Sanremo 2011, da Antonio Gramsci alla minorenne Micaela, volti e canzoni dei “150 anni della nostra repubblica”

sanremo2011In una serata schizofrenica, che vede “protagonisti” Giorgio Gaber, Joan Baez, Antonio Gramsci e la minorenne cantante Micaela (a proposito, quanto tempo dovrà passare ancora prima di togliere quell’idiota codicillo per cui i minori dopo mezzanotte non possono esibirsi? Che poi Micaela non sembrava affatto minorenne, anzi pareva mia nonna, qualcosa conterà, no?), insomma c’era questo singolare torneo di cover, con in palio la pretiosissima opera d’arte del famosissimo maestro orafo crotonese Michele AFFIDATO (?)

Premessa: in prima fila c’era Mogol. A Mogol io voglio bene per tanti motivi. Uno di questi è che il SOSIA ufficiale di mio padre. Infatti quando vado a giro con mio padre tutti pensano che noi famosi e ricchi e io figlio di Mogol: no, il figlio di Mogol è sull’Isola a tirarsi i capelli con Luca Di Risio e infatti mio padre non è molto orgoglioso del figlio di Mogol. Dicevo, quindi, gli voglio bene, però a volte ha scritto delle schifezze di testi. Andrebbe detto più spesso, a onor di onestà. Comunque, TORNEONE DI COVER.

1) Davide Van de Sfroos, Viva l’Italia: irriconoscibile senza sciarpetta, cappotto di pecora e cappello in testa, si presenta sbarbato e con l’aria di un impiegato comunale che vuole solo passare inosservato. Ci riesce bene. Ma è un merito, considerando l’originale e, soprattutto, altri disastri. Voto: sciapo.

2) Anna Tatangelo, Mamma: avvolta da un LENZUOLO bianco dell’UPIM e con una, verosimilmente, parrucca, canta ostentando indifferenza ma si capisce che è ancora imbufalita per l’eliminazione. Il tutto ha un vago sapor di balera. Voto: chi nasce Tatangelo è per sempre.

3) Anna Oxa, O sole mio. Direttamente dal pianeta Pandora di Avatar, una COSA BLU si spaccia per Anna Oxa. No, ci spiace, questa non è la nostra Annona che tanto ci piaceva. Questa canta in un napoletano che i napoletani si stanno rivoltando nella pummarola. Voto: Tenetevela.

4) Al Bano, Va’ pensiero. Ancora satollo dal pranzo del Il mio grosso grasso matrimonio greco, sale sul palco accompagnato da Iannis Plutarcos e Dimitra Senofonta. L’attacco è tragico e l’incedere pingue: la resa finale non è propriamente in sottrazione. Ma si sa, Al Bano è forte al televoto, specie nelle vecchie che stanno sveglie fino alle tre di notte. Voto: ruffiano.

Fuori Gara. Gianni Morandi canta Rinascimento, di Mogol e Gianni Bella. Morandi rivela che Gianni Bella ha avuto un ictus. Non lo sapevamo. Morandi si commuove. Anche noi. Molto triste. Standing ovation, non si sa bene a favore di chi.

5) Patty Pravo, Mille lire al mese. In siciliano c’è questa espressione che fa “Talè, lèvaci mano”, “Senti, non fa per te”. Patty, cara Patty, talè, levaci mano. Voto: fuori dal tempo.

6) Luca Madonia, La notte dell’addio. Il confronto con l’originale (scritto da MEMO REMIGI e cantato dall’europarlamentare Iva Zanicchi) avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque. Ma non a questo spilungone con i capelli a caschetto, ben supportato dal direttore d’orchestra Franco Battiato, l’unico uomo al mondo capace di fare TUTTO. Voto: classe.

7) Giusy Ferreri, Il cielo in una stanza. In questi casi la domanda è: meglio inseguire il modello o farlo di testa propria? Giusy Ferreri in effetti ha una testa enorme (ci avete mai fatto caso?), cammina come una paperetta fasciata in un abito che lei evidentemente ha rubato ad altra gente. Però si vede che è felice quando canta, non è questo che conta? Voto: sette sorsi d’acqua contro il singhiozzo, diceva mia nonna.

8) Nathalie, Il mio canto libero. In questi casi invece la domanda è: rispettare l’originale fornendo un contributo fatto di voce perfetta, pulita, chiara, limpida, purissima, levissima, e un’emotività efficace ma non sbandierata? La risposta è: Nathalie, tu sei la migliore. Voto: se persino Mogol applaude e annuisce convinto.

9) Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario de la Fuente, Addio mia bella addio. Boh una spagnola che canta le canzoni dei soldati italiani in guerra mi fa un attimo, come dire, SENSO. È come se un italiano cantasse gli inni dei soldati cileni al festivàl di Vigna del Mar. Voto: dissenso.

10) Emma Marrone, Kekko e i Modà, Here’s to you.

La storia di Sacco e Vanzetti è una storia che fa vibrare l’anima. Affidata a Kekko diventa quel che diventa. Però almeno Kekko non sbraita. È già tantissimo. In certi punti strano fenomeno di trasmigrazione extracorporeo con Emma che diventa Alessandra Amoroso e viceversa. Voto: l’intento non è tutto, ma manco poco.

11) Max Pezzali e Arisa, Mamma mia dammi cento lire. Atmosfera da Nord Sud Ovest Est. Non si capiva chi faceva Mauro Repetto. Max Pezzali mostra di aver preso lezioni di ballo da Garrison. Arisa è sottoutilizzata. Anche se non so da chi. Voto: improbabili.

12) Roberto Vecchioni, O surdato ‘nnamurato.A Vecchioni piace vincere facile. Ma a chi non piace vincere facile? E poi vincere non è da tutti. E lui, tutto sommato, è il vincitore morale di questo torneo. Voto: ma quale Al Bano.

13) La Crus e Gnu Quartet, Parlami d’amore Mariù. In realtà il La Crus era uno solo, che l’altro faceva concerti altrove. Compitino senza infamia e senza lode. Grazie per avermi spinto a ricordare su google come è fatto uno gnu. Voto: battito di ciglia.

14) Tricarico e Toto Cutugno, L’Italiano: il partigiano come presidente fa sempre il suo effetto, e anche la crema da barba alla menta. Questa canzone siamo noi, c’è poco da fare. Per un attimo ho temuto che il coro delle voci colorate alle spalle intonasse INSIEME UNITED UNITED IUROP, la canzone con cui Toto vinse l’Eurofestival. Voto: proud of being emigranti.

Il torneino dei giovani scorre rapido come una puntura intramuscolo: passano la minorenne Micaela e il vercellese Roberto Amodè, che ha un curioso modo di stare sul palco, detto “A STOCAFISSO”. Eliminati tal Marco Menichini e i B-twins, troppo cloni di CHIUNQUE per essere veri: anche le sonhorine e le bieberine si sono rifiutate di prenderli in adozione.

Infine tocca alle cariatidi ricantare DACCAPO le loro canzoni eliminate. Tra i quattro spicca una SFAVATISSIMA (cit. viadellaviola) Anna Tatangelo, MORTA DI SONNO e di VOGLIA, con la pettinatura a schiaffo di PINA FANTOZZI (cit. lucascorso) ma sufficienti punti esclamativi per risvegliarci da un MORTALE ASSOPIMENTO. Passano il turno Al Bano e Tatangelo, che in due serate potrà regalarci ancora momenti di inenarrabile tatangelezza, quelli che solo lei, ma che finora mi sa era troppo legata.

P.s. Pare che sia Morandi che Belìn Belèn siano svenuti dietro le quinte. Come li capiamo.

11 Replies to “Sanremo 2011, da Antonio Gramsci alla minorenne Micaela, volti e canzoni dei “150 anni della nostra repubblica””

  1. Ma i pantaloni ascellari di Morandi sono stati già citati o è solo un effetto ottico? E' un punto fisso, una cosa che ipnotizza e polarizza la mia attenzione.
     

    Ilaria

  2. L'Italiano è in ogni caso la canzone italiana più conosciuta in Francia. Fact!
    Che lo vogliamo o no!
    Ma, Tieffeè, mi chiedo adesso, ma, tu, parli come scrivi?
    A la prochaine,
    G.

  3. Io quandohanno fatto "Here's to you" continuavo a capire "Here's to you Nicola di Bari" e fino alla fine mi sono chiesta perchè. Poi ci sono arrivata, al testo vero…

  4. Sono vecchia (ahimé…ma tutto é relativo),sto sveglia fino alle 3 di notte ma mi guardo bene dal televotare Albano Al solo pensiero rabbrividisco……In my life ho televotato solo per Becucci…..
    E penso che lo rifarò domani per sostenere Vecchioni che decisamente in quel contesto é qualche metro sopra…!!!!! Mi piace anche La Crus
    TFM sei adorabile……….
    Maria Luisa

  5. Battiato sa fare tutto. 

    Io, da siculo non sono in grado di allaccirgli i sandali, ma sono orgoglioso di averlo tra le mie fila.

    Pezzali cantava del piroscafo della emigrante affondata, ma era chiaro che in testa pensava "rotta per casa di dio, ci stiam perdendo la festa".

    Bravi tutti i giovani….specie le Pagnottelle (però forse mi ero addormentato e me le sono sognate).
    Sicuramente dirmivo perchè a un certo punto ho sognato che sul palco c'erano bibì e bibò in bianco e nero coi capelli di Justin Bieber.
    Davvero irritante, invero.

  6. *Ilaria: sai che non ci avevo fatto caso? in effetti ha un non so che di fantozziano, quell'uomo

    *Carol: prego!

    *Yet: pensa che acuto, dopo

    *G: a volte parlo come scrivo in questo post, altre come nel post su Benigni. Dipende sempre dall'interlocutore

    *Kalantussia: d'altronde, puglia è puglia

    *Maria Luisa: dai votalo per arginare gli inetti

    *Falloppio: sì, sognavi

  7. la cialtroneria della canalis è stata vanamente imitata da tutti gli altri, nella speranza che buttarla in cialtroneria potesse salvar loro la faccia. In realtà la canalis è cialtrona di talento, loro no. Di sta roba che chiamate festival salvo solo il duetto tatoongelo e il trio di alieni.

    P. 

  8. Felice di contribuire alla diffusione della conoscenza dello Gnu in rete.
    Uno Gnu

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