From Glasgow to Casilina: i Glasvegas al Circolo degli Artisti. Caro nipotino, io c’ero!

Ci vieni a sentire i Glasvegas?
– Chiiiihi?
– Come chi! I Glasvegas! Quelli che fanno Ohò Ohò.
– Nolliconosco!
– Dài, questa canzone è famosissima. La passano anche a Radio Deejay e negli stacchetti di Sky!
– …Ammetto sì lo ammetto. Parlare e scrivere di musica per me è difficilissimo. Perché io di tecnica musicale ne capisco davvero zero. E quindi la gamma di aggettivazione che riesco ad usare è più o meno limitata: da bello a brutto passando per whoaaa.

I concerti, poi. Che io ho sempre pensato che un concerto a me non me ne frega un cazzo se uno stona o rutta o piscia in capo al batterista. A me frega io credo che la bellezza di un concerto stia quando il cantante riesce a creare l’empatia con te, proprio con te che stai in mezzo a mille teste ciondolanti che fanno oooò eppure sei uno anzi siete solo tu e l’Artista, e vi guardate e vi sorridete e tu credi che lui o lei o loro stanno cantando per te solo per te come a casa nel tuo salotto.

C’erano un sacco di inglesi. O scozzesi. Non so, non li distinguo. Ultimamente lo scozzese lo parlo troppo poco. Desmond’s gone. Lo usano come spargitore di miele. I Glasvegas. Una volta un mio amico mi disse: sai che non ho mai capito come fai? Telefilm, film, televisione, musica! Anche la musica! Come fai? Come faccio. Ecco. Io a volte vado sui siti stranieri. Ecco come faccio. E mi guardo le classifiche. Che il mondo grazie alle classifiche ha più senso. Insomma era il principio di ottobre del 2008 e andai a vedermi la classifica inglese della settimana. Le classifiche inglesi sono ****. Alla numero tre c’era un gruppo dal nome strano: Glasvegas.

Folgoratio on my mind. Alle 9:01 del 6 ottobre decisi che It’s my own cheating heart sarebbe stata la canzone del mio 2008, del mio 2009, del mio domani e del mio foreva and evah. Vabbè, avete capito.

E poi c’erano: coatti, nerd, belle fighe, fidanzatini, fidanzatoni, gruppi di ubriachi molesti. E poi loro, i critici musicali. I critici musicali li riconosci dalla barbetta e dalla giacchetta che non si levano mai nemmeno al Circolo che ci sono 40 gradi se va bene. Anche io avevo la barbetta e la giacchetta, anche a me potevano scambiarmi per un critico, ma io alla prima nota ho tolto la giacchetta e l’ho annodata alla vita. Il modo in cui uno si deve vestire ai concerti è un tema che meriterebbe maggior dibattito.

dieci cose:

1) I Glasvegas sono gente per bene. Se l’inizio di un concerto è previsto per le 2215 e tu alle 2219 sei sul palco con i tuoi occhiali neri e la canottiera nera vuol dire che sei gente perbene.
2) Non c’era il gruppo spalla. Io odio i gruppi spalla che fanno solo perdere tempo e intralciano il regolare evolversi della vita.
3) James Allan ha un nome comune una faccia comune le guanciotte da bravo ragazzo una voce chiara pulita e adamantina che ti viene da dire ma che ci faccio io qui in mezzo a questi minchioni di ubriachi e perché non sono sul palco a fare l’amore con la chitarra in sintesi perché non sono una rockstar, signore Iddio ti costava tanto?
4) Poi c’è Rab Allan che è la versione cicciotta del *cugino*, un certo Paul al basso. E poi lei: Caroline McKay alle percussioni. Pare una bimba autistica con non alza mai gli occhi dal suo naso. Eppure mezzo concerto lo regge lei.
5) La scaletta pareva la tracklist del disco. Come terza canzone infatti: i’m so clever so clever so clehevah (ripeti x3)
6) Go square go dal vivo è millemila volte meglio che su disco. Forse la più riuscita live.
7) Il cantante ha pronunciato numero quattro volte la parola “Roma” (yeahhh!) e una volta la frase “Io fuckin amo fuckin Roma” (doppio yeahhh!)
8) Sul rock ci siamo. Sull’acustico solo voce -che, si sa, fa davvero la differenza- dobbiamo migliorare. Ma c’è tempo.
9) Come un’eiaculazione precoce. Un’ora, solo un’ora. C’era tanta voglia.
10) Un giorno i Glasvegas saranno una leggenda. Io sarò vecchio e decrepito e affiderò a mio nipote, Tieffemme Terzo, la stesura de “Le mie memorie”: “Sul finire del primo decennio i Glasvegas ancora non erano famosi. La prima volta che vennero a Roma eravamo qualche centinaio, accalcati in un posto caldissimo. Sulla Casilina, il Pigneto a due passi. Davanti al locale c’erano i lavori in corso per la costruzione della Metro C… Sì lo so, il cantiere è ancora lì… Ricordo che il concerto si chiuse con Daddy’s gone, poi le luci si accesero, sudati uscimmo, sciamando lentamente su tutta la Casilina… Mi ritrovai con un bicchiere di birra in mano, in mezzo a Piazza Lodi, mai così tiepida: una ragazza in bici, un uomo con il cane, un’ambulanza a tutto spiano, un bar che abbassava la saracinesca. Chiusi gli occhi e inspirai profondamente: To ring ding a ling a ling bada bada bing – Here we fuckin go here we fuckin go!”

27 Replies to “From Glasgow to Casilina: i Glasvegas al Circolo degli Artisti. Caro nipotino, io c’ero!”

  1. il gruppo spalla c’era, è solo che ha iniziato (e finito) prestissimo.

    grazie per il post, finalmente ho capito come hanno fatto a fare sold out a una settimana dal concerto, roba che neanche i notwist: radio deejay e gli stacchetti su sky. (mi sento fuori dal mondo)

  2. *Yet: si era capito? 😀

    *Luca: vorrei dirti no, dai però non ce la faccio 🙂 Luca se ti piacciono la prossima volta sai che devi fare!

    *Miss: ah sì? alle sette, suonarono? 🙂 Io sono arrivato alle 2150. Boh, meglio così. In realtà su sky non dicono mai che sono i glasvegas. Li usano come sottofondo ai riassunti delle partite. Pensa che incompetenti: daddy’s gone per i replay e le moviole. Solo perché è orecchiabile. Su deejay li pompano, e anche virgin radio, con la campagna che ha come testimonial lapo :O

    *Luci: non sembra, ma *è* il professor broccoli assessore o consulente a non so cosa del comune di Roma. Bei tempi, i tempi di Ferretti&Broccoli.

  3. Poi c’è Magdi Allan. Il terzo fratello. Che ha retto l’altra metà del concerto.

    E mi fermo qui per non peggiorare le cose.

  4. il tuo 45 risveglia il mio incubo peggiore: che un giorno (mai abbastanza lontano) il papa sarà eletto da un conclave multiculturale e la libertà d’opinione sparirà d’incanto

    sto già rassegnandomi all’idea che non ci siano verità accessibili se non rivelate

    (oh, resto convinta che il peccato originale sia la credulità)

  5. Passo a rovinarti un post solo per dirti che il tuo blò sta diventando segretamente godurioso: lì sopra tra le parentesi ho letto “scopa l’intruso” e qui a fianco tra le cose che stai vedendo ho letto “fare l’amore non basta”

    detto questo, buona primavera a tutti 😉

  6. C’erano pure due critiche musicali senza barbetta e senza giacchetta! 😉

    Dissento sui gruppi spalla, sometimes sono delle felici scoperte: per esempio io fui felice di scoprire gli Sparklehorse grazie ai Rem e Bat for lashes grazie ai Radiohead. A volte sono addirittura meglio del gruppo principale, per esempio l’anno scorso mi sono ammorbata abbastanza al concerto dei Racounteurs, meno male che c’erano i Vampire Weekend di spalla!

    Comunque la batterista è il mio nuovo idolo!

    LB

  7. No, ma mica bisogna saper di musica per emozionarsi ai concerti. Io non sopporto quelli che – mentre c’è la mia canzone preferita, e di solito sono tutte le mie canzoni preferite – mi parlano nell’orecchio spiegandomi che al concerto del 2000 avevano suonato con un tempo diverso e blablabla. C’è gente che si gioca il “mi accompagni a un concerto” per sempre. 😀 A parte questo, i Glasvegas mi piacciono, e viva la puntualità.

  8. – Glasvegas: gran disco, a metà tra i Cramps e J&MC

    – Broccoli: delusioneeeeee l’uomo più pedante del mondo non può schierarsi con loro !

    – Io la giacchetta la lascio in macchina o in scooter, se è caldo.

    – Pronto per il Season Finale ?

    bye

  9. A Milano invece son stati scialbi anzichéno. Che peccato, avevo tante aspettative, anche dopo il tuo post.

  10. l’intruso è quello coi capelli bianchi? non era un giornalista di rai tre? che faceva una trasmissione con velleità letterarie? è lui, è lui?

  11. eccolo sì, Broccoli, come dice Matteo, ce l’avevo sullap unta della salsiccia (vediamo se capite il battutone) 🙂

    Besos scogliericos

  12. io faccio un po’ il Jude (tu sei Jesus e gli altri lettori di JFM i tuoi apostoli all’occorrenza evangelisti)

    com’é possibile che dici che James e Rob son fratelli? le mie fonti dicono che sono cugini.

    A tua discolpa la tua provenienza terrona…sono tutti fratelli i figli di Annibale, no? yo, fratemo-cugginemo!!

    stiui

    PS

    Tra l’altro invece la sorella (carnale) di James é manager della formazione.

  13. *Quad: infatti ad un certo punto ci siamo tutti messi a pregare mano nella mano. Toccante, molto toccante.

    *Yet: oddio (…) sai che non avevo mai pensato ad un’ipotesi del genere? Dici che il suo obiettivo è la Riunificazione Suprema? Inquietante, molto inquietante.

    *Jun: 😉

    *Virgh: l’ispanico fa il ritroso? 😉

    *Lb: no vabbè chiariamoci. Evviva i gruppi spalla! Ma solo quando vai a concerti di cui ti frega poco o non abbastanza. Parlando da ultrà: se vado ad un concerto di un gruppo che mi piace da molto a per sempre, il gruppo spalla non sarà mai all’altezza, per quello dico che rallenta tutto. Sì lo so è una visione NarrowMinded, ma d’altro canto o uno è fanatico o non lo è 😉

    Mitica, la batterista

    *Alli: sì infatti che noia. Però sempre meglio di quelli, come tre giorni fa, che ci appiccicano gli ohò ohò anche dove non c’erano: ubriachi molesti!

    *Toso: con la tua approvazione vado più sereno. Quando ho visto Broccoli mi si è riproposto. Sai che io non ho il motorino? Non sono abbastanza rocker, mi sa. Prontissimo: vediamo un po’. C’è in ballo la classifica Generale delle Stagioni di Lost.

    *Dario: ah no?

    *Novo: così ci piaci 🙂

    *Viridian: cazzo, dovevo scriverlo dopo, il post. Forse erano stanchi, boh.

    *Scogliera: “sulla punta della salsiccia” è quantomeno maleinterpretabile. “sulla punta del friariello”, magari 😀

    *Stiui: meno male che ci sei te a farmi le pulci e a darmi le grattatine ogni tanto. Le *mie* fonti dicevano fratelli, ma forse erano avariate. Ora vado a controllare, bro’

  14. poi succede come con decster, che la sorella vien fuori che tanto sorella non è… tu vedrai…

    😉

    (ps: no, no… beh, insomma..;) )

  15. *Virgh: fiuuu 😉

    *Stiui: eppure era facile, wikipedia, l’affidabilissimissimo wikipedìa dice che sono cugini. forse mosòsògnato

  16. Ma come “è” il professor Broccoli??!!

    Io pensavo che Broccoli facesse parte dei “buoni” :(…

    Luci

  17. il 46 invece mi fa sorridere

    e se la risposta al tuo quesito è sì, già me lo vedo fidanzato con Platinette

  18. tfm where are you???

    noi abbiamo già studiato! che nervi!!!!

    iob

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *