Esce il libro di aNobii: Il tarlo della lettura.
la mail me la manda la newsletter di aNobii -io non ero mica iscritto alla newsletter di aNobii-
e mi dice (tono trionfante): è uscito il primo libro di aNobii!

ad ogni modo. perché si chiama aNobii? me lo son chiesto per tanto tempo, senza cercarne la risposta. non me ne fregava nulla. per quelle strane correlazioni sinaptiche per me anobii voleva dire “dell’egitto”. invece leggo, su ibs, che aNobii proviene da “anobium punctatum”, che vuol dire tarlo della carta. da qui il titolo del libro. si sono proprio sforzati di fantasia, bisogna dirlo.
la mail insomma c’era questo inizio di intervista a barbara garzi, giornalista e blogger che ha curato il testo. poi dovevi cliccare su continua a leggere e finivi sul sito. l’intervista dice che a inizio estate hanno preso i primi cento libri più letti in quel momento. poi hanno preso le prime cinque recensioni più votate per ognuno di quei cento libri e bòn. il libro era finito. a ‘sto punto pure io me la fido a scrivere un libro. vabbè, hanno chiesto un po’ di liberatorie in giro, qualche aggiustatina di editing e via. ma siccome i cento libri erano tutti best seller hanno aggiunto anche una bonus track con 100 libri di nicchia. dice che la cosa più bella è che la gente su aNobii non mente. la gente è sincera, quando scrive le recensioni. dice. quindi se gente è sincera anche libro è sincero e quindi bello. (io quando scrivo le recensioni su aNobii non ci penso se sono sincero o no). poi dice che se libro ha successo sarebbe bello se diventasse format.
la casa editrice è rizzoli. la prefazione è di luca sofri. la copertina, per essere un libro di un social 2.0, fa davvero schifo -adesso sono sincero, mentre lo dico- e no, non credo che lo comprerò.
perché dovrei pagare dei soldi -18 euro- quando lo posso avere gratis direttamente e comodamente accedendo proprio just dal mio profilo di aNobii? cioè, che me ne viene a me?
il bello della sincerità (in letteratura) devo ancora scoprirlo, essì che di anni ne ho un certo numero
il poeta è un fingitore
io nel pensier mi fingo
e così via, gli esempi non mancano
ciao
101
papà non le manda sole
Ne viene che pare siano per beneficenza, i 18 euro.
Però anch’io non lo comprerò. A me non interessano molto le recensioni degli sconosciuti. Io mi fido di chi so che ha gusti simili ai miei, e da un libro non capirei molto. Che faccio, dopo? Cerco il nickname su anobii per vedere com’è la compatibilità? Naaah.
le correlazioni sinaptiche suppongo includessero l’assonanza con Anubi, dio egiziano col muso di cane
(anch’io ho pensato Ehi, io non sono iscritta alla newsletter)
Ho fatto, raramente, il lurker su aNobii dimettendomi immediatamente ogni volta.
Per esempio avevo intenzione di leggere il libro A.
Recensione positiva: devo proprio leggerlo allora.
Recensione negativa: devo proprio leggerlo per vedere se ha ragione o no.
Recensione pomposa: devo proprio leggerlo e ne faccio una più accettabile io.
Il giorno dopo ho comprato il libro B. Se questa è la mia affidabilità, figuriamoci come potrei con un estraneo.
Appoggio in pieno il non comprare un libro simile, che mi sembra giusto un’operazione per guadagnare qualcosa facendosi anche pubblicità, o farsi pubblicità guadagnando.
*Yet: appunto, appunto, mia cara. nel pensier mi fingo, appunto, appunto.
*Yet2: papà ha fatto bingo
*Quad: ah è vero volevo anche scriverlo nel post, che era a beneficio di qualcuno. Però ci sono tanti altri modi di beneficiare, vero? 🙂
Obiezione validissima: recensioni di emeriti sconosciuti? Vanno bene solo per chi (anche se a dirla tutta, anche noi anche se siamo amici virtuali, in senso stretto siamo sconosciuti!)
*Jun: ben cogliesti! anubi quella cosa lì. sai altra correlazione sinaptica di mente malata di tieffemme? anubi=sawyer di lost -!-
(allora hanno fatto tipo cosa scorretta ma che ormai non è più considerata così grave, a quanto pare)
*Axl: mi sa la seconda. farsi pubblicità guadagnando. rizzoli in tal senso negli ultimi tempi si è proprio specializzata in questa attività.