Sicilia 2 #: ballerine e buttane

Ci sono gli stereotipi usati come fini e gli stereotipi usati come mezzi. E c’è Emma Dante, regista teatrale palermitana. ‘Mpalermu, Carnezzeria, Mishelle di Sant’Oliva, Vita mia. Finita la trilogia (più o meno, ne mancherebbe uno, ma tant’è) in quel di Roma, TFM può parlare. Grida, di dolore, di libertà. Sono soli, e sono liberi, o vorrebbero esserli. Esseri umani: stanno per arrendersi, forse.

“Era una bella donna la prima ballerina dell’Olympia di Parigi: alta, bionda, con la pelle liscia ca parìa di sita e soprattutto ‘ddà taliata c’avia, ca ti faceva addiventare nicu nicu…”
Alla fine dello spettacolo, una signora tutta borghesia (alta)&solarium si è lamentata con la cassiera (niente di meno): nemmeno una brochure che spiegasse lo spettacolo, dato lo strettissimo dialetto palermitano (anche TFM, a dire il vero, ha avuto qualche difficoltà). “Non si capiva niente!!! Così sono solo soldi buttati!!! Glielo devo dire, a mia figlia, che ha sbagliato a consigliarmi questo spettacolo”. Cara figlia della signora solarium, è TFM che ti scrive. Grazie. Grazie a te, la prossima volta, tua madre andrà altrove, non so dove, ma altrove, e mi basta saperlo. Quanto al dialetto, mi manchi: Mpalermu.

 

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