“Hannah, te lo dico con questo sguardo compassionevole: Joy Lynn sa usare Photoshop”
A inizio stagione fu 2 Broke girls (Cbs). A ruota, New Girl (Fox). Ora Girls (Hbo). New broke girls. Seriously? Seriously.
Joy Lynn saprà pure usare Photoshop, ma se non mangia a pranzo questo poi è il risultato
Non è facile approcciarsi a un nuovo prodotto Hbo. Perché Hbo è probabilmente il produttore-di-prodotti con la più alta percentuale Win/Greenlight. E perché Hbo gode di un favore unanime che alla fine può alterare la percezione dei prodotti di cui sopra. Voglio dire. Se una comedy, nemmeno-ancora trasmessa, viene già salutata come la miglior comedy dell’anno, tu, spettatore, che fai? Vien quasi voglia di cedere subito all’irritazione e di mettersi a braccia conserte, aspettando al varco. Ma sarebbe l’altra faccia dell’a prescindere a priori. Dunque, equilibrio. Facciamo finta che questa serie non sia Hbo. Ok.
Girls racconta, innanzitutto, la vita di Hannah (e le sue sorelle). Hannah fa tipo la stagista gratuitamente e un bel giorno i suoi genitori le dicono: Da oggi non ti manteniamo più. Hannah la piglia ammale. Semplicemente, non capisce perché i suoi genitori facciano così, non rendendosi conto dell’aria che tira. Hannah deve così trovare un modo per sbarcare la giornata, e mantenere il proprio stile di vita: costa un sacco di soldi, sembrare così povera.
Hannah è interpretata da Lena Dunham (classe ’86) (La terza da sinistra). Lena Dunham firma anche gli episodi della serie, la regia della serie ed è executive producer della serie. Della serie, Hbo. Hbo è talmente Hbo da affidare le chiavi di una propria serie a una sconosciuta. È talmente Hbo da dire: Fai anche la regia, tanto chi vuoi che ne accorga (ehm, fail). È il tuo show, fai come ti pare (più o meno, chi non vorrebbe la co-tutela di Judd Apatow?).
Hbo. Ok, scherzavo, non possiamo fare finta che non sia Hbo. Girls gronda Hbo da tutti i poster appiccicati sulle pareti (spoiler: alla fine si scopre che sono figlie di Carrie, Samantha e le altre). È Hbo allo stato puro, negli atteggiamenti e nelle ricezioni. Abbiamo bisogno di novità, novità al superlativo relativo (l’assoluto ormai è superato), abbiamo bisogno di parlare, di fare discorso, di ritrovare quella comunità, quello stare-assieme da cui, peraltro, continuiamo a scappare ogni istante. Girls fa al caso nostro? Vedremo.
Il pilot è un album di buone figurine, parla francese quanto basta, ci mostra quello-che-le-ragazze-fanno quando si chiudono in bagno (tipo porgersi la carta igienica per asciugarsi), ricorda in alcuni momenti lo stile di Julie Delpy (2 days in Paris, 2 days in New York) che a sua volta ricorda lo stile di qualcun altro, e poi c’è Zosia Mamet (l’ultima da sinistra). Zosia Mamet è la figlia di David Mamet, e le abbiamo già perdonato il cognome abbastanza tempo ago. Zosia Mamet è Joyce, l’amica di Peggy in Mad Men e qui invece è Shoshanna Shapiro. Ma soprattutto, Hbo o non Hbo, è il motivo per cui guarderò almeno il secondo episodio di Girls.
Posso dire, con un po’ di imbarazzo, che l’ho visto ieri sera e NON MI HA DETTO NIENTE?
(che poi è la reazione peggiore ever, o sbaglio?)
(boh, sarà colpa dell’atmosfera da Salone del Mobile e di altre allergie)
L.
La sconosciuta ha vinto il South By Southwest con un film che poi è finito dritto nella Criterion Collection, quindi proprio sconosciuta sconosciuta non è.
Film peraltro molto bello, ma lì si va nel territorio del gusto personale.
Però per quanto mi riguarda (so di essere in minoranza, e capisco la perplessità) è prima di tutto una serie di Lena Dunham, e poi semmai è una serie HBO.
Se una serie e la sua protagonista regista tuttofare ottengono un articolo sul newyorker tipo di 10 pagine qualcosa ci deve essere, o se non c’ è nulla deve essere un nulla meritevole di essere guardato e quotato, si volevo scrivere quotato tipo italianizzazione odiosa di to quote.
P.s. Era troppo snob questa cosa che avevo letto l’articolo sul new yorker? No che non lo era, io leggo tfm!
Già non oso immaginare quanto sia minoranza il pubblico di “Girls”, essere minoranza della minoranza dev’essere veramente un’esperienza extrasensoriale! 🙂
eph.
Per chi volesse leggerlo, ecco il link di cui parlavo
http://www.newyorker.com/reporting/2010/11/15/101115fa_fact_mead
Sì, come per “Enlightened” lo scorso autunno devo aspettare anche io un secondo episodio per capire meglio cosa sia: effetto trailer- pilota. La Dunham aveva parlato di un gap generazionale tra “Gossip Girls” e “Sex & the City” volendosi idealmente collocare tra loro e, con con questo pilota, direi che almeno in quest’ottica ce l’ha fatta. L’aria liberal “damage characters in a damage America” è linfa vitale per Hbo: brividi e orgasmi multipli per milioni di saccenti nelle varie academies emmyniane. Certo, se rimane così però, non che domani ci alziamo e ci ritroviamo sotto agli occhi “How to make it in America”.
Io non seguo queste cose, ho letto la recinzione perche’ vi avevo notato una citazione dei CCCP.
Fa lo stesso?
Non lo so. Ho visto i primi 3 minuti ed eliminando il file ho pensato all’ennesima robaccia..ma se mi dici che merita, lo riesumo!
*L: no, peggio di un pilot che ti lascia indifferenti c’è il pilot di New Girl : )
*Kekkoz: dai, non ci credo che devo specificare cosa intendessi dire davvero con quel ‘sconosciuta’
*Michele: stai mica mettendo sullo stesso piano TFM e il New Yorker? ; )
*Davide: hai qualcosa contro le esperienze extrasensoriali?
*Ciaoaudio: mi hai riportato alla mente Enlightened, non si fa, no
*Falloppio: fa lo stesso, ma solo se mi dici di che citazione si tratta
*Kinda: beh robaccia no, dai (Lena, se ci leggi, io mi dissocio!). Merita fiducia, mettiamola così.
E’ una citazione da
“memorie di una testa tagliata” dall’album “Ko de Mondo”.
Comunque ora appena cambio nazione, magari ci faccio un pensierino a comprarmi una scatola televisiva.
*Falloppio: potrebbe bastare solo il computer
carino, non riesco per il momento ad andare oltre. Anche perchè non riesco a identificarmi molto con dei ventenni..ma vediamo
Paola
Ho visto la pilot perché quella con la K là sopra m’ha detto che dovevo farlo, quando sono arrivati i titoli di coda ho sospirato perché potevo finalmente pigiare canc. 30 minuti che mi son parsi 50 e nessuna delle storie buttate lì m’ha detto qualcosa o incuriosito per proseguire.
Curioso curioso: l’hai abbandonata la serie?
*Cidindon: è in stand-by, ma la riprendo di certo. Ho il vizio di voler finire gli album.