Il paese più bello del mondo
Non mi è chiaro quando sia cominciata la ben nota ostilità di molti italiani verso i francesi. Non so se risalga alla notte dei tempi, se abbia a che fare con quel gol di Trezeguet, con un non sempre immotivato senso di inferiorità che sfocia nell’indivia travestita da risentimento.
Sta di fatto che la totalità degli italiani che conosco, e che non ha mai vissuto in Francia, quando parla della Francia e dei francesi, di Parigi e dei parigini, si esprime con un livore quasi paranoide che non trova alcun corrispettivo, né privato né pubblico, nei nostri transalpini.
In questi mesi francesi sto capendo alcune cose. Una di queste cose è che i francesi non ce l’hanno con gli italiani. Non li odiano, non li detestano, non li deridono. Perlomeno non per partito preso. Che poi è la specialità di noi italiani. I francesi sanno essere raramente odiosi, è vero. Ma è un’odiosità diffusa, totale, panica: i francesi, innanzitutto, sono odiosi a se stessi, per se stessi, di se stessi. Poi, con chi capita: magari anche contro gli italiani.
Ma i francesi, anche quando sono odiosi, sono tante cose. Per esempio sono molto rispettosi del bello. Lo sanno riconoscere, lo sanno apprezzare. Facile, diranno i molti di voi che conoscono Parigi. Ma questo rispetto non è che una conseguenza di una serie di punti fermi, di certezze che nessuno si sogna di mettere in discussione: il riconoscimento delle regole, dei ruoli, della e delle autorità, etc.
E il bello, che a suo modo è anche un’autorità, se sanzionato positivamente, è un qualcosa di cui i francesi non possono fare a meno. Quando c’è, c’è. È il caso dell’Italia e di tutto ciò che Italia vuol dire. Magari quel senso di superiorità, chiamiamola pure spocchia, o superbia, o tracotanza, rimane, impresso come un marchio, ma questo non obbliga loro a negare o sminuire la realtà, magari sulla base delle categorie di giudizio più illogiche che ci siano, cioè la simpatia e l’antipatia.
E così capita che il programma corrispettivo del nostro Domenica In venga aperto dal conduttore – importanza pari a quella di Pippo Baudo – con le seguenti parole: oggi dedichiamo la puntata al più bel paese del mondo per l’arte, la cultura e l’eleganza, cioè l’Italia. E che poi il programma abbia come ospite principale Arturo Brachetti, che qui in Francia è una vera celebrità e non è certamente e non solo quello che si cambia i vestiti velocemente. E che in mezzo, tra il cinema e la musica, ci sia spazio per tante cose, anche alcune che ai nostri occhi potrebbero apparire ingenue, o semplicemente trash, per esempio quel cantante di origini siciliane emigrato in Belgio, o anche Ornella Muti che ha fatto i patti col diavolo ed è presente a Parigi per uno spettacolo teatrale, beh ecco, in mezzo a tutte queste cose, che ci sono e non sono certo specchio televisivo e deforme, ecco poi venitemi a dire che i francesi ce l’hanno con noi.
ma forse perchè a scuola ci obbligavano per non si sa quale motivo a studiare 'sto francese mentre tutto ciò che ci piaceva in musica/film/libri era tutto in lingua inglese? E quindi in qualche modo ce l'hanno fatta odiare questa Francia? (parlo a nome dei trentenni, gli under 20 magari oggi hanno a scuola tutti insegnanti inglesi e l'insegnante francese è messo sotto uno scantinato a pane ed acqua..).
p.s.
Comunque anche nei Simpson (il mio punto di riferimento in questa zozza società) i francesi sono dipinti con la puzza sotto il naso (ovviamente col foulard rosso e la maglietta aderente biache e nere e cappelletto) quindi non è che lo facciamo solo noi italiani, anzi, sono convinto che anche i francesi quando si danno all'autoironia, si dipingono in quel modo. Però sì, deve essere un bel posto, anch'io vorrei andarci in Francia.
p.s.2.
No, non mi è piaciuto il film di Moretti, due ore che m'hanno fatto piatto come na bambola : )
nous, la France et moi, nous avons décidé (cit.)
qu'être français nèst pas si grave (or.)
ciao
ho scagliato l'apostrofo: n'est
[OT] sì, gli insegnanti di francese ora stanno nello scantinato…
io ho passato metà delle mie vacanze estive in francia e trovo parigi una città meravigliosa e amo i miei zii francesi, persone divertenti, generose e simpatiche.
è fuori di dubbo che i francesi abbiamo delle "manie" un po' particolari, ma cho non ce le ha????
detto questo, caro tfm, non credi che neanche dopo gli ultimi sviluppi politici (tipo frontiere chiuse ecchisenefrega se voi c'avete i rifugiati della guerra che tra l'altro abbiamo inziato noi) un poco poco di giustificazioni ce l'abbiamo???
io non ce l'ho coi francesi, ma qualche giorno fa, tornando da torino e vedendo qnt macchine francesi venivano nel bel paese a farsi le vacanze di pasqua, a me un po' di fastidio m'è venuto…
(uguale uguale a quelli del nord che parlano male della sicilia e poi vanno a farci le vacanze…)
no?????????????????????
sono super d'accordo, basandomi sulla mia esperienza di vita nel profondo nord francese dove la gente vede pochi italiani e quei pochi li tratta almeno con interesse. inoltre non ho visto altri paesi dove il dettaglio del bello sia così ben curato come in francia, a volte hai la sensazione che loro si mettano proprio a studiare come far diventare esteticamente godibile qualcosa, mentre noi andiamo un pò a caso, per fortuna siamo dotati per natura, ma a volte produciamo veri e propri obrobri.
stefania
quasi quasi mi vergogno ad ammetterlo ma sì, il mio odio per i francesi risale proprio al gol di trezeguet.
comunque poco tempo fa parlavo con una ragazza che ha vissuto a parigi per 4 anni e lei diceva la stessa cosa che dici te.
Io ho (avevo?) un po' la teoria che la Francia sia la sorella (o la cugina, come amano dire gli altri) meno brillante dell'Italia. Sì, il cibo è buono, ma l'italiano è meglio. Sì, i vini sono eccezionali, ma il Chianti. Sì Yves Saint Laurent, però Valentino e Prada. E questo scatenerebbe in loro un po' di invidia e in noi un senso di superiorità. Ma sicuro mi sbaglio 🙂
E comunque Parigi la devo rivedere, che andare lì l'estate del 2000 non fu proprio una bella idea.
e davvero i francesi sono dipinti come gondolieri? e la erre arrotolata che accarezza la pelle? chi ha mai detto di odiare i francesi? sono le francesi a essere troppo belline! poi io da buona romagnola il francese ce l'ho nel dialetto!
ps: enorme rispetto del bello da parte dei francesi, adorazione assoluta per le cose italiane da parte dei tedeschi. sono noi non ci amiamo?
Nel mio personale schema mentale funziona così:
1. i francesi: sono superiori, perchè sono molto simili a noi, ma meglio (ovvio che in certe cose specifiche, come la scuola pubblica, sia meglio l'Italia, ma nella stra-grande maggioranza vincono proprio per quel rispetto del bello che dici tu, ma anche della civiltà) chi devono invidiare loro? Nessuno.
2. gli italiani: sono come i francesi, ma un po' peggio, nel senso che siamo più cialtroni. Quindi invidiamo i francesi
3. gli spagnoli: simili a noi, ma peggio (molto più cialtroni e molto ma molto meno attenti al bello). Quindi spagnoli invidiano italiani, ai francesi manco si avvicinano per manifesta inferiorità
4.Gli spagnoli sono convinti che i portoghesi li invidino, per le questioni di sopra, ma non ne sono ancora proprio sicura.
5. Inglesi se ne fregano
6. Tedeschi vogliono bene a tutti
(Ed ora ho finito la fiera del luogo comune) 😉
*Virgh: aggiungo 7) Gli austriaci che sono tipo la Bontà Fatta Popolo. Per il resto, sottoscrivo anche le virgole
Adoro questa classificazione dei popoli!
Stra-concordo, TFM (anche sulla bontà degli austriaci, credo, oddio, finchè non ti trovi a lezione di spagnolo a fare una conversazione su temi attuali e c'è una studentessa bionda bella e brava che si rivela xenofoba, lì ti si gela un po' il sangue nelle vene. Ma magari ce ne sono pochi).
A me pesa un bel po', questa cosa della fatica nel riconoscere e rispettare il bello. Qui da noi, se ti piace qualcosa di bello in qualche modo sei peggio.
Secondo la mia genitrice: In the Mood for Love? è una cagata.
Cado dalle nubi? Stupendo.
Rufus Wainwright non sa cantare.
E il 90% dei miei conoscenti risponde allo stesso modo. Ho un'amica che se ti metti a parlare di bel cinema o bella musica si gira di là, come i gatti.
Otter