AIDS, le persone più a rischio in Italia sono le casalinghe. E comunque: nessuno si senta escluso
L’altro giorno leggevo su Vanity Fair una inchiesta di Enrica Brocardo che intervista, tra gli altri, il dottor Zambelli, responsabile di uno dei pochi hospice italiani per malati terminali di AIDS. Zambelli dice: “Ci sono sempre più ultracinquantenni sieropositivi. Sembra una battuta, ma non lo è: le persone più a rischio in Italia sono le casalinghe… Ne ho visti tanti, in ospedale, di pazienti che prendevano il Viagra e frequentavano club per scambisti. A casa poi prendevano sempre precauzioni? Me lo auguro, non ci giurerei”.
Questo per dire: chiunque, nessuno escluso. Che è una cosa ovvia, ma forse anche no.
Oggi sulle reti Rai è apparso uno spot diretto da Ozpetek e con protagonista Mastandrea. Terrificante. Pericoloso. Non viene mai pronunciata la parola “profilattico” o “preservativo”. In Italia l’AIDS non esiste. Cioè esiste, ovviamente, ma non esiste perché non gliene frega niente a nessuno (tra quelli a cui dovrebbe fregare). Non esiste perché fa paura parlarne, perché fa paura dire le cose come stanno. I colpevoli per me hanno un nome: Chiesa, e un cognome: Papa (a turno). La Chiesa nel nostro paese costituisce un problema. Bisogna dirlo. Chiaro e tondo. A tutti. E anche a quelle casalinghe che non sanno e che, prima o poi, saranno costrette ad un altro, inutile, motivo per pregare.
Chi invece non ha paura di dire le cose come stanno, per esempio, sono i Francesi. Che addirittura osano scherzarci su (ma sono pazzi?):
Laddove CAPOTE sta per preservativo, in gergo.
La vecchina Odette con i suoi 13874 capote è decisamente avanti
se la matematica non inganna, la cara Odette ha usato il profilattico per 38 anni di fila una volta al giorno. Li mortacci. Fortunella la ragazza!! 😀
Blondeinside
…e complimenti anche a kevin per la sua prima capotte !
Cartelloni veramente deliziosi 🙂
Che la categoria piu’ a rischio sia quella delle casalinghe pero’ mi sembra una boutade giornalistica che alla fin fine non fa tanto meglio all’informazione di quanto facciano le campagne retrograde del vaticano
palbi
parrebbe che i mariti delle casalinghe siano tutti puttanieri incoscienti
ciao
Aids ed HIV?
Che tristezza vedere Mastrandrea nella pubblicità al test.
Un documentario mostra che la relazione fra il virus e l’AIDS non è ancora stata provata.
http://www.rk22.com/?p=408
il red day è una raccolta fondi per i giganti farmaceutici. E proprio il test dell’HIV produce ogni anno migliaia di sieropositivi, senza che essi siano necessariamente destinati a contrarre la malattia. Anzi, senza la certezza che essi abbiano davvero il virus…
Sinceramente tra tutte le colpe che ha la Chiesa in Italia non credo si possa annoverare anche questa. questo perchè chi non usa il preservativo in Italia lo fa a mio parere perchè è diversa la sensazione, non perchè non sappia cosa possa derivarne.
Discorso diverso se (come ha già fatto) il Papa va in Africa e dice che il preservativo non è la soluzione al problema….DECISAMENTE DIVERSO direi…..
*Blonde: basti vedere l’espressione del viso di Odette. Quella sa come godersi la vita (ancora oggi!)
*Palbi: ovvio che si tratti di una esagerazione. Però non sono convinto che faccia male, anzi. Porre l’accento della questione sugli insospettabili potrebbe far allargare almeno la percezione del problema. Ma tanto, parlare di condizionali lascia il tempo che trova. Ci sono rimaste solo le esagerazioni, mi sa.
*Yet: tutti no, molti mi sa di sì. Impressioni e sensazioni, mica certezze 🙂
*Rk22: per principio io sono aperto a tutte le teorie. ma non ho ben capito cosa tu intenda quando dici: "il test dell’HIV produce ogni anno migliaia di sieropositivi". me lo spieghi meglio?
*Natror: non mi impelagherò di certo in una discussione con te sulla Chiesa! So imparare dai miei errori 🙂 Una cosa la dico: chi non usa il preservativo lo fa perché è diversa la sensazione? dici che lo fa solo per una questione di maggior godimento? io dico che a monte c’è tanta tanta incoscienza. e l’incoscienza (di molti) si vince con l’informazione. che (magari) agisce sulla coscienza. non è detto, ma male non fa.
Ah ah e pensare che stavolta mi volevo impegnare a non farti inc….are!
Capisco il tuo punto di vista ma devo se essere sincero non so proprio che dirti. Forse la risposta che più rispecchia il mio stato d’animo sull’argomento è "può essere".
Però l’incoscienza è molto più difficle da battere dell’ignoranza: la prima dopo che ti è passata la strizza torna, la seconda dopo che ti sei informato non torna più. No?
ps. tra l’altro sulla questione del godimento è un’idea che mi sono fatto parlando con alcune persone dell’argomento. Mi sono sentito dire cose come "se lo metto non ci riesco" e cose così…però quando gli dicevo "senti ti metterà pure in difficoltà ma ti può salvare la vita" loro mica rispondevano sai? Però si toccavano i coglioni …si può dire coglioni sul blog? 😉
Ah chiedo scusa per l’apoplessia che mi coglie sempre quando scrivo sul tuo blog e che mi porta a fare errori grammaticali e ad usare un italiano che sembra del ragionier Filini….
*Natror: certo che si può dire "coglioni", specie se riferiti ai quei "coglioni" che "se lo metto non riesco". non me li presentare mai, altrimenti attacco una polemica infinita 🙂
Posso fare un attimo l’avvocato del diavolo?
Credo che si tratti di due campagne diverse: quella italiana è per l’informazione: fatti il test; quella francese è per la prevenzione: usa il preservativo.
Qui, il problema, se sta in chi governa, sta nella scelta dell’agenzia pubblicitaria, magari affidandosi a quella che faceva lo spot "è mio" "è mio" si riusciva a fare qualcosa di meglio…
*Virgh: ben ragioni. E’ questione di "cuore" della questione. C’è chi sceglie il test (il dopo) e chi il preservativo (il prima). però io preferivo quando in italia si pensava anche al prima. da quindici anni questo paese fine, stop, kaput. anzi: amen!
e poi: perché non ci possono stare entrambi?