Come previsto vince Terrence Malick, mentre Bob De Niro saluta i suoi amici “champignons”

cannes2011Come già scrissi credo in passato io quelli che dicono Che palle le cerimonie televisive lunghe noi vogliamo un Sanremo che duri un’ora, un’ora e un quarto al massimo, ecco, loro, io non li capisco.
Maggiore la durata, maggiore la quantità di cose che possono succedere: boh, a me pare una cosa talmente ovvia nella sua giustezza, proprio.

Ci pensavo mentre guardavo la diretta della Cerimonia di Chiusura di Cannes 2011 (Canal+ mi ha fatto il favore di evitare violazioni varie di leggi e godermela in chiaro), la quale Cerimonia boh, quant’è durata, mezzoretta?

Mezzoretta pregna, di cinema, ma anche di televisione, di regie insipienti, attori americani ubriachi, di ex aequo quanto ci stuccano gli ex aequo, giiz ma che ci vuole a prendere una decisione? Ma andiamo con ordine:

*Mélanie Laurent, che è la maîtresse – la chiamano così, non pensate male – entra in scena con i capelli pettinati frisé che manco ai tempi di Clizia e Sposerò Simon Le Bon, e comincia a sussurrare *cose* con quella sua vocina flautata. Il punto è che mentre sussurra e arrota la erre come solo le francofone sanno fare arrota anche un’altra cosa, nello specifico il microfono, tenuto con una *certa* sfrontatezza non con una ma ben due mani, proprio: ecco, ora sì, potete pensare male

* Poi entra Michel Gondry, cita Jacques Tati, fa alcune battute, perde tempo, finché Mélanie lo riprende dicendogli Ehi Michi guarda che devi annunciare il premio e Michel – sia benedetto quest’uomo – la guarda con la faccia tipo Non è che siccome sei Un Gran Pezzo Di Sticchio allora puoi parlarmi così, tu nei miei film non reciterai mai, anche perché, diciamolo, sei Incapace

* Poi, senza alcun motivo plausibile, sul palchetto dei premianti salgono Marisa Paredes, ispanofona, e un uomo chiamato Corea che nessuno conosce e sa chi sia, che prende possesso del palco e blatera cose in coreano, cui seguono momenti di silenzio – silenzio e coreano sono due parole che ben stanno nella stessa frase – e alla fine i due premiano un regista argentino che sale sul palco e attacca a parlare in argentino e anche in questo caso non c’è un traduttore e nessuno capisce niente, volano domande tipo Ma che cazzo stiamo facendo e chi è questa gente, e poi la posa per i fotografi, con il regista argentino in mezzo, tra Uomo Corea e Marisa Paredes. OOK.

* Mélanie ora presenta Messiè Le Presidà, cioè Bob De Niro, che entra, riceve la solita, estenuata standing ovatione e poi inizia a parlare in francese, ma non si capisce un cazzo. E dire che Bobby deve solo leggere una sfilza di nomi, cioè i membri della giuria, che Bobby tra l’altro chiama “champignons” invece di “compagnons”, sotto gli occhi a Carfagna di una Mélanie evidentemente non tagliata per l’imprevisto. Comunque, di questi membri della giuria io riconosco solo Uma Thurman, il vestito blu elettrico di Uma Thurman e quel che resta della produzione tricotica di Jude Law (la risposta a: Jude Law? è che Jude Law è testimonial di un profumo francese, ecco perché sta lì) (e comunque, a questo punto potevano chiamare anche Ethan Hawke e facevamo la reunion di Gattaca, 1997, era il 1997)

* Il Prix du Jury va invece a Maïwenn, emergente regista francese con i puntini sulle ï con cui Intera Gran Nazione Di Francia sta sfrantumando i maroni da setttimane. Maïwenn, avvoltolata in un vestito rosso – da cui emergono prominenti ma delicati seni – e arrampicata su tacchi vertiginosi, insomma si mette a correre sul palco Come Una Pazza e ringrazia “a uno a uno” i giurati in una inusuale rottura del protocollo che viene ripristinato ma non troppo con Maïwenn che si avvicina al microfono e inizia a Sospirare Intensamente senza dire nulla, mostrando dunque al mondo il senso dell’espressione Provare un Orgasmo Sofferto a Cannes (Mélanie Laurent adesso le lancia saette d’odio, che cazzo si permette questa di rubarmi la scena?)

* Poi sale tutta la famiglia Mastroianni per parte di madre, Catherine Deneuve per cui nessuno si azzarda a fare standing ovation e la figlia Chiara Mastroianni, talmente splendente che c’è poco da dire, e poi anche un certo tracagnotto, Edgar Ramirez, quello di Carlos, che a un certo punto impazzisce e ci prova pesante con Mélanie Laurent urlando Tu Bona, Accopiamoci Ora! ma Mélanie ha altro da fare tipo presentare Kusturica che cita Pasolini, Milos Forman, Tarkovskij e Kaurismaki prima di dire: vincono ex aequo i Dardenne e i Turchi. 

* La Palma d’oro viene annunciata dall’ospite d’onore, che è: Jane Fonda. Jane Fonda. Jane Fonda?
Jane Fonda inizia a parlare a mitraglietta dei cazzi suoi e dimostra che a) i congelatori servono a qualcosa e b) che cazzo c’entra, adesso, Jane Fonda?

La puntata invece finisce con Mélanie che ringrazia Gilles Jacob che da par suo risponde con la faccia tipo Io Invece No, ex aequo di qua, ex aequo di là, tutti che si vogliono bene, Kirsten Dunst vedete noi siamo buoni, mica ci vendichiamo di Von Trier, mica siamo così piccini, e la Palma d’oro invece la vince il film The tree of life di quella persona spensierata che è Terrence Malick, ma almeno quest’anno non dobbiamo far finta di essere tutti saputi, che ne so, di cinema thailandese. Oh, che palle quando ci costringono a essere tutti saputi del cinema thailandese.

E questo fu quanto. Pensa se la cerimonia fosse durata, che so, due ore.

6 Replies to “Come previsto vince Terrence Malick, mentre Bob De Niro saluta i suoi amici “champignons””

  1. Condivido il discorso durata, e l'esempio sanremo è proprio appunto esemplare…deve durare almeno un 4 ore, più dura e più è bello o può essere brutto in vari modi e quindi magnifico.

    Io ieri mi dico "va che voglio vedere la premiazione di Cannes, ci sarà un modo visto che sono così uncool che non ho sky?", rien a faire (anche qui gli accenti vedi tu dove vanno e se ci sono, figurati se con 6 vocali i francesi perdono questa ghiotta occasione di mettere un accento), rien a faire dicevo (o forse non ho saputo cercare) mi immaginavo che il sito del festival facesse uno streaming anche in formato francobollo, niente. Mi sono ridotto a seguire la cerimonia su twitter (io che ancora non ho ben capito come si usa) e almeno in direttissima ho saputo dei premi, addirittura i fratelli di francia si sono sbattuti e mettevano il twitt in francese e poi lo stesso in inglese.
    Poi stamane ho visto la premiazione sul sito del festival, così un po' a saltare che il collegamento internet non era proprio il massimo.
    Beh Maiwenn…che dire io ho avuto paura che dovessero rianimarla tanto ansimava, molto piacente, forse un po' troppo alta, ma molto charmant.

    Consiglio vivamente a chi ci piace il cinema di andare sul sito del festival, è possibile vedere di ogni film (di questa edizione ma anche di molte edizioni precedenti) la conferenza stampa (anche con audio in inglese)+photocall+intervista a regista e attrice/attori+ quella cosa che salgono sulla scala.

    Il coreano e il silenzio stanno proprio benissimo insieme, Kim ki duk ha vinto un premio per la sezione di "Un certo riguardo", non vedo l'ora di vedere il film che sarà come sempre un 2 ore abbondanti di silenzio e inquadratura fissa e silenzio, fantastico.

    Michele

  2. *Michele: innanzitutto grazie per il commento che fa sentire meno solo questo post 🙂 Twitter è facilissimo e sempre più splendente e divertente. Hai seguito l'affaire Moratti e il Sucate?

  3. Però ne converrai che in un mondo interconnesso che uno non si possa vedere la premiazioni del festival è troppo 1995.
    L'affaire Sucate non ho idea di cosa sia. Twitter sono al punto in cui ne ho capito la potenza e le possibilità (il fatto che in super diretta potessi sapere notizie dal festival è molto 2020) ma ancora non ho capito cosa/come/perchè usarlo (a parte seguire personaggi più o meno noti più o meno interessanti etc etc). Ma non puoi fare un tutorial su twitter che così mi acculturo un po'?
    a buon tutto
    Michele

  4. Commento solo perchè in un post in cui compare Marisa Paredes e robe turche in contemporanea sento il dovere di commentare, ma siccome non so cosa dire, ti lascio solo un salutino da Kebbabolandia (fa molto cartoline anni '90: un saluto da Riccione, ma tant'è)
    abbracci

  5. *MIchele: twitter è facilissimo, basta iscriversi, seguire un po' di persone e lasciare che il fiume scorra 🙂

    *Virgh: marisa paredes era anche nel quizzone di Moretti. Ricambio abbracci e saluti, ici Paris a voi studio

  6. Ma TFM caro, ora che anche noi poveri italiani provinciali abbiamo potuto vedere The Tree of Life, di un regista che senza dubbio si droga moltissimo, ecco, noi l'abbiamo veduto, ma io senza la tua opinione, mi sento incompleta. Dicci che ne pensi o non avrò pace!

    Anna

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