Ogni volta che leggi un libro muore un social network

Quando inizio un libro superiore, uhm, vediamo, alle trecento pagine, faccio una cosa un po’ impiegatizia: divido cioè il numero complessivo delle pagine in modo tale da sapere sempre, in qualunque momento, se ne ho letto un quinto, un terzo o metà. Di solito comunque divido il libro in cinque parti. Quelli da mille pagine in dieci. Mi piace quella sensazione come quando finisci il primo giro del parco dove vai a correre. O il secondo, o il terzo. E mentre corri dici: incredibile, un attimo fa stavo a casa mia in panciolle e ora sono già qui, a metà della storia.

 

Al giorno d’oggi non leggiamo più, diciamolo. E se leggiamo, leggiamo a cazzo. Ognuno legge i libri che gli pare, come gli pare, quando gli pare. Non leggiamo mai lo stesso libro. La verità è che la gente parla di libri ma non li legge. I libri si leggono da soli e nessuno può smentirti, puoi dire quello che vuoi. Leggere è faticoso. Ecco perché, quando leggo un libro, siccome è una fatica, voglio la ricompensa. La ricompensa che mi do quando leggo un libro è che mi dico bravo da solo. Bravo che stai leggendo questo libro. Ogni volta che leggi un libro muore un social network. Leggere è una fatica. Divisione in multipli, tabelle di marcia e quanto manca. È talmente una fatica, restare concentrati più di quarantuno minuti o più di centoquaranta caratteri, che uno a un certo punto dice: eh ma se la storia non mi prende subito lo mollo. Bravo scemo, e se ti prende subito dopo? Vuoi le cose facili? Non leggere libri, lascia perdere, fallo per me.

 

L’altro giorno ho trovato un libro. Ho contato le pagine. 555. Cinquecentocinquantacinque. Coincidenza talmente felice che l’ho iniziato immediatamente, anche se ne stavo leggendo già altri due. L’ho diviso per cinque, fissando le ricompense a 111, 222, 333 e 444. Spettacolo. Non ho mai scalato una montagna, ma se penso all’immagine di me che scalo una montagna penso a me che inizio a leggere un libro di 555 pagine scritte fine fine e dense dense, tipo che se anzippi il file come minimo arrivi a 1.110.

 

555 pagine, non so se hai presente quante siano. Sono talmente tante che a un certo punto, qualsiasi punto, non puoi fare a meno di pensare a chi le ha scritte, quelle 555 pagine, che magari prima erano 5.555 o magari su Word anche di più, e poi è arrivato l’editor e gli ha detto Sei Pazzo e hanno cominciato a sferruzzare. Immagina la rilettura!, le correzioni!, avanti e indietro, le ripetizioni da evitare, i capitoli da spostare, funziona meglio qua funziona meglio là, cose così.  555 sono talmente tante che ti sembra quasi di compensare la Solitudine dello scrittore e ti senti meno in colpa, quasi che puoi restituirgli il favore. Che a leggere 555 pagine un po’ di tempo ce lo metti, se leggi bene. Certo, mai il tempo che ci ha messo lui, ma nemmeno quella mezzoretta di un qualsiasi libretto di cento pagine scritte larghe che magari D’Orrico ha detto Signori, a voi il nuovo Hemingway.

 

E sono talmente tante che, se sei fortunato, magari alla fine ti ritrovi a volare, o a essere invisibile, o con qualsiasi altro superpotere, e ti dimentichi che sono 555 e non, come a un certo punto hai sperato, imprecando, di meno. Ti dimentichi delle ricompense, della fatica, di te stesso che stai facendo l’atto meccanico del prendere una pagina tra indice e pollice e voltarla, e finisci tutto fuso con Dylan e Mingus, groviglio di scrittura e di sogno, finché non chiudi, anche gli occhi, e per il tempo che basta hai la sensazione che il mondo non sarà più come l’avevi conosciuto e che di tutto il resto non te ne frega veramente un cazzo.

13 Replies to “Ogni volta che leggi un libro muore un social network”

  1. ci sono pagine più nitide di una fotografia, tra quelle 555: non è come sentirsi lì, è esattamente essere lì, con loro.
    buona lettura
    mara

  2. Vabbè ho capito visto che non lo dice nessuno e tu non lo dici proprio perché vuoi che io te lo chieda ecco te lo chiedo:che libro stai leggendo che ha 555 pagine?

  3. Mi paleso perché stai leggendo “la fortezza della solitudine”, lo so.
    Dylan e Mingus mi hanno accompagnato per parecchi giorni. Impossibile dimenticarli.

  4. Il post è scritto da paura come sempre, e quindi anche io ti amo.
    Però non comprendo “leggere è una fatica”…leggere è un piacere, e come tale, secondo me, non dovrebbe essere schematizzato con traguardi, tabelle di marcia, dividendi e massimali.
    Quella che tu chiami ricompensa è qualcosa che io ritrovo in ogni pagina, ogni volta che colgo la genialità di chi ha scritto ciò che sto leggendo….
    Immergiti in un libro senza sapere quante pagine ha, non lo dividere, leggilo e basta…credo che avrebbe un altro “sapore” 🙂

    Kizzzzz

  5. *Michele: avevo disseminato gli indizi! : ) Comunque Polly ti ha risposto prima di me. Fortezza della solitudine, Jonathan Lethem.

    *DF: ma il senso del post era proprio quello che dici te nel commento. Partire da un atto fisico (leggere) sempre più complicato e ‘faticoso’ nel senso di tempo, spazio, e volontà per arrivare a una leggerezza affatto scontata (all’inizio come alla fine)

  6. concordo comunque sul concetto della fatica del leggere.

  7. Verissimo. E come tutte le cose veramente belle ma faticose, ogni volta che arrivo alla fine mi chiedo perchè non trovo il tempo per farlo più spesso

  8. Post meraviglioso. Solo un appunto, si fatica a leggere solo quando i libri non ci piacciono 😉

  9. Pensa se fosse possibile leggere anche la versione director’s cut dei libri…

    con le scene tagliate e quelle censurate!
    Altro che 555 pagine…

  10. A ma leggere mi piace come andare in bici e come nuotare e le tre mi affaticano, ma più le cose mi piacciono e mi affaticano più ho l’ingordigia di vivermele a 1000, e quindi pedalo veloce, nuoto allo stremo e leggo fino a vomitare. Ma tutto mai contemporaneamente.
    bello TFM, bello bello.

  11. TFM non c’entra niente, ma non sapevo in quale altro modo sottoporti la questione: cito dalle news di Yahoo (quindi è da prendere con le pinze): <> e sconsiglia ai turisti omosessuali di scegliere la Sicilia come meta delle proprie vacanze.
    Suggerisco un post di accorata smentita!!!!

    Kizzz

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