Lost 6×10, The Package: impressioni

avete presente le sale regia con tutti i monitor uno accanto all’altro? ecco, quando io penso a lost penso a una decina di monitor messi in quel modo. ogni linea narrativa un monitor. alla fine dell’episodio i monitor vengono messi in pausa e tutto si freeza. nell’episodio successivo alcuni vengono sbloccati e altri rimangono lì, sospesi nel vuoto. sensazione di staticità che viene poi bypassata con artifici stilistici e di racconto. 6×10, invece, schiaccia il pulsante “play” per tutte le linee narrative o quasi. i personaggi, i nostri heroini, sono tutti in scena. il risultato è un episodio godibile, ben fatto e ben strutturato, in cui la storia praticamente non progredisce, ma non abbiamo cali di tensione e la luce non se ne va. è già tanto, visti i chiari di luna.

6×10 svela, una volta di più, il “gioco” che gli autori stanno realizzando, con la partecipazione straordinaria di noi spettatori. non conta più l’oggetto, il “cosa”, ma il “come”, le reazioni che l’oggetto ha sui personaggi. lost, l’isola, i misteri e tutto il resto sono diventati un enorme MacGuffin. Il termine MacGuffin fu coniato da Alfred Hitchcock: “Il MacGuffin è un espediente attraverso il quale si fornisce dinamicità alla trama, un qualcosa che per i personaggi del film ha un’importanza cruciale, attorno al quale si crea enfasi e si svolge l’azione ma che non possiede un vero significato per lo spettatore.” (via). MacGuffin è la valigetta di Pulp Fiction, oppure la bottiglia di uranio -!- in Notorious. Qualcosa di cui ci frega veramente nulla, ma che serve al resto: puro meccanismo.

sunNe abbiamo la prova, in questo 6×10, nella linea alternativa di Jin e Sun. I due sono a Los Angeles e devono consegnare un orologio e dei soldi a qualcuno. Nè loro nè noi spettatori sappiamo a cosa servano. Emblematica la scena in albergo con Keamy minaccioso che entra, Jin che si nasconde, Sun che va in paranoia: per cosa? per un enorme MacGuffin. la parziale e paradossale risoluzione compare verso la fine: i soldi sono il pagamento per l’omicidio dello stesso Jin per mano di Keamy, ma l’orologio? non conta, non interessa, contano le reazioni, le psicologie dei personaggi, le differenze con la realtà vera -?-

Il continuo richiamo allo spettatore -“ehi, guardate che state guardando la cosa dal punto di vista sbagliato, rilassatevi e divertitevi con noi!”- è poi evidente nei continui rimandi citazionistici e nelle battute di non-sense e alleggerimento che puntellano l’episodio:
– Ben a Ilana: che c’è! Per la quarta volta, stavo raccogliendo dei manghi! Perchè non mi credi?
(Battuta che entra nella top ten delle battute di Ben: un giorno facciamo la classifica) ovvero: hamici spettatori, più vi ostinate a volere spiegazioni e spiegoni e cartelli stradali con le frecce, più noi vi diamo questo, cioè l’assurdo.
– Sun che prende una botta in testa e diventa afasica -!-
– Miles: batte la testa e dimentica l’inglese? dovremmo crederci? Lapidus a Miles: così disse l’uomo che parla con i morti.

citazioni -volontarie o meno- riscontrate:
– come detto, sir Alfred come nume tutelare
– Tutto Tarantino in particolare le Iene e Pulp Fiction
Little Miss Sunshine, quando Sun si mette a scrivere sui foglietti di carta come il fratello muto

appunti sparsi:
– Nella realtà alternativa, tutti gli Oceanic Six si guardano allo specchio per un istante: sanno? non sanno? è un amo a cui dobbiamo abboccare?
– la stanza dell’albergo è 842
– Martin Keamy: c’è un numero massimo di volte in cui un personaggio può morire?
– Keamy e Bakunin: cu s’assumigghia si pigghia, dicono a sicilia. Dettaglio dell’occhio spappolato: Lost splatter!
Sun “ha fatto il percorso qui dentro e merita di vincere”: da casalinga a vendicatrice a porcellona. brava, ci piace. e brava anche l’attrice.
– Finale con l’arrivo di DESMOND: telefonato ma gradito. sono curioso di vedere cosa si inventano per giustificare l’uso di bradah come pacco postale.
– Ricordiamoci che Desmond diceva sempre: see you in another life. Se Desmond è il cuore centrale di Lost io mi eccito.

per questi e per altri motivi che non sto qui a spiegare ancora (ma che cancellano le perplessità che pure permangono), il voto è: 8

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