Romanzo Criminale, la seconda serie: “Me sa che c’ha ragione er Dandi, ‘sta banda se sta a pèrde i pezzi”

romanzoChe Romanzo Criminale sia probabilmente la serie italiana più riuscita di sempre, pochi dubbi. Certo, la concorrenza è (da sempre) quella che è, ma ciò non ne inficia i caratteri di vero e proprio masterpiece di genere. E per due motivi fondamentali:

 

 

1)  La capacità della serie di esondare dai confini puramenti televisivi. Una onnipresenza ribadita a più riprese e sancita dall’intervento sul linguaggio parlato. Battute, frasi, modi di dire, espressioni (Pijamose Roma, Stecca para pe’ tutti, la Madama) che rimangono in testa e che finiscono inevitabilmente nei discorsi, fino a trasformarsi in alcuni casi in veri e propri slogan.

 

 

2) La capacità di mescolare due ingredienti di solito complicati da tenere assieme: la caciara e la tragedia. Romanzo Criminale cammina perfettamente a proprio agio sulla fune, evitando cadute nel ridicolo. Fondamentali in tal senso quei personaggi non esattamente di primo piano, ma necessari a creare contesto, a dare colore: penso al Bufalo e a Scrocchiazeppi e ai loro rispettivi interpreti, Andrea Sartoretti (già apprezzato in Boris) e Riccardo De Filippis, tra i più efficaci nella sintesi della Roma caciarona e della Roma violenta.

 

Questa seconda serie si apriva con un grande interrogativo: può una serie di successo fare a meno del proprio protagonista assoluto, del proprio leader carismatico, il Libanese (e del grugno di Francesco Montanari)?
Sì.
La struttura tiene benissimo, i temi e le evoluzioni dei personaggi si sviluppano in modo coerente. Il tutto sorretto da due grossi tiranti narrativi: per la prima parte “Chi ha ucciso il Libanese”, per la seconda “Per quanto ancora il Dandi riuscirà a tenere nascosta agli altri la propria “marcia” parallela e, soprattutto, la verità sui mandanti della morte del Libanese”.

 

Tra gli elementi meno riusciti, alcune caratterizzazioni. Il Freddo, nella prima serie mirabile esempio di introspezione psicologica e azione allo stesso tempo, qui appare un po’ troppo “agito”, in balia degli eventi che scorrono sopra la sua testa: il conflitto tutto morale tra Bene e Male che ne animava la figura qui sembra risolto a vantaggio di un grigio sfuocato, un’opacità di comportamento che lo “abbassa” fino a renderlo un personaggio quasi “normale”.

 

E poi alcuni problemi legati alla continuity, con il risultato di uno stile disomogeneo che, in alcuni casi, produce nello spettatore un salto nella sedia con relativa sospensione dell’incredulità (per fortuna subito rientrata, segno della bontà del prodotto nel complesso): mi riferisco allo “scalino” avvertito tra la terza e la quarta puntata. Sembra sia intercorsa una pausa produttiva forte. I personaggi si presentano tutti con un look diverso: Dandi più “signore” e meno “ragazzino”, Scialoja e Fierolocchio senza quei baffi so ’70s. E poi, gli interni. All’improvviso cambiano. Cambia la casa del Freddo, che dalla sua officina si trasferisce in un megaloft (e che costringe a soluzioni discutibili, come battute e scene molto “spiegate”) e cambiano altri piccoli elementi, che non possono passare inosservati.

 

 

Il resto è comunque notevole. E la differenza la fanno, come al solito, i dettagli: dalle citazioni autodiegetiche alla colonna sonora, che ha il merito di aggiungere senso e di non sostituirsi al testo, come spesso avviene nella fiction italiana.
Romanzo Criminale 2, un altro sì.
Stasera e giovedì prossimo gli ultimi quattro episodi.

Extra:



* Personaggi preferiti, per vari motivi: Bufalo, Scrocchia, Freddo, Patrizia (stupisce che l’attrice che la interpreta, Daniela Virgilio, non abbia ancora fatto il botto di notorietà);


* Situazioni foriere di LOL hardcore: le scene in commissariato. Scialoja, Rizzo, Cip e Ciop e il Grande Vecchio, ma soprattutto lui, CANTON, l’assistente di Scialoja, mito imperituro: “ehi commisavio, andiamo ad avvestave i cattivoni, la gattabuia li attende!” “Canton, ma che cazzo dici! “Ma commissavio, pevché mi tvatta così male, io vestevò sempve al suo fianco!” “Senti Canton mi hai rotto il cazzo! Vedi d’annattene affanculo!”


* Attori che non sempre riescono a dare al personaggio quella marcia in più che meriterebbero: Alessandro Roja cioè Dandi e Marco Bocci cioè Scialoja


* Vinicio Marchioni nelle interviste tende alla balbuzie: doppiamente bravo


* Da poco uscito un cd con tracce dedicate ai personaggi di RC e cantato da vari artisti: Francesco Sarcina (Vibrazioni), Pierluigi Ferrantini (Velvet), Roberto Angelini, Marta sui Tubi, The Niro, Rezophonic e altri.


* Il pezzo di Andra Scanzi di due anni fa è sempre imprescindibile

 

 

24 Replies to “Romanzo Criminale, la seconda serie: “Me sa che c’ha ragione er Dandi, ‘sta banda se sta a pèrde i pezzi””

  1. Bello. E belli anche i link. Grazie, anche perché per una che non guarda la tv questi pezzi sono diventati  "imprescindibili" :-))

  2. botto di notorietà della Virgilio? non so, a me pare un po' cagna come attrice, ma forse mi sbaglio! ho notato anche io la balbuzie di Marchioni ed ho avuto il tuo stesso pensiero!
    mi dispiace che questa stagione duri solo 10 episodi, ho paura che tagliuzzino la fine del libro, mentre vorrei una cosa completa.
    bella, bella serie e poi mi ha fatto riflettere sulla quantità di bravi attori che ci sono in circolazione in italia e che restano nel semi anonimato mentre tanti attori cani diventano divi, ma vabè…è il leit motiv italiano, un po' ovunque 🙂

  3. Condivido! E' una serie strepitosa e sono tutti molto bravi!
    Vero, il salto (lo scalino) nella linea delle puntate si nota proprio…però il risultato è ugualmente buono!
    p.s. – divertente il commento extra su Canton…ahahah!

  4. *Prof: eheh grazie

    *Grace: per la botta di notorietà parlavo della bellezza, secondo me ha un gran primo piano. Sulla bravura: credo sconti un ruolo complicato, con battute sempre uguali e movimenti sempre uguali. Nella prima serie faceva solo due cose: spogliarsi e fingere di fare i conti con la calcolatrice sharp del 77. Sì, ci sono molti attori bravi, ma dalle parti del commissariato non sono così bravi 🙂

  5. me stavo seriamente a preocupà: davero davero che un serigrafo come TFM non scrive nulla su romanzo criminale (2)? Eccomi accontentato. Su romanzo si può scrivere di tutto, a partire dall'ormai assodata tendenza all'adattamento dei grandi best seller's letterari anche per la tv. Cattleya sta lavorando sodo pure su Gomorra, e tra poco avremo la serie. E' comunque una bella notizia, si spera contribuisca a staccarci dal modello di trasposizione coatta delle serie estere, che tanto prozac ci ha fatto consumare, alla vista di carabinieri e affini. Magari magari che un giorno verrà in mente a qualcuno di produrre una serie originale italiana, scritta da sceneggiatori italiani bravi, che ci vogliono far credere non esistano. Ma bando alle ciance, confesso che la serie mi ha dapprima  spiazzato, con mia somma incredulità. Nel senso che non pensavo il grugno del libano, che tanto mi aveva attratto e schifato nella prima serie, potesse crearmi un senso di astinenza così spiccato. Le prime due puntate mi sono apparse ovattate credo per questo motivo, ma in parte anche per, mi sembra, per una debolezza recitativa in Marchioni e Roja, che stentavano a seguire il sottotesto, tendendo uno a indossare il grugno monocorde del Libano, l'altro ad accentuare un certo qual comportamento stereotipato. Intendiamoci, siamo comunque ben al di sopra della recitazione media italiana anche cinematografica, e restano comunque memorabili certi duetti. E' solo un'impressione che non sminuisce la mia stima per questo egregio lavoro. Sono anche d'accordo con TFM sulle considerazioni generali e sulla presenza dello scalone. In ogni caso, a partire dalla seconda puntata, gli elementi di tensione sono stati costruiti egregiamente, accompagnando la dissoluzione "morale" della banda, senza cali di interesse. Anche io direi che i personaggi  di contorno hanno fatto la differenza in generale, ad esclusione degli ambienti polizieschi, dove, a mio avviso, si è persa molta dell'ambiguità e sporcizia che per esempio avevo trovato nel film. Personaggi preferiti: Patrizia, (ti amo) Bufalo, Freddo, Ranocchia, Canton (Canton!!!).

    P.        

  6. (Sono indietro ma sto recuperando.)

    Anche secondo me al commissariato sono schiappe a livello recitativo.
    E' un po' la stessa differenza che si sentiva nel film, con Accorsi eccessivamente serioso e finto. Non conosco bene l'attore che fa il commissario nella serie ma penso che venga dal teatro, cosa che spesso e volentieri penalizza, purtroppo.
    (quello che fa Canton, poi, dove l'hanno preso?)

    Il personaggio del Dandi non porta fortuna a chi lo interpreta: anche Santamaria nel film non brillò per bravura (Favino e Kim Rossi Stuart se li magnarono tutti). Roja è un po' moscio ma ha degli sprazzi di bravura, dai.

    I love il Freddo. Un po' schematico, sì, però braaaavo (e nella prima serie stava con la Mastronardi, quella che si fidanza con tutti i compagni di set.).

    L'attore che fa il Bufalo l'ho incontrato per strada e sono rimasta come una scema perché mi sono emozionata. Sono una sua groupie, è bravissimo.

    L'attore che interpreta Ranocchia è Fausto Paravidino, regista-autore genio del teatro italiano (e fece anche la regia del film che fece innamorare Golino-Scamarcio).

    La povera Patrizia è penalizzata ma prima o poi diventerà famosa. Checcavolo.

    La tua analisi della serie è come al solito perfetta. Stecca para pe' tutti.

    Fine.

  7. *P: anche io stavo preoccupandomi che ancora non avevo scritto nulla 🙂
    Non credo potrò mai sopravvivere all'assenza di Canton dalla mia vita

    *Valu: recupera, brava, che prima eri in testa tu, poi ti ho sorpassato. Concordo, non sono fortunati con l'ufficio di polizia. Io quando penso a Golino Scamarcio penso sempre a Valeria Bruni Tedeschi Louis Garrel 🙂

  8. ahaah Io adesso vado e fondo il Canton fan club su facebook, se non l'ha fatto nessuno…
    #6 Non è tanto una questione di provenienza, se teatro o tv, Fausto viene da teatro, come Boccia e quasi tutti i protagonisti. Boccia ha molto della recitazione trattenuta di quando ti dicono non fare il teatrale. Siccome non è un attore cane, bisogna vedere quanto incida il fatto che gli dicano vai bene così, vai alla grande, perché comunque in quel modo rappresenta il commissario standard delle fiction italiane. Diversa cosa per gli attori di contorno, e aggiungerei anche quelli del sisde, che paiono proprio peccare di capacità. Anche io poi ho amato il freddo della prima serie, non che adesso mi faccia schifo, solo lo ritengo meno efficace, e cercavo di spiegarmi il motivo, che probabilmente è da trovare nel contrappunto che lui e il Dandy facevano di fronte all'esuberanza del Libano. Restano comunque dei gran bei personaggi.

  9. Concordo su molto di quello che scrivi ma la Virgilio proprio no. Una cagna come lei è difficile da ritrovare. Recita male, si mangia le battute ed ha una fronte che pare il monte bianco.

  10. Mentitori! Su facebook il fanclub di Canton (CantÓn con la o chiusa, Scialoja!) non c'è! Farò un esposto!

    A me non dispiace Alessandro Roja, ho visto la prima serie che ancora non avevo letto il libro né visto il film e anche senza informazioni pregresse si riusciva a intuire che il Dandi, alla fine, era il più bastardello di tutti; quello con cui, tra i tanti farabRutti della banda, avrei voluto avere meno a che fare.

    Patrizia è bellissima ma non è una grande attrice 😐 Anche se i dialoghi che le danno giocano a suo svantaggio, tutto il resto della serie ha questo tono sanguigno, dialettale, a lei (come in fondo anche a Scialoja e soci) toccano queste frasi più pulitine, che in confronto suonano costruite e innaturali. Però mi è piaciuta nell'ottava puntata, sarà che con la storia di Ranocchia  ha potuto mostrare un po' più di verve rispetto al solito personaggio dell'algida femme fatale.

  11. *Poggy: sono molto d'accordo con te quando dici che sconta molto le battute che le mettono in bocca. Secondo me sconta anche quello che le fanno *fare*: nella prima serie, al bordello, sta sempre a fare i conti alla calcolatrice. In questa seconda ho apprezzato molto, per esempio, la scena in chiesa, la mdp è rimasta svariati secondi sul suo primo piano mentre Dandi la terrorizzava in vario modo. Sei andata a letto con Scialoja? Primo piano fisso su Patrizia: angoscia.

  12. #12 hai ragione, mia madre lo dice sempre, che sono inaffidabile.
    # tfm vero, gran bella scena.

    P.

  13. va beh, ho fatto l'ispettore canton fan club, mo scriveteve,

    P.

  14. TFM, sono alla 5 puntata della seconda serie (avendo cominciato una settimana fa è notevole).
    Ma tu non informi il tuo pubblico che il regista della nostra hamata serie (Stefano Sollima) è stato regista di quella perla indimenticata di "Ho spostao un calciatore"?
    Son cose che fan tremare i polsi.
    A me il Dandi e Scialoia piacciono.
    Soprattutto Scialoia che a la faccia Gozzaniana.

  15. e se è per quello molti di nostri hamati attori hanno partecipato a feisbum, che io non l'ho visto, ma puzza di cagata a km.
     cmq sollima è stato anche regista della nostra soppopera preferita.
    Pattie , che in piena fissa da banda ha studiato tutta la vita di attori e registi su wikipedia.
    TFm se lo fai anche tu ti ci viene un post maraviglioso dal quale emerg erà una cosa che già sappiamo.
    La sceneggiatura è la cosa più importante del mondo. E gli sceneggiatori deveno essere capi.
    🙂

  16. *Pattie: sono d'accordo, ah, questi sceneggiatori! Ma tu lo segui Boris? Hai collegato chi era il Bufalo? Uno DEHI sceneggiatori di Boris! Sartoretti è bravissimo, ma mai quanto l'attore che fa CANTON

  17. Certo che ho collegato che il Bufalo è uno sceneggiatore di Boris.
    Però io te lo dico: se tu guardi le biografie daha banda tutto c'hanno dihi scheletri, apparte Libbano.
    Troveresti devvero tanto materiale per il trattato dal titolo:
    La scenegggiatura è tutto e voi nun siete un cazzo.
    🙂

  18. *Sottotitolo: E SI NUN TE STA BENE te pijo e te sdereno!
    Beh nei prossimi giorni scrivo su un post musical-cinematrografic. Rimani tuned!

  19. arrivo dopo mesi a leggere il tuo trattato su Romanzo Criminale e concordo nel dire che la Virgilio è scarsa. Parallelo: la Anna Mouglalis, nel film di Placido, riempiva lo schermo anche facendo, come dici tu "sempre gli stessi gesti ripetitivi". la Virgilio si vede che è fuori parte, pare una bambina truccata col rossetto della mamma.
    il personaggio di Patrizia, nel libro, ha una sua nascosta fragilità e umanità, ma fuori è una gatta algida e non si scompone mai. La Virgilio non la rende affatto.

    è l'unico punto su cui mi sento di dover discettare: per il resto ADOVO tutto (anche Cantòn el veneto che potrebbe essere Smithers… "Eccellente commissavio").
    per ora ho finito.

    Ari

  20. Scusate se lascio il mio commento solo ora su questo post un po’ vecchiotto. Volevo rispondere ad utente anonimo, nel libro Patrizia somiglia fisicamente molto più a quella della serie che a quella del film mentre per quanto riguarda l’aspetto psicologico la trovo più vicino all’ interpretazione della Mouglasis. Entrambe le serie mi sono piaciute tantissimo,un prodotto nostrano fatto veramente bene! Ho provato anche a contattare gli attori per delle interviste per un lavoro che stavo facendo basato proprio su questo ma non ho avuto risposta. Da una parte mi e’ dispiaciuto molto ma capisco anche le motivazioni.

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