Dexter 5×12, “The big one”

dexter2Quindi, in sintesi, finisce così:
Quinn fa un favore a Dexter. Debra fa un favore a Dexter e Lumen. Dexter fa un favore a Quinn.

Scusate, ce lo fate un favore? Ci spiegate che è ‘sta roba?

La quinta stagione inizia esattamente un minuto dopo la precedente. Nessun salto temporale ma una generale aria di cupa luttuosità: gente che deve elaborare il lutto, bambini che devono uscire di scena, altri bambini infanti lookin for bambinaia. Ok, per sei puntate: sbadiglio.

Alla settima, finalmente, si accende la luce. Dexter prende un gran respiro. Piccolo salto in avanti (un mese), cambiano le cose, alcune cose. Quello di Dexter non è più l’unico sguardo, si moltiplicano i punti di vista (soggettive, porzioni di campo visivo ma anche campi più lunghi, più aperti), i cliffhanger sono affidati anche a personaggi non principali, il tutto si allarga, scompaiono le tenebre, la casa di Quinn guadagna una finestra con vista sul mare, tanti esterni, tanta luce. Infatti, appunto, la luce.

E, soprattutto, Dexter e Debra.

Dexter ha smesso quasi di uccidere, si è normalizzato, ha quasi terminato il proprio percorso: non più essere umano svuotato di sentimenti ma capace di empatizzare con gli altri: Lumen, Astor, chiunque, persino Jordan Chase. Ecco dunque che l’ansia, l’urgenza di Dexter di calmare il proprio bisogno, la propria necessità di uccidere per dirottare il male che inevitabilmente c’è dentro di lui, sposta il proprio focus: dai singoli casi, dalle vendette del qui e ora, si è passati a un disegno più grande. Una vendetta in grande stile, apparentemente lineare, ma che in realtà coinvolge tutti: la posta in gioco è altissima, c’è il passato di Dexter, c’è il suo lutto ancora non risolto.
E c’è Debra, soprattutto. Sempre più il cuore di tutta la narrazione, il nodo cruciale attraverso cui passano tutte le altre linee narrative e conflittuali, sopite e non. Il rapporto con Batista, la rivalità con Maria, l’amore di e per Quinn ma soprattutto la verità su Dexter: questa l’unica direzione, inevitabile, i cui semi si sono sparsi per gli ultimi episodi, passando dalla magistrale 5×09.
Ma poi tutte queste promesse, tutte queste frecce, finiscono a imbuto in un season finale che entra di diritto tra i peggiori season finale di sempre. Il motivo è presto detto: dalla metà della 5×12, tutto si ferma, il plot non avanza, tutto è già risolto, e gli ultimi minuti sono un’ansia – irrisolta – per lo spettatore: dai, ora succede qualcosa, dai ora Dexter uccide Lumen, almeno questo, dai Debra ora va e gli dice che l’ha sgamato, dai: niente. Niente di niente. (Ci sarebbe quella frase, la frase di Debra sul finale, ma è più un ossicino senza polpa: anche se fosse, te la giochi così?).

E dunque, all’ultimo atto, vengono al pettine i due nodi principali di questa stagione:
1) Il pubblico sa sempre più dei personaggi. Può un qualsiasi show televisivo permettersi questa tremenda leggerezza? No. Se alla puntata 9 ancora viene nominato Trinity e si pensa che sia ancora vivo quando il pubblico SA che è morto, c’è qualcosa che non quadra. Così si mantiene la tensione? Non regge la scusa del volersi tenere le porte narrative aperte: noia.
2) I personaggi, in alcuni casi completamente out of character. Quinn che non fa il nome di Dexter ma anzi dice: voglio un avvocato. Debra che lascia andare Number 13 e il suo socio vendicatore. Dai, non regge proprio. Ne esce fuori un quadro da fumetto per pubescenti, in cui ogni personaggio è vittima della propria mancanza di acume, di lucidità, di abilità basiche soprattutto se fai il poliziotto: in confronto qualsiasi ottuagenario alle prese con la settimana enigmistica è più bravo.

(E non parliamo delle soluzioni che cascano dal cielo a forma di “Manine dello sceneggiatore”: il venditore ambulante che denuncia Jordan Chase perchè sente dei rumori nel portabagagli? Oh c’mon, siamo a Miami, la gente si fa i cazzi propri o perlomeno vuole qualcosa in cambio, e questo qualcosa non è sicuramente Debra che gioca al gioco dei mimi yo bella fratè).

E questo è il risultato quando ci abituano bene, quando si gonfia a palla l’hype, quando promettono promettono e poi non te la danno. Dexter, lo show profumiere che non ha più niente da dire.
Dexter, mi spiace per il solito gigantesco Michael C.Hall, ma questo ha proprio le sembianze di un addio.

P.s. E no, non mi interessa se hanno cambiato a tempo di record lo showrunner per la sesta stagione, e se intanto Michael C. Hall e Jennifer Carpenter divorziano, forse a causa di Julia Stiles.

È stato bello ma ciao.

9 Replies to “Dexter 5×12, “The big one””

  1. aspettavo il tuo commento, e non posso che trovarmi d'accordo.
     
    pessimo finale, pessimi personaggi, pessima scrittura.

    Dico: siete impazziti?
     
    E quella frase di Debra, poi, orribile.
     
    Va bene pararsi il culo, va bene non dire, ma finire così una stagione dopo 5 anni di altissimo livello mi sembra una presa per il culo per lo spettatore

    aldf

  2. Orribile, veramente orribile.
    era difficile fare un bel finale dopo quello dell'anno scorso, per carità, ma non ci si son proprio impegnati. Poco coraggio?
    Non so, so solo che Showtime inevitabilmente finisce per mandare in caciara le sue serie, basti vedere Weeds o lo scempio ENORME fatto con The L Word.
    Divorziano per Julia Stiles? figo 🙂 loro due insieme mi facevano senso, per me erano fratello e sorella 😀

  3. Secondo me c'è un po' di acredine in più. E mi riferisco al finale e alla stagione in sé. Fondamentalmente condivido tutto ciò che scrivi: i buchi aumentano, le scorciatoie pure e i finali sono sempre più sbilanciati – anche perchè si tende a reiterare questa tendenza a risolvere il bad guy a metà episodio e poi chiudere le linee narrative in modo affrettato e incongruente (Quinn che non denuncia e viene subito scagionato, Debra che non scopre i vigilantes sono le due scelte narrative che gridano vendetta totale).
    Eppure che posso dire, a me poi il finale, il monologo di Dexter piace sempre. e al tempo stess mi fa mangiare le mani. Il punto secondo me è che le idee sono buone, ottime, interessanti, come l'evoluzione per Dexter (che poi, si chiarisce, non può esserci o nn può superare un certo limite), l'autoinganno del personaggio che poi si ritrova di nuovo solo e sconfitto… son cose belle, rovinate però certo in parte – almeno per me – dagli strafalcioni finali. Il problema è voler risolvere le linee narrative negli ultimi cinque minuti, tutte insieme. Un problemone che grava da sempre su Dexter (vedi anche la terza stagione) e che con gli anni e la ripetizione rischia davvero la scollatura.
    Io, però, che devo dire, sarà amore cieco, continuo ad avere fiducia e a confidare nel mio serial killer preferito. Perché la critica è a un paio d'elementi – fondamentali per carità! – ma che credo (spero) sempre si possano risolvere nella prossima.

  4. Sono d'accordissimo con te, anche se continuerò a guardarlo anche solo esclusivamente per la musica, la fotografia e la performance principale, perchè è un piacere.
    Secondo me ci sono stati dei problemi in sala sceneggiatori durante la lavorazione, probabilmente questo showrunner è antipatico quanto la sua faccia (lo hai visto??mi sta sui marroni!) , ma da come hanno risolto le storie sembra decisamente che avessero un'altra trama in mente. Perchè poi la tensione sono anche riusciti a crearla, ma tu guardavi Dexter e pensavi:
    perchè far vedere Santa Muerte per cinque, sei, sette puntate, per poi togliere tutto?
    perchè questi finti problemi coniugali con Batista e LaGuerta e una serie di indizi su di lei che non sono mai stati approfonditi?
    perchè Quinn è così scemo da ingaggiare un detective privato, pagarlo tantissimo per indagare sul fratello di Deb per poi lasciar perdere tutto?
    perchè tutte queste cose su Emily Birch e Jordan Chase quando non ci hanno detto niente?
    Ma anche solo perchè introdurre Lumen e farle fare un cambiamento repentino negli ultimi 10 minuti della stagione solo per cacciarla via…E io ci spero che Julia Stiles ritorni ma qualcosa mi dice di no. 
    Il divorzio me lo aspettavo guardando la 12, brrrr Deb ha passato la puntata a guardare malissimo il fratellino senza apparente motivo.
    Forse questo tizio è arrivato, ha cominciato a dire ci penso io, faccio tutto io, voglio questo, voglio quello, no ho cambiato idea e ciò ha creato un ambiente di lavoro teso.
    Poi gli sceneggiatori dovrebbero lasciare molto più spazio a Dexter e meno al cast di contorno o quantomeno coinvolgere il cast di contorno in situazioni in cui c'è anche lui, così mentre cerchiamo di sopportare loro ci distraiamo concentrandoci su di lui e non si sovraccarica la serie di trame che alla fine non si intrecciano neanche!
    God bless Michael C Hall, comunque.

  5. anche io aspettavo questo post, come sempre una bella analisi a quella che banalmente avevo definito "una cagata pazzesca"…
    io però ai telefilm mi affeziono così l'anno prossimo inizierò comunque a vedere la sesta serie

  6. Ah! Finita la stagione?
    Ora posso guardarla.
    Presto presto presto cosi' poi posso leggere il post e commentare.
    Clem

  7. Ciao TFM,
    ho finito ieri di guardare l'ultima serie (viste tutte in tre settimane), e sono subito corsa a leggere questo post che avevo adocchiato da tempo!
    Concordo con il tuo giudizio su certe trovate semplicistiche per sbrogliare le situazione, ma devo dire che in certi momenti per me la tensione è salita parecchio, ad esempio quando Quinn gironzola intorno al furgoncino o quando Debra scende le scale del sotterraneo del campeggio..
    Certe scene mi hanno commossa, tipo quando Dexter e Lumen finalmente si hamano, o quando lei lo molla……..scena super extra tristissima.,….
    Certo fino alla fine mi aspettavo un colpo scena sul fatto che qualcuno (Debra, polizia varia) trovasse le foto dei piccioncini sulla barca e si insospettisse…ma niente!
    Dato che la mia devozione per MIchael C. Hall è infinita, e sento la tipica sensazione di vuoto e abbandono di quando sai che non rivedrai i personaggi del tuo cuore per un pò, volevo chiederti se mi consigli di iniziare a vedere six feet under..
    :))

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