Il Tredicesimo Apostolo e la levitazione (di Canale 5)
Bastava dunque la solita fiction di preti per far levitare un network alla deriva, in crisi di ascolti e di identità? Il tredicesimo Apostolo, Il prescelto: 7 milioni e il 27%. Boom. Canale 5 si risveglia piena di salute, come non accadeva da troppo tempo oramai. E lo fa grazie a un prodotto di buona qualità, firmato Pietro Valsecchi e Taodue, con due protagonisti bravi, seri e preparati: Claudia Pandolfi e soprattutto Claudio Gioè, ormai ufficialmente il Beppe Fiorello di Canale 5, garanzia di ascolti e di professionalità, troppo poco celebrato da stampa e gente di settore (Claudio Gioè: palermitano, La Meglio Gioventù, Squadra Antimafia, Il Capo dei Capi, per dire).
Ma lo fa soprattutto ribaltando il paradigma tutto Chiesa, Santi e Buoni Sentimenti imperante nella testa dei dirigenti televisivi italiani. Il Tredicesimo Apostolo parte da un assunto di base (Volete i preti? E noi ve li diamo) ma va a pescare là dove di solito non batte mai il sole della consuetudine e del già visto. C’è un prete (gesuita) che indaga, è vero, ma le sue ricerche scavano nel paranormale, nel mistero, nelle domande continuamente irrisolte, e che continuano a generarsi anche al di là della singola risoluzione di puntata: bambini che levitano, fenomeni di necrosi, elettromagnetismo, lacrimazioni di sangue, suicidi. Il Tredicesimo Apostolo, the dark side of Don Matteo.
Le fiction prodotte da Taodue hanno di buono, a monte, un’estrema riconoscibilità. Una specie di firma, di sigillo, che negli anni ne ha sancito il successo. Guardi una fiction Taodue senza sapere che è di Taodue e dici: questa è una fiction Taodue. Comunque la si pensi su Pietro Valsecchi (una delle tre gambe di Canale 5, assieme a De Filippi e Ricci) va dato atto di realizzare dei prodotti seriali sempre di livello, anche quando non premiati dagli ascolti: idee forti, compattezza di racconto, continuità, cura dei dettagli. I dettagli fanno la differenza, di solito. Il pubblico ha bisogno di ganci e di agganci, dichiarati e subliminali. Taodue lo fa, anche nel caso de Il Tredicesimo Apostolo. Il cast ricorrente già visto in altre serie della Casa Madre: Claudio Gioè, Claudia Pandolfi, Stefano Pesce; i nomi portafortuna: Claudia Munari, Claudia Mares; gli hobby dei protagonisti: Ivan Di Meo di Squadra Antimafia faceva le immersioni, Gabriel Antinori fa canoa sul Tevere, entrambi guidano delle moto (sì, un prete che guida le moto). Dettagli, solo dettagli?
Il vero aspetto da non sottovalutare è la lezione che Il Tredicesimo Apostolo ha ben appreso dalla Serialità Americana. Bastano pochi minuti e i riferimenti sono già lì, sotto gli occhi di tutti: la dicotomia Uomo di Fede / Donna Scettica (Mulder, Scully), la coppia di Indagatori dell’Incubo (Olivia Dunham, Peter Bishop). Partendo da premesse del genere, e da temi così estremi, eccessivi, esisteva un concreto rischio di scopiazzature maldestre e derive LoL. Rischio brillantemente evitato grazie alla più semplice della verità: non importa tanto il contenuto quanto il contenitore. Puoi mostrarmi le cose più incredibili e assurde, l’importante è portare me, spettatore, a credere a quello che sto vedendo. Questione di Fede, ma non solo. Il Tredicesimo Apostolo raggiunge lo scopo, e lo fa spiazzando il pubblico quanto basta, ad esempio con il bacio tra Claudia e Gabriel. Altrove la tensione sessuale tra i due protagonisti sarebbe stata portata avanti molto più a lungo. Qui, forse anche per questioni di tempi, si sceglie la via apparentemente più immediata. Ma è un bacio che non allenta e non impoverisce, anzi. C’è un ostacolo (Gabriel è un prete) e quello basta a tenere alta l’asticella. Non sappiamo come andrà a finire, ma intanto questo snodo arriva al momento giusto, necessario.
Primi due episodi dunque promossi, malgrado un eccesso di spiegazionismo e un sovraccarico informativo nei dialoghi (peraltro fisiologici, quando hai un universo così complesso da costruire). Vedremo nelle prossime settimane se questa rondine farà davvero primavera e se, complice un prete gesuita, assisteremo alla compiuta Resurrezione di Canale 5.
Esorcista meets Tempodellemele , prete un po’ esorcista alla carbonara, lei un po’ ellen burstyn un po’ pamelaprati, lei nonladà lui dreams on,il contenuto E’ il contenitore, dialoghi dawson creek & poi la gente fa la coda per Twilight, oh this is mainstream, we need (really) 2 go Underground…..
*Ladinsane: ehm, tipo
Don Matteo Fringe!
Forse dovrei accendere la tv con un po’ più di frequenza…
Ps.
Come procede con WordPress? Tutto rego?
Dal titolo mi aspettavo qualcosa su Chris Rock e Kevin Smith. Sigh.
*Quad: le premesse sembrano discrete. Vedremo sulla lunga distanza. P.s. Abbastanza bene, ma devo ancora prendere confidenza al 100%
*Clem: ehm, no. Desolé.
Hai mai visto il film The Body? Ci sono dei punti di contatto qua e là nella tensione sessuale tra prete investigatore e tipa topa.
*Clem: no, me lo segno
Non lo guarderò mai, e già i dati di ascolto mi provocano un travaso di bile. Scrissimo una serie simile non più di due anni fa. Ci dissero che non era roba da tv generalista. Italietta furbetta, stai in Francia, TFM.
P.
Uh, c’è pure Rossellina
Si ok anche godibile, ma il finale in cui con la sola imposizione delle mani ti riporto in vita… credibilità zero. Ma per essere una fiction italiana è avanti anni luce.
*Pattie: ma Rossellina di Upas?
*Supah: appunto. Levitazione e Resurrezione.
proprio lei!!!
era uno dei due gemelli lievitanti
io ho convinto la mia dolce metà a guardarlo, perché dagli spot sembrava niente male. ora mi odia.
tenente conto del fatto che noi siamo Winchester addicted, perciò stiamo galleggiando in un mare di ambiguità religiose da ben 3 o 4 serie. lui si è incavolato perché dice che i personaggi non hanno spessore, che sono tutti e due bravi e perfettini, come piace agli spettatori di canale 5.
io sinceramente non posso che essere d’accordo. anche se riconosco che in confronto alla media è un prodotto superiore, alla fine della seconda puntata ridevamo come pazzi: lui che resuscita la tipa con l’imposizione delle mani e gli occhi improvvisamente bianchi, lei che ha un inetresse conclamato per lui, lui sviene dopo il miracolo però lei se ne frega abbastanza e toglie i capelli dal viso alla ragazza, i bambini che levitano che vengono ripresi da un’angolazione e mostrati da un’altra, un prete gesuita che ha una moto vintage rimessa a nuovo con le sue manine (sante, eheh), fa canottaggio, si arrampica dal fondo dei pozzi attaccato a una corda che non è legata a niente. qua i miracoli so tanti, insomma.
noi non lo guarderemo più. se deve essere soprannaturale, che almeno siano coerenti e non abbiano paura di osare.
*Ilaria: grazie per il commento, mi dà l’occasione per esprimere alcuni concetti. Dunque.
1) Io credo che ciascuno di noi, volendo, può deridere qualsiasi cosa. Pensa, recentemente ho trovato gente che ridicolizzava Breaking Bad o l’intera filmografia di Scorsese. Dipende dai punti di vista e dagli atteggiamenti che uno vuole adottare. Se io decido che non voglio prendere sul serio il Tredicesimo Apostolo posso farlo, a prescindere dal reale valore della fiction. La levitazione e la resurrezione sono due temi fondanti. Se non ci credi, non credi alla fiction, quindi è ovvio che non ti piacciano. Così come i personaggi: dici che sono bravi e perfettini come piacciono agli spettatori di Canale 5. A parte che non so se bravi e perfettini sia la definizione giusta per *quei* due personaggi, tarare un carattere sulla base del network su cui andrà in onda il prodotto è la prima cosa che va fatta quando si scrive una fiction. A chi mi sto rivolgendo?
2) Paragonare questa fiction ad altre, anglofone soprattutto, è ingeneroso e sbagliato. Budget, possibilità, competenze. Qualsiasi paragone spazza via non solo Il tredicesimo apostolo ma tutta la produzione italica. Ma se vogliamo fare confronti, allora va detto che anche le serie americane di qualità fanno errori grossolani al montaggio, che le serie inglesi hanno sì degli splendori ma anche tanto fumo negli occhi. Il Tredicesimo Apostolo ha un’attitudine raramente vista in Italia e questo è un valore enorme. Tu chiedi a questa fiction di osare ancora di più. Se non ti basta quello che hai visto vuol dire che non sei il target giusto e va bene così, non lo guarderai più. Ma ciò (il fatto che la fiction abbia un target di un certo tipo) non ne intacca il valore, qualsiasi valore essa abbia.
SSMah, non credo che dipenda dal fatto che non credo a resurrezione e levitazione, in realtà se me la raccontano bene io credo a tutto, ho il terrore di vedere film sugli esorcismi e ho guardato solo l’ultmo con Hopkins, perché si vedeva da lontano che era un film, che era finzione, e non avrei passato notti di terrore nel mio letto aspettando che a mio marito la testa cominciasse a ruotare vorticosamente.
Però forse hai ragione quando dici che non sono il target giusto, per questo ho trovato così tanti difetti. I miei genitori e i miei suoceri rientrano appieno in quel target però, e infatti sono telespettatori molto fedeli, per questo mi piacerebbe vedere più cura nei prodotti creati appositamente per loro, in maniera che non abbiano una visione del mondo così deformata. Hanno paura del mondo in egenrale, ma quando gli chiedi degli esempi, citano le fiction di canale 5, e questo mi scoraggia un po’.
sono d’accordissimo sul fatto che, rispetto agli altri prodotti, ‘Il tredicesimo apostolo’ fa un bel passo avanti. Speriamo solo che continuino in quella direzione.
*Ilaria: la lotta per la cura dei dettagli e degli spettatori indifesi è sacrosanta. Vale per la fiction, per l’intrattenimento, per tutto. La televisione è così, ti espone ai quattro venti e quasi sempre manco te ne accorgi.
Per me è stato un amore a prima vista per LA MOTO è fantastica, ne stò comprando una uguale ,a riguardo della fiction ,tutto sommato guardabile ,quantomeno non paghi il canone. Le cacate della rai sono tante e in più care come il canone…………………………………
io però vorrei dire a valsecchi che la deve finire di mettere sua figlia in tutte le fiction che fa. essa è irritante come violante placido, che al momento è in cima alla classifica delle mie irritanti.
Concordo con ilaria. Molte scene di questa serie sono ridicole, mal fatte e abbassano vertiginosamente la qualità della serie. E non si parla solo di effetti speciali, ma anzi, i maggiori difetti li ritroviamo nelle interpretazioni di moltissimi attori che hanno recitato. Questo discorso non vale , secondo me , per i due protagonisti, padre Alonso, e lo zio di Gabriel. Comunque come riferimento uso miniserie che si trovno su google come Freak, Lost in Google …