Sanremo 2021 – Le 26 canzoni
Il mio problema con le canzoni di Sanremo quest’anno – ho sempre un problema con le canzoni di Sanremo – è che quest’anno, giuro, non volevo avere nessun problema con le canzoni. Poi però le ho ascoltate. Amiche e amici, ecco a voi pagelle e versioni in prosa.
1 Arisa – Potevi fare di più
Ogni volta che vedo Arisa penso: ma perché l’abbiamo lasciata da sola a fare la COSPLAYER DI UN BARBONCINO in un programma demente o fare la giudice in un altro programma in cui tutti urlano e lei si tappa le orecchie con la faccia di chi vorrebbe essere a casa a mangiare le lasagne fredde direttamente dal frigorifero? Per fortuna ogni tanto si ricorda di essere una cantante. Quest’anno porta la storia di una donna che cerca di attirare l’attenzione dello zito ma lui niente: Non importa se sono vestita o son nuda, se da sopra il divano niente ti schioda. Una ballata con VOCE TREMEBONDA che avrebbe potuto portare una a scelta tra Gigliola Cinquetti, Rosanna Fratello e Flavia Fortunato. Purtroppo siamo lontanissimi dai fasti de La notte. Un punto in più per la pregiata rima incrociata SPINE/MINE/CANE/MANO. Voto: Rosy, apprezziamo lo sforzo della canzone NOMEN OMEN (“Potevi dare di più”) ma per noi è un modesto 4,5
2 Colapesce e Di Martino – Musica leggerissima
Manco il tempo di scendere quelle scale e già il GROOVE della statale PALERMO-SIRACUSA è dentro di noi in un abbraccio che AFFRATELLA i giusti e gli onesti. Voglia di braccio fuori dal finestrino, voglia di essere in prima fila a un concerto a limonare GENTE INDIE A CASO che se nomini i Perturbazione o i Non voglio che Clara gli viene la minchia tanta. Lorenzo e Antonio portano un look un po’ pastello un po’ carta da zucchero con cui incartare i rollò con würstel di Ganci alla CALA (“Colapesce t’à futtisti ‘a spisa!”) e che rende al meglio l’atmosfera Julio Iglesias feat. Aki Kaurismäki. Se fosse un’orchestra a parlare per noi /sarebbe più facile cantarsi un addio: il miglior incipit dai tempi di In questa notte di venerdì/ Perché non dormi perché sei qui. Segue un doppio (quadruplo?) ritornello che ti si pianta nel cervello e se lo porta via lasciandoti come dovremmo essere sempre ma non siamo più: FELICI. Un voto in più al saltello che fa Colapesce, al carré di Dimartino, alla coreografia, alla pattinatrice fucsia, a TUTTO Voto: 8,5
3 Aiello – Ora
Con quei capelli pieni di GEL e chili di CHINCAGLIERIE da quattro soldi, Antonio Aiello da Cosenza ha la faccia di uno che hai già visto da qualche parte (In una darkroom a Berlino? Nel centro commerciale di Corigliano Calabro? A Uomini e donne?) ma soprattutto la voce sgummata di chi sta cercando di farsi notare e ci sta riuscendo, ma non nel senso che vuole lui. Quella notte io e te, sesso e ibuprofene, tredici ore in un letto a festeggiare il mio santo (“San Cazzo?”). Un inno alla gioia, all’amore, al CHEMSEX. D’altronde, chi di noi non si è stordito di analgesici e antipiretici per ENLARGE YOUR PENIS? Peccato per la solita tendenza dei terroni a strafare, perché il colpo di scena Mi ricordavi di lei mi ricordavi di lui apriva autostrade di PERDIZIONE che potevano sorpassare a destra il glam discount di Achille Lauro. Purtroppo citare Calcutta non basta, caro il mio Aiello: Jacquemus e Woodkid hanno occhi solo per Mahmood. Voto: 5, un punto in meno per come pronuncia la parola “stronzo”.
4 Fedez Francesca Michielin – Chiamami per nome
Francesca Michielin ha il raro dono di rendere adorabile qualsiasi cosa, nome, città. Davvero, le posso perdonare tutto: il nastro di HILARY la ginnasta che tiene uniti i due microfoni, un taglio di capelli fatto da qualcuno che le vuole male ma soprattutto questa FISSA INSENSATA per i duetti. C’è gente a cui ho tolto il saluto per molto meno. A proposito di Fedez: ma avete visto che TENERONE tutto emozionato e sudato? Hai voglia a tatuarti dalla testa ai piedi, alla fine i crolli emotivi ce li abbiamo tutti. Ma vorrei dirti non ho paura, vivere un sogno porta fortuna. Il pezzo è molto petaloso, le promesse erano mille mille ma nel cuore sento spille spille BABY TU BABY, ma purtroppo non esplode mai veramente e si accartoccia su se stesso, forse per paura di rivelarsi per quello che è, cioè una canzone mediocre. Voto: 4, però siete graziosissimi.
5 Max Gazzè- Il farmacista
Prima Elio ora Max. Arriva sempre il momento in una relazione in cui non ti guardi più con gli stessi occhi e un giorno prendi il coraggio a quattro mani (ho detto il coraggio!) e ti sfoghi: Max, basta, davvero, forse è giunto il momento di prenderci una pausa di riflessione. Sei bravissimo, hai una penna fantastica ma questa cosa di giocare a cantante mascherato mi ha sfinito. Voto: salto un giro, stavolta non ne voglio sapere niente, lililli, lalalla (maggiore)
6 Noemi – Glicine
La nuova Noemi porta una canzone d’amore infelice come quelle di una volta, quelle che si dice sempre non se ne fanno più e invece purtroppo se ne fanno ancora. Mi dici che/che non funziona più/Siamo soli adesso noi/Sopra a un pianeta blu. Noemi è triste ma ha sempre il sorrisetto birichino di chi dice Oh sentite non ve la prendete con me se mi danno ‘ste lagne da cantare io che ci posso fare? E quando arriva sera/ Mi manca l’atmosfera / non è la primavera /Dentro ti amo e fuori temo/Come glicine di notte. Sfido CHIUNQUE a cantare ‘sta roba senza perdere non dico la dignità ma proprio la fiducia nel genere umano già peraltro ridotta al lumicino. Voto: 5.5 ma solo perché sei tu Noemi
7 Madame – Voce
Madame in realtà si chiama Francesca e ha due difetti imperdonabili: uno ha 19 anni e due è stata cooptata nella setta di Caterina Caselli. Come se non bastasse sale sul palco scalza e con un GUANTO ARGENTATO, chiara provocazione ai nostri sistemi nervosi già compromessi da mesi di vabbè lasciamo perdere siamo qui per cantare le canzoni. Però porta un pezzo scritto da se stessa e da Dardust, il nuovo FRANCO MIGLIACCI della musica italiana. Bastano due note per farci dimenticare di tutto. Dove sei finita amore/come non ci sei più/E ti dico che mi manchi. Testo, ehm, basico, ma con un ritornello killer da cantare piegati in due biasciando parole senza senso come quando ci picchiano sugli stinchi con le parole COPRI e FUOCO. Un punto in più al verso In un bosco di me c’è un rumore assordante. Voto: 7,5, che bello avere 19 anni (IN UN BOSCO DI ME)
8 Måneskin – Zitti e buoni
Ho smesso di guardare X Factor ai tempi dei KYMERA e delle sorelle LALLAI quindi posso essere obiettivo nel giudicare questa gente dai look discutibili. Mi avevano detto grandi cose di questo Damiano ma si presenta acconciato a Barbara Alberti e non credo deponga a suo favore. Nemmeno il tempo di iniziare e le nostre povere orecchie di BOOMER devono sentire due volte la parola SIGA. E poi una GRAGNUOLA di rime discutibili: Signori, attori, coglioni, buoni, spacciatori, fuori, portoni, scalatori. Non vorrei posarla forte, ma mi sembrano fuori dalla storia. Voto: 3, uno in più per la bassista che imita Taylor Swift meglio dell’originale.
9 Ghemon – Momento perfetto
E da oggi il personaggio di Ghemon sarà interpretato da UN’ALTRA PERSONA. Ora voi dovete dirmi come si fa a non voler bene a uno che cambia cappotti, camicie, canottiere e diete come fossero caramelle e si vede che non gliene frega di gente come, boh, mia madre che non lo riconosce mai e ogni volta devo fare i GORGHEGGI al telefono con l’app dell’autotune per farglielo ricordare. Ma quando poi sei senza chiave nel tuo inferno/Ti scopri figlio unico e sei chiuso dall’esterno. Ghemon, la tua voce è musica degli angeli e se la gente ascoltasse di più le tue canzoni si farebbe più all’amore e ci sarebbe meno tristezza nel mondo. Voto: 6,5
10 Coma_Cose – Fiamme negli occhi
A questo punto bisogna dire la frase: “Ehi ZIO, guarda che io ascoltavo i Coma_Cose e andavo già ai loro concerti quando voi stavate ancora nelle grotte”. Bene, espletata la faccenda di chi è più avanti degli altri la questione è: se un TAL DUO arriva a Sanremo deve RIMANERE SE STESSO senza snaturarsi o abbassare un pochetto il livello tipo PLEBAGLIA questo è per voi? Non so, nel dubbio dico che la canzone è graziosa e orecchiabile ma sono pronto a discuterne. Galleggio in una vasca piena di risentimento/ e tu sei il tostapane che ci cade dentro/ Grattugio le tue lacrime / ci salerò la pasta. Ci salerò la pasta. Ok, facciamo che è rimasuglio di postmoderno e non ci pensiamo più. L’esibizione invece è notevole: non essendoci il pubblico Fausto e Francesca fanno l’unica cosa sensata, cioè fottersene della platea e farsi i cazzi loro e giocare a girotondo. Voto: 6.5, il verso Se l’inverno è soltanto un’estate che non ti ha conosciuto ce li proietta due scalini sopra Giovanni Caccamo e Debora Iurato ma due sotto Francesco Boccia e GIADA CALIENDO di Turuturu.
11 Annalisa – Dieci
Quando vedo Annalisa a Sanremo io mi immagino sempre delle serate in cui lei, Chiara Galiazzo, Arisa, Noemi, Anna Tatangelo, Giusy Ferreri e altre a caso si mettono in fila al distributore automatico di canzoni MEDIOCRI per interpreti a cui l’hanno fatta credere. Chissà perché è sempre Annalisa che vince il contest “C’avanza ‘na cosa chi la vuole?” Siamo dentro i ghiacciai /dieci giorni in una notte / dieci bocche sul mio cocktail. NALI scusa di cosa stiamo parlando? Forse non te l’ho mai detto/ forse lo sai già che ho bisogno di quello che ho perso. Ok, ora è tutto chiaro. Ragazz*, questa nenia rischia seriamente di piazzarsi. Annalisa si piazza sempre. Voto: 3,5, ma sono disposto a salire di due punti se qualcuno mi spiega che cazzo vuol dire BACI FRANCESI DELIVERY.
12 Francesco Renga – Quando trovo te
Renga è il cugino che abbiamo tutti, quello che vedi (vedevi?) solo a Natale, che sa tutto di tutto, esperto virologo, epidemiologo, che s’abboffa di insalata russa e intanto ti spiega LA VITA e tu annuisci mentre cerchi con lo sguardo una finestra Oh ti giuro se continua così mi butto di sotto. Questo per dire la simpatia che nutro per Renga. Ma noi siamo GENTE OBIETTIVA che non si lascia influenzare. Questo è il Festival della canzone. E la canzone parla di uno mezzo depresso che piange SEMPRE e si bagnano gli occhi, forse piove /e lo sguardo che segue il tragitto di un cane. Poi niente, Renga dice altre settecento volte la parola SEMPRE ma invece sai che ti dico Francesco? Era meglio Omar Pedrini. Voto: 2, non farò mai pace con la cosa che stavi con Ambra.
13 Fasma – Parlami
Tiberio Fazioli in arte Fasma l’anno scorso partecipò tra i giovani con uno dei due capolavori dell’intero Festival, Per sentirmi vivo, in cui spiccava il verso Perché non scendon lacrime quando scendono a te. L’uso spregiudicato del verbo scendere me lo rese subito affine. L’ultimo ricordo felice del mio 2020 è questo: io, A., F. e i miei nipoti che balliamo sulle note di questa canzone. È passato un anno, ma io sto ancora scendendo lacrime. Come direbbe Fausto dei Coma_Cose, ci salerò la pasta. Il pezzo di quest’anno di Fasma è la naturale prosecuzione dell’altro. Autotune a manetta, sentimenti primari e tanta tantissima FOGA da usare nei doppi allenamenti giornalieri di JUMP SQUAT. Voto: 7+
14 Orietta Berti – Quando ti sei innamorato
Dopo 29 anni torna in gara. Che facevamo 29 anni fa? Guardavamo Sanremo. Era il 1992, conduceva Pippo con Alba, Brigitte, Milly. L’anno di Cavallo Pazzo e Non amarmi di Aleandro Baldi e Francesca Alotta. Non so, dobbiamo aggiungere altro? Orietta porta una canzone dedicata a suo marito Osvaldo: quando mi guardi tu so quello che vorrei. DICCI ORIETTA cos’è che vorresti, eh? EH? Un pezzo diciamo nello spirito del tempo, uno spirito del tempo che la prende larga, dal 1952 con CARLA BONI e arriva fino a Brunetta e alla Gelmini. Che bel paese l’Italia, davvero. A volte penso che vorrei tornare a viverci, ma poi penso a Orietta Berti inseguita dal Commissario Basettoni sulla Imperia-Savona e mi passa la voglia. Voto: Orietta, mia nonna sarebbe fiera di te, vieni qua, abbracciamoci mentre ti do 1.
15 Bugo – E invece sì
“L’eroe per caso della scorsa edizione” si ripresenta con un pezzo che dimostra come tutto sommato abbia superato LA COSA della maleducazione e della brutta figura: voglio immaginarmi che non ho sbagliato, e che il paradiso è il mio supermercato. Qualcuno a caso di nome Morgan è a casa a SCHIUMARE BILE e a fare story su instagram in comic sans. Ragazz*, questa sfida a colpi di sfiga non finirà mai. Peccato, Sincero era bellissima. Comunque, dobbiamo proprio parlare di questo pezzo? Va bene: Battisti, Vasco, Celentano, Ringo Starr, che noia. Christian, davvero, mi spiace tantissimo, ma piuttosto che ascoltare una seconda volta questa canzone, faccio una colletta per pagare l’affitto a Morgan. Voto: 3
16 Gaia – Cuore amaro
Ennesima esponente della corrente musicale GENTE SCAPPATA DI CASA SENZA UN COGNOME, Gaia riempie con armonica fluidità due caselle in una: la tassa “quella conduttrice che tutti amate e io dopo 30 anni non ho ancora capito perché” e la tassa Saudade Brasile che è ormai il nuovo must della tv italiana (“Alfonso, nomino ISTEFANIA”). Io non vedo il denaro/ ma il mio cuore amaro/ ora ci vedo chiaro/ ora ci vedo chiaro. Sarebbe bello sapere a cosa si riferisca la nostra eroina ma forse è meglio di no. Una cosa però la sappiamo: questo pezzo avrebbe potuto tranquillamente cantarlo Elettra Lamborghini non dico PEGGIO ma di sicuro con più FUEGO NELLA SANGRE mentre twerkava con Albano Carrisi e Antonella Clerici prima di essere censurata da Salini per paura di ritorsioni di, boh, vai a sapere. Tornando a Gaia, voto: 4, peccato però, nell’universo parallelo forse il voto è più alto
17 Lo stato sociale – Combat pop
E a proposito di gente con nomi discutibili. A Sanremo arriva finalmente la SATIRA, e lo dobbiamo a BEBO, LODO, ALBY, CHECCO e CAROTA (oh, non guardate me, si chiamano così). Che senso ha vestirsi da rockstar/ fare canzoni pop per vendere pubblicità/ che bravo cantautore con tutto questo dolore. Va bene, ne riparliamo quando vi chiamano per la pubblicità della Summer Card di OMNITEL. Comunque il gioco di gambe e l’outfit di ALBY non sono niente male, ma non ci facciamo influenzare, siamo gente seria noi. Voto: se ci fosse solo il ritornello sarebbe addirittura un 6,5 ma siccome c’è anche tutto il resto dal colino rimane un grigio 5-
18 La rappresentante di lista – Amare
Manco il tempo di scendere quelle scale e un’ondata di FUCSIA ci acceca come fossimo a Terrasini un giorno non dico di agosto ma proprio di ora, adesso, per sempre. Dario Mangiaracina e Veronica Lucchesi portano un concept-moment che sul lungomare di Tel Aviv ci stanno già copiando ma in peggio. Apro gli occhi e vedo l’universo tra la gente che non crede che sognarlo era diverso. Percussioni, tamburelli, chitarre, pianoforti: se questa roba l’avesse portata Alessandra Amoroso, avremmo sputato veleno. Ma siccome siamo gente in MALAFEDE la stiamo già ballando come i PAZZI assieme alla pattinatrice di Colapesce e Di Martino e ad altri km di tessuto FLUO che avanzavano dal Pride del 1981. E comunque no, in questo entusiasmo illogico non c’entra che questo disco è stato concepito in un convento di Suore in provincia di Palermo. Voto: Dalla mia testa parte/E alla mia testa ritorna/Una canzone che sommerge i miei occhi, Dario e Veronica il mio è amore vero: 8
19 Malika Ayane – Mi piace così
Come con le gag di Fiorello su ANULO e MINULO (“Stai ridendo?” “LO SO LO SO”) io con tutte le mie forze vorrei poter dire peste e corna di Malika ma non ce la faccio mai. Poi però finisce la canzone torno in ME STESSO e dico: ma che è sta roba? Pacifico, seriamente fai? Forse c’è una possibilità che desideri/ e puoi scegliere ti fa muovere/ senza spingere e ti piace sì, ti piace così e ti piace com’è. Oh, questa canzone è completamente senza senso. A meno che non sia una richiesta di aiuto di Malika per essere dissequestrata dalla setta di Caterina Caselli. Tipo Britney che fa i balletti su tik tok con gli indizi nascosti contro suo padre che la tiene nello scantinato e NOI MUTI. È ora che ti vedi com’era non sarà/ ci pensi e ti piace com’è/ lo senti che tremi a che serve resistere/ ti desideri e vuoi scegliere cosa muovere quando SPINGERE. Malika MA SPINGERE COSA? Voto: oh sentite io ci ho provato, 3
(Interrompiamo le trasmissioni per guardare per UN PAIO D’ORE i mash-up di Elodie) (Sul serio, ma di che cazzo stiamo parlando?)
20 Ermal Meta – Un milione di cose da dirti
Non pago di aver già vinto il Festival, Ermal Meta si ripresenta con la spocchia e la giacca piena di brillantini farlocchi di chi sa che la gente è così FESSA da farlo vincere un’altra volta. La canzone parla di due persone che si amano, o si amavano, o si ameranno. Ci sfioriamo delicatamente per capirci un po’ di più/ siamo come due stelle scampate al mattino. Ok. Avrai il mio cuore a sonagli per i tuoi occhi a fanale. L’ERMETISMO METIANO prosegue con una ripetizione modulare delle stesse frasi una cinquantina di volte. Seguendo l’esempio delle post-democrazie occidentali ha capito che se ripeti ossessivamente la stessa minchiata milioni di volte alla fine diventa vera. Tu diventi più bella ad ogni tuo respiro e mi allunghi la vita inconsapevolmente. E se invece te la voleva allungare di proposito che faceva? Voto: 2 Meta, avrei un milione di cose da dirti ma non ne dico nessuna sennò mi arrestano.
21 Extraliscio feat. Davide Toffolo – Bianca luce nera
Editrice, regista di documentari, discografica, autrice di canzoni sanremesi. Elisabetta Sgarbi è inarrestabile. Ogni volta che pensi di averla inquadrata lei ti sorprende sempre. Poteva sorprenderci ancora di più, per esempio salendo sul palco con questa gente. Ma non disperiamo, diamo tempo al tempo. Ehi, ma perché stiamo parlando di Elisabetta Sgarbi? Perché a quanto pare l’idea di questa COSA è sua. Detto questo: ragazz*, malgrado io sia piemontese di nascita, non sono mai andato in una balera, l’unico Nord-Est di cui mi frega qualcosa era Elisa Toffoli nel 1997 e La porta rossa con Lino Guanciale e Gabriella Pession nel 2017. Voto: 5, il pezzo si ascolta con una piacevolezza di cui mi sono già pentito ma voi finitela di fingere che siete esperti di balera, dai su
22 Random – Torno a te
L’unica cosa che so di questo Emanuele Caso in arte, ehm, Random è che ha partecipato a un discutibile programma televisivo con Pamela Camassa e Ciro Ferrara. Potremmo anche finirla qua, ma prima una domanda. Ema, sei un patatone ma hai mai pensato di cambiare mestiere? No perché per fare il cantante bisogna, sai, saper cantare. E magari non usare frasi random a cazzo. Quando giri intorno a me/ torno a te torno a te torno a te. Voto: credo che l’ambito premio dello zero con lo stoppino di quest’anno sia tutto tuo, e ringrazia che non dico niente del tuo dolcevita blu con il crocifisso.
23 Fulminacci – Santa Marinella
A quanto pare quando si nomina Fulminacci bisogna anche nominare De Gregori. Effettivamente se chiudi gli occhi e riesci a far zittire Insinna e Balivo, sotto la maschera del giovane cantautore coi baffetti c’è proprio un pezzo di Roma, che è una città di mare e io sto già scendendo lacrime. Davvero, sto facendo il cinico ma questo pezzo mi getta a terra come una mappina. Voglio solo diventare deficiente e farmi male/Voglio che mi guardi e mi dici che domani è tutto a posto. La struggenza ha un nome d’arte discutibile, più o meno come il verso La mia città è un presepe in mezzo alle montagne/Bianche ed ostinate come vecchie cagne. Voto: 7, senza il na na na forse era anche sul mio podio
24 Willie Peyote – Mai dire mai (la locura)
Dirige l’orchestra il maestro BESTONZO, canta Willie Peyote cioè Gugliemo Bruno. Incipit paraculo per pigliarsi il blocco di Boris feat. Propaganda Live, Diego Bianchi e Paolo Celata. Testo ricchissimo di citazioni, riesce nella rara impresa di nominare Morgan, il twerk, il patriarcato, il LOL, l’hype e una svarionata di neologismi che manda definitivamente in tilt la fascia d’età ASTRAZENECA. Menzione per la tripla rima incrociata tacco punta Sit-com/It-pop/Tik-Tok. Come direbbe Alessandro Cattelan parlandone da conduttore di TRL, pezzo impattante a primo ascolto. Dopo però può solo peggiorare. Voto: 6
25 Gio Evan – Arnica
Mi ero ripromesso di non cedere alla cosa FACILE FACILE di mettere nella stessa frase Giò Evan, Elisa Isoardi e quello con la panza di fuori che voleva i pieni poteri. Vabbè, ci siamo tolti il dente, ora possiamo parlare di Giovanni Giancaspro (ho capito perché ha scelto il nome d’arte di un’acqua minerale). Non che ci sia molto da dire. Più che altro due punti interrogativi: 1) Perché vestirsi da animatore VALTUR con problemi di accettazione della propria età adulta quando porti una canzone di angustia coi regali di Natale, lo sguardo di mia madre, le prime cicatrici, gli amori mai finiti, le corse lungomare?; 2) Quindi se sei di Molfetta devi avere i capelli come Giò Evan e Caparezza? In attesa delle risposte di cui peraltro non ce ne frega un cazzo il voto è: 2
26 Irama – La genesi del tuo colore
Il ragazzo con gli orecchini di piuma ama cambiare e stupire restando sempre se stesso, cioè insopportabile. Alle prove generali si presenta con un look mezzo Massimo Di Cataldo mezzo Grignani prima di tutti i casini che entrambi hanno avuto con la VITA. Partono le prime note e Alessio Bernabei, l’ex cantante dei Dear Jack prova subito a farla finita dando testate di invidia alla televisione. Nel frattempo Irama ci scaraventa addosso una SMITRAGLIATA di futuri senza senso: smetterai canterai perderai andrai piangerai ballerai. Ragazz*, preferirei staccarmi un braccio pur di NON dire che questa canzone è una bomba e la balleremo quest’estate alle feste clandestine tra Castellammare del Golfo e Alcamo Marina. Se vuoi una mano per sbarrare la strada a Ermal Meta, Filippo Irama conta pure su di me. Voto: 7 e emoticon della scimmietta che si copre gli occhi.
E anche per quest’anno è tutto. Viva Palermo, viva Santa Rosalia.
Quest’anno, per la prima volta in tanti anni, non ho voluto saperne niente di Sanremo, proprio niente. Eppure non vedevo l’ora di questo appuntamento con i tuoi problemi con le canzoni di Sanremo.. e ho scoperto che è ancora più bello leggerti senza avere la minima idea di cosa parli!
Simpaticissima! Non mi trovo d’ accordo su due o tre cose ma complimenti!
Ps:bella Elodie, ma meshup senza senso, ok!!!