Nel mezzo del cammin di nostro Lost: un primo bilancio, tra Leggenda e Farsa. I casi emblematici degli episodi 6×07 e 6×08.

Siccome io faccio parte della squadra che dice: smettiamola di giudicare in base ai gusti, al “mi piace/non mi piace, bello/brutto, kate è una figa, sawyer c’ha i muscoli, jack è moscio, charlotte dù colpi” insomma provo ad argomentare. Siamo arrivati praticamente a metà della sesta stagione, considerando che il season finale sarà un “a parte”. Dunque: è il momento di prendere fiato e di fare un primo bilancio.

La sesta stagione di Lost. Sul piano inter-intra-ipertestuale, su quello citazionistico e dell’innovazione stilistica ci troviamo di fronte a qualcosa di potente e inedito. Stiamo assistendo ad un immenso gioco dei giochi, e noi spettatori ne siamo parte attiva. L’esperienza di fruizione sta davvero diventando davvero totale. Se riportiamo tutto invece su un piano strettamente narrativo, di sviluppo di plot, subplot e paraplot e, soprattutto, sul cosiddetto scavo dei personaggi, beh questa stagione è un disastro. Sfilacciata, ripetitiva, scontata, grottesca, involontariamente comica. Ammettiamolo, e togliamoci il dente.

La “final season” presenta due linee narrative “di tempo e di luogo”. La cosiddetta realtà alternativa del 2004, del “cosa sarebbe successo se l’aereo fosse atterrato a Los Angeles”, e la realtà dell’isola. Le due linee si intersecano tra di esse. Ma si intersecano su un piano di sostanza o solo di forma? Quanto dipendono le due linee l’una dall’altra? Quanto il montaggio come funzione meramente tecnica restituisce senso e quanto invece ne toglie?

Facciamo un gioco. Prendiamo ad esempio la puntata 6×08, “Recon”. Smontiamola e rimontiamola sequenzialmente. Prima tutti gli eventi sull’isola -oggi– appiccicati uno di seguito all’altro. Poi gli eventi alternativio del quasi ieri- accaduti a Los Angeles e che vedono protagonisti Sawyer e Miles nelle vesti di due poliziotti.
Ci accorgiamo subito che ci troviamo di fronte a due telefilm diversi.
Uno -l’isola, il Lost classico– appartiene alla categoria dei “serial”: eventi concatenati tra loro, vicende che si ricollegano alle puntate e alle stagioni precedenti e che impediscono una visione “ai minori di Lost”: chi non sa non può sapere.

L’altro telefilm, invece, quello poliziesco, appartiene alla categoria delle “serie” in senso stretto: racconta una storia, dall’inizio alla fine, con uno svolgimento ben cadenzato i cui snodi narrativi e “topoi” di genere sono ben visibili anche a chi -mettiamo il caso- veda per la prima volta in vita sua Lost. Praticamente il pilot di un procedurale.
Ci sono sì dei riferimenti alla mitologia lostiana, ma sono solo una parte del quadro: espungendoli dagli eventi narrati non cambierebbe nulla a livello di ricezione. Non solo. Questo secondo telefilm è altresì configurabile come potenziale spin-off se non addirittura come remake parodico: il poliziotto biondo ariano e quello che appartiene a una minoranza etnica, in questo caso asiatica. Alzi la mano chi, vedendo in azione Sawyer e Miles, non ha pensato a Poncherello e il collega biondo di Chips, o Crockett e Tubbs di Miami Vice o ancora a Starsky ed Hutch. Non è finita qui. Sono presenti altre citazioni, che rimandano a un universo valoriale condiviso dalla media dell’audience non solo americana ma occidentale tout court. Il poliziotto Sawyer torna a casa e riguarda in tv un vecchio episodio de La Casa nella prateria. Charles Ingalls e i buoni insegnamenti di una volta: ecco che chiunque sia alfabetizzato televisamente non ha alcun problema a “stare dentro la storia”.

Bene. Se guardiamo la sesta stagione usando questo sguardo, uno sguardo basso, capiamo bene che, ancora una volta, Lost sta innovando. Siamo oltre l’ibridazione di generi, siamo oltre i videogiochi, siamo oltre anche la diversificazione della fruizione, siamo oltre tutto quanto sia mai stato provato prima. Due linee “di luogo e di tempo” ma decine di sottolinee centrifughe: il cervello dello spettatore è perennemente tenuto “vivo” e in allenamento attarverso la richiesta di partecipazione: classificare, posizionare, smontare e rimontare. Bombardato da tanti e tali stimoli “live”, in “diretta” che la Lost experience diventa un evento sempre più unico. Si vive nell’adesso e mai più, grazie a Lost. Dopo tutto sarà diverso. Dopo, in una seconda visione. Dopo, in una ri-analisi a freddo. Il “qui ed ora” è irripetibile: indietro non si torna.

Ma allo stesso tempo, se guardiamo il tutto usando lo sguardo alto, lo sguardo della coerenza, della precisione stilistica e contenutistica, le cose cambiano drammaticamente. I 40 minuti di ogni episodio, vissuti in questo perenne doppio binario, lasciano un senso di non compiutezza, di non rotondità. Lasciano spigoli e scarti dentro cui, in certi casi, finisce con l’insinuarsi la perdita di senso. Se le due parti corrono parallele, senza incontrarsi, l’immagine finale sarà inevitabilmente quella di un mostro bifronte irrazionale e illogico che mina le fondamenta della credibilità. Se invece le due linee si intersecano -non solo nella forma ma anche nella sostanza- facendo sì che l’una non possa vivere senza l’ossigeno dell’altra, allora tutto cambia. L’episodio 6×07, incentrata sul “Dr. Ben Linus“, è emblematica in tal senso: permette di capire di cosa sia capace Lost quando riesce a far quadrare il cerchio. Gli eventi di Ben nella realtà alternativa e sull’isola sono complementari per la realizzazione di quel processo di redenzione iniziato, in parte, già in quarta stagione. Ben, il mostro, il cattivo per eccellenza, disposto anche a sacrificare la propria figlia, sviluppa una consapevolezza che termina, puntualmente ma contemporaneamente, nell’intersezione perfetta delle due linee: un unico potentissimo magma narrativo. Se smontassimo le due parti, come nel gioco fatto per 6×08, non capiremmo più nulla.  E il giudizio di valore ne risentirebbe, come ne risente infatti “Recon”: uno dei peggiori episodi di sempre.

6×08 infatti, oltre al tragico aspetto di Giano Bifronte, presenta una deriva negativa a livello di trama e characters. Sin dalla prima stagione Lost è stato unico per un doppio movimento: i personaggi portavano avanti la storia e la storia dava spessore ai personaggi. Questo si è via via perso nel corso degli anni. Nello sfilacciamento progressivo solo alcuni personaggi sono riusciti, in cinque stagioni, a tenere compatto e anche coerente -sia pure con alti e bassi- il proprio arco narrativo. Emblematici i casi di Jack, Desmond, Ben e Locke. A prescindere dai gusti personali, è innegabile che, tra i protagonisti, soltanto loro abbiano compiuto un autentico percorso. Se per alcuni, tipo Desmond e Ben, esso sembra concluso e altre strade saranno battute, per altri, come Jack e Locke, la partita è ancora lunga.

6×08 è incentrata sulla figura di Sawyer e, di striscio, investe anche Kate. Sawyer e Kate, i due personaggi che meno hanno dato e meno hanno reso in rapporto alle aspettative, in rapporto a come erano stati presentati e costruiti. Partiti come portatori sani di “chiaroscuri” hanno finito per accartocciarsi su se stessi, nei loro tic, nelle loro ripetitività. Ribadisco: non stiamo parlando di performance attoriali, ma di personaggi. Bene, la 6×08 ci ha chiarito che dopo sei stagioni Kate e Sawyer non si sono mossi di un millimetro. Kate perennemente indecisa e fuggiasca. Sawyer assetato di vendetta e doppiogiochista. Realtà alternativa, salti nel tempo, isola: mentre i loro colleghi protagonisti facevano errori, prendevano o perdevano consapevolezza, modificavano i propri ruoli dentro e fuori da se stessi, dentro e fuori dal gruppo, e non  si guardavano indietro, Kate e Sawyer invece sono tornati al punto di partenza. In quinta stagione li abbiamo visti cambiare, è vero. Ma cosa è rimasto della loro evoluzione? Niente: è stato un movimento inutile, vano. Il salto carpiato all’indietro si è così tradotto in una “tendenza all’inazione”: la Kate fuggiasca degli inizi non sarebbe mai andata a piangere nella giungla, così come il primo Sawyer, sia pure doppiogiochista, non avrebbe mai accettato di essere “deciso” da qualcuno, di essere una pura marionetta. E questo, se per qualsiasi altro telefilm è inaccetabile, per Lost, invece, è semplicemente catastrofico. Quando i personaggi sono immobili, ovviamente anche la storia ne risente.

La sensazione è dunque quella di un enorme girotondo. Girotondo inteso come gioco: divertente, e anche appagante. Ma il gioco è bello quando dura poco. E adesso, francamente, è il caso di tornare seri.

E’ quello che ci aspettiamo dalle ultime puntate.

p.s. a dopo per the bignamino di 6×08

13 Replies to “Nel mezzo del cammin di nostro Lost: un primo bilancio, tra Leggenda e Farsa. I casi emblematici degli episodi 6×07 e 6×08.”

  1. Appena finito di vederla e che delusione! Hai ragione, Sawyer e Kate sono fini a loro stessi e danno poco e niente alla serie.

  2. Kate e Sawyer sono certo i caratteri più deboli. Per adesso. Ma questa incertezza temporale (in tutti i sensi) è la cosa più intrigante. Cosa risulterà alla fine, dall'intreccio di questa trama e di questo ordito complicatissimo?
    Francamente, il crossover tra le due realtà per ciò che riguarda Linus l'ho trovato un po' scontato, un po' manicheo, un po' happy ending. Pendant perfetto e opposto, in fondo, della storia di Sayid, una "redenzione al contrario". Ma è tutto qui? Difficile trarre un giudizio a giochi ancora aperti.

    "Si vive nell'adesso e mai più, grazie a Lost. Dopo tutto sarà diverso. Dopo, in una seconda visione. Dopo, in una ri-analisi a freddo. Il "qui ed ora" è irripetibile: indietro non si torna."
    Ma infatti, "Ciò che è morto è morto".

    Saluti

  3. miodio mentre leggevo questo post ti immaginavo con una t-shirt bianca, degli occhialoni, i capelli arruffati e sopratutto FUORI SINCRONO

    🙂

    toso

  4. Ho letto fino ad ora i tuoi post su Lost – godendomeli molto peraltro – senza commentare.
    Però questa volta intervengo perchè l'episodio 8 è stato uno dei pochi episodi che mi ha tenuto incollata allo schermo senza strapparmi neanche uno sbadiglio e non è solo per la mia passione per il personaggio di Sawyer.
    Credo che anche se magari ad un livello di plot e di analisi della storia un personaggio che si accartoccia su se stesso e non evolve puo' essere disastroso, a livello puramente umano è per certi versi rassicurante.  Sawyer nella realtà parallela è tormentato dagli stessi fantasmi di cui è preda nell'isola questo però non gli toglie coerenza come personaggio.  Nella vita di tuti i giorni -purtroppo- sono poche le persone che imparano dai propri sbagli ed evolvono.

    Aspetto con ansia il bignamino che fino ad ora mi è sempre piaciuto di più della puntata vera e propria 🙂

    Ginevra

  5. Grazie, Tieffemme, per aver esposto così chiaramente i problemi che percepivo ma non riuscivo ad esprimere! GENIOH! </René Ferretti>

    Anche se… mi viene da dire che i caratteri involuti – Sawyer, Kate, e tutto sommato Sayid anche se ho trovato il suo episodio molto più interessante – sono quelli che si accodano a FarLocke, quindi probabilmente c'è nell'intenzione nel mostrare che quelli incapaci di crescere sono anche quelli più facili a cadere nelle grinfie del lato oscuro. E' che il problema, come dici tu, si ripercuote sulla narrazione, e abbiamo in cambio episodi di stallo come questo e come What Kate does. Mi sa di prima metà della terza stagione, che tanto è capolavoro nella parte finale, quanto è un gatto attaccato ai maroni nella prima frazione. Speriamo che la storia si ripeta e finiscano alla grandissima…

  6. uhmmmmmmmmmm… Sono un po' d'accordo e un po' no… Chiaramente concordo su Kate, che non si è spostata di un millimetro dal primo all'ultimo nanosecondo delle 5 serie e mezza, sia sull'isola che nei flashtutto. Meno d'accordo su Sawyer, nel senso che: è vero che gira e rigira il concetto è sempre quello della coazione a ripetere, però la differenza rispetto alla gattamorta è che lui comunque a un certo punto ci prova. kate nel suo episodio che fa? Scappa e basta, come ha fatto per 5 serie. Sawyer invece a un certo punto porta il girasole a Charlotte. Ci prova. Come c'ha provato con Juliet, e a proposito di ciò, io il suo stare con Farlocke, più che come un farsi manovrare o un cedere al lato oscuro come dice Poggy (sì, sta con lui ma non è allucinato tipo sayid-claire: contesta, fa domande e polemiche come ha sempre fatto), lo vedo come una scelta dettata dall'esasperazione. Scelta, comunque. Kate manco l'ha scelto, di stare dove sta!
    Ho detto.
    Comunque, amore per sawyer a parte, non vedo l'ora di vedere la puntata su richard!!!! Sbavo dalla curiosità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    LB

  7. Quindi potresti ammettere che questi flashsideway sono una merda?
    Per quanto Dr. Linus mi sia piaciuta molto, io non li sopporto per niente. Tolgono spazio a tante cose che avrebbero potuto essere approfondite (qualche flashback su richard non avrebbe fatto male). Per non parlare di quanto desideri un flashback su Jacob e Farloc.

    Diciamo che potevo farmeli piacere, visto che il volo che è atterrato non era del tutto normale. Shannon non c'è, Desmond sparisce, Jack ha quel coso rosso sul collo. Dopo però è una fotocopia di Crash, che io odio come si può odiare il più acerrimo nemico della tua vita.

    Non perché non riesca ad arrivarci, ma non mi aspetto nulla di buono dalla spiegazione di questi flashsideway, che già mi stanno sulle palle come nome. Perché il flashback è FB, il flashforward è il malinconico FF dei registratori, mentre il flashsideway è FS: uguale a quello schifo delle ferrovie dello stato.

    Per quanto riguarda i personaggi, dopo la quarta stagione c'è stata la scelta di dare molto, forse troppo spazio, all'azione e agli intrecci (per risolvere, abozzare la fine, spiegare poco) sacrificando le storie dei personaggi. Sawyer è un fantoccio per quasi metà della 5 e sta confermando anche nella 6, se non fosse per la battuta "non sto con nessuno", che tenta timidamente di convincere lo spettatore che agisca di testa sua. Va bene volersene andare, ma boh.

    Inoltre, se dovessi aggiungere un elemento negativo,c'è la mancanza di quell'alone di mistero. Quel vedo non vedo affascinante delle apparizioni, di Walt gigante, di Chris Shepherd! CHRIS! Hanno fatto rivedere tutti, persino quell'acida di Charlotte, ma non mi hanno ridato Christian gomitoalto Shepherd.

    Se avessi gli autori davanti a me inviterei a darsi una mossa, perché siamo oltre la metà e la situazione non è ferma è impantanata. Soprattutto dopo quel ralenti nella jungla che faceva prospettare qualche tipo di partenza o di ritmo al cardiopalma, roba da 4 season yeah.

    E' ququq è ququqesto è tutto gente.

  8. Sono parziale in modo rivoltante con Sawyer, quindi non entro nemmeno in merito alle critiche al personaggio, anche se è vero che lo fanno sempre girare in tondo (la sniffatina al vestitino di Kate ha definitivamente spazzato il ricordo della pseudo-moglie morta, come tristemente mi aspettavo).

    L'ultimo episodio però ha in un certo senso rafforzato il sospetto che "they're making shit up as they go".
    Se nella realtà alternativa Sawyer è sempre stato un poliziotto, che cacchio aiuta Kate a scappare in aeroporto dopo aver visto che ha le manette? Vabè che è Sawyer, ma che diamine. Ce l'ha coi marshall? Che sbirro è? Moh, il Sawyer Reloaded aveva tutta l'aria del con man di sempre (gli sguardi lubrichi a Hugo quando dice di essere ricco ad esempio), renderlo un poliziotto mi è parsa una mossa pianificata male. Andrò a sfogarmi su Lostpedia :D.

  9. *Arkulari: il mio riferimento al "qui ed ora" cui ci spinge lost era appunto il senso di questo post. adesso, a quest'altezza, una delle analisi può essere questa. poi, quando le linee si incontreranno definitivamente (secondo me i losties hanno memoria eccome di quel che è successo prima, sull'isola) cambierà tutto. ma se è vero che lost come tutti i prodotti seriali va giudicato nel complesso, è anche vero che lo stesso è doveroso anche con l'unità minima, cioè l'episodio in sè. About Linus: manicheo solo se guardiamo gli estremi/eccessi, perché in realtà i semi di un arco narrativo pieno di sfumature erano stati già gettati: henry gale in season 2 dice sempre "noi siamo i buoni", ad esempio.
    ciao 🙂

    *toso: superLoL! ho sempre sognato di fare quella fine

    *Ginevra: "Nella vita di tuti i giorni -purtroppo- sono poche le persone che imparano dai propri sbagli ed evolvono." Ecco, appunto. Il punto è che in un telefilm i personaggi dovrebbero fare proprio quello, cioè imparare dagli errori ed evolversi, in un modo o nell'altro. Altrimenti stanno fermi. Che è quello che Sawyer dà l'impressione di fare. Comunque grazie per essersi delurkata! Mi fa sempre piacere.

    *Poggy: ahah un saluto a Pannofino! Non ci avevo pensato: i caratteri con le peggiori caratterizzazioni stanno tutti con Farlòc. Ci rifletto su.

    *LB: sì ok, ci prova, ma come ha fatto notare qui sotto Shulypoo, il cadavere di juliet è ancora caldo che ti metti ad annusare il vestitino di kate in ricordo dei bei vecchi tempi? uhm no, non mi convince. hai presente la scena di farlòc che convince sawyer ad andare sull'altra isola: ma ti pare che uno si fa convincere così solo perché se ne vuole andare dall'isola? E' la stessa motivazione di stagione 1, che lo spinge al tentativo di fuga con sfigati michael e gin e walt. la prossima si preannuncia epica, ma aspettiamo 🙂

    *Axl: Christian Shepard, gravissima mancanza, hai ragione

    *Shulypoo: straquoto l'osservazione sul vestitiino di kate. il fatto che sawyer faccia scappare kate conferma la teoria "i losties sanno chi sono, anche nella nuova vita". vedremo

  10. Mah, invece il fatto che abbia lasciato andare Kate in aeroporto per me ha senso: lui in primo luogo non doveva essere lì… se l'avesse fermata si sarebbe sbugiardato da solo riguardo il viaggio a Palm Springs, che è un tantino vicino a Los Angeles per giustificare il fatto di prendere un aereo 🙂 Sawyer è un poliziotto perché, come abbiamo visto negli anni-Dharma, possiede anche quella potenzialità… ma rimane un bravo bugiardo con degli scheletri nell'armadio(un po' come Ben che anche in versione alternativa ha l'istinto del manipolatore/ricattatore, anche se non è altrettanto allenato a farlo). Il problema di questo episodio mi sembra altro: l'evoluzione di Sawyer è finita dopo che ha ucciso Cooper in "The brig" (infatti se non ricordo male nella quarta stagione non ha avuto flashback), e da allora il suo personaggio ha continuato a procedere in maniera lineare e puramente nel "presente" della storia. Insomma secondo me è arrivato a questo punto avendo un po' esaurito il suo slancio, da cui l'episodio piuttosto moscio.

  11. Adesso vorrei inserire il commento triste e malinconico.

    Lost era eccezionale perché non me ne fregava niente della fine, né dell'inizio, il mentre era importante. Il viaggio, l'attimo compreso tra il tic e il toc. Tutto questo non c'è più. Sembra che vogliano per forza attirare il mio interesse verso "Come andrà a finire?" "Come mai questo?", fallendo miseramente, visto che era una cosa normale desiderare la risoluzione degli enigmi, senza bisogno di incitamenti a farlo. Le risposte si cercavano mentre si viveva un intenso viaggio.

  12. Concordo sempre più con le tue disamine lostiste, o lostiane. La sesta stagione non è certo brutta, ma è indubbio che il mordente sta cendendo. La serie ha sempre avuto questa tendenza a menare un po' troppo il can per l'aia, ma a questo giro la cosa sta diventando non solo ripetitiva, ma – come ben scrivevi tu – si ha la sensazione che le due linee narrative vadano avanti un po' per conto loro, senza contare che ancora non v'è neanche la benché minima traccia di una – anche solo possibile – "soluzione" del rebus che lega le due zone.
    Poi per quel che riguarda cheit e soier: ma com'è che il biondino fino a due secondi prima si piange giuliet (la mia preferita, spero proprio che si conceda una riaffacciata salto prima del finale) per poi progettare questa fuga amorosa con cheit… che proprio non ci va giù! Basta, diciamolo! Character più insulso eletto a protagonista di un serial ever! ma c'è qualcuno che se la fila?

  13. *Poggy: straquoto la teoria che dal post omicidio bye bye sòia

    *Axl: che poi è la cifra di qualsiasi capolavoro. il durante, il come.

    *Noodles: questa cosa è francamente insopportabile. quella è morta da mezzora!

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