I predicozzi di Ray Donovan

RayDonovan

 

 

Ci sono tanti motivi per iniziare a seguire una serie tv tutta nuova. L’autrice, Ann Bidermann (Southland); il cast (Liev Schreiber e Jon Voight nei ruoli principali, più, in ordine di guest, Elliott Gould e Johnathon Schaech, fantasmi sessuati da un vecchio paesaggio fatto di Robert Altman, Ross&Monica e Gregg Araki); gli ascolti record (secondo episodio in crescita rispetto al pilot, cose mai viste laggiù); la sensazione nell’aria che questa serie ti darà grandi soddisfazioni un WTF tira l’altro. E poi il network. Showtime.

 

La domanda, a pochi secondi dal pigiare play, è semplice: riuscirà Showtime a intrattenerci come al solito con il suo rinomato standard di, ehm, fioretto?  Spoiler: sì. L’audience malata ringrazia.

 

Ray Donovan il pitch (faccendieri a Los Angeles, star, starlette e star al cazzo +  famiglia di gente più o meno disturbata) è un impasto di déjà visto (persino cinque minuti fa, Shondona saluta e passa alla bambola woodoo);  il tono generale è tenuto in piedi da una facilissima satira sociale che vira come niente verso la predica e la bonifica moralista dell’umanità (non si fa, non si fa); ma soprattutto, la spericolata spensieratezza con cui vengono trattati certi temi (bicchiere mezzo pieno: finalmente qualcuno che osa, bicchiere tutto vuoto: most STO SCUOTENDO LA TESTA ever)  e personaggi che già al ventesimo minuto mostrano segni di cedimento motivazionale (l’arco narrativo dell’ubriaco), manco fossimo alla settima stagione raschiata con le unghie della disperazione. Finora, pregi e difetti di tutte le serie proiettate all’indietro, verso un passato che prima o poi andrà raccontato. O spiegato.

 

E allora? E allora poi succedono cose divertenti, alcune volute, altre meno (Le Sequenze Oniriche Io Dico Basta Alle Sequenze Oniriche Per Giunta Facenti Funzioni di Spiegoni Che Non Volevamo: Marilyn Ma Veramente Fai?) ma che permettono a Ray Donovan, in due soli episodi tic-tac, di entrare di prepotenza in quella speciale classifica di “Ambisco all’ambizione ma poi mi risveglio con un pugno di trash in mano”.

 

Da cui: alcune bufferie che succedono nei primi due episodi della prima stagione di Ray Donovan (astenersi impressionabili, qua veramente succedono cose che quel gran moralista che è in ognuno di noi è DAVVERO messo a dura prova).

 

 

Liv + Jon Padri e figli

 

 

Mickey (Jon Voight) esce di galera e per prima cosa va da un prete, gli ficca una pistola in bocca e gli dice: Che te ne pare, succhiacazzi? Ti piace? E gli spara. Siamo a 2’17” e tutto va bene. Scena successiva. Un uomo si sveglia in una camera d’albergo. Accanto a lui, nel letto, una donna. Nuda. E morta. Overdose. L’uomo, preso dal panico, chiama Ray Donovan (Liev Schreiber) che, come dice il titolo del telefilm, è il protagonista. Ray è uno spicciafaccende. Ma non faccende normali, no. Faccende tipo questa, in cui il tizio che chiama Ray è impanicato perché 1) la tipa è morta e lui non c’ha nemmeno scopato e 2) ha il cazzo tutto sporco di sangue. Aiutami Ray!

 

Siamo a 5’33” del pilot e ancora non abbiamo visto niente.

 

Tipo che Ray, per tirare fuori dagli impicci l’uomo dal cazzo tutto sporco di sangue della tipa morta di overdose, lo incrocia con l’altra brillante storiella di questo primo scorcio. E cioè: Tommy, “un attore che ha un film eterosessuale dal grosso budget in uscita nel weekend”, si è fatto beccare a rimorchiare un travestito sul Sunset Boulevard. Non si fa non si fa. E allora a Ray gli si accende una lampadina, mentre è al telefono col capo dell’agenzia: fai venire Tommy in ufficio, prenderemo due piccioni con una fava. La fava, soprattutto.

 

Insomma, Ray porta Tommy nella stessa d’albergo dove la tipa morta è ancora là a prender umidità. Fa chiamare TMZ e fa circolare la voce che Tommy era a letto con la tipa. Succhi un cazzo una volta, e rimani un succhiacazzi a vita. Ti beccano con una ragazza morta, ammetti la tua tossicodipendenza, vai in comunità, e sei a posto (satira sociale! satira sociale!). Ma prima, un aggiustamento per la recita. Lo spicciafaccende di Ray va da Tommy e gli dà un poco di sangue della ragazza morta e un pennello: Spalmatelo sul pisello. Lei è morta d’overdose e ti ha sporcato il pisello, ok? E riportami il contenitore!

 

 Yoga Dice Ray Donovan che yoga sul balcone non si fa, non si fa

 

 

Ma per Ray i cazzi, è il caso di dirlo, non finiscono mai. Un altro cliente lo contatta perché vuole tenere sotto controllo la sua amante, una biondina tutto pepe. Vuole sapere se lei scopa con altri. Bon. Ray va a trovare la ragazza e la trova che fa yoga sul balcone, mentre un tipo la spia da tipo un metro facendosi una sega.  Non si fa non si fa!  Ray va a trovare la tipa, ah ma sei tu!, tensione sessuale a palla, si saltano addosso ma lei, proprio in quel momento,

 

HA UNA CRISI EPILETTICA

 

A Ray, come biasimarlo, gli passa la voglia, ma non quella di fare le prediche come Don Matteo: stai attenta al tuo stalker e non fare yoga in veranda mi raccomando che non si fa non si fa. Poi Ray va a casa dello stalker e invece di prenderlo a mazzate con la mazza di baseball sceglie l’avvertimento morbido: lo mette dentro una vasca da bagno con della VERNICE VERDE INDELEBILE. Così se ti avvicini ancora a lei ti si noterà facilmente quindi non farlo ok? Questa appassionante linea continua così: la biondina si trasforma a sua volta in stalker di Ray facendosi trovare a casa della moglie con cui ha stretto amicizia al corso di yoga (“Me  l’hai detto tu di non farlo in veranda!”), poi Ray accompagna la biondina a casa e, nel tragitto verso casa, OVVIAMENTE, lei gli fa un pompino mentre lui si gode la vista di tutta Los Angeles (chiamalo scemo). Infine, lo stalker di verde dipinto si ripresenta e stavolta Ray sceglie le brutte maniere: LE MAZZATE IN TESTA.

 

StalDice Ray Donovan che lo stalker non si fa, non si fa

 

 

Ma il vero problema di Ray è la sua famiglia. La moglie, che è perspicace, crede che lui scopi con la biondina (“Ma no, cara, non è come pensi, era solo un pompino!”) e lo odia da morire. Ma dopo cinque minuti non più e dopo altri cinque minuti lo caccia di casa. I figli boh, uno è minorenne e si fa fare il filo dall’attore  combinapasticci, l’altra va già al ginnasio ma fa ancora gli alberi genealogici con la colla vinavil come compiti a casa. Poi, in ordine di apparizione: un fratello che da piccolo ha subito sevizie sessuali e ancora non ne è uscito, un altro affetto dal morbo di Parkinson, una sorella morta suicida e poi a metà episodio, colpo di scena: AH, HAI ANCHE UN FRATELLASTRO NERO. E il padre, Mickey, il criminale incallito che a inizio episodio spara in bocca a un prete, poi balla un buffo ballo in un motel con una buttana, sull’aereo SPIZZA con la bava alla bocca una donna che sta allattando una povera creatura e infine si mette a pippare coca con uno dei suoi figli (il primo che si lamenta che la sua famiglia è pazza lo piglio a manate).

 

 

Jon La danza dell’anca dislocata di Jon Voight

 

 

Povero Ray,  tutto questo stress no, lui non se lo merita.  Eccolo ora sdraiato sul letto, e all’improviso un quadro con l’immagine di MARILYN MONROE si METTE A PARLARE: Fuck me Ray! Save me Ray! E via di sequenza onirica in cui vengono evocati: il corpo di Cristo, sevizie, suicidi e QUALSIASI ALTRA COSA LUTTUOSA.

 

No, questa gente non sta bene e quando dico questa gente penso alla duttilità superfurba di Ann Biderman che, appena messo piede negli studi Showtime, deve subito capito che bisognava adeguarsi al contesto. Ecco quindi che il secondo episodio si intitola A mouth is a mouth, e qualsiasi cosa voi stiate pensando possa significare UNA BOCCA E’ UNA BOCCA, beh avete fatto centro.

 

Una cosa Ray aveva detto a sua moglie: tieni lontano mio padre dai miei figli. E infatti eccoli qua, il caro nonnetto, la nuora che compra lingerie e mentre guida si rivolge con affetto a suo figlio: Sei un piccolo PEZZO DI MERDA. Ma basta perdere tempo, eccoci giunti alla rubrica

 

LE LEZIONI DI VITA DI JON VOIGHT

 

Caro nipote, Ho conosciuto dei froci rispettabili in prigione. Bravi ragazzi, tipi duri. Ascolta, se uno dei tuoi amichetti… vuole farti una pompa… va bene. In bocca è una cosa, ma non fartelo mettere mai nel culo. E’ così che ci si ammala. Il nipote, invece di protestare gentilmente (NONNO MA CHE CAZZO DICI), si allaccia una scarpa al negozio di scarpe, e, con gli occhi lucidi a commozione: Grazie nonno, i tuoi consigli mi saranno molto preziosi, penso già a partire dai prossimi episodi.

 

RicattoDice Ray Donovan che ricatto non si fa, non si fa

 

Intanto il povero Ray è alle prese con una situazione scottante. L’attore del pilot, Tommy, è ricattato da una transessuale non operata a cui Tommy ha fatto, ahem, un servizietto (“A mouth is a mouth”) e che ora lo ricatta perché vuole un milione di dollari sennò dice tutto a, boh, Perez Hilton. Ray la incontra, la rassicura, ma poi piomba a casa sua, la IMPICCICA al muro e, dopo aver requisito pc e smartphone (Ray, ma non lo sai che oggigiorno ci sono ormai le cloud?), la avverte: RICATTO BRUTTO NON SI FA NON SI FA, hai capito? Se lo fai ancora ti vengo a trovare a casa e te la faccio io l’operazione, a colpi di tronchesi e senza anestesia! Poi però il nostro Ray, che è buono, si fa dare, boh, dei milioni di dollari dal primo che passava e li fa recapitare alla transessuale dalla sua collega lesbica (GENIO! GENIO!) (Grazie Ray!).

 

Mentre il fratello con il morbo di Parkinson si fa rimorchiare, senza peraltro rendersene conto (oltre che malato è anche FESSO) dalla mai troppo rimpianta dottoressa Erica Hahn (“Ma che bei tricipiti”), e mentre il fratellastro nero viene aggredito a colpi di SPILLATRICE sul  petto, Ray scopre che suo padre ha portato i suoi figli alle giostre e reagisce sobriamente: ORA LO MUORO. Ma all’ultimo viene fermato dal suo braccio destro, quello del pennello sul pisello: Ray, ma si può sapere che cazzo t’avrà mai fatto tuo padre?

 

Eh, chissà.

 

8 Replies to “I predicozzi di Ray Donovan”

  1. quando le puntate a venire risponderanno all’ultima domanda, decretando la fine della serie, tu ci racconterai tutto
    grazie e ciao

  2. Babba bia. Quanto gli diamo?
    O non dobbiamo sbilanciarci perché poi tra 10 anni quando questa serie avrà sbriciolato tutti i record di Lost e il curriculum delle scuole medie di tutto il mondo ne includerà la visione completa qualcuno scoverà questo post e relativi commenti e ci useranno per produrre soylent green?

  3. *Clem: no no, possiamo sbilanciarsi tranquillamente. Non credo proprio che questa serie rimarrà nei sussidiari (ci ritroviamo qua tra dieci anni)

  4. Ma se proprio spicciafaccende deve essere, non è meglio Olivia Pope con i suoi vestiti bianchi e le sue elezioni truccate?

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