Aeroporto di Trapani, l’Inferno per migliaia di passeggeri.
Venerdì 24 settembre un Airbus della WindJet, proveniente da Roma, è atterrato con difficoltà all’aeroporto di Palermo: “Sullo scalo stava imperversando un nubifragio… L’aereo Wind Jet è arrivato corto dal golfo di Terrasini, sbattendo la coda 300 metri prima della pista 0725. Ha impattato con uno sterrato e ha rotto il carrello, poi ha investito il localizzatore ILS, il sistema automatico di assistenza all’atterraggio… Le due ali si sono spezzate durante il tentativo del pilota di riprendere quota. L’aeromobile, infine, è uscito fuori pista sulle strip, i corridoi di emergenza in erba. Il kerosene è iniziato ad uscire dal serbatoio e solo la pioggia ha evitato il peggio. Venti i feriti per contusioni e colpi di frusta.” (via).
Da quel momento lo scalo palermitano viene chiuso, molti voli cancellati, altri dirottati su Trapani e Catania. Da quel momento è il caos. Da quel momento inizia un incubo che vede coinvolti migliaia di passeggeri, in balìa di un disastro organizzativo le cui uniche responsabilità sono attribuibili a: chi gestisce gli scali di Palermo e Trapani, le compagnie aeree, in primis Alitalia, e anche i mezzi di comunicazione. Tutti. Meno i passeggeri. Qualcuno si assumerà le responsabilità per aver causato tutti questi disagi? Qualcuno si scuserà per non essere stato in grado di elaborare uno straccio di piano di emergenza? Qualcuno si è reso conto che l’aeroporto di Trapani non era in grado di reggere l’onda d’urto proveniente da Palermo? Perché, pur sapendo che Trapani non aveva personale, spazio e nemmeno i tabelloni con le indicazioni, ha mandato al massacro i passeggeri? Domande che non avranno risposta, ma che dovrebbero far vergognare molta gente, impegnata in uno scandaloso scaricabarile mentre attorno a loro succedeva l’Inferno.
Un Inferno durato per alcuni 24 ore, per altri ancora di più, un Inferno fatto di assenze di comunicazione, di informazioni contraddittorie, di malumori degenerati in esaurimenti nervosi collettivi, di risse, di interventi della polizia, di malori, ambulanze e quant’altro. Un Inferno fatto di migliaia di Inferni, tra cui il mio, terminato stamani alle 3. E che adesso vado a raccontare.
Sarei dovuto partire alle ore 7:30 di sabato mattina. Volo Alitalia Palermo-Roma. La sera precedente la notizia dell’incidente all’Airbus Windjet, con annuncio di chiusura dello scalo per poche ore. Sabato mattina mi sveglio alle ore 4:30. Trovo un sms sul cellulare da parte di Alitalia: Il suo volo è stato cancellato. I siti internet non sono aggiornati da ore. I siti di informazione dicono: Lo scalo rimane chiuso fino alle 21 di sabato. Chiamo il call center. Dopo oltre un’ora di attesa riesco a parlare con un operatore che mi prospetta due alternative: o il volo da Catania o il rinvio esattamente di un giorno. Non fa menzione dell’opzione Trapani. Chiedo se lo scalo sarà davvero riaperto alle 21. L’operatore dice che di sicuro non c’è nulla, ma allo stato attuale niente fa pensare il contrario. Accetto il rinvio. Ore 7:30 di domenica mattina, volo Palermo-Roma.
Sabato, ore 11: sui siti di informazione iniziano le prime contraddittorie informazioni in merito alla riapertura dello scalo di Palermo. Intorno a mezzogiorno Sky Tg24 lancia un flash d’agenzia: l’aeroporto di Punta Raisi chiuso fino alle 14 di domenica.
Dai siti di Gesap (società che gestisce lo scalo) e di Alitalia nessuna novità. Chiamo i due rispettivi call center. L’operatrice Alitalia mi dice, testuale: Vorrei sapere chi mette in giro queste voci, Palermo riapre alle 21, sicuro. Nel giro di pochi minuti, Corriere e Repubblica rilanciano la chiusura posticipata: solo Repubblica utilizza un “dovrebbe rimanere chiuso fino a domenica”. Alle 1330 anche il Tg1 conferma.
Richiamo i due rispettivi centralini. Dopo lunghe attese entrambi mi dicono che loro non sanno nulla: allo stato attuale se voglio cambiare il volo devo pagare di tasca mia. O aspettare una comunicazione ufficiale Gesap-Alitalia.
Chiudo e mi domando: chi è più irresponsabile, i mezzi di comunicazione che danno per certa una notizia non ufficiale senza interpellare le due società o le due società che lasciano scappare un’indiscrezione evidentemente ufficiosa? Risposta: TUTTI.
Dopo ben 3 ore di febbrili ricerche e telefonate e ansie, arriva la conferma anche da Alitalia: lo scalo è chiuso fino a domenica alle 14. Il mio volo è di nuovo cancellato. Chiamo il call center: la signorina mi propone un ulteriore rinvio o un volo Trapani-Roma. Chiedo come mai al mattino il suo collega non mi abbia prospettato la stessa alternativa (avrei accettato Trapani subito, più vicina a Palermo, senza perder tempo). Risposta: non lo so.
Comunque: sono le 16 e ci sono due voli per Roma da Trapani. Uno alle 18, l’altro alle 1930. Prendo il secondo. Procedura: o mi reco a Palermo, faccio il check.in (?) e poi con la mia valigia prendo un pulmino di Alitalia e vado a Trapani o vado direttamente a Trapani a mie spese.
Vado direttamente a Trapani a mie spese.
Arrivo all’aeroporto Birgi-Florio alle ore 1730.
IL DELIRIO.
Centinaia di persone stipate in una sala grande ma senza aria condizionata.
Sui tabelloni le uniche indicazioni sono dei voli Ryan Air (Birgi è un piccolo aeroporto low cost). Due banchi del check-in con scritto Alitalia Linate e altri due con scritto ROMA FCO. Fine. Nessuna indicazione ulteriore, nessuna transenna a separare le file. Chiedo alle persone davanti a me: devono prendere anche loro il volo delle 1930 ma sono in fila da un’ora e non si sono mossi di un millimetro.
Passa mezzora. Sono le 18 e io sono seduto per terra. La gente comincia a innervosirsi. Cominciano a circolare le classiche voci incontrollate. A quanto pare devono ancora fare il check.in per il volo delle 18. E, soprattutto, qualcuno avanza un’ipotesi da tregenda: la situazione è tipo CHI PRIMO ARRIVA SI PRENDE IL POSTO.
Panico. Anche perché, dopo, non ci sono più aerei per Roma. Continua ad arrivare gente. Passa un’altra mezzora. Con l’iPhone controllo lo stato del mio volo: previsto un ritardo di 40 minuti. Partenza prevista alle 2010.
Mantengo un certo ottimismo.
All’improvviso,l’incoscienza. In un punto imprecisato che non vedo, una signora lancia un URLO e boom! Cade per terra. Arrivano i soccorsi. Arriva anche la PROTEZIONE CIVILE. E le telecamere.
Scuoto la testa.
Cosa fa la Protezione Civile? Distribuisce bottigliette d’acqua. Passa l’omino. La porge a un signore. Il signore non gradisce: con quell’acqua mi ci pulisco allegramente il culo.
1840. La voce dell’altoparlante (che funziona male, per cui ogni annuncio segue lo schema: vociare, dlin dlon, silenzio di tomba, annuncio che non si capisce, bestemmie) insomma la signorina dice: I PASSEGGERI DEL VOLO PER LINATE vadano direttamente all’imbarco senza fare il check-in.
Un gruppo di persone comincia a correre. Buona fortuna.
Intanto si fa amicizia. C’è un signore che deve andare a Roma perché ha una coincidenza intercontinentale. C’è una famiglia romana. Una donna dal perfetto italiano con l’accento dell’est. Si scherza, si fanno battute.
Dopo altri venti minuti di impercettibili smottamenti in avanti e di lato, all’altoparlante lanciano un messaggio che ovviamente non si capisce. Immediatamente un gruppo di almeno 40 francesi davanti a noi se ne va: AVEVANO SBAGLIATO banco per il check-in, dopo una fila di due ore. Nessuno aveva comunicato niente.
Arriviamo a pochi metri dal banco con la signorina, detto anche THE MIRAGGIO.
Sembra che ci siamo quasi. Ma dopo la salita non c’è la discesa, in questa montagna da scalare che si chiama INFERNO, TRAPANI.
Dopo un’attesa di un’altra mezzora in cui la signorina parla al telefono proteggendosi la bocca tipo Cassano per non farsi leggere il labiale, filtrano le prime voci di CHI NE SA: il volo delle 18 è pieno, per cui alcuni rimasti fuori verranno imbarcati su quello delle 1930. E chi rimane fuori dal nostro?
SALE L’ANGOSCIA.
Ci sono tre banchi, adesso, per il check-in. La signorina del nostro banco inizia le procedure. Ogni passeggero deve aspettare almeno dieci minuti per avere la carta d’imbarco. Perchè? Ci sono problemi. Grazie al cazzo, anche.
Nessuno scherza più, cresce il partito del LAMENTO HARDCORE. Qualcuno sussurra Che vergogna, manco nel Terzo Mondo.
Io scuoto la testa.
Dopo un po’ la signorina abbandona il nostro banco perché la sua vicina di banco è in difficoltà. Senza dire nulla, si siede accanto alla collega e la affianca. Passano cinque, dieci, quindici minuti. Le file ai nostri lati (noi siamo in quella centrale) procedono e si smaltiscono, la nostra no. Sale il nervosismo. Se è vera la voce che chi arriva primo si prende il posto, malgrado la prenotazione, qua rischiamo di rimanere fuori perché la nostra signorina sta aiutando la collega. Malumori. Dalla fila accanto, un gruppo di bolognesi, in aeroporto dal mattino e diretti a Roma con prospettiva di dormire a Roma perché non c’è alcun volo su Bologna, prova a sdrammatizzare.
Uno di noi non la prende bene: CHE CAZZO CI RIDI, COGLIONE?
La guerra tra poveri. Parte una scazzotata verbale tra sicilian-romani e bolognesi. SUCAMINCHIA E SOCMEL come se piovessero. Una signora, amara: se ci facciamo guerra tra noi, è finita.
Io scuoto la testa.
Passano altri dieci minuti. Qualcuno di noi chiede alla signorina dell’altro banco se per piacere e per equità può alternarsi tra i due banchi. La signorina dice che non dipende da lei. E da chi dipende? La signorina abbassa il capo e non risponde.
La nostra postazione è sempre sguarnita. Cresce la tensione, c’è elettricità nell’aria. Siamo dentro una polveriera. Sta per arrivare la miccia. La miccia arriva.
Una signora piomba dalle retrovie sventolando dei fogli e URLANDO: C’è UN DIRETTORE QUI? ESIGO LA PRESENZA DI UN DIRETTORE QUI!
Ecco il momento che dà la stura al BORDELLO.
Niente sarà più come prima. Io mi metto l’elmetto e prego.
Un signore corpacciuto di due metri con un cappello di paglia si rivolge direttamente alla signorina del nostro banco, ancora alle prese con i problemi della collega: EHI CRETINA CHE CAZZO STAI FACENDO? TORNA AL TUO POSTO!
La signorina fa finta di niente. Un ragazzo perde la pazienza e urla: CHE SCHIFO! QUA CE STANNO A RUBA’ I POSTI E LEI NON FA UN CAZZO.
ANFATTI! NOI TI PAGHIAMO LO STIPENDIO, STRONZA!
Insomma parte un TUTTI contro la signorina di proporzioni leggendarie. Il punto è che la signorina non è proprio un’acqua cheta e risponde a tono: IO STO LAVORANDO PER VOI! E segue qualcosa che qualcuno – non io – interpreta come BRUTTA TESTA DI CAZZO.
Il padre del ragazzo di cui sopra, convinto che la signorina abbia offeso il figliolo, perde le staffe: BRUTTA TROIA ADESSO TI FACCIO VEDERE IO! Esclama mentre TENTA DI ASSALTARE la postazione del check-in. Qualcunolo blocca. Le altre signorine rinculano all’indietro. La forza d’urto è sempre più forte: TUTTI URLANO, dalla fila accanto i bolognesi riattizzano il fuoco, insomma finisce a
BUD SPENCER E TERENCE HILL
Volano sedie, valigie, anche pugni e VAFFANCULO.
Io scuoto la testa. Una signora inglese di 70 anni, alla mia sinistra, mi domanda, candidamente: Perché fanno così? Sorrido e rispondo: Si sta divertendo in Italia, signora?
Mentre infuria la bagarre, una signora, fino a quel momento in silenzio, precipita in un immediato ESAURIMENTO NERVOSO e urla, tremando: QUALCUNO CHIAMI LA POLIZIA!
Arrivano la polizia.
Ci manca solo che ci arrestano tutti.
No, la polizia riesce a riportare la calma, facendo la cosa più semplice del mondo: dare spiegazioni. L’aeroporto di Trapani è in piena emergenza: di solito gestisce un traffico di 30 voli, oggi deve reggerne uno dieci volte superiore. Come se non bastasse, i terminali che stanno usando le signorine non sono adeguati alle operazioni per Alitalia, quindi le signorine, mandate allo sbaraglio, stanno utilizzando programmi che non conoscono.
Vabbè com’è come non è, arriva la polizia e la signorina torna al nostro banco.
Una signora: ecco, In Italia se vuoi ottenere una cosa, devi fare così.
Io scuoto la testa.
Ore 21: dopo un check-in di tre ore e mezza, con la mia carta d’imbarco in mano vado al bar. Un panino col prosciutto, grazie. 4 euro e 15, prego.
I tabelloni non riportano ALCUNA indicazione sui gate d’imbarco. Nessuna voce all’altoparlante.
2120: per caso alzo lo sguardo e intravedo un signore che era con me al check-in. E’ il penultimo di una fila di gente che si sta imbarcando. Mi scapicollo. Era il mio aereo, sì.
2135: siamo tutti sull’aereo. Pronti al decollo.
2210: siamo ancora a terra. Pronti al decollo da un’ora ma non decolliamo. Il pilota: scusate c’è un problema con i bagagli, SCENDO a vedere che succede.
2220: voci di corridoio (su un aereo, mai fu più azzeccata come espressione): a quanto pare sull’aereo c’è una signora SENZA CARTA D’IMBARCO, ma suo marito e suo figlio sì. Risultato: devono scendere, ma i bagagli sono già nella stiva. Bisogna recuperare i bagagli e toglierli.
2230: decolliamo.
Il volo va veloce, non ci offrono nemmeno uno spuntino. Qualcuno dice, sommessamente: STI PEZZENTI.
2330: atterriamo a Roma. Mi chiedo: è finita? MI rispondo: Tieffemme, it’s not ovah until it’s ovah.
Infatti.
00:00: siamo ancora sull’aereo.
00:20: arrivano i bagagli. Ma non tutti i bagagli. Il mio, per esempio, non c’è. Passa di lì per caso una signora con la divisa e dice a una passeggera straniera: Ah comunque, sul vostro volo i bagagli non c’entravano tutti così alcuni sono sull’altro aereo che dovrebbe atterrare a mezzanotte e mezza.
Io: scusi signorina, “dovrebbe”?
Lei: Sì minuto più minuto meno.
00:50: l’aereo ancora non è arrivato. Stremato vado a fare la denuncia. Il tizio mi fa: guardi che stanno per atterrare, è previsto a 00:59.
01:20: l’aereo è appena atterrato, i passeggeri (alcuni erano in fila con me a Trapani) sono scesi. Dei bagagli manco l’ombra.
0145: arrivano i bagagli. C’è anche il mio.
0155: fuori dall’aeroporto. Piove. Non c’è nessuno. Vorrei sparare qualche vaffanculo ma non ho nemmeno le forse per parlare. Nessun mezzo pubblico di trasporto, nessuna informazione. Niente. Nemmeno un taxi sotto la scritta TAXI. E in più il mio cellulare è scarico.
0215: dopo essermi fatto un chilometro a piedi verso un altro terminal mi siedo sul marciapiede, stremato, e pronto alla CONSUNZIONE. Ognuno ha un destino, il mio è questo, sancisco.
0220: una luce nel BUIO. Un taxi: è libero? chiedo con un fil di voce.
02:55: pago 49 EURO al tassista. Mi dice: buonanotte.
03:30: dopo una doccia, finalmente mi sdraio a letto.
The Big Week è proprio cominciata nel modo migliore.
osti tieffemmino che odissea ! Spero che la settimana sia migliore 🙂
palbi
Caspita mi dispiace! :-/
Dirò solo: "codroipo". 😐
ah allora eri proprio tu! mi sembrava ammè. e nemmanco ci salutammo!
cmq io alla fine sono arrivata a linate all'una e mezza…
l'unica rottura di palle è che con tutto sto casino non sono riuscita a portarmi a casa cannoli e cassate che avevo promesso a destra e a manca e già oggi battono cassa. mannaggia gli atterraggi si"f"uli.
molto contenta fui di solcare la terra insulare perché mi era rimasta una voglia di cous cous e così mi sono infine arrangiata da sola e ho anche finalmente visto palermo. cacchio la luce e i colori!
mi è piacuta una frase di tahar ben jelloun: la sicilia è un mistero mescolato a malintesi. ma è molto molto di più.
ah grazie per le indicazioni sulla guida di alajmo, è stata utilissima!
neru
peccato TFM
resoconto molto istruttivo
quando andrò in Sicilia, viaggerò in treno fino a Napoli poi navigherò da Napoli a Palermo
tanto non ci vorrà molto di più
e sia sul treno sia sul traghetto ci si può muovere a piacimento
ciao
Dopo questa prova di resistenza sei pronto per The Isolah! Jacob sarebbe fieroh di teh 🙂
5 giorni a Berlino e scrivi il mondo di quark che è impossibile recuperare!!!
cmq dopo essere stata su un volo easyjet proveniente da Berlino che ha effettuato l'atterraggio a Ciampino 7 minuti prima dell'orario previsto…che ti devo dire, solidarietà per te e programmata fuga dall'Italia per me.
ESTIAsiata
*Palbi: pur'io!
*Autumn: capitano cose che
*Poggy: cit?
*Neru: bah. quand'anche, non sono io che non ho salutato
*Serpampero: volevo diventare il guardiano ma ancora nessuno mi ha telefonato
*Estia: Ah! Berlino!
*Yet: basta che tu non faccia mai in treno fino a Palermo. Quello sì, è il vero inferno! 🙂
dovrebbe stare sulla prima pagina del corriere. è come un film horror, mancano solo poltrone e patatine.
Mi spiace.
Zion
Caro TFM,
oggi mi ha chiamato il professore con il quale faccio il dottorato, che io sapevo essere partito, per dirmi che non sa quando tornerà perchè era su quel volo. Lui, siciliano, tornava a Palermo dopo diversi anni. Al telefono, ancora sotto shock, mi ha raccontato di come sono andate veramente le cose. L'aereo è precipitato. Il pilota, probabilmente per il brutto tempo, si è abbassato troppo presto ed ha colpito con la carena, ovvero la pancia, dell'areo una lastra di acciaio che sostiene le luci dell'aereoporto lunga 15 metri. Sono dettagliata perchè il mio professore, ingegnere come avrai immaginato, mi ha dato queste informazioni con molta premura. Perchè? Perchè ha scritto un articolo che ha inviato al Corriere della Sera per far luce sui fatti, premetto che lui scrive su diverse riviste su argomenti tecnico-economici, e il caro vecchio Corriere ha, tra le righe, detto che c'erano problemi nel pubblicarlo. Mi ha raccontato che lui, disabile, insieme agli altri passeggeri, ha camminato per un'ora sotto la pioggia sulle piste buie dell'aeroporto prima che venissero a soccorrerli, che è senza bagaglio, e sotto la tutela disorganizzata delle forze dell'ordine che preparano file di burocrazie infinite e visite mediche a profusione.
Ho voluto scriverlo qui, e poi scriverò un post sul mio blog, perchè credo che se lo stato non informa, i cittadini che sono lo stato, dovrebbero esercitare tale diritto. Grazie per lo spazio.
estia
*Estia: grazie mille per il commento. Ma in che senso l'aereo è precipitato? Cioè è stato un errore del pilota? E in che senso sotto la tutela delle forze dell'ordine? Se mi dai qualche dettaglio in più, anche sui problemi che il Corriere ha fatto per pubblicare la lettera, poi scrivo un post anche io. Grazie.
Oggi abbiamo trovato l'articolo del prof, ahimè, su libero, pare che le altre testate abbiano fatto storie. Il perchè? Credo che sia per il fatto che i soccorsi sono arrivati dopo un'ora, che l'aereoporto di Punta Raisi è palcoscenico di diversi incidenti a causa anche della mancanza di radar. Ci sono alcuni pezzi della sua testimonianza qui di seguito http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/aereo-palermo-angelo-spena-soccorsi-563501/
e facendo ricerca da google. L'aereo, come lui mi ha detto al telefono, è precipitato perchè avendo colpito una struttura d'acciaio, credo antenna, ha perso stabilità ha toccato terra prima della pista e poi ha pattinato per 600-700 metri, il portellone posteriore era praticamente a 20 cm da terra.
Per quanto riguarda le forze dell'ordine, li hanno tenuti lì senza protocollo di emergenza in condizioni di shock e fradici dalla pioggia. Comunque ritornerà giovedì, gli farò una lunga intervista!
estia
*Estia: tienimi aggiornato che poi ti rilinko