Aldo Nove, La vita oscena
Stavo provando, carta e penna, a fare un ragionamento sui libri del 2010 anzi sui libri che ho letto nel 2010 e alla fine, inevitabilmente, mi sono invece incantato a pensare all’ultimo libro che ho letto nel 2010, cioè La vita oscena di Aldo Nove.
Ecco, appena si nomina Aldo Nove parte subito quella cosa che ormai la fa da padrona, quella cosa delle curve, tutti contro tutti. Mi irrita, lo adoro, è un genio, è incapace, robe così. Anche per La vita oscena la musica, più o meno. O piace molto o non piace affatto. Come Aldo Nove. E spesso, o di solito, con giudizi molto netti, che nella loro immotivazione spesso, o di solito, hanno a che fare con le sensibilità di chi le esprime più che con l’opera stessa.
Una cosa che mi è rimasta de La vita oscena, a distanza di quasi tre settimane, è questa sensazione di necessità, di libro che doveva essere scritto, di storia che doveva essere raccontata. Malgrado il modo scelto non lasci alcuno spazio alla immaginazione del lettore, malgrado la mancanza di pudore, l’insistere su dettagli e passaggi che ad alcuni potrebbero apparire scabrosi, ecco, malgrado tutto, o forse proprio in virtù di questi elementi, è uno dei testi meno esibizionisti e gratuiti che mi sia capitato di leggere da qualche tempo a questa parte. Chi l’avrebbe mai detto, Aldo Nove parlando.
me l'hanno detto tutti quelli che l'hanno letto in libreria.
io non l'ho ancora letto, ma uno di cui mi fido m'ha detto: è il libro dell'anno.
lunedì lo inizio.
poi mi sa che lo volevo invitare in libreria.
ciao amico che sei il mio distributore di stimoli quotidiano.
La penso come te. E' stato un libro inevitabile. (Inevitabile per lui e inevitabile per me che li avevo letti tutti, gli altri libri suoi.^^)
son contenta di saperlo
grazie
*Viola: non so se sia il libro dell'anno (chi può dirlo, in fondo) ma è forte. Qualsiasi cosa voglia dire questo aggettivo 🙂
*Maria: io lessi tre libri suoi e dopo mi girava sempre in testa questa cosa della 'gratuità' (qualsiasi cosa voglia dire). Stavolta no.