Carré Viiip: Endemol France e TF1 danno nuovo senso alla parola “sobrietà” (esempio: la nuora di Tina Turner fa la pazza)

Non credo all’espressione “la tv è lo specchio della società”. Credo però che alcuni generi televisivi, specie l’intrattenimento, restituiscano delle immagini e dei significati, come dire, di rilievo. Esempio: le scenografie cupe, luttuose, buie e mortuarie di Raiuno a me dicono molte cose.

carrèIeri sera su TF1 (il Canale 5 di Francia, solo che qui il servizio pubblico, cioè France 2 in primis, non è come Raiuno, non insegue i privati, qui è servizio pubblico, punto) è partita una nuova emissione, come la chiamano loro: Carrè Viiip, prodotto da Endemol. L’ennesima variazione sul tema Grande Fratello (i francesi sono forse gli unici al mondo ad averlo chiamato subito con un altro nome, Loft Story). La cosa interessante è che, a una struttura molto tradizionale (la casa, quella che noi italiani chiameremmo Porta Rossa, la conduttrice donna, l’inviato dalla Casa uomo, 16 concorrenti etc), hanno applicato un’idea semplice e forte (non sto parlando di gusto, eh, solo di coerenza tra l’intenzione e l’applicazione di quella intenzione): la casa (cioè l’intero programma) è concepita come un esclusivo Club Vip, a cui non tutti possono accedere, se non muniti di un Pass Vip. Ci sono 8 Vip, anzi Viiip con tre i e 8 Wannavip, anzi Wannawiiip, che cercheranno di diventare Vip anzi Viiip. Alla fine ne rimarrà uno solo (se pensate che io abbia pronunciato troppe volte la parola Vip allora beati voi che non guarderete mai questo programma).

Il concetto chiave è dunque la popolarità. Non il gradimento, ma la popolarità. La puntata infatti è stata introdotta da una clip che ha fatto una specie di punto della situazione, un enorme previously sul concetto (sono francesi: devono infilarci sempre la parte intellò): da Marilyn a Brigitte Bardot, da Andy Wharol a Hélène e i suoi amici (giuro). Per misurare la popolarità, all’interno del programma ci sarà un Vippometro, che salirà o scenderà a seconda di come e quanto i concorrenti saranno in grado di fare “notizia”. Sarà eletto il Top e il Flop della settimana. Durante la settimana saranno fatti quattro nomi candidati all’eliminazione e il venerdì, nel serale, ci sarà il verdetto. Quindi niente nominations, ma un meccanismo che prevede ogni giorno, tra daytime e Internet (i concorrenti avranno accesso alle proprie pagine), degli avanzamenti nel plot generale.

afidaE se il concetto di base è la popolarità, i concorrenti cosiddetti Viiip sono stati scelti di conseguenza, ovvero pescati nel gran serbatoio di fuoriusciti della téléréalité (più che un genere televisivo, una categoria dell’anima) e che negli ultimi anni hanno riempito le cronache dei giornali di gossip. C’è Afida Turner (nella foto), che è la nuora di Tina Turner e che aveva già partecipato a Loft Story, c’è Thomas, che è ermafrodita, c’è Giuseppè, l’italiano macho e rude con mamma al seguito che l’anno scorso ha fatto rumore in uno di quei programmi in cui la madre deve scegliere la fidanzata al figlio, etc. Questi Viiip hanno una sola cosa in comune: sono tutti ODIOSI. E lo dicono proprio, nelle schede di presentazione: sono egoista, antipatico, ipocrita, adoro tre cose nella vita: MOI, MOI, MOI.

Ecco, se c’è un elemento che davvero distingue il reality francese da quello italiano è la mancanza totale di ipocrisia e di pappardelle morali à la Signorini. The big picture è chiarissima, non ci sono e non ci possono essere fraintendimenti e confusioni: questo è un gioco di società, un enorme gioco di società cui partecipa gente eccessiva, volgare, antipatica, gente che voi, gente da casa, dovrete odiare. Punto. Il target saranno pure le casalinghe, ma queste casalinghe non vengono mai inseguite e titillate sul piano della realtà, anzi. Ieri a un certo punto Afida Turner ha cominciato a urlare sparando parolacce in inglese e facendo quello che sostanzialmente le viene chiesto: la PAZZA. Bene, la conduttrice non si è scomposta, anzi no, a un certo punto ha riso, come d’altronde chiunque di fronte a scene tipo “una donna invasata mentre parla comincia a urlare e saltare buttandosi sul pubblico, un pubblico tra l’altro di venti persone dentro uno studio grande come un salone di una casa”.
Tutto è portato talmente all’eccesso che finisce per essere autoparodia spudorata, senza filtri, in un divertente gioco di specchi. Canto e controcanto assieme. Un gioco, intrattenimento puro, nient’altro. Niente giudizi, niente sensi di colpa, niente cose che sembrano altre cose.

Carrè Viiip, come recita un simbolo che rimane in sovrimpressione per tutto lo show, è sconsigliato ai minori di 10 anni. Ieri ha debuttato con il 18% e circa 4 milioni di spettatori.

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