In cui parto da Smash e da quella gattamorta di Katharine McPhee e arrivo fino a Louie

INTRO (se vuoi subito la recensione di Smash, passa direttamente al punto 1, se vuoi sapere cosa penso di Katharine McPhee vai al punto 2, se sei curioso di capire che ci fanno Smash e Louie nella stessa frase vai al punto 3, altrimenti comincia pure dall’inizio, magari ci sono cose che possono interessarti)

 

Ieri sera ha debuttato su TF1, in prima serata, la serie Smash. TF1 è il primo network di Francia. È privato (come Canale 5), è leader incontrastato (non come Canale 5), potendo approfittare, tra le altre cose, della mancanza di pubblicità in prime time del suo competitor, France 2 (come Raiuno ha il canone, ma non basta: grazie Sarkozy, ciao Sarkozy).
TF1 dedica diverse serate settimanali alle serie americane. Nello specifico: CSI, House e Grey’s Anatomy, capaci di raggiungere come niente i 7 milioni e il 25% (House ne fa anche 8, quasi quanto l’originale). E siccome qui si deve sempre discutere su tutto, uno dei dibattiti che torna ciclicamente è: va bene, ingrassatevi con le serie d’importazione, ma quando finiscono poi che fate? (Sottotesto: bisogna investire nelle fiction francesi di lunga serialità che mi creano economia).
D’estate la tv francese non chiude (forse perché l’estate non esiste?). Intrattenimento hard (Secret Story, il più o meno omologo del Grande Fratello, è il titolo di punta estivo e va in onda in seconda serata: Oh La Vache!) e altre serie americane (tanto, non finiscono mai). Nello specifico, esperimenti, nello specifico NBC. L’anno scorso TF1 ci provò con Parenthood (FAIL), quest’anno ci ritenta con Smash, appiccicandogli un sottotitolo dei loro: Il était une fois Marilyn (anche io, come un mio contatto su twitter, sono uno di quelli che ogni volta deve googlare il nome Marilyn per ricordarsi se la prima i è una i o una y, non è bello). Risultato: nemmeno 2, 7 milioni e il 10,8%. Disastro. Anzi: Flop. La verità è che tira più un pelo di procedurale che Marilyn Monroe. Morte al pubblico generalista. Ma parliamo di SMASH.

 

 

1. LA RECENSIONE DI SMASH

 

Se io fossi responsabile della fiction di qualsiasi network grande piccolo o lottizzato, farei due cose: 1 assumerei con un contratto a tempo indeterminato Ogni Autore Precario Che Abbia Dimostrato Del Valore e 2 Rifiuterei ogni pitch soggetto progetto cartellina che preveda le parole SORRISI CANZONI E MUSICAL. I musical, per dirla alla francese, fanno schifo al cazzo. Fosse stato per me, Smash non avrebbe mai visto la luce, non in quanto Smash, ma in quanto musical proprio. IO LA GENTE CHE STA PARLANDO E DAL NULLA INIZIA A CANTARE IN MEZZO ALLA STRADA NAPALM.

 

Ma avrei sbagliato (non sarò mai un buon direttore della fiction). Smash mette in scena la Costruzione Di Uno Spettacolo Di Broadway (non ditelo a Paolo Limiti!) sulla Vita e La Morte di Marilyn Monroe. Ci sono gli autori, i produttori, il regista, i ballerini, la protagonista. O le protagoniste. E poi le le canzoni, un sacco di canzoni (e i balletti! che palle i balletti!).

 

Smash è però, prima di tutto, un racconto che rispetta i canoni di genere. In un momento in cui la cifra delle serie generaliste sembra essere la Sanfasò e l’unico schema ‘Palla lunga in avanti e poi vediamo che succede’, Smash ha il merito di una scrittura molto attenta che tiene assieme plot e subplot, temi e accadimenti, primo grado e secondo grado: tutto procede nella stessa direzione, restituendo coerenza e compatezza. Emblematico il decimo episodio della serie, Understudy, in cui il tema della Sostituzione viene declinato in ogni ordine di posto, illudendo quasi lo spettatore di aver ben speso gli ultimi quaranta minuti della propria futile esistenza. Smash alla fin fine è una favola, e come tutte le favole è di una prevedibilità narcotizzante. Ma dipende dalla predisposizione alla visione: sapere che ci sarà l’eroina ingenua e sprovveduta, la strega cattiva, gli aiutanti e gli oppositori, ecco, può aiutare a lenire gli spasmi per gli eccessi musicali (se non si è fan del genere) o per le soluzioni facili reiterate all’infinito (personaggi che origliano e fanno scivolare il plot come piattini di sushi sul nastro trasportatore, fino in bocca al pubblico). Il vero problema di Smash, che lo inchioda al 6 politico al massimo 6+, è un problema vecchio come mio nonno in carriola: 15 episodi, per un racconto del genere, sono troppi. Va bene stretchare le dinamiche, le interazioni e gli avanti e indietro, ma se non sapete come inzeppare 4 mesi di programmazione, sono due le cose: o vi fate venire qualche altra idea, oppure seguite il vecchio adagio MENO È MEGLIO. Ma questo è un discorso su cose che non ci riguardano, e che comunque ci porterebbe lontano.

 

2. THE GATTAMORTA

 

Una serie che cicca completamente la propria protagonista, che serie è? Sto parlando di Katharine McPhee. Già seconda in American Idol 5, già madrina di MALARIA NO MORE, Katharine McPhee sta alla recitazione come il personaggio da lei interpretato, Karen Cartwright, sta allo spessore. Quando si dice Il Direttamente Proporzionale. Katharine McPhee è la noia fatta a labbrino, è l’irritazione di quello sguardo da cucciolo abbandonato, è Marilyn Monroe in un mondo in cui Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo sono i nuovi consiglieri d’amministrazione della Rai. (Katharine McPhee, non che si possa cavare chissà quale ragno dal buco, ma ti consigliamo uno stage intensivo da Patrick Rossi Gastaldi. Tanto, peggio di così). Ma per una che si diletta allo sbaraglio, c’è sempre qualcosa di buono a compensare. Debra Messing, che praticamente fa Grace ma ha talmente tanti punti simpatia a credito che ça va. Jack Davenport (il regista fimminaro) molto bravo a non far pensare allo scienziato Lloyd, l’ottuso personaggio che gli avevano affibbiato in Flashforward. E poi le Star. Anjelica Houston e Uma Thurman. Se il titolo di questo post fosse stato I LOL DI SMASH, avremmo avuto 1) Anjelica Houston che parla spagnolo e 2) Uma Thurman che esce dalla serie per una reazione allergica alle NOCCIOLINE (ma poi, non avendo trovato il terzo LoL, ho lasciato perdere). E comunque, Anjelica Houston è davvero buffa e Uma Thurman ha davvero fatto una fine ingloriosa.

 

3. FROM MEGAN HILTY TO LOUIE

 

Megan Hilty, la diciamo vera Marilyn di Smash, suscita sentimenti contrastanti. Terza o quarta fila dello showbiz televisivo (il picco della sua carriera finora era un recurring in Melissa&Joey, no dico, Melissa&Joey!, Abc Family!). C’è che dice che sia una cagna a recitare, c’è chi invece ne decanta la straordinaria capacità di interpretare una versione drammatica di se stessa: una numero mille che diventa, per una notte, la Numero Uno. E in effetti, a volte sembra una Marilyn perfetta, altre volte capisci che forse è meglio non guardare i telefilm se sei ubriaco. Ma Megan Hilty fa rima con una di quelle illuminazioni che a volte ti colgono, magari al terzo o quarto episodio di una serie riempitivo, e improvvisamente il tuo giudizio cambia da così a così. Ehi, ma io questa l’ho già vista! Esatto. Louie 1×06, Heckler&Cop Movie.

 

Megan Hilty è la ragazza bionda che interrompe il monologo di Louie con le sue risate e le sue chiacchiere. Louie inizia a trattarla malissimo, lei ci rimane male, lui le chiede scusa, lei dice Ok, lui dice Mi faresti un favore? Lei dice Ok, lui dice Potresti per favore morire di Aids?, la gente ride e lei ci rimane ancora peggio, lui dice C’è qualcuno in sala che ha l’Aids e che può sbatterle in faccia il cazzo? e lei si arrabbia moltissimo e minaccia di fargli causa, e lui le dice Sai a chi vorrei fare causa io? A quelli che lavorano nell’ospedale in cui sei nata. La gente ride tantissimo. Lei gli chiede per favore di andare avanti e lasciarla perdere e Louie le dice: Sei la cosa peggiore che sia mai capitata in America. Ci sei tu, la schiavitù e dopo, molto dopo, Pearl Harbor sommato all’Undici Settembre. E tua madre è una troia.

 

Ecco, Megan Hilty è la ragazza che subisce tutto questo e resiste stoicamente, facendo funzionare sketch, episodio, set, partita e incontro. Grazie a Louie possiamo perdonare qualsiasi cosa a Megan: smorfiette, inadeguatezze, carboidrati. Confidiamo in una seconda stagione ricca di soddisfazioni per lei. Smash torna a inizio 2013. Louie invece è ricominciato la settimana scorsa.

 

 

13 Replies to “In cui parto da Smash e da quella gattamorta di Katharine McPhee e arrivo fino a Louie”

  1. Ma non era una serie basata sul film dei chirurghi di guerra negli anni 70 diretto da Robert Altman?
    La serie mi sembra molto diversa dal film.

  2. *Falloppio: giusto una S di troppo e qualche asterisco di meno : ) Comunque, ogni volta che penso alla serie M*A*S*H penso che l’ultimo episodio ebbe un’audience di 125 milioni di spettatori e ogni volta mi viene la faccia a Gulp.

  3. Ma quindi, fammi capire, non si salva neanche Glee?

  4. NAPALM?Oddio anche io penso al Napalm quando le genti cominciano a cantare per strada dal nulla!!!!

  5. NOVANTADUE MINUTI DI APPLAUSI
    IL MUSICAL FA SCHIFO AL CAZZO
    BRA

    TFM, ti eleggo a qualsiasi cosa, sei il nuovo capo dell’universo.

  6. ahahahahaha no ero serissima 🙂 e vedo che sono l’unica qui a impazzire (di gioia) quando le genti cominciano a cantare per strada dal nulla!
    adesso che succede sono bandita dal blog?

  7. No G2 anche a me piace quando le genti incominciano a cantare dal nulla. Se lo sanno fare. Ho visto Rocky Horror picture show almeno 15 volte e ci ho pure ballato su, aprendo pure l’ombrello insieme a tanti altri quando pioveva nel film..e applaudito un mio paziente che ballava Mamma mia e mi sa che è quasi guarito, e visto e rivisto Cats e il fantasma del palcoscenico e volerei a Brodway domani anche solo per un buon musical, e ho persino applaudito mio fratello psichiatra che ha recitato e cantato in Aggiungi un posto a tavola..e mia nipote settimana prossima è nel coro de les Miserables..

  8. Tieffe ma d’estate come funziona, ci posti gli update dalle tue vacanze?

  9. posso scrivere una cosa? (certo che posso in questo blog non c’è mediazione!)

    Caro TFM tu hai ragione su tutto anche su una cosa, ti deve piacere il genere.
    Siccome io sono un’ appassionata di Broadway, e soprattutto di tutto il mondo che c’è dietro e di come si costruisce uno spettacolo musicale o anche no, siccome in un’altra vita lavoravo sicuramente in un ensemble, e siccome sono nata con lo scaldamuscolo incorporato e venuta su a pane e “Voi fate sogni ambiziosi, successo fama, etc etc”… Io ho adorato Smash e trovo che siano tutti molto bravi (meno la gatta morta, lei è una marchetta!) e non solo… ho anche il cd con le musiche e me lo canto (però questo è un segreto e nessuno lo deve sapere)… Che bello che ogni tanto ci fanno “Il genere preferito” adatto agli adulti (perché Glee è per i pupi).

    fine
    Grazie, baci, ciao.
    Anna

  10. Ciao, scusami se vado subito off topic, qualche mese fa avevo commentato facendoti i complimenti per il blog…ora non ricordo neanche più se avevo usato sto nick o meno (d’ora in poi se commenterò userò sempre questo).
    Volevo chiederti cosa ne pensi, se li conosci ma penso di si, dei programmi Mainstream e in secondo luogo Wonderland che vanno su RAI 4…grazie.

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