Ammetterete anche voi che se la prima cosa che uno vede al mattino -alle sei del mattino- prima di prendere un treno
è la locandina che pubblicizza un MUSICAL ROMANTICO con Nathaly -proprio così, con la y- Caldonazzo e Ramona Badescu, beh insomma, la giornata ha già preso una direzione ben precisa. Musical romantico. Che cazzo vorrà dire, o sanno loro. E comunque, vedendo lo strabordio della Badescu, diciamo che ‘romantico’ non è propio l’aggettivo giusto.
albe, albe meccaniche. albe bollenti. quindici gradi e sentirli tutti, anche alle sei del mattino, mentre sulla metro ci si sventola con i freepress –a cosa servono, altrimenti?– come e più che ad agosto. e se agosto è il mese più freddo dell’anno, novembre è quello più caldo. quello più bello, il più bello, da qualche anno a questa parte. novembre e io rinasco. buffo per uno come me programmato ai 45 gradi e all’africa. buffo. come è buffo preparare la sera prima –per una volta che uno fa il giudizioso– i vestiti del giorno dopo e dopo buttare tutto all’aria, propio sull’uscio di casa. ma è qualcosa che spariglia. dall’abitudine. sì, è già abitudine. sono uno che si adatta presto, io. buffo, buffissimo. non avrei mai detto una cosa del genere, ma è così, è così mentre sbocconcello cornetti e cappuccini, è così mentre cerco il numero della carrozza, è così mentre vedo il mio posto accanto al finestrino occupato da uno, è così mentre me ne fotto. abitudine, dicevo, abitudine che si porta dietro, a cascata, la piega molle del capo reclinato sul sedile. abitudine, dolce. come il sole, che illumina queste albe, e noi siamo qui, siamo ancora qui. oggi tocca a due donne romane, rumorosissime, cafone e sgraziatissime che ci tengono propio a farci sapere di diete, mestrui e cazzy vary e very -e presy- e poi i turisti. stavolta sono inglesi, sui quaranta. lui polo verde e lo stemma di non so quale squadra di rugby. lei con maglioncino a collo alto che appesantisce di molto stazza e figura. sono inglesi e si parlano e sussurrano. sono inglesi e sono educati, civili. sono inglesi e si vede e si sente -che invidia-. hanno anche loro abitudini -colazione- e così -saranno le 8 circa- prendono una busta di cartone -la busta della signora minù- da cui tirano fuori: tovagliolini, cucchiaini, fette biscottate, acqua, succo d’arancia, nutella, marmellata, yogurt, pane tostato, plumcake, merendine, mandarini, mele. per un attimo temo che tirino fuori anche un fornelletto da campo per farsi bacon e uova. ma per fortuna no. ad ogni modo: tutto con una discrezione e una raffinatezza d’altri tempi. un lord e una milady, propio. precisi, senza fare una briciola e un rumore che sia uno, mentre le romane urlano a più posso. loro, gli inglesi, esempio mirabile di tutto quello che noi, italiani, non siamo e non saremo mai, purtroppo. insomma questi si mangiano la qualsiasi –certo che offrire una cosina: ecco, noi almeno avremmo offerto!– e poi, ovviamente, stramazzano sulla poltroncina dal sonno. lei subito, lui dopo aver letto un reportage di saviano tradotto in inglese. che cultura, che educazione, che classe, penso. il tipo si mette a dormire della grossa. loro, gli inglesi, dormono, entrambi in silenzio, immobili. e mentre ammiro questi due esemplari della terra d’albione, mentre mi viene una voglia d’inghilterra che non vi dico, il tipo, seduto accanto a me, nel bel mezzo del suo sonnellino post-breakfast, alza la chiappa destra e che fa? tira una scorreggia da leggenda. Indovinate verso chi era diretto lo sfiato?
Ecco la direzione della giornata.
(E’ ciò che può capitarti – quando rimani a guardarti – allineare i risvegli dentro albe meccaniche)
E che hai fatto te? Ti sei alzato e sei andato al primo finestrino disponibile a prendere aria o te la sei respirata tutta a pieni polmoni?
no tieffemme, no, no!
da te nn me lo aspettavo!
e nn ci posso credere che nn l’hai gugolato prima di scrivere!
ma ancora di più non posso credere credere che nn sei mai incappato nella badescu onnipresente durante la settimana nazionale dell’odio rumeno che tra un “il mio popolo e’ gente buona” e un “il mio popolo ama l’italia” promuoveva questo storico “omaggio”!
Essi’ perche’ di omaggio si tratta, ma a cosa? eeeeh…vattelo a leggere sul daveblog di 20 giorni fa!
mbxlcattivissima
tieffemme, sei unico. questo post mi ha fatto sganasciare. andrò a dormire felice e contenta ora.
w i treni!
Essi caro tifimi, di 9 mesi di England che mi son fatta, l’unica cosa che mi ha lasciato veramente il segno è stata l’altissima frequenza di scoregge sparate laddove no no no non era proprio il caso no no no mica che siamo amici, no no no mica che no ti pregooooo noooo non puoi scoreggiare che io sono nel mio sogno di inglesità popolo perfetto garbato educato discreto, popolo di lords, popolo di milady. Che poi io storcevo il naso e loro belli belli e ingenui e con quegli occhi sgranati e stupiti dicevano MA VUOI VERAMENTE CHE TUTTE LE COSE BELLE E BUONE CHE ABBIAMO POSSANO ESSERE CANCELLATE DA UNA SCOREGGIA?? E io cari inglesi, io ci ho pensato. Mi ci sono arravugliata le budella notti e notti insonni, e ho provato con tutte le mie forze a vivere con la risposta no a questa domanda, che la risposta no mi faceva brillare di profondità l’animo e di onestà l’intelletto, ma poi nel mio profondo la verità era che la risposta era si. E scusate se è shallow, ma alla fine della contabilità cosmica, la risposta è proprio si. Ecco.
finalmente due persone sane e serene fra noi che siamo qui solo per caso di passaggio sopra un modo sospeso.
spero che sia finito con una tua grassa risata.
e poi, tu che dicevi di non aver esperienza di treni. allora, è bello o no? val bene un viaggio, eh?
notte.
neru
p.s. oh, londra…
Max: con un gesto di rappresaglia ho ruttato al sapor di cornetto -scherzo- mi sono provocatoriamente girato dall’altra parte, verso le romane rumorosissime che non hanno sentito nulla, in quanto impegnate nella loro conversazione
Mkbxl: mika posso gugolare tutto! E poi il buon caro dave, o prima o dopo, le scrive tutte…questa mi era sfuggita.
Desd: w l’inghilterra!
Essepì: sì. ecco. 😉
Neru: ma sì, risata certo.
a scureggia si risponde con scureggia, sempre e comunque.
il mio amatissimo nonno – gran lavoratore e uomo di buon senso – in queste occasioni diceva con fare serio: “xe pì largo fora che dentro” (ti devo fare la traduzione?). ecco. ho imparato molto.
certo che se al sonoro si fosse aggiunta la percezione olfattiva…
chissà quali altri sensi saranno coinvolti nel prossimo viaggio! buon divertimento ;D
neru
Wow, Nathaly(!) Caldonazzo! L’inutilità fatta donna!
Ma la Badescu non doveva esser portata via con tutti i romeni? 😛 Per fortuna una mia collega ha visto al posto mio questo scempio di musical per lavoro, ma a me è toccata la Chiappini che sfila sul palco nel ruolo (dicono) di una moglie insoddisfatta (ma và), e questo è il teatro..
Il Piccolo Gandhi
madò si hai ragione, e’ solo col senno di poi che pensi che avresti dovuto saperlo; prima, il titolo letto cosi’ nn lascia trasparire la portata storica dell’evento.
Commento n.11: ???
io nollò letto quel libro, però so una cosa: che sta in una collana che ha come titolo la mia parola preferita.
te cellai una parola preferita?
ecchè nommisi prenda in giro per questa affermazione.
fior fior di racconti sono stati scritti sulle parole preferite.
A parte che quella parola, se non sbaglio a te ti dovrebbe piacere anche gialla -…- ma poi, ti consiglio di leggere il libro, prima o dopo: si parla di un ragazzino che vive di parole preferite, tra le altre cose. quindi 🙂
quindi: tutto torna. mi sembra.
anche gialla si.
attè ti hanno dato il copione mi sà.
in che senso?
comunque sì, tutto torna, sembra.
chetti hanno dato la mappa dei riferimenti curturali.
anche io ho le parole preferite… vogliamo la fine del topo, vogliamo
Viola: ehehe è che avevo il libro sotto mano e ho cercato la parola della collana 😉
Pat: me ne sono ricordato oggi all’improvviso che ho lasciato tutto in tredicino…
madò sì, ero io la numero 11! che mi pentevo e mi dolevo per averti insutato per nn aver gugolato!
cmq sì concordo, c’hai il copione e leggi! non c’è altra spiegazione, vero mika?
mikabxl
circa il Musical “romantico”: non spendete soldi (30 euro, UN FURTO) per andarlo a vedere a Roma o in altre città: una SOLA TOTALE , alla vostra intelligenza, buon gusto e protafoglio…. L’ho visto a Roma ieri sera ed era quasi penoso. Brutte le canzoni cult (massacrate in traduzioni pessime) e la strutturazione generale.
… ero già scettica sulle protagonoste, ma almeno mi aspettavo qualcosa di coinvolgente dal punto di vista scenico,con luci e scenografie particolari. Invece tutto molto -ma molto- amatoriale,giusto per rifare il verso al famoso (mitico)film… Per la serie: come buttare soldi un sabato sera….:((
chissè?