Padroni di casa del mondo

Tra le fortune di vivere a estero cercando e cambiando case come noccioline c’è anche quella di arrivare a una certezza definitiva, da scolpire nella pietra:

Tutti i padroni di casa di tutto il mondo sono dei sonorissimi pezzi di merda.

Il copione è sempre lo stesso: inizia che è tutto sorrisi, strette di mano, pacche sulle spalle, che bello, ma si figuri, si figuri lei, allora ci sentiamo, per qualsiasi cosa, i numeri ce li abbiamo, come no,
e poi finisce a colpi di VAFFANCULO.
Se va bene.

Questi padroni di casa subiscono nel corso del tempo (un mese come dieci anni, non importa) una mutazione anche fisica che li fa diventare degli enormi stronzi putrescenti pieni di pus. E di solito l’acme di questo morphing la si raggiunge in prossimità della scadenza del contratto d’affitto. Registrato o abusivo che sia.
Lì, negli ultimi giorni, si condensano meschinerie e nefandezze.
Soldi. Soldi. Soldi.

C’è sempre un momento, preciso, in quella sottile e invisibile soglia tra il prima e il dopo, in cui tutto finisce a schifio, un momento in cui tutto si era tenuto e all’improvviso non si tiene più niente, in cui parole come subumanità assumono inediti significati.

E così il passaggio diventa frattura, e finisce che ti inventi e disegni altri spazi e luoghi, e va bene il dopo,angoli e curve da scoprire e scartare, ma c’è anche l’adesso, che la vita è questo, un continuo adesso che lascia scorie una sull’altra, scorie di vetri che si rompono, scorie di fughe nervose, scorie di macchie chissà quanto delebili, scorie che lasciano crepe sui muri di chi, tutto sommato, voleva solo un tetto sotto cui stare.

8 Replies to “Padroni di casa del mondo”

  1. Ah io la merda l'ho sperimentata anche durante il periodo del contratto, 'sto idiota voleva i soldi in contanti tutti i mesi in un cassetto, io un mese mi ero bella che scordata di pagarlo, non so come, e anzichè farmelo notare il padrone aveva pensato di far passare due mesi e mezzo senza dirmi niente. Un giorno se ne esce con mi manca un affitto, senza nessun tipo di dimostrazione scritta, niente di niente, la mia parola contro la sua. All'inizio pensavo pure che mi stesse prendendo in giro.
    In Austra ci sono un sacco di palazzi con appartamenti gestiti da una grande associazione statale, come un grosso grosso pezzo di merda! Però almeno non devi vedere i singoli padroni di casa in faccia, le regole te le dicono subito e registrano tutto.

    Sabrina

  2. Mah, un padrone di casa non è un tuo amico, è uno che vuol essere pagato mensilmente. Può essere più o meno comprensivo, più o meno generoso, come persona, ma per il ruolo che ricopre è semplicemente uno da pagare.
    Forse sono stata fortunata, ma pur avendo trovato degli imbecilli ho anche trovato delle persone oneste, forse bisogna semplicemente non aspettarsi niente, e tenere il rapporto sul frame del: io ti sto dando qualcosa e tu mi stai dando qualcosa.

  3. Appartengo alla categoria: quando ho comprato casa, la banca che ha erogato il mutuo non era mia amica. "Lei" mi ha prestato i soldi, io li ho resi mensilmente. Senza essere amici. Ora il mutuo è pagato, ma la casa non mi serve più e quindi la affitto (con regolare contratto, su cui pago un bel bel po' di tasse). Come per la banca, non chiedo e non do amicizia, ma un semplice contratto. Sono certo che, sia inquilini che proprietari possono raccontarne mille sui relativi ospiti/padroni di casa. Non è un problema di categorie, ma di intelligenza e di cultura.

  4. *Virgh: sì puoi anche non aspettarti nulla ma quando puoi entrano in casa e ti aggrediscono perché in ingresso hai osato mettere una libreria di troppo e la discussione degenera stile ballarò oppure ancora peggio quando provano in *tutti i modi* a fregarti dei soldi, capisci bene che 🙂

    *7: ma sì, ovviamente ho generalizzato a partire da esperienze specifiche, non la prendere sul personale. ci sono ovviamente i padroni di casa onesti. anche se il discrimine è uno solo: trattare il proprio interlocutore non credendo sia solo un pollo da spennare e da prendere per il culo. tutto qua. scusa se ti sei sentit* offes*

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