E il cd è ancora in quel lettore, cinque tracce e 19 minuti di quel che è stato, una domenica pomeriggio di mezza estate

<– Accade questo. Te la scammini nello scampolo di un quartiere -Bricklane- che sinceramente l’unico posto equiparabile che mi viene in mente è bologna, da qualche parte che ho visto chissà quando (luglio 04, altrochè, tra Orfeotivù e birre all’ora di pranzo), ‘nsomma&quindi incroci gli amici provvisori che ti propongono di tornare indietro, laddove sei già stato, il mercato più antico di londra (se la suonano e se la cantano, since 1885) e “no, grazie, ci vediamo dopo, andiamo a farci un giro”. Tra spiagge finte ricreate in the middle dell’asfalto e catarifrangenti guardiani  di marciapiedi apparentemente pubblici (“NOOOO! It’s private!”) e tra sole e nubi intermittenti si arriva e si torna indietro. Non c’è più niente.
E invece no
. Artisiti di strada, li chiamano così. Un amplificatore e due voci.


Lei,
esile esile, vocino sussurrante. E lui, cappello che lascia liberi giusto gli strumenti, tutti gli strumenti in uno.
Ovvero: bocca e microfono. Stand by me, Billy Jean (chimisàmisàchesà), e altro, tanto altro. Un flauto, che lei usa solo per dare a lui la nota giusta per partire e non fermarsi più. E chi lo ferma, mentre i cd autoprodotti vengono venduti a ritmo incessante da una pagnottella formato miss-da-incontro-di-boxe che fa bene il suo mestiere da p.r. (anche il nostro amico miominipini, incontrato lì per caso, compra il cd, ma la tipa non ha il resto e così, ancestralmente barattando, lui va a comprare due bottiglie d’acqua e un pacchetto di ferrero rocher –proprio così, ferrero rocher!– e se ne torna in prima fila, davanti a noi, appoggiato ad un albero su cui le formiche fanno su e giù), mentre la gente aumenta e aumenta. Le macchine passano in mezzo a questa riunione di gente casualerrima, chi suona il clacson chi si sporge da un taxi per –è qualcosa di magico– trattenere, è un ritmo che sale, sale, sale, sale, piedi che battono per terra, mani per aria, “avete qualche proposta?” e subito parte “po-po-po-po-po-po” ovvero white stripes e il pensiero corre ai mondiali e al circo massimo, ma è un pensiero fugace, per fortuna, siamo solo in tre, gli italiani, e due per giunta emigranti, ce ne fossero di più ce ne accorgeremmo da qualche bandiera nullaspuntante, da qualche “ahò”, ma qui, per buena suerte siamo troppo lerci&sudati, piccadilly non esiste, e il coretto torna subito ai legittimi proprietari e coverari, “vogliamo di più” grida un rubicondo inglese, e il di più arriva, more, more, more, more, sempre più more, un “jamaicano” (“lo sai chi è questo?” mi chiede stewie, “è uno che ti segue mentre cammini, ti improvvisa un rap su due piedi e poi ti chiede qualche spicciolo”) irrompe e fa il suo show (barcollante, le sue dita tengono tra le dita la sola cosa importante al mondo), e more, more, more, more, e un altro che pare uscito da una sitcom americana prende il microfono e non lo molla più,  e more, more, more, more, e uno con un tamburo, more, more, more, e un giapponese à la joaquin cortès si toglie i sandali, si mette i calzini bianchi e i mocassini e comincia a tacchettare su due tavole di legno, e more, more, more, ed è un’orgia di proporzioni bacchiche, ad un certo punto, che non ti chiedi domande inutili, dove quando come e perchè, e ti volti e vedi il nettore urbano impalato da due ore con la ramazza in mano, incrocio il suo sguardo, sorrisi&canzoni, è questo, è adesso, non c’è fine, anche quando la fine arriva, con i titoli di coda e istantanee in dissolvenza, e già torniamo, pronti a leccarci il sale sulla mano e a mettere in bocca uno spicchio di limone, mai così dolce –>

4 Replies to “E il cd è ancora in quel lettore, cinque tracce e 19 minuti di quel che è stato, una domenica pomeriggio di mezza estate”

  1. ….non dimenticare il suono dei nostri tre passi, l’uno accanto all’altro. non dimenticare. J.

  2. Carissima, lo vorrei anche io! Lì per lì mi mancavano quei 7-8 pound di spiccioli. Se lo comprò un amico, il miominipini, poi lo ascoltammo nel soggiorno di sti, e questo cd passò a pino, anzi a giggi, due mondi opposti, e poi l’aereo rombava e io dovevo partire. Insomma hai capito.

    Però ho due registrazioni live fatte con la mia fotocamera digitale. Ora che ci penso potrei farci un bootleg e metterlo su tfm-tube 😉

    p.s. rileggere questo post=sconquasso

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