Sanremo, la seconda serata: lo scellerato meccanismo delle sfide tra i giovani e il borsino tieffemmino

Allora, ieri sera sono uscito e sono tornato a casa, boh, saranno state tipo le undici, insomma ho aperto l’apparecchio e ho messo su Raiuno. In quell’istante Belen Rodriguez stava scendendo le scale e stava dimostrando agli Italiani che no, sotto quel vestito colorato non c’era niente di ingombrante e che no, lei non ce l’ha placcata d’oro. Belen, ufficiale, è una ragazza semplice come tutte le altre (grazie Bely, di te sappiamo ormai tutto, ma proprio tutto, anche le facce che fai in quei-momenti-là, ma la prossima volta ricordati di portarci le radiografie all’arcata dentaria, quella ancora ci manca). La sua BFF Elisabetta ha però avuto paura che qualcuno potesse fraintendere e l’ha spinta a tranquillizzare le nonne d’Italia: Bely ce le avevi, vero? Belen: sìsì, come no. Belen, attenta, che se dici le bugie poi agli italiani cresce un naso lungo così.

 

Insomma niente, ho fatto GULP e sono andato sull’internet per capire se mi ero perso qualcos’altro. Repubblica, Corriere, L’Unità, Il Secolo, L’Avvenire, Twitter: tutti titolavano a Nulla Unificato LO SPACCO HOT DI BELEN. Minchia!, ho detto, mi sa che mi sono perso davvero qualcos’altro! E allora ho aperto il lettore betamax, ho riavvolto la cassetta e ho cominciato a guardare la puntata dall’inizio.
Daniel Ezralow e gli Xx; i bianchi e i neri e vabbè che ci fa, ognuno ha le sue opinioni; Nina Zilli conciata a metà tra Miriam Makeba e la tipa del caffè Kimbo; Caronno Pertusella (?); la canzone di Bertè e D’Alessio che mi ricorda una canzone di Nek; quella degli Marlene Kuntz invece una degli Afterhours; la solita improvvisazione d’accatto con San Gobbo a reggere il moccolo; Ivana Moldavia che finalmente la vediamo e scopriamo che non solo è gente come noi, ma che è anche la figlia illegittima di Eva Herzigova; il pippone che Gianni Morandi fa a Erica Mou che lo guarda come a dire Sì, ma che mi conti a me, valle a dire a Iacchetti, queste cose; quei due idioti che sono l’ennesima bruciante sconfitta della postmodernità e qualcuno prima o poi se ne dovrà assumere le responsabilità; il micidiale siparietto tra Rocco Papaleo e Martin Solveig (Martàn! Si dice Martàn! È francese!); le eliminazioni di gente che non voglio nemmeno nominare.
Insomma, i soliti allarmismi dei giornali italiani. Uno spacco basta e avanza. Non mi ero perso niente’altro. Circa.

 

Ma parliamo di cose serie. Parliamo dei Giovani e di una cosa su cui nessuno si è indignato abbastanza.

LO SCELLERATO MECCANISMO DELLE SFIDE

 

Io voglio conoscere colui (Moccia sei tu?) o colei (Ercolani? C’è nessuno?) che ha avuto la brillante idea di fare le SFIDE (sì, è stata Simona Ercolani, sicuro). Dunque le SFIDE tra i giovani in gara. Abbiamo questi otto disgraziati che si giocano la carriera e questi fanno le SFIDE uno contro l’altro. Le SFIDE. Dice: ma magari l’hanno fatto per l’audience, sai, con le SFIDE c’è pathos e la gente è più motivata a seguire la faccenda, a votare (cazzate: meno dieci punti rispetto alla prima puntata). E allora?  Allora niente, dov’è Iacchetti quando serve? Non protesta più? LE SFIDE. Finisce che in finale ci arrivano tre canzoni mediocri e una no, Alessandro Casillo detto Sonohro Spaiato asfalta Dana Angi (89% vs 11%: the imbarazzo), Erica Mou batte i Bidiel (che erano parenti a Luca Madonia, se lo sapevo mandavo un televoto internazionale) e gli altri francamente poco mi cale. Le SFIDE, buttana la miseria, se ci penso mi sale il sangue al cervello. E questi parlano ancora di Celentano.

 

Comunque, detto quel che dovevo dire, e fatta la polemica che dovevo fare, ecco il borsino tieffemmino dei BIG in gara.

 

NOEMI, Sono solo parole. Diamante lei, luce lei. Sicura, padrona della situazione, da quel buonasera all’inizio al sorriso a metà. Noemi è una di quelle che prende la curva al 3% e la centuplica in un batter d’occhio, l’eccezione che rimane normalità e viceversa. E quando parte con E ora penso che il tempo che ho passato con te, mettetevi il cuore in pace, non ce n’è per nessuno. Amici, questo è molto più di un endorso, è un Signor Endorso. Noemi vinci Sanremo per noi. Voto: 8,5

 

FRANCESCO RENGA, La tua bellezza. Chi l’ha detto che il bel canto per noi è un no? Questo è il festival della canzone italiana, e la canzone italiana è innanzitutto una canzone d’amore. Francescorenga porta una canzone d’amore che non è lagnosa, piena di giuoia e che, soprattutto, fa venire voglia di cantarla appresso, come succede con le Vere Canzoni d’amore. SEEEAHHHH la tua bellezza è un chiodo che trase in testa e ti martella finché non dici Madonna che Bella Canzone. Voto: 7,5

 

ARISA, La notte. Dicevamo le canzoni d’amore. Pianoforte ebbro di dolore, malessere, cupe cupezze. L’amore è anche questo, fuori nevica e dentro il mio cuore c’è tanto amore ma tu non mi vuoi. Arisa è cresciuta, quando canta non fa più le facce buffe ma gli occhi lucidi di lacrime e solitudine. Il tempo dirà se La Notte potrà diventare la Someone like you italiana. Intanto, per non sapere né leggere né scrivere, Arisa ha girato il video a Parigi, esattamente come Adele. Voto: 7

 

EMMONA, Non è l’inferno. È vero, questa ragazza sembra programmata per uccidere. Ha sempre quell’aria incazzata, che se non la saluti viene lì e ti dice MA COME TI PERMETTI, io ho dato tutto per il mio paese! Però poi parla di padri di famiglia e di gente che non arriva a fine mese. Amici che fate gli snobettini, la verità è che se questo pezzo lo portavano i Nomadi a quest’ora stavate tutti a pogare alle feste dell’unità. Voto: 7

 

E queste per il momento sono le mie preferite. Me ne manca una per arrivare a cinque. Si accettano suggerimenti.

16 Replies to “Sanremo, la seconda serata: lo scellerato meccanismo delle sfide tra i giovani e il borsino tieffemmino”

  1. No, vabbè, TFM, proprio quella foto? Anche tu?

    Io non ce la faccio a vederlo il festival, ma qualcuno mi racconta che c’entra Caronno Pertusella, ridente paesetto vicino al mio ridente paesetto? Che son curiosa di sapere come anche solo il nome sia finito a San Remo. Grazie.

    Marta

  2. *Marta: ma no, pensa se qualcuno come me si era perso Sanremo e leggeva Lo Spacco di Belen e non capiva. Urgeva foto didascalica.

  3. Io apprezzo la canzone della Zilli…. Ma ho sentito parlare anche di ripescaggio… occhio che se cosi fosse…la bertè va a vincere :))

  4. Tornando a quello che dicevo ieri io spero che vinca, poi volere che vinca non so, pare inutile volere qualcosa dopo che Pupo e Emanuele Filiberto sono arrivati secondi.

  5. e all0ra parliamo della mancanza di una bionda-bionda tra le vallette??? EH??? Tre brune (facciamo castane)??? Ma dove siamo finiti??? Le meches di Belen non valgono!!!

    Marta

    (che ha così finito la scorta di punteggiatura dell’intero mese)

  6. concordo con chi ieri su twitter sosteneva che l’unico talento della mrazova fosse il torcicollo, è sicuramente la cosa che le è riuscita meglio finora. azzarderei anche il cognome. martin mystère solveig mi è apparso ingrifato level omino impermeabomunito. tutti i suoi sforzi erano palesemente volti alla ricerca di un accesso alla pelvi della interprete similtennista. al constatare che celeste gaia s’era scritta “carlo” sulla mano con l’uniposca sono riuscito a trattenermi dal palmface fantasticando una citazione del memorabile “not penny’s boat” per noi che possiamo capirla (mento a me stesso). thumbs up per erica mou che sfrutta l’assist involontario di gianni morandi per infilare un panegirico vendoliano di un’improbabilità impareggiabile. grande lutto nel cuore per la dipartita dei marlene kuntz non per la canzone insipida ma perché salta il duetto con la patti (patti ma che gente frequenti?). trepido invece per il ripescaggio di giggi e mickey rourke affinché possano esibirsi in “stop for a momend, tell me who you are […] i’m cuuuursed […] breathe-breathe-breathing” con messi gray (cit. caro gianni che ci regala sempre perle che conserviamo con affetto inquantificabile).

  7. Bersani?

    Magari non e’ il suo pezzo migliore, ma ci vuole piu’ gente che non si prende troppo sul serio.
    Il mio Sanremo e’ il premio Tenco, e Samuele puo’ stare bene su entrambi i palchi per cui andrebbe endorsato con la speranza che negli anni piu’ gente come lui, Brunori Sas, Gazze’ e co. partecipino.

  8. Concordo sui voti, Renga a parte. Le sfide credo siano mutuate da amici, certo che metterle così a cazzo è stata pessima idea. Tutto lo share che manca è quello di Celentano, che ci fosse stato sempre, avrebbe salvato il festival. Ho sentito solo i primi due giovani. Uno era afono, l’altra ci ho capito meno parole che nella canzone di Bersani. In ogni caso erano meglio di molti dei big.

    P.

  9. Ti prego, tutto ma Emma no. Se il pezzo lo portavano i Nomadi io ero ancora qui che mi disperavo sulla sacra effigie di Beppe Carletti.

  10. la quinta metti giulia anania che é un’amica di mia sorella…

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