Charing Cross, adesso
<– La tavola, spacciatami per etiope (‘na gran cagnara culinaria, in realta’) e’ uno sfacelo. Scatta la mezzanotte. Stretto tra la morsa dei due (quasi) unici italiani vengo messo in mezzo. Tanti auguri. Rituali che mancano dall’adolescenza. Peccato che non sia rimasto nemmeno un goccio di birra per brindare. Di offrire, non se ne parla proprio. Uno: ristorante caro (record polverizzato: 24 pound). Due: siamo almeno in venti. Tre: di almeno la meta’ non conosco nemmeno il nome (con l’altra meta’ comunico all’infinito, nel senso dei verbi). Cosi’ ringrazio e basta, capo un po’ chino. Vorrei un’attenzione quell’attimo piu’ partecipe. Ma va bene cosi’, chi si lamenta?
Alex, mio dirimpettaio: spagnolo, eta’ indefinita, lavoro indefinito, fidanzata carina (molto conscia e poco sborona. Mi piace la gente spagnola, in genere), insomma Alex mi fa (in spagnolo): Quanti anni?
Silenzio. Tutti si voltano verso di me. “Centro dell’attenzione” non credo renda bene l’idea. Rispondo, bassa voce: 28.
“Ahhhhhhhhhhhh, old!!!!” Beh, dipende dai punti di vista. Rimango immobile, vorrei schiantargli la pinta vuota in faccia. Scoppio a ridere. Gia’. Old. E chi se ne strafrega.
Spagnoli, inglesi, canadesi con tracce di russia, libanesi (oh yeah, lebanon!!!), siriane, inglesi, israeliani, trevigiani, malesiani (si dice cosi’?), francesi (mancano mai?) con tracce di algeria, altri inglesi (indecisi) con tracce di grecia, siciliani (io). Poi uno dice. Anche se gia’ dopo un minuto, mentre mi tengo alla barra gialla tra le scale e il vomito su un bus, mentre tesco express ancora solletica i reietti, mentre non c’e’ sonno e un “dai, nico, come on, join/joint”, mentre la pizza di mierda calma (altrui) bollori intestinali, mentre io penso (e quando uno pensa, in condizioni di sto tipo, sapete com’e’, no?) e so che ci vorra’ ancora del tempo, e ci vorra’, mentre mi sveglio alle ore cinque (mattino) ancora tutto vestito e mi affaccio in questo tranquillo quartierino popular in qualche punto sulla linea nera verso il basso, dopo elephant, e il chiarore nuvoloso mi chiama e mi vorrebbe fuori, mentre adesso suona “save tonight” di EagleEyeCherry (che fine ha fatto?), e mi alzo, e pago, e di nuovo la’ fuori, assorbito come un kleenex che si inzuppa all’istante, mentre tutto questo, so che, insomma, potrebbe fregarmene niente o tutto. Ma la substantia non cambia.
Sto bene. E la torta a me. –>
buon compleanno!! di nuovo buon compleanno!! e comunque, se può consolarti, stai invecchiando benissimo!!! quando ti ho conosciuto non ti avrei mai dato più di ventisette anni… ;p
un baciooo!!
‘NDA’
Auguri!
Auguri! Eh sì, lì se sei media-borghesia a 28 anni hai laurea, magari master, convivi-sei sposato in una casa che ti stai comprando. Evvabbè. Ps: chi rimane all’Internet di Charing? Attento che quello ricciolino con gli occhialetti capisce l’italiano… Ot
Solo 28?
Ancora picciriddu sei!
Auguri, TFM!
Anche se in ritardo… AUGURI TFM…!!! buona londra… non ti dico che sei young perchè non sarebbe vero… eheheh
Nda: grazie!!! ci voleva il mio compleanno per stanarti su questo blog (cara la mia ex-e-per-qualche-minuto- blogger)!?!!? Cmq anche io quando ti ho conosciuta non ti avrei mai dato più di ventisette anni 😉 Dai che scherzo, lo sai, lo senti?
Felson: thank you so much
Ot: chi se la passa meglio secondo te? l’inglese o TFM? Boh…io di sicuro una casa fissa non la voglio…cmq il ricciolino non c’era, piuttosto una biondina slavata che mi ha detto le parole più affettuose che le venivano: one pound, please.
VV: grazie (soprattutto per il “solo”) 🙂
Col-LA: che ridere…un bacio grande ! A presto!
Un tuffo dove l’acqua è più blu niente di più e molto di più: tutto fa e sia quel che sia.
[..] Donc. Allordunque, vediamo se riesco a scrivere il post che avevo in mente qualche giorno fa. Dopo. Prima un bel giretto per la tangente. Un anno fa, la storia di me stesso. E non solo. Londra. A me piace passare il compleanno all’estero -cioè [..]