Tristi disappunti per italiani abitanti a Francia: Nutella e pasta Barilla ne sont pas la même chose

aparisMa poi questi italiani transalpini a se stessi dovranno pure incontrarsi, e dimenticarsi di quel sottobosco chiamato ‘nasali’, e spalancare finalmente a piacimento quelle benedette vocali, senza che qualcuno arricci fronti, aggrotti nasi e via disprezzando.
E poi, dopo che si incontrano, e parlano del più e del meno, del cinema e dell’affanno a stare dietro a tutti questi film che escono ogni semaine, e del tempo e di già lalàna, e di Repubblica oui o Repubblica pas, e l’hai visto a Canal+ cos’hanno detto di noi, ma noi chi?, ma il figlio di quei due alla fine è nato?, ma chi se ne frega, tanto l’anno prossimo rivince preciso, insomma

sei lì, in un qualche bistrot a Ménilmontant o chissà, e a un certo punto, finiti i devoirs, on s’amuse con l’evergreen tra gli evergreen: il cibo. Ma mica le solite litanie sul caffè (ohh da quanto sto qua mai bevuto un caffè come da noi, infatti cari, non so come dircelo, noi qui non siamo da noi) o sulle pizzerie che si spacciano per italiennes ma in realtà dietro c’è gente di Bolivia o di Egitto. No, c’è una tutto sommato new entry che italiani espatrioti si trovano d’accordo che più d’accordo non si può:

La pasta Barilla e la Nutella Ferrero qui, a Francia, hanno un sapore diverso 

(Ohhh stupore)

Sì, perché se è vero che supermercati esagonali sono pieni di cose nostre, è anche vero che dietro queste cose nostre c’è un grosso bluff che qualcuno prima o poi dovrà renderne conto. Tutto uguale: marche, loghi, colori, nomi ma dentro no, non sono la stessa cosa.
Prendiamo la Nutella, quel dolce sapore di casa che tutti ben conosciamo: ecco, Nutella di Francia non è lo stesso dolce sapore di casa che tutti ben conosciamo. Sa sempre di cioccolato+nocciola, ma ecco, NO.
Oppure la pasta Barilla. Puoi far la prova con spaghetti, bucatini, farfalle, perfino le Caserecce Siciliane comprate al Carrefour di Place d’Italie: com’è, come non è, pure se la cuoci al dente, pasta Barilla di Francia è, in una sola parola, MOLLA.
Fine, stop.
Su questo italiani di Francia sono d’accordo cent pour cent, e se magari uno ancora non ci aveva pensato poi, lì, in quel bistrot a Ménilmontant, ci penserà e dirà MA INFATTI! e d’ora in poi, se pure mangerà la pasta Barilla Che È Molla, almeno, saprà.

Come la regola dell’imparfait: basta impararla e niente sarà più come prima.

15 Replies to “Tristi disappunti per italiani abitanti a Francia: Nutella e pasta Barilla ne sont pas la même chose”

  1. *Yet: pensa che ci sono Italiani A Francia che dicono che la cucina francese fa schifo. Io di solito rispondo con misura: SIETE PAZZI.
    (Una delle conseguenze, neutre, della transalpinità, è proprio la diminuzione drastica di consumo di pasta. Ogni tanto però ci vuole, ma è molla)

  2. Mmmm TFM, io mangiai regolarmente la Barilla (quei 50 cent in più) mentre ero in terra di Francia e non notai nessuna differenza. Io però ho l'abitudine di scolare la pasta quando è praticamente cruda, ehm, sarà quello il motivo…

    G.

  3. Noi ce la portiamo in aereo, la pasta, però per una questione di prezzo: costa troppissimo, qui. E il risotto esselunga, nonostante lo vendano anche al Delhaize.
    Ah, e il caffé per la macchina espresso. Qui usano la Senseo, brrrrrr
    Quanto alla pizza, pizzaiolo algerino che ha lavorato 15 anni a Napoli = pizza mezzo metro più buona dell'universo. Cambia poco dove sia nato, ma è un argomento che piace, si sa.
    Clem

  4. Visto che qualcuno ancora non l'ha detto lo dico io!
    La pasta è in realtà uguale a quella italiana ma è l'acqua che è diversa! Infatti il caffè viene male anche se acquistato in Italia, ne ha parlato anche Tuttofamedia in un post.
    Ovviamente non è colpa dell'acqua ma siccome è un argomento che di solito spunta sempre e ancora nessuno lo nominava, l'ho fatto io. Non ho mai vissuto all'estero per molto tempo e quindi il problema pasta non ho avuto modo di affrontarlo. 

  5. *Plettrude: qui la De Cecco costa i fottii di piccioli

    *G: potrebbe essere la ricetta

    *Clem: conosco genti che vengono apposta in macchina per portarsi la pasta. Figurati, il mio pizzaiolo di riferimento qui à Paris è di Egitto

    *6: l'acqua come immaginerai è fonte di numerosi dibattiti. Però come la mettiamo con la Nutella? Il sapore è diverso! Ora che ci penso forse la colpa è dello stabilimento Ferrero di Francia 😉

    *Watkin&Prof: le coniugazioni dei tempi verbali seguono, come in Italiano, la strada del Pretesto. Fior di eccezioni e spesso tocca imparare a memoria, o par coeur. L'imperfetto invece è (quasi) matematico: prendi la prima persona plurale dell'indicativo presente, stacchi il radicale e gli appiccichi la desinenza ais, ais, ait etc. Voilà l'imparfait. Quando imparai questa cosa improvvisamente il cielo non ebbe più nuvole.

  6. sulla Nutella lessi qualcosa tantissimo tempo fa; pare che non si possa definire prodotto globale proprio perchè viene "aggiustata" in base ai gusti delle diverse popolazioni.
    L'esempio che riportavano nel trafiletto riguardava la Germania; pare che lì la ricetta sia più "nocciolosa" (da grande amante della nocciola la cosa mi ha sempre intrigato).
    comunque sto iniziando a pensare di far partire un contrabbando di pasta De Cecco, Garofalo e Voiello, potrei diventare ricca.

  7. qui a terra d'America (cit.) abbiamo presto capito che se è fatto in una fabbrica fuori dall'Italia, non vale nulla il marchio italiano. Infatti barilla (prodotta tipo in Wisconsin) mai che è disgustosamente squishy, solo dececco che è importata dall'Italy. Nutella invece tocca comprare quella fatta qui che è molto più grassa, proprio oliosa, ma quella imported costa un rene… 

    piggy

  8. *Grace&Piggy: ecco, appunto. Siete voi le solutrici abili&esperte della settimana (enigmistica): cioè questa gente fanno i test e poi decalano il gusto in base ai test. Ergo: ai francesi la pasta piace molla. E la Nutellazza americana, ovviamente, saturissima. Mentre quella francese è insipida, come loro. Non fa una grinza.

  9. Ed ora ti diro’ che pure il congiuntivo presente italiano segue la stessa regola… e pure per le eccezioni:) quando l’ho scoperto i miei studenti mi hanno fatto la ola (no, non e’ vero). Se il verbo e’ particolarme rompiscatole si fa un’abile commistione di prima plurale e di prima singolare e voila’. Scusa, ma volevo anch’io dare il mio contributo…
    ps: in Francia io la pasta la usavo come loro: scotta, da contorno alla bistecca 🙂

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