Relativizzare
1) Hall di un albergo* a una stella, 30 dicembre, ore 15:03. TFM dialoga –ad un occhio esterno potrebbe apparire una lite, ma non è così, è solo una banale polemichetta- con signora proprietaria dell’albergo, essere umano spaventevolmente bipolare.
“Senta, benedetta signora mia, al telefono eravamo rimasti che avrei chiamato solo in caso di contrattempo. La prenotazione, eravamo rimasti, e sottolineo eravamo rimasti, era valida!”
“No, signor TFM, eravamo rimasti che lei avrebbe chiamato per dare conferma! E poi, lei aveva detto che sarebbe arrivato alle 15. Mi dispiace.”
“Guardi che sono le 15:03.”
La signora guarda l’orologio. “E 0:4. Mi dispiace. Ho già affittato la stanza”.
“No!”
“No lo dico io! Io fui chiara. Ma è pur vero, lo debbo ammettere, che siccome io sono previdente, ove mai ci fosse stato qualche problema, avevo già chiamato un altro albergo di mia conoscenza. Ecco il biglietto da visita. Vi aspettano. E mi raccomando, fatevi dire i posti dove si mangia meglio e si spende poco. Mi raccomando, divertitevi! E buon anno!”
Per la serie: come avere a che fare con persone squilibrate che cambiano personalità in un minuto contato, passando dalla furia alla gentilezza come se niente fosse.
2) Altra hall di altro albergo** a una stella, 30 dicembre, ore 15:34. TFM dialoga con signora anziana, plausibilmente proprietaria dell’abergo in questione.
“Ehm…noi si verrebbe da una pensione che ci ha indirizzati qui…”
“Ah, sì, venite, vi faccio vedere la vostra stanza!”
Stanza: ho già capito che qui a Firenze tendono all’iperbole. Mi ci devo abituare presto. Sgabuzzino con finestra in alto, un armadio Ikea (credo della linea vestby, in una mia vita precedente ho avuto qualcosa del genere in casa), un abat jour Ikea. Dei letti a casaccio che appena li tocchi cade qualche doga. “Meno male”, penso, poteva capitami peggio. Ah, il bagno è nel corridoio. Poteva essere una roba tipo ostello, e invece è solo un bagno normale all’italiana con: un cesso, un lavandino, un bidè*** e una doccia. E che c’è di strano, direte voi? Bè, niente, se non fosse che le camere al piano sono 4. Due quadruple e due doppie. Siete bravi in matematica?
3) Sala colazione****, 31 dicembre, ore 9:46
Mentre spagnoli e lombardo-veneti si cibano con i pan di stelle e pezzi di panettone che la gentile direzione offre adagiati sul centro tavola ingiallito proveniente da chissà quale secolo, TFM fa il suo ingresso trionfale con un occhio chiuso e l’altro ancora dormiente. Un signore sulla settantina, che poi si scoprirà essere il marito della proprietaria, anzi si scoprirà che lei è la moglie di lui, il che fa di lui a tutti gli effetti l’effettivo e allitterato proprietario, e da qui discende anche la sua definitiva e acclarata spocchia tracotante che gli farà dire: Questo governo Prodi ha rovinato tutto! E poi: Berlusconi è stato partorito dai comunisti! E ancora: Tutti i comunisti prima erano fascisti! Affermazioni che io non oso contestare, -chi sono io per contestare un vecchietto che ha vissuto le guerre?-, insomma lui-proprio-lui si alza dal divano e dalla tv, gli si para innanzi e gli fa:
“Buongiorno TFM! Dove sono gli altri?”
“Gli altri?” chiede TFM vagamente perplesso.
“Certo! Gli altri!”
Passano quei trentasette secondi di silenzio tombale, alla fine dei quali TFM capisce: il simpaticissimo anzianotti sta parlando di Lost. Al che TFM, contento per l’accoglienza –e invece di chiedersi come diavolo abbia scoperto la sua Lost-addiction- rimane al gioco e ammiccando fa:
“Ah, sta parlando degli ALTRI. Stanno in fondo alla botola!” e si tuffa sul tavolo a fare colazione, mentre l’anziano piùcheincredulo torna alla tv: Italia-Francia finale dei mondiali, replica su Sky. Il tempo di fare colazione, e l’anziano già dorme. Sono le 10:17 a.m. del 31 dicembre. Evidentemente vuole portarsi avanti per le pazzie di stanotte.
4) Strade di Firenze, 31 dicembre ore 23:57.
Dopo aver atteso 49 minuti in albergo per una banalissima minzione e dopo un bel cenino di capodanno a base di crostini toscani, antipasti toscani, vino toscano, crespelle toscane, maialino toscano, patate toscane, cantuccini toscani, cafè toscano e conto toscano, sono ora in giro pronto alla mezzanotte. Mentre cerco di schivare quelle trecento-quattrocento bombe-carta che i simpaticissimi fiorentini amano lanciare addosso alla cittadinanza –deve essere una specie di buon augurio, scemo io a non averle notate- saltando a piè pari su pozzanghere e coppie sbaciucchiantesi, sto per lamentarmi: Ma insomma, non c’è manco un cazzo di conto alla rovescia in questa Piazza della Repubblica! Quand’all’improvviso penso all’anno scorso e al mortorio pre-suicidio di massa degli Champs Elisèè, e mi dico: “Relativizza! E vedi come il mondo ti apparirà migliore!”. Sto per relativizzare, mentre accanto a me migliaia di persone che urlano senza motivo –chi se ne frega del Capodanno!- ma penso alle crespelle che mi si stanno riproponendo su e giù per l’esofago. Mi guardo attorno, i tappi delle bottiglie cominciano a saltare, uno raggiunge in piena fronte un tipo da dieci metri di distanza. Stramazza al suolo! E’ mezzanotte! E così relativizziamo, rovesciando bottiglie di champagne addosso a donne impellicciate – qualcuno potrebbe vederci qualcosa di perverso, e infatti è così!- e non c’è nemmeno il tempo di urlare contro il cielo che l’enorme massa di gente accalcata –ne faccio parte anche io- arretra di fronte alla carica di forze sconosciute. Sembra di stare in un qualsiasi corteo -siamo o non siamo a Piazza della Repubblica? E comunque, a morte la globalizzazione!-, e invece è solo un tipo ubriaco che barcolla e che chiede un centesimo:“Il primo centesimo del 2007!” (dice proprio così, questo cafone). E non resta che scemare, mentre la pioggia finefine continua a cadere, con grani e perline, in perfetto stile Notte bianca, e mentre gli sciami si incontrano e brindano con bottiglie vuote, una ragazza minigonna-munita urla a tutt’ugola “siamo tutti là fuoriiiii” e io mi trovo d’improvviso a dover cercare un appiglio, oscillando paurosamente verso terra: “Ma ho capito bene? Per caso quella strapponcella stava intonando proprio la canzone dell’artista che ho in mente?”.
Ebbene sì: la prima canzone del 2007 che le mie già maltrattate orecchie sono costrette a subire altro non è che la prima hit della carriera di Dolcenera, al secolo Emanuela Trane.
Auguri. Detto questo, detto tutto. Ho già capito che sarà un anno di merda, come al solito. Meno male, io odio le novità.
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*In realtà trattasi di ingressino di un appartamento situato al terzo piano di una palazzina centrale, adibito ad uopo (soldi, tanti soldi) ad albergo.
** Idem come sopra
*** Vaschetta bassa di forma allungata, su cui si sta a cavalcioni, per lavarsi le parti intime: fonte Zanichelli, lo dico per gli stranieri –e sono tanti- all’ascolto
**** Salone dell’appartamento di cui sopra, con quadri e ammenicoli memorabiliosi vari
buon anno tesoro!! come al solito mi regali allegria, anche se a tue spese, sorry!! cmq anche il mio 2007 si è presentato presto presto come un bell’anno di mexxx identico a quello appena passato. meno male. una novità avrebbe potuto sconvolgermi… ‘nda’
E invece? Ci sentiamo nei prossimi giorni partenopei…:)
accidenti… eri a capodanno a casetta mia.. se fossi già stata TFMlettrice avrei potuto darti due dritte sul capodanno fiorentino: ovvero la festa a cui ero io in piazza del mercato di S. Ambrogio dove c’era un sacco di gente e c’ero anche io con un diadema in testa e una bottiglia di cubalibre in mano…