Leggo “Che la festa cominci” e penso: ma non è che avevamo sopravvalutato Niccolò Ammaniti?

– Andiamo alla libreria italiana che sta ici?
– Ok.Il titolare è ital-anzi toscano. La libreria è molto fornita. Vendono anche l’olio. Poi trovo questo.

Che la festa cominci. Ammaniti. Quarta di copertina molto scarna. Einaudi. Ma Ammaniti non era passato a Mondadori? Bah. Costretto alla deduzione. Il nuovo libro. Che la festa cominci.

Per dieci anni circa, a domanda io rispondevo: Ammaniti! Detto questo. Come Dio Comanda, vincitore dello Strega, l’avevo trovato, in una parola, noioso.
Vabbè. Ci può stare una macchia.
Quindi prova d’appello. Che la festa cominci.

La festa è finita. Adesso è ufficiale. Abbiamo perso Ammaniti. Addio, è stato bello finché è durata.

Dunque. Cosa c’è di peggio di un libro che alla seconda pagina hai già capito tutto, non solo come andrà a finire, ma tutto proprio? Un disastro totale. Ammaniti procede di puro mestiere. Raschia il fondo del barile. Si lancia in una descrizione satiric-demenzial-? della vostra po’vera Italia. Non ci riesce. Perché? Perché questo libro noi lo avevamo già letto. Cioè è inedito ma noi lo avevamo già letto. Capito in che senso? Sì, si sorride, ogni tanto. Ma pagina dopo pagina sale il dolore: no, dai, non è vero, un talento così, sprecato così?

Niccolò, davvero, ma secondo te, ci frega qualcosa dello scrittore in crisi e della setta satanica? Davvero ci frega qualcosa di questi personaggi spessi come un foglio di carta velina? Questo è un libro che potevi anche scrivere negli anni ’90 e tu lo sai! Lo sai! Che cos’è questo salto triplo all’indietro? Eh? Diccelo! Anzi forse no, non dirci niente. Che poi a uno viene da pensare male e cioè viene da pensare di case editrici di contratti di obblighi di costrizioni di vendite di piccioli di cose che a noi lettori frega davvero un cazzo. Niccolò, ma non è che gnente gnente ti avevamo sopravvalutato?

P.s. Antonio Manzini è un giovane scrittore e sceneggiatore. Scrive un racconto a quattro mani con Ammaniti nella raccolta “Crimini”. Poi scrive altre cose, tra cui “La giostra dei criceti”. Davvero un ottimo libro. Che però pareva la b-side di “L’ultimo Capodanno” e delle prime cose di Ammaniti. Leggendo “Che la festa cominci” mi è venuto in mente proprio Manzini e “La giostra dei criceti”. E infatti. Alla fine del libro, all’interno di questa ottusa moda italiana che hanno gli scrittori italiani di ringraziare a destra e a minchia chiunque, Ammaniti ringrazia appunto Manzini, l’amico che lo ha aiutato tantissimo nella stesura di questo libro. Ora. O Ammaniti e Manzini sono la stessa persona e ahah molto divertente ci facciamo tante risate. O altrimenti a me tutti ‘sti pompini a vicenda non piacciono mica. Fanno così amatriciana.

15 Replies to “Leggo “Che la festa cominci” e penso: ma non è che avevamo sopravvalutato Niccolò Ammaniti?”

  1. a me ammaniti è un bel po’ che non mi convince. questo tuo post me lo conferma. così almeno mi evito di leggere ‘che la festa cominci’.

  2. Non è che invece di sopravvalutare prima siamo diventati più stancabili poi?
    (ah, non ho letto nè come Dio comanda nè questo, nè ho alcuna intenzione di farlo, voglio serbare il buon ricordo)

  3. A me Ammaniti piace , qualunque cosa faccia .E’  vero , l’ultimo libro non mi ha preso come gli altri però lo ammiro .

    P.S.( come fate a di dire che Come Dio comanda è noioso ???)

  4. *Virgh: interessante osservazione. forse nel frastuono generale ci siamo messi anche noi ad urlare? non so. io so, per esempio, che riesco ancora ad *eccitarmi* per libri che mi sorprendono e che mi rimangono in testa per settimane. ammaniti lo ha fatto con io non ho paura. poi fine. stop. andato. quando smetterò di *eccitarmi*, appunto, sarà il caso di preoccuparmi 🙂

    *6: hai ragione. abbiam sbagliato. non era noioso. era noiosissimo 😀

  5. niccolò ammaniti è quello che al milano film festival, questo settembre, ha detto che a scrivere non ci vuole niente. shame on you! vabbè. ainsi va la vie, ainsi va l’amour.
    e cmq a sentirlo parlare viene il latte alle ginocchia.
    ciao.

    neru

  6. No dai, personaggi spessi come un foglio di carta velina nooo!
    è tornato un po’ ai temi di Branchie e Fango, sì,ma secondo me perché questo è un libro di transizione.

    E poi: come avrai fatto a capire già a pag 12 tutto quello che sarebbe successo dopo, boh. Non è il suo libro migliore (c’è anche da dire che su sei, tre son capolavori), noiosetto sì a tratti (Come Dio Comanda però noioso no, eh!), ma che sia così scontato non mi pare.

  7. *Isla: non è che a pag.12 avessi capito esattamente come andava a finire. Ma, basandomi sui precedenti ammanitiani e su qualche elemento tecnico, ho pensato che i due piani narrativi (lo scrittore e i membri della setta) potessero convergere incontrandosi in un ipotetico finale apocalittico. Per dirla in breve: che finisse in caciara. Ma sinceramente non credo di essere stato troppo arguto 🙂

    Personaggi spessi come carta velina: intendevo dire che spesso questi personaggi non agiscono, ma raccontano nei minimi particolari i propri stati d’animo (tipo lo scrittore). Che è esattamente quello che fanno i personaggi superficiali e non profondi. O quello che gli fanno fare gli scrittori a corto di ispirazione 🙂

    Meno male che la pensiamo diversamente!

  8. In effetti a tratti anch’io ho avuto la pessima sensazione che l’autore avesse seguito una sorta di scheletro predefinito, quasi ricalcando la trama di precededenti lavori ben riusciti.

    Anche sui personaggi ho avuto la sensazione che Ammaniti ricalcasse se stesso, ovvero personaggi già creati. Ciba non sarà mai un Biglia né uno Zena, però secondo me è abbastanza tuttotondeggiante 🙂

  9. A riprova che Ammaniti e Manzini sono MOOOOLTO amici, quasi come se si scrivessero i libri a vicenda. c’è da dire che almeno due personaggi di "Che la festa cominci" sono presi pari pari dal racconto scritto a quattro mani da Ammaniti e Manzini nell’antologia "Crimini". E se a questo si aggiunge che le presentazioni di "Che la festa cominci" le stanno facendo tutti e due assieme, come se il libro NON fosse solo di Ammaniti… boh….

  10. *12: la notizia sulle presentazioni in tandem chiude il cerchio. sarebbe bello andarci, e porre la questione: ci spiegate che cazzo state a combinà?

  11. come dio comanda sì confermo il fatto che è stato noioso leggerlo, però "Che la festa cominci" mi è piaciuto è stato scorrevole e a tratti ironico,racconta un pò secondo me la società di oggi attraverso i personaggi.
    Bello.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *