Scivolo, assumo forme: la punteggiatura non sempre è necessaria
Staccare la spina fa bene. Dico internet. Luoghi senza connessione. Esistono ancora. Luoghi senza televisione. Esistono ancora.
Comincio a non perdermi, se non di proposito. Parlo la lingua delle macchinette, capisco brandelli di frasi, lacerti di intenzioni. La prova del nove è la voce roca della metropolitana. Informiamo la gentile clientela che la stazione di Jaurès ripetiamo Jaurès è ferma per lavori. Sì, abbiamo capito. Forse le parole son diverse. Intanto. Mi guardo intorno, tutti calmi. Calmo anch’io.
Mi sveglio di soprassalto, nel cuore della notte. Penombra quanto basta. Chi è? Chi sono? Dove sono? Mi sveglio sudatissimo, nel cuore della notte. Demoni, ma anche angeli, direbbe qualcuno. Tutti i miei demoni. Gli incubi. Sono forti e chiari. Come mai. Fossi meno pigro, me li appunterei. Ma sono pigro.
Scivolo. Mi sento liquido. Assumo forme. Un divano letto che si chiude con un gesto –due, vah- uno specchio ad altezza collo, una finestra con l’edera che si arrampica sul vetro, 114 scalini da farsi d’un fiato, oppure no.
Oggi ho conosciuto un simpatico signore francese che ha il nome di un calciatore degli anni ’80. Gliel’ho detto: come Gepepè! Lui parla un italiano spassosissimo, devo sforzarmi. Di non ridere, dico. Ha bussato alla porta una volta. Io ho fatto finta che no, non c’era nessuno. Lui ha detto di nuovo, in italiano: Ehilà, ci siete? Alla fine ho aperto: prego si accomodi.
Scivolo. Mi sento liquido, senza punteggiatura. Ascolto in loop la traccia numero uno di questo disco che mi ha passato riccardo che si chiama come il nome del gruppo ma non è una roba porno. Il disco, dico. Solo una traccia, la prima. Chissà cosa resterà, dopo.
Ora sono qui sotto la scritta gigante WIFI. Il signore accanto a me pare Willis il fratello di Arnold però cresciuto. Poi c’è questa cinesina che piacerebbe molto al mio amico stiui. E ancora un cristiano tipo del nord europa che cerca una presa di corrente ma willis dice che è rotta. Però dopo un cinesino che si scopre essere il fiansè della cinesina di cui sopra sbuca dal nulla e trova una presa in un angolo piuttosto cachè. Tutti si alzano e si buttano a pesce sulle prese. Mi volto, faccio pfui ma rimango seduto per terra, spalle al muro. Ho ancora batteria. Il Pompidou è sempre bello e invitante e pieno di colori. Do you speak english? Chiede adesso un coreano al cinesino. No, io no, mi viene da dire. Non speak english, io, e nemmeno francese. Ma intanto sto qui, adesso. Il pavimento comincia ad essere po’ freddo, certo che il signor Pompidou che è figo e cool qualcosa potrebbe farla, anche in questo angolo dimenticato da D-
e poi c’è una luce. Una luce fortissima fatta di cielo azzurro e sole giallo. Stenta a carburare, arriva verso l’aprèmidì e rimane lì, ad accecarmi di arrondismò in arrondismò. Per non parlare della magic hour intorno alle boh, tipo l’attimo dopo il tramonto, sembra che qualcuno abbia dato una mano di pastell- ieri mi sono fermato qualche second- non mi pareva vero
Accidenti la batteria, si sta scaricando, se cade la linea vi dico subito che sto qui ancora non so quanto ci sono ci sono decisioni da prender- certo che sarebbe bello, un mondo senza batt
1) Il click-clack!
2) I New Pornographers?
3) (Questa è facile) il Paradiso. O ci volevano anche i papaveri?
Belg
secondo me ti stai annoiando
appena un po’
ciao
La lontananza produce alcuni effetti sulla tua prosa. La rende più consapevole. Sembra come mediata. Più matura. O forse sono io che devo bere meno birra. E comunque (cit. Totò, Peppino e la malafemmina): scriiiiviiiiii.
(ottanta/cento)
credo che mi sono persa un pezzo… ma ora vivi a Francia o vai a Francia every second week?
Scogliera catalano-parlante
pure io non ho capito la motivasion di questo tuo jiro a franscia
Ma che c’e’ sta la motivasion oppure e’ così tutto improvvise’?
palbi
*Belg: no, gli XX con il disco XX che fanno quattro X ma che non sono tre
*Yet: no, ma no, ho solo più tempo per riflettermi, anche se non ho lo specchio
*Ott: hai presento quel video di Madonna, Ray of Light che poi hanno copiato in 300 anche se Antonacci rivendicava la paternità dell’idea? Ecco, mi sento così, a volte, qui, e quindi anche la mia scrittura, credo 🙂
*Scogliera: no, non vivo qua. Cioè anche sì.
*Palbi: ce sta ce sta 🙂
e bravo TFM!hai fatto proprio bene ad andartene a parigi!!
ma tonri vero?!?no perchè se non torni noi affezionati lettori come si fa?
ehm…*torni..non so nemmeno scrivere..non mi son firmato!!!!
ah!!e w w w w w starbucks!!!!!
ralloz