E come niente ti ritrovi a pucciare le tagliatelle bolonnaise nel capuchino
L’altro giorno a un certo punto m’è venuta una voglia assurda di vedere la partita della Juve che quest’anno la Juve ogni volta che l’ho vista o ha pareggiato o ha giocato male o tutti e due e invece dall’Italia mi dicono Che Bella Questa Juve, Come Gioca Bene Questa Juve e io boh. Insomma ero in giro nei pressi del solito quinto, ho cercato il parchetto del Comune dove so che c’è il wifi, e però il parchetto era chiuso e così mi sono appoggiato alla ringhiera tenendo il braccio alto che c’era più campo, poi ho digitato PARTITA JUVE PARIGI e niente, mi è spuntato questo posto di Rue des écoles. Che uno dice Rue des écoles, ma Rue des écoles è lunga, la prendi da Saint Michel scavalchi tutti i cinemini e il punto in cui è morto Roland Barthes e la via ancora non è finita, insomma il bistrot era alla fine dall’altra parte, quasi in capo a Jussieu.
Sono entrato, non c’era quasi nessuno. Un tipo vestito coi jeans stretti la giacca stretta e le scarpe a punta si è sporto dal bancone e mi ha detto Buongiorno. Erano le 8 e mezza di sera. Ho pensato Ma guarda tu questo damerino. Gli ho detto Scusate, dice che fate la partita della Juve, è vero? Lui ha detto Sì, la Giuv, ben sicuro. Però vi prevengo, in effetti, abbiamo dei problemi con la cucina, a bere quanto ne volete ma a mangiare purtroppo no. Io ho fatto la faccia di quello che a pranzo aveva mangiato solo un tramezzino di Monoprix. Il damerino mi ha anticipato: Se volete qua vicino, a poco presso, c’è un turco, o un greco, potete prendervi quel che volete e mangiarlo qui, per me nessun problema. Ci ho pensato e ho detto: Va bene, intanto dammi una birrazza arraggiatona che c’ho sete che a Parigi fa caldo quando non deve fare caldo e fa freddo quando non deve fare freddo (che, detto tra noi, mi pare la migliore sintesi meteorologica che qualcuno abbia mai fatto di questo posto, e l’ho fatta io!).
Sono andato a sedermi al tavolino, ho poggiato la Leffe e ho fatto un rutto-ma-silenzioso. Sul maxischermo le immagini dello scambio dei gagliardetti. In tutto il locale c’era solo una coppia di signori sui 40-45 anni. Francesi. Guardavano lo schermo e ridevano. Dalle casse vicino allo schermo non usciva l’audio vero, ma una canzone dei Rolling Stones. Ho pensato Vabbè adesso il damerino spegne la radio, c’è la partita e siamo tre in tutto il locale, cazzo! No, non l’ha fatto. Dopo gli Stones, è partita una spataffiata di sudamericano, poi mitigata da un provvido ritorno ai Procol Harum e J’aime regarder les filles. A volte penso che vorrei aprirmi un bar solo per capire come funziona la cosa della musica da mettere in diffusione: io non l’ho mai capita la logica che ci sta dietro, fanno le compilation?, attaccano coi cavetti l’iPod con la funzione shuffle?, o forse non c’è nessuna logica, è solo una logica del cazzo (e comunque se io mi aprissi un bar, il Bar Di TFM, farei le compilation mascherandole in modo che non si capisce che è una compilation).
Tipo al decimo del primo tempo è entrato un tipo, sui quaranta, con in mano un sacchetto di McDo’. Ha dato un’occhiata al locale e poi si è venuto a sedere nella sedia davanti alla mia. La sua nuca mi copriva il centro dello schermo. Stavo per dirgli Vusavèpasledruà quando la signora francese si è accorta e ha chiesto al tipo se voleva unirsi al tavolo di lei e suo marito che era un tavolo da quattro spostato sulla destra rispetto allo schermo: Da qui si vede meglio, ha detto al tipo, intanto guardandomi e sorridendomi con il sorriso di chi ti augura Buona Partita. Bon, abbiamo fatto amicizia in un attimo. Il tipo, ovviamente, era italiano, e tifava Juve. Dopo tre secondi e un paio di AMMAZZA e AHO’ ho capito che era di Roma. Io gli ho detto Scusa ma che ci fai qua? Lui mi ha guardato e mi ha detto Lavoro in banca. Io gli ho detto No, nel senso, come mai tifi Juve? Lui ha iniziato a spiegare: Niente, mio padr- Ma in quel momento la Giuv si è mangiata un gol fatto e conzato. Il marito francse della signora francese ha detto Oh la la la. Ma senza scomporsi. Mi ha guardato e ha detto: Comunque anche noi tifiamo la Giuv. La moglie ha detto Che bello, siamo tutti dalla stessa parte. Io non ho ben capito e il marito ha capito che non avevo capito e ha aggiunto: Siamo di Saint-Etienne. Io ho fatto Ahh, la squadra di Platini. La moglie ha detto: Sesà.
All’intervallo siccome ero nervoso che l’ennesimo pareggio io NO, non lo reggo, sono uscito lasciando la mia birrazza a metà come pisciatina che marca il territorio, ho fatto un paio di metri e ho trovato un pizzaiolo che da fuori prometteva una PIZZAS buonissima. Nel menu c’erano anche le PASTAS e le SALADES, ma io volevo una PIZZAS. Le taglie delle PIZZAS erano: Junior, Senior e Mega. Io, un po’ in onore al nome di questo blog, un po’ che Junior ormai non più, ho scelto quella di mezzo: la Senior. Marguerita. Sesà. La cosa bella di quando vivi a estero è che la soglia di tolleranza verso cose-che-non-avresti-mai-accettato si abbassa ogni giorno un pochetto, che tu manco te ne accorgi e un giorno ti ritrovi a pucciare le TAGLIATELLE BOLONNAISE NEL CAPUCHINO. Insomma il pizzaiolo era egiziano ed era tutto un AMICO di qua e CAPO di là. Dice che ha vissuto in Italia quindici giorni e ha imparato un po’ l’italiano. Tipo? gli ho chiesto io. Cazzo! Merda! Fica! Culo! E poi? E poi a Marsiglia ha incontrato sua moglie indonesiana, sono maritati da sei anni e sono felici ma figli niente, i figli portano solo rogne. A me m’è parso un po’ il discorso della volpe e dell’uva ma non gliel’ho detto mica, no, me lo son tenuto per me.
Questa PIZZAS senior era una LAVA di pomidoro seppellita da formaggio fuso, e se vi dico che assomigliava, dalla faccia e dal sapore, a una che ho mangiato vari lustri fa alla pizzeria Pipitone di Trapani ci credete? Credeteci, ma questo era uno spoiler, che prima, col cartone della PIZZAS bello fumante, sono tornato nel bistrot. Il damerino ha fatto la faccia come a dire Addirittura la pizza! E io gli ho risposto con la faccia Peggio per te che non c’hai manco un uovo sbattuto da farmi mangiare. Mi sono seduto. I francesi e il romano erano felici. La Giuv aveva segnato e io me l’ero perso. Per parlare di cazzate con l’egiziano. Gli ho detto Volete? Ma era più che altro una cosa di educazione, mica volevo davvero che loro mangiassero la mia PIZZAS (a volte non lo so mica se tutta questa educazione che mamma e papà mi hanno insegnato è una cosa buona, in finale). Insomma, per fortuna la PIZZAS era grossa che ci si poteva sfamare in quattro, come è stato. E poi il due a zero e il tre a zero, e finalmente ho visto una bella GIUV, Napoli e Milan puppatevi ‘ste tre pappine. Oh, soddisfazioni. Alla fine era tutto un sorriso e che bello e rivediamoci qua che portiamo bene, ma tanto lo sapevamo, io, il romano e i francesi di Saint-Etienne che non ci saremmo mai più rivisti in vita nostra.
Ho preso la 10. In piedi, vicino allo strapuntino, c’era questo tizio vestito come se fosse appena uscito da un Fumetto Apocalittico, aveva una specie di trench di pelle nera dalla testa ai piedi e sotto il trenchone una specie di pantalone/gonna largo largo. Ho pensato che era l’abbigliamento tipico di chi voleva nascondere un FUCILE A CANNE ROTANTI tipo quei film dei licei americani dove a un certo punto uno sbrocca e spara a tutti e la scena successiva la giornalista intervista la compagna di scuola che singhiozza Sembrava un così bravo ragazzo, ci ho anche limonato una volta, e bon, ero lì, un po’ allarmato, a tenere d’occhio questo psycokiller, intanto pronto a usare una messicana davanti a me come scudo umano, quando in quel momento la metro ha frenato di botto e siamo tutti mezzo caduti per terra, chi più chi meno, e dall’altoparlante è uscita la voce del conducente che ha detto: AHAH vi è piaciuto lo scherzone del Primo Aprile AHAH? Io ho detto A tò soro, attomà e atutta ‘a tò rrazza! Poi sono uscito all’aperto, c’era una giannetta pungente, ho camminato per altri dieci minuti canticchiando canzoni a casaccio, ho aperto la porta di casa e mi sono andato a coricare.
“La cosa bella di quando vivi a estero è che la soglia di tolleranza verso cose-che-non-avresti-mai-accettato si abbassa ogni giorno un pochetto”
verissimo. Io mi sono trovata nel mio anno da exchange student a mangiare spesso a pranzo questa specie di insalata di pasta che vendevano al chiosco fatta di:
pasta bianchissima e scotta
pollo tipo grigliato a pezzettini
insalata
mais
condimento allo yoghurt di nota marca americana – secondo me dava assuefazione, ma non avendolo mai trovato venduto in bottiglia in loco non sono in grado di dimostrarlo.
Ogni tanto guardavo il colore della pasta e mi dicevo, no, dai come fai a mangiarla. Ma mi passava subito. Ecchissene.
Marta
Tu con questi post con me vinci facile, lo sai. Io DURANTE GLI EUROPEI (spoiler: vinse la Spagna) cercai un baretto dove trasmettessero la partita dell’Italia e lo trovai in zona Atocha, eravamo io, il barista messicano, due vecchietti che parlavano del tempo che fu, la mia clara con limòn, tipo alle quattro del pomeriggio.
Non me la sono sentita di emettere i versi che faccio di solito alle partite, e mugugnavo in timidezza.
Detto questo, l’ho vista la partita ieri, e – da milanista- m’è piaciuta. Mi è dispiaciuto un po’ per il Napoli, però.
“ben sicuro”
mi ci è voluto un po’, ma alla fine
jet’adoreunpeupluschaquefois
Tuttino! Anche la mia soglia di tolleranza si sta abbassando inesorabilmente. anche io oso cose che, e non mi stupisco più delle pazze combinazioni. tiuggiuro. non mi ero scossa neanche quando mi hanno chiesto due olivette da sgranocchiare con i cappuccini. però qualche tempo fa mi hanno chiesto due latti macchiati da sorseggiare insieme a due zuppe di lenticchie. beh. oh. io ancora che ci faccio gli incubi.
tu e Paris siete una gran coppia
ciao
tu e loro lo sapete ma noi speriamo nella seconda puntata anche se diversamente come vuoi.
ps la pizza più buonina in rue montgruelle. ci ho portato il bambino che non voleva altro 4 volte in due giorni.
*Marta: io una volta mi sono trovato a discutere con un americano che sosteneva che il colore della pasta fosse GRIGIO. Gli ho detto Sei Pazzo
*Virgh: sarà sfida al calor bianco allora!
*Silvia: : )
*Essepi: che poi, io mi chiedo sempre se questa gente poi passa le notti nei bagni o se è solo una favola che ci raccontano da piccini solo perché NO, il latte con le lenticchie non si fa a prescindere
*Yet: detto da te vale doppio
*Moglie: ci faccio un salto, prima o poi, allora
Il damerino aveva le scarpe talmente a punta che si vedevano da dietro il bancone.
Non so che dire. Solo che hai rischiarato questo pomeriggio piovoso.
Il pleut, oui.
*Annalisa: meno male, allora : )