La vita è tutta un televoto

Uno passa l’adolescenza, la giovinezza, l’università in uno stato di semi-incoscienza, e poi invece si ritrova catapultato nel mondo vero, nel mondo in cui deve sempre e comunque essere il più bello, il più bravo, il più. Chi se ne frega se per pura coincidenza è sempre stato uno dei migliori della vita precedente, adesso quel che conta è essere sempre&comunque il primo, superare la concorrenza di tutta la compagnia di disperati, con ogni mezzo a disposizione, specie sotto la cinta.
Ed ecco che arrivano i colloqui di lavoro (…), colloqui di corsi, colloqui di seminari, colloqui di stage, colloqui di master. “Le faremo sapere”, oppure “Sì, va bene, ti teniamo d’occhio per un paio di settimane e poi chissà…”. E poi ci sono i colloqui quando ti metti a cercar casa. Prendi il tuo bel porta portese e cominci a telefonare su telefonare. Vai a vedere le stanze e pensi che il grosso sia farti piacere i pavimenti incrostati di polvere, o orrende mobilie anni ’50, o convivenze future con gente che fino a cinque minuti nemmeno esisteva e per quanto tu ne possa sapere potrebbe dilettarsi a scuoiare scoiattolini vivi nel cesso di casa. Insomma, te ne stai lì intento a rimirare quella potrebbe diventare la tua futura dimora, immaginando&progettando spostamenti di quel che già c’è o di quel che ti porti dietro da cinque anni, a metà tra la superstizione e la necessità, quando ti rendi conto che:
“Eh lo so, questa stanza piace a tutti”. Per la serie: Ahbbbello, mettiti in fila.
“Sì, anche a me piace molto”
“Facciamo così. Alla fine dei vari appuntamenti sceglierò quello che ritengo più idoneo. Ci sentiamo a metà della settimana prossima, ok?”
E cosa devi rispondere, a quell’ok? di mezza compassione che in alcun modo riesce a placare l’ansia di un’opportunità che potrebbe non tornare?
“Ok”. Sebbene l’istinto mi porti a offrire di più, ad alzare la posta, come in un’asta qualsiasi. “Guarda, io comunque offro di più di qualsiasi altro concorrente.” Già, concorrente, solo qui che i soldi non te li regala la scossa di amadeus. Lo penso ma non lo dico.
“Va bene, comunque in questo momento i papabili siete due, quindi a meno di ulteriori sconvolgimenti…”

2 Replies to “La vita è tutta un televoto”

  1. ciao TFM ho saputo della bella prestazione e volevo farti un in bocca al lupo per la nuova avventura…dopo aver varcato le alpi, adesso anche gli appennini…ma quanto vuoi andare lontano??

    un abbraccio da un collega nomade ciampinese

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