Che molto non sta andando per il verso giusto lo capisci dal tormentone. Che non c’è.

mi sono alzato mi sono lavato sono uscito. ho preso la macchina. in quel budello rovente di lamiere e solitudini ho sudato sudato e sudato.
roma era un inferno, oggi. inferno di traffico di vento di scioperi.
sono entrato in un ufficio. l’ufficio di un ente previdenziale. ho detto Mi devo immatricolare. la tipa mi ha guardato in modo gentile. non mi aspettavo una tale gentilezza. va detta, la gentilezza, quando c’è. ha digitato il mio nome sul terminale. ha detto Lei è il signor  tieffemme

tuttofamedia nome d’arte TFM nato al norditalia con la residenza al suditalia e il domicilio al centroitalia? Sissignora memmedesimo tieffemme in persona! ho detto. lei ha detto Ma è già immatricolato. qualcuno lo ha fatto al posto suo! io ho sorriso un sorriso di sollievo -che sollievo, il sollievo, quando c’è- ho detto Sì, ma chi? lei ha alzato le spalle. io ho alzato me stesso sono uscito ho guardato la strada a destra la strada a sinistra ho attraversato e ho pensato Ehi, mi sento come quando qualcuno mi ha iscritto a mia insaputa a blogbabèl.roma oggi era un inferno. roma è già da un po’ che è un inferno. le strisce blu sono state dichiarate illegali. tutti i parcometri sono coperti. da un sacchetto di plastica nera. quelli per la spazzatura. non te ne accorgi subito. nella luce vivida e accecante. ci metti un po’ a metterli a fuoco, i sacchetti neri. enormi spaventapasseri impalati che ti fissano con rara ottusità. niente domande. sono finite. l’immagine lugubre di un qualcosa che non ritorna. roma è allo sbando. roma è allo sfascio.

ammettiamolo. il 2007 era meglio. molto meglio. e il 2008 sarà meglio del 2009, ca va sans dire. un anno fa la storia di me stesso. la consapevolezza delle cose che accadevano, un attimo dopo che accadevano. la leggerezza di non pensare a nulla. un anno fa. ero stato giurato. quest’anno nemmeno ci ho provato. altro da fare. e altro da sperare. e poi avrei rovinato il ricordo di quel che è stato. un anno fa ho conosciuto john locke. un anno fa mi sono alzato in piedi ed esultato, assieme agli altri, quando l’attore barbuto di star wars ci ha chiamati e ci ha detto: sono orgoglioso dei miei giurati! un anno fa alzavo braccia e ridevo, ebbro di una rara serenità, nel giocare a scopa con facce note da una vita. un anno fa in casa si ballava e si cantava. si facevano feste e si beveva. curtulill, la vispa e il secco. un anno fa rihanna e i maroon 5. e ora? ho fretta di tutto, ora.

roma era un inferno, oggi. ho guidato guidato guidato. ho posteggiato. ho camminato. a porta pia, nell’intersezione tra corso italia e il principio di nomentana c’è una fermata di autobus. è famosa. la conoscono tutti. tutti noi abbiamo qualche ricordo legato alla fermata di autobus del principio di nomentana. io per esempio una volta mi hanno regalato un pezzo di panforte proprio mentre le bussole del 60 stavano chiudendosi. era inverno. gennaio, credo. oggi alle ore 13 il principio di nomentana era sferzato dal vento. il sole sembrava meno sole e il caldo meno caldo. ma non era vero. c’erano alcune persone sedute sul marciapiede. altre appoggiate al palo giallo con i numeri e i percorsi degli autobus. aspettavano. aspettavano qualcosa. la fine dello sciopero, forse. la fine del mondo, più probabilmente.

14 Replies to “Che molto non sta andando per il verso giusto lo capisci dal tormentone. Che non c’è.”

  1. Davanti quella fermata degli autobus lí di via nomentana c’é la geografia della mia infanzia.

    c’era il bar “Bibo” che faceva le piadine con il prosciutto quando ancora a Roma non erano in voga le piadine (1983-88?). c’era un edicola che teneva in bella mostra “le ore” le copertine delle sisone con le stelline a nescondere l’innascondibile. Dietro all’edicola, a “il Fagiano” papá mi comprava i marrons glacés. Alla destra di Bibo “Omega” negozio di orologi dove mi incantavo a vedere le pendole d’ottone da tavolo che giravano nelle teche. Poco piú in la’ un negozio di scarpe – forse Pisapia – con gli odori di pelle e cuoio che da bambino credevo fosse un negozio di tassidermia. e oltre, il cinema Gioiello, che non c’é piú, dove ricordo le locandine di Amadeus di Forman. ed il barbiere con la classica insegna a spirale che gira racchiusa nella capsula di vetro. e la pasticceria dove mamma mi comprava le meringhe. e la vetrina del negozio Bang & Olufsen dove papá sognava ad occhi aperti. e quella della farmacia con gli zoccoli del Dr.Scholls e le scarpe da suora.

    tutto é cambiato. oppure io invece pure. ma il monumento al Bersagliere é sempre lí, come Benito lo volle.

    stiui

  2. Anch’io un anno fa ero giurato. Pronto a conoscere persone che dopo 5 minuti mi sembrava conoscere da una vita per le passioni che ci accomunavano. Quest’anno anch’io non ci ho nemmeno provato. Perchè?

    P.S. La Mad-Susino è in giuria. La Odio.

    Il Piccolo Gandhi

  3. *Andrea: eh come ti comprendo e ti capisco.

    *Stiui: contento di averci azzeccato. bello bello. il gioiello.

    *Gandhino: la mad susino, la discreta e affatto eccessiva mad susino. p.s. non ci abbiamo riprovato forse perchè siamo sani di mente?

    *Jun: confesso. preso -male- da questa giornata me ne ero dimenticato -come della multa sul parabrezza, d’altronde e porcamiseria!-. Comunque ho rimediato. Appena ascoltata. Bella. La conoscevo già, ma non sapevo che si chiamassero Cake. Un po’ più ordine nella mia conoscenza. Grazie 😉 P.s. Che poi mi risuona in testa da qualche telefilm o film, ma non riesco a mettere a fuoco, ancora.

  4. Un anno fa. Un anno fa sembrava tutto possibile, sembrava tutto la vigilia di qualunque cosa sarebbe potuta accadere…un anno fa. Ed ora. Ora sembra solo: vi prego, che non accada più nulla, sto a posto così.

    Sembra che nulla potrà mai più accadere, come quando hai un seme in mano, ma quando lo sotterri sarà lì e stop.

    No, spero davvero che il 2008 non sia PER FOPRZA ENTROPICA migliore del 2009, perchè questo non può essere migliore di nulla.

    Che la catastrofe prosegua verso l’epilogo finale.

    nvl

  5. *Jun: ah ecco, credo abbia a che fare con secretary allora. Comunque, ho come l’impressione che devo vedermi tutta la prima stagione di big bang theory: io non sono affatto in grado di fare quel che hai fatto te, cioè mettere un link in un commento 😉

    *NvL: ho come l’impressione che il personale si sia mischiato al politico e viceversa. Può darsi? Comunque: che catastrofe sia, definitiva.

  6. Eppure caro Tieffemme, sono certa del fatto che non si trattasse di panforte.

    Era pampapatoooooooooo!!!!

  7. *Cierreissima: mi confondo sempre. Nella mia lingua tutta mia solo mia il pampapato si chiama panforte e il panforte pampapato. Se non ci fossi tu da dietro le bussole a riportarmi alla pampapàrealtà 🙂

  8. Caro Tfm. Uffa, se mi permetti. Due cose ti chiesi. Ti dissi Tfm, per favore, non mi ferire. Io ti do le armi, ti dissi, ma tu non mi ferire: 1) NON CONFONDERE, ti chiesi, RADIO DELTA CON DELTARADIO. 2) e se puoi Tfm, FAI ATTENTO, NON CADERE NEL TRANELLO DI CONFONDERE IL PAMPAPATO CON IL PANFORTE.

    Sono cose importanti!!

    Mica io mi confondo il Dottor Shepard con il Dottor Sheperd… e che cacchio!!

  9. *Ok, ora ho imparato. Dalle sberle che la vita ci molla si impara sempre.

    Ma tu anche ferisci me!

    Non mi mandi le nominazioni! Ignori i giochini di tieffemme!

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