylan che, sostanzialmente, dice a Jack: non ci credere alle cose che ti dicono di me, sono tutti un po’ invidiosi, chissà perché.
Comunque sì, stiamo parlando della stessa Juliet che faceva esperimenti su genti incinte sull’isola, l’isola che non c’è (più) e che ci manc-

Senti TFM vuoi continuare a straparlare di cose morte o finalmente ti decidi a scrivere di questo episodio di Fringe? Va bene, va bene, come siete suscettibili.

Fringe. Allora, avete presente la psichiatra di Meredith Grey in Grey’s Anatomy? Ecco, lei, talmente provata dai traumi a catinelle di quella pazza che se ne è scappata fino a universo parallelo. E ora è in macchina con sua figlia, Bolivia.
– Bolivia, sì lo so non potrai mai perdonarmi per averti dato un nome così idiota, ma figlia mia, di grazia, in quale universo è accettabile che tu tradisca il tuo fidanzato andando a letto con il primo sconosciuto che passava per infimi bar facendoti per giunta ingravare?
– Scusa madre, non ho capito, mi stai dando della troia?

Vabbè, com’è come non è Bolivia torna a casa, tutta preoccupata di essere pedinata, e si chiude a chiave a tripla mandata quando è chiaro che c’è qualcuno dietro di lei che sta per darle una scossa elettrica. A questa Bolivia mancano proprio le basi della serialità americana.

Insomma all’inizio genti dell’ordine credono che in questo rapimento sia coinvolto il tassista Henry, che però è innocente, aveva altro a cui pensare, tipo frequentare il corso comunale “Come diventare Ostetrico Provetto in Otto semplici mosse”: sono cose che tornano sempre utili, nella vita.
Poi, colpo di scena, nella trama irrompe una lametta per le unghie: niente sarà più lo stesso.

Bolivia riesce a scappare e finisce in mezzo a strana gente di Cina che la guarda come fosse un’aliena. O un’immigrata. A parziale scusante di gente di Cina va detto che Bolivia va in giro come una pezzente a piedi scalzi nella pioggia, con indosso solo uno di quei camicioni che ti mettono quando finisci ricoverato in ospedali americani. O quando vai da Jean Louis David.
Ma la cosa più creepy è che Bolivia, quel figurino taglia 42 di Bolivia, improvvisamente ha una panza enorme. Sì, perché l’altra idea geniale di questo episodio, assieme alla lametta per le unghie, è: accelerare una gravidanza e cuocere il bambino manco fosse nel microonde: 40 minuti is the new 9 mesi. E così, tra il sapere e lo sgravare c’è di mezzo solo questo negozio di Chinatown con il tassista Henry che, da provetto ostetrico, urla a Bolivia: PUSH! PUSH! (Vedete, i corsi comunali tornano sempre utili). (Però Kate come ostetrica era meglio).

piedeTutto è bene quel che finisce bene? Più o meno. Bolivia, che ha i capelli rossi con la frangetta, ha partorito questo bel maschietto la cui caratteristica principale è avere un piede tutto rosso che consta di sei o sette dita (ecco le conseguenze di quando sei figlio di due universi ognuno parallelo a se stesso: la genetica non è un’opinione). E piccolo bambino si trova subito nella concordia e nella pace, circondato dall’architrave che regge intero sistema solare, ora e per sempre: la famiglia. La madre, la nonna materna, e l’amorevole nonnino paterno, che già si preoccupa di sottoporre il nipotino a mille esami per scongiurare ogni normalità: sia mai cresca troppo sano. Insomma, ci sono un po’ tutti. A questo punto tocca solo avvertire il padre, Pidah: lui ancora non lo sa, ma tra un po’ si spalmerà sulla faccia il rossetto per farlo ridere.

7 Replies to “Fringe 3×18, Bloodline, ovvero: i rischi che si corrono quando sei figlio di due universi ognuno parallelo a se stesso”

  1. oltre a Lost c'ho visto moltissimo Alias, anche lì Sid veniva rapita forse da malvage creature, in realtà c'era dietro l'adorabile mammina spia russa che ha sempre oscillato tra bene e male, un po' come il caro Walternate.
    Puntata così così, ci stiamo preparando al botto finale?
    Tanto per tornare a Lost, ricordiamo sempre che giusto un po' prima del più bel season finale tra i season finale di tutte le serie della galassia (sì sto parlando di Through the looking glass) c'è stata la puntata su Nikki e Paulo 🙂
    p.s. quanto mi manca Charlie nel "nostro" universo 🙁

  2. l'universo parallelo a sé stesso mi fa venire in mente una spirale – allo specchio, e sono due
    (il rossetto spalmato spaventa i bambini)
    ciao

  3. Anche io ho pensato subito a Lost e all'ultima puntata della II serie di ALIAS quando Syd si sveglia ad Hong-kong..nonostante questo l'episodio mi è piaciuto parecchio!

    C.

  4. *Grace: è destino che ci debba sempre avanzare un Charlie. Questo insistito parallelismo con Lost però anche basta p.s. io ero uno dei pochi fan di quella puntata di nikki&paulo, un wtf che era troppo avanti coi tempi! 😀

    *Yet: povero cantante Nek, nessuno lo aveva avvertito

  5. *C: di Alias vidi solo la prima stagione. In effetti Sidney etc mi pare un po' la protomadre di tutte queste heroine

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *